119 Narra Domenico Farini nel suo Diario di fine ... - Trapani Nostra
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il XX Settembre reale”, <strong>di</strong>chiarava <strong>di</strong> festeggiare un XX<br />
Settembre ideale: “Due civiltà, due mon<strong>di</strong> liberi, in grande<br />
contrasto, ecco Roma”; a Brescia, il massone Zanardelli<br />
affermava la non necessità del potere temporale per l’esercizio<br />
spirituale della Chiesa: “Ora la potestà civile, legislatrice e<br />
signora della società, mentre deve assicurare la libertà legittima<br />
del santuario, non può consentire che l’Autorità spirituale… sia<br />
pervertita a scopi politici, non può consentire che il Tempio e<br />
l’Altare sieno resi segnacolo <strong>di</strong> se<strong>di</strong>zione e <strong>di</strong> civile <strong>di</strong>sor<strong>di</strong>ne”.<br />
(La Civiltà Cattolica, quad. 1135/1897).<br />
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L’Osservatore Romano del 25.9.1898 riba<strong>di</strong>va la sua<br />
convinzione “che la festa civile or<strong>di</strong>nata il XX settembre”,<br />
fosse un “trionfo della Massoneria italiana in onta al Papato,<br />
alla Chiesa e al sentimento cattolico del popolo italiano”.<br />
La caratterizzazione massonica della commemorazione<br />
della presa <strong>di</strong> Roma rifletteva il particolare momento del rifiuto<br />
d’ogni rapporto con la Chiesa e la comune convinzione che<br />
l’estremismo massonico, laico, non faceva nulla per occultarlo.<br />
La Tribuna puntualizzava che <strong>nel</strong> XX Settembre “non si<br />
celebra solo la conquista che l’Italia fece della sua capitale, ma<br />
anche della supremazia del potere civile sul religioso”.