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marzo 2013 - I Siciliani giovani

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A fianco:<br />

L'ospedale<br />

di Taurianova<br />

“Il problema del deficit della sanità calabrese<br />

sta nell'incertezza del suo ammontare<br />

e nell'inattendibilità dei dati forniti. Ma<br />

non si possono dimenticare i danni erariali<br />

per i contenziosi e le successive transazioni<br />

per forniture di beni mai resi” ha affermato<br />

Leoluca Orlando, presidente della<br />

Commissione parlamentare d'inchiesta sugli<br />

errori sanitari e le cause dei disavanzi<br />

sanitari regionali.<br />

Commissario ad acta - nominato dal governo<br />

Berlusconi- è ancora il presidente<br />

della Regione Calabria Peppe Scopelliti,<br />

seppure affiancato dalla Guardia di Finanza.<br />

Tocca a lui -controllato e controllore-<br />

fare luce nello sfascio della sanità in Calabria:<br />

in questi giorni ha girato la Calabria<br />

in lungo e in largo promettendo finanziamenti,<br />

migliorie, ristrutturazioni e potenziamento<br />

per tutte le strutture sanitarie regionali<br />

in cambio di voti per il Pdl.<br />

I tempi di attesa per una TAC o una risonanza<br />

magnetica però variano da 250 a 40<br />

giorni, e così i cittadini, infuriati, aggrediscono<br />

a Cosenza il governatore-commissario<br />

Peppe Scopelliti in visita all’Ospedale<br />

dell’Annunziata. Insulti, urla, spinte, lanci<br />

di pietre, vetri infranti. Momenti di concitazione<br />

e confusione, domate a stento dal<br />

cordone di sicurezza. Qualche giorno prima<br />

l’ospedale era stato al centro della cronaca<br />

per una interrogazione parlamentare<br />

di Maria Antonietta Farina Coscioni sulla<br />

morte sospetta di due donne, Rosita Presta<br />

e Caterina Loria -37 e 27 anni-, decedute<br />

una per emorragia al settimo mese di gravidanza<br />

ed una in seguito al parto cesareo.<br />

La criminalità ha un peso notevole nella<br />

gestione della sanità in Calabria. Il budget<br />

è di 3 miliardi di euro: si può immaginare<br />

quindi qual è il business per lobby affaristiche<br />

e 'ndrangheta. L’On. Angela Napoli,<br />

già componente della commissione antimafia,<br />

ex finiana defenestrata, ipotizzò in<br />

una interrogazione parlamentare che la sanità<br />

calabrese è una holding della ‘ndrangheta.<br />

A sostegno citava il dato dello scioglimento<br />

di tre aziende sanitarie calabresi<br />

per infiltrazioni mafiose e la condanna con<br />

rito abbreviato, a 2 anni e 6 mesi, di Pietro<br />

Morabito, ex direttore generale<br />

dell’Azienda Sanitaria di Reggio Calabria<br />

www.isiciliani.it<br />

e manager dell’Asp di Catanzaro nel processo<br />

“Onorata Sanità”.<br />

È d’uso, in questa regione, che i pregiudicati<br />

per reati vari nella sanità, meglio se<br />

per concussione, anziché rimossi<br />

dall’incarico siano premiati con nuovi più<br />

importanti incarichi. È emblematico il<br />

caso dell’ex provveditore dell’Asp di Palmi<br />

-un ragioniere dirigente apicale senza<br />

laurea- che, ripetutamente condannato per<br />

truffa e concussione nelle forniture, veniva<br />

puntualmente reintegrato nel posto di lavoro<br />

e confermato alla direzione del provveditorato<br />

mentre un altro dirigente dello<br />

stesso settore -due lauree, master, esperienza<br />

ventennale - è mandato a marcire<br />

all’economato di un ospedale.<br />

Ci si sbrana per una nomina<br />

Qui ci si sbrana per una nomina di dirigente<br />

o di amministratore nella sanità, ma<br />

alla fine la spuntano parenti, compari e<br />

“amici degli amici”. Udc, Pd, Pdl, destra,<br />

sinistra, centrodestra, centrosinistra. Partiti,<br />

famiglie mafiose, liberi professionisti,<br />

fornitori, procacciatori d’affari. Tutti<br />

all'assalto della diligenza. È sulla sanità<br />

che si legge l’attivismo politico calabrese,<br />

il trasversalismo, il cambio di casacca, il<br />

“familismo amorale”. Quelli che non trovano<br />

spazio di qua vanno di là e quelli che<br />

erano di là vengono di qua. A dirigere il<br />

traffico però c’è la ‘ndrangheta, i capibastone<br />

che hanno utilizzato la politica per<br />

fare diventare primari i figli e i nipoti e<br />

che ora decidono gli assessori alla sanità, i<br />

commissari straordinari, i dirigenti e perfino<br />

i portantini mentre si muore per una appendicite,<br />

un ascesso, una polmonite.<br />

Il dominio è polverizzato, trasversale. A<br />

Cosenza comandano i fratelli Gentile, Antonio,<br />

deputato e già sottosegretario, e<br />

Giuseppe detto “Pino”, consigliere regionale,<br />

tutti e due del Pdl, una famiglia dedicata<br />

alla sanità; ma non sono soli, c'è pure<br />

Ennio Morrone, ex parlamentare<br />

dell'Udeur. A Catanzaro, Agazio Loiero<br />

dell’Mpa. A Reggio Calabria, Peppe Scopelliti.<br />

A Crotone Enzo Sculco, ex consigliere<br />

regionale della Margherita che ha<br />

dovuto lasciare il seggio nel precedente<br />

I <strong>Siciliani</strong><strong>giovani</strong><br />

<strong>Siciliani</strong><strong>giovani</strong><br />

– pag. 46<br />

“Un dominio<br />

trasversale<br />

su un budget<br />

di tre miliardi””<br />

Consiglio regionale per una condanna a<br />

sette anni per corruzione.<br />

“L'azienda di Vibo è l'azienda di Tassone,<br />

hai capito?”, spiegava Santo Garofalo,<br />

direttore generale dell'Asl 8 a un imprenditore.<br />

Con stupefacente normalità illustrava<br />

le “regole” in quella provincia: “Non ti<br />

dimenticare, Vibo è di Tassone e non di<br />

Ranieli né di quegli altri né di Stillitani. Le<br />

tre aziende: una di Galati, una di Tassone e<br />

l'altra è di Trematerra”. Mario Tassone è<br />

parlamentare uscente dell'Udc, come Pino<br />

Galati e Gino Trematerra. Michele Ranieli<br />

è un ex deputato. Francesco Stillitani era<br />

all'epoca assessore regionale. Anche loro<br />

dell'Udc. Telefonate di appena due anni fa.<br />

È l'Udc che era ed è padrona dell'Asl di<br />

Vibo Valentia dove la prima pietra del<br />

nuovo ospedale l'ha portata un costruttore<br />

della 'ndrangheta.<br />

A Palmi e Locri i partiti contano quanto<br />

il due di spade se la bricola è a coppe.<br />

Zero, nulla. Conta solo la 'ndrangheta: Piromalli,<br />

Molè, Pesce, Bellocco, Morabito,<br />

Cordì, Cataldo. Hanno occupato gli ospedali<br />

con figli, generi e nipoti. Tutti medici<br />

di rispetto. Pasquale Morabito era lo psicologo<br />

di Bovalino dal 1992 al 2002.<br />

Quando l'hanno arrestato per associazione<br />

mafiosa e traffico di stupefacenti, continuarono<br />

a pagargli lo stipendio in carcere.<br />

“La Asl se n'è accorta e non ha nemmeno<br />

avviato azioni di recupero”, scrive nella<br />

sua relazione Paola Basilone, il prefetto<br />

mandato a Locri dal Ministero degli Interni<br />

dopo l'omicidio del vicepresidente del<br />

Consiglio regionale Francesco Fortugno.<br />

Il direttore generale dell'assessorato alla<br />

sanità era, a quel tempo, Peppino Biamonte,<br />

più volte direttore generale delle Asl<br />

calabresi, lo stesso che falsificava le carte<br />

per far avere cinquecentomila euro alla<br />

clinica Villa Anya di Domenico Crea.<br />

“Agli ordini”, rispondeva quando Crea telefonava<br />

per chiedere conto della sua pratica<br />

su Villa Anya. Un criminale intreccio<br />

affaristico-politico-mafioso per il controllo<br />

totale della sanità in Calabria.<br />

È l'agghiacciante scenario descritto nelle<br />

oltre mille pagine dell'ordinanza di custodia<br />

cautelare emessa dal Gip di Reggio<br />

Calabria Roberto Lucisano.

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