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marzo 2013 - I Siciliani giovani

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www.isiciliani.it<br />

Sicilia<br />

Mafia a Partinico<br />

Cosa ci aspetta<br />

È l´inizio dell´ultima<br />

guerra di mafia a Partinico,<br />

con due schieramenti<br />

che affilano le<br />

armi...<br />

di Pino Maniaci<br />

telejato.globalist.it<br />

Recentemente abbiamo approfondito<br />

la storia dei mafiosi di Borgetto che<br />

oggi sono liberi di scorrazzare per le<br />

vie del Paese, dopo aver scontato la<br />

pena nelle patrie galere. Ed a Partinico<br />

cosa succede? Chiaramente noi non<br />

possiamo farci mancare nulla, ed ecco<br />

che ritroviamo in giro nomi ben conosciuti<br />

negli ambienti di Cosa nostra<br />

che da poco sono in circolazione.<br />

Parliamo di Michele Vitale, fratello di<br />

Leonardo e Vito Fardazza, e dell'anziano<br />

Nino Nania, fratello dell'ergastolano Fifiddu,<br />

ancora rinchiuso nelle patrie galere.<br />

Parliamo di due storici esponenti della<br />

malavita organizzata che, in passato, si<br />

facevano la guerra. Difatti, ricordiamo<br />

che la corrente Nania-Giambrone era antagonista<br />

ai mafiosi Vitale-Salto. Oggi<br />

sono fuori, cosa potrebbe accadere? Si<br />

dice che Michele Vitale sia nella via della<br />

conversione, e sia pronto a prendere le<br />

distanze dalla sua storia. In effetti, per<br />

l'esponente della famiglia Fardazza non<br />

sussiste alcuna accusa di omicidio.<br />

Come direbbe Provenzano amava la<br />

sommersione, ed oggi è a caccia di lavoro,<br />

costretto alle condizioni vincolate<br />

della libertà vigilata. Tuttavia, rimane<br />

sempre un Fardazza, quindi un ipotetico<br />

punto di riferimento per i rampolli locali<br />

di Cosa nostra. Ama muoversi e riunirsi<br />

campagne campagne e vestire di marca,<br />

atteggiandosi come un dandy locale.<br />

Su decisione di Provenzano<br />

Ma ricordiamo un po' di storia...<br />

A giugno del 2005 fu Bernardo Provenzano<br />

a decidere che anche Partinico<br />

doveva seguire quella regola della "sommersione",<br />

che negli ultimi anni di governo<br />

di Cosa nostra era stata l´arma vincente<br />

del boss corleonese. E nominò<br />

come reggente quel Maurizio Lo Iacono<br />

che solo quattro mesi dopo era già morto.<br />

Ucciso dagli uomini dello<br />

schieramento che si era improvvisamente<br />

ritrovato sotto le insegne di Antonino<br />

Nania, un vecchio boss con i contatti<br />

giusti oltreoceano, e di suo figlio<br />

Francesco, che proprio negli Stati Uniti<br />

trascorreva la sua latitanza, pur<br />

continuando a curare gli affari di<br />

famiglia. Persino Bernardo Provenzano,<br />

come si sarebbe appreso poi da un<br />

"pizzino" con una richiesta di informazioni<br />

avanzata a Lo Piccolo, rimase interdetto<br />

per quell'omicidio.<br />

È l´inizio dell´ultima guerra di mafia a<br />

Partinico, con due schieramenti che affilano<br />

le armi e che non fanno più mistero<br />

dei loro sponsor ad alto livello: i rampanti,<br />

i <strong>giovani</strong> scalpitanti che riconoscono<br />

solo l´autorità di "'u zu Ninu", Antonino<br />

I <strong>Siciliani</strong><strong>giovani</strong><br />

<strong>Siciliani</strong><strong>giovani</strong><br />

– pag. 38<br />

Nania, che insieme con Antonino Giambrone<br />

accetta di fare da sponda alle velleità<br />

di allargamento oltre i confini dei<br />

palermitani di Salvatore Lo Piccolo alla<br />

ricerca di nuovi appalti e di nuovi affari,<br />

come la cava American Rock di Montelepre,<br />

proprietà di Francesco D´Amico,<br />

da sempre vicino a Raccuglia e poi<br />

costretto a scendere a patti con gli<br />

appetiti di Lo Piccolo.<br />

Dall´altra parte il potere costituito, rappresentato<br />

da due capimafia in quel momento<br />

detenuti, Nicolò Salto e Salvatore<br />

Corrao, longa manus del superlatitante<br />

Domenico Raccuglia, gli eredi naturali<br />

dei Vitale. Il 2006 è l´anno in cui Nania<br />

riesce a imporre la sua leadership: nomina<br />

capo di Partinico Gaetano Lunetta<br />

(poi arrestato) e Borgetto Antonino<br />

Giambrone. La cosca può contare sulla<br />

complicità di alcuni imprenditori come i<br />

fratelli Riina, e su uomini di peso come<br />

Giuseppe Lo Baido e Antonino Frisella.<br />

“Dobbiamo risistemare l'officina”<br />

Nomine che scatenano l´ira dello<br />

schieramento avversario che, tra le altre<br />

cose, contesta ai Nania di non provvedere<br />

al sostentamento delle famiglie dei detenuti,<br />

così come invece prevedono le<br />

"leggi" di Cosa nostra. Nei colloqui in<br />

carcere con il nipote, il boss-meccanico<br />

Salvatore Corrao usa il linguaggio criptico<br />

del suo mestiere per annunciare che<br />

«dobbiamo risistemare quest'officina».<br />

Dopo avere scontato la pena di 10 anni<br />

di reclusione torna nella sua casa Michele<br />

Vitale, uno dei tre fratelli per anni a<br />

capo della cosca mafiosa di Partinico.

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