marzo 2013 - I Siciliani giovani
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www.isiciliani.it<br />
Antimafia al Nord<br />
Un libro ripulisce<br />
il circolo Arci<br />
Dove i mafiosi avevano<br />
brindato in onore del<br />
loro capo, adesso gli antimafiosi<br />
si riuniscono<br />
per riaffermare i valori<br />
della legalità<br />
di Rosaria Malcangi<br />
e Andrea Zolea<br />
www.stampoantimafioso.it<br />
Paderno Dugnano. Molto di più della<br />
presentazione di un libro. Ha il sapore<br />
di una messa laica l’incontro organizzato<br />
il 17 febbraio al circolo Arci Falcone<br />
e Borsellino. Il libro al centro del dibattito<br />
è Buccinasco, La ’ndrangheta al<br />
nord di Nando dalla Chiesa Martina<br />
Panzarasa. C'era anche Piero Grasso,<br />
ex procuratore nazionale dell’Antimafia.<br />
Il circolo in questione è quello in cui<br />
nell’ottobre 2009 si svolse un summit di<br />
‘ndranghetisti. A diciannove chilometri da<br />
Milano, sotto la foto dei due magistrati assassinati,<br />
una trentina pranzarono e brindarono<br />
a Pasquale Zappia, diventato referente<br />
nel nord Italia delle cosche calabresi.<br />
I carabinieri filmarono tutto e nel luglio<br />
2010 l’operazione Crimine-Infinito, coordinata<br />
dalle Direzioni distrettuali antimafia<br />
(Dda) di Reggio Calabria e Milano,<br />
portò in carcere quasi trecento persone.<br />
Tra di loro assassini, trafficanti di droga,<br />
persone ritenute colpevoli di riciclaggio,<br />
estorsione, usura e altro.<br />
A distanza di tre anni e mezzo da<br />
quell’insulto si avvertiva però ancora la<br />
necessità di una bonifica morale di quel<br />
luogo di cultura, intitolato ai più famosi<br />
martiri della mafia ma profanato da essa.<br />
Una bonifica morale<br />
Bisognava «archiviare» la cena<br />
dell’inferno e rendere omaggio a chi ha<br />
pagato con la vita la lotta alla mafia riaffermando<br />
l’impegno civile che parte dalla<br />
conoscenza della mafia, della ’ndrangheta<br />
e di altre organizzazioni criminali.<br />
Il professor dalla Chiesa lo ripete a ogni<br />
occasione: «La battaglia contro la ’ndrangheta<br />
inizia imparando a pronunciare e<br />
scrivere correttamente il nome. ‘Ndrangheta.<br />
Non andrangheta». Perché ciò che<br />
non si riesce nemmeno a nominare ha gioco<br />
facile a sparire dalla vista e dalle coscienze.<br />
Mentre fuori un sole freddo prometteva<br />
l’arrivo della primavera, nel circolo Arci si<br />
respirava la speranza - smentita dal democratico<br />
esito delle urne - che la Lombardia<br />
potesse finalmente cambiare passo. Ad altre<br />
latitudini di democrazia e cittadinanza,<br />
gli scandali emersi negli ultimi mesi in<br />
Regione sarebbero bastati a seppellire per<br />
sempre i destini politici dei responsabili.<br />
In Italia no.<br />
Ndrangheta nell'interland milanese<br />
E allora acquista ancora più spessore<br />
l’imperativo di diffondere la conoscenza<br />
del fenomeno mafioso. Obiettivo a cui il<br />
libro - segnalato di recente anche dal Ministero<br />
della Pubblica Istruzione alle varie<br />
scuole italiane - dà un prezioso contributo.<br />
Esso ricostruisce tutta la parabola della<br />
’ndrangheta nei centri dell’hinterland milanese,<br />
il cui epicentro è Buccinasco, non<br />
a caso denominata la Platì del nord.<br />
Negli anni ’70 la ‘ndrangheta inizia a far<br />
soldi con i sequestri di persona, poi nel decennio<br />
successivo passa al traffico della<br />
droga. Le cosche così accumulano in fretta<br />
I <strong>Siciliani</strong><strong>giovani</strong><br />
<strong>Siciliani</strong><strong>giovani</strong><br />
– pag. 32<br />
ingenti quantità di denaro ma – come ricorda<br />
Martina Panzarasa – l’obiettivo non<br />
sono tanto i soldi, quanto il potere e il controllo<br />
del territorio. Controllo che può iniziare<br />
banalmente con l’acquisto di piccoli<br />
terreni, poi di una casa, un bar, una palazzina<br />
fino ad arrivare a comprare o costituire<br />
una società immobiliare.<br />
Non è mancato un «fuori programma».<br />
Maurizio Luraghi, ex imprenditore edile,<br />
imputato per associazione di tipo mafioso<br />
nel processo Cerberus, attualmente sospeso,<br />
è intervenuto dalla platea. Dopo il fallimento<br />
della sua azienda, l’imprenditore, a<br />
dispetto dell’ampia circonferenza vita, si è<br />
riciclato come maestro di ballo.<br />
L'Expo e il movimento terra<br />
Citato nel libro di Dalla Chiesa e Panzarasa<br />
e in altri affini, l’uomo parla come un<br />
fiume in piena ogni volta che può. Rimprovera<br />
allo Stato la lentezza con cui viene<br />
gestito il fondo di solidarietà, lo strumento<br />
che garantisce alle vittime di reati mafiosi,<br />
purchè dotate di precisi requisiti, il risarcimento<br />
dei danni subiti. La figlia di Luraghi,<br />
imprenditrice nel settore edilizio, attende<br />
oltre un milione di euro dopo un incendio<br />
e il successivo fallimento della sua<br />
azienda.<br />
La tensione scatenata dalle sue parole,<br />
soprattutto per i riferimenti ai pericoli di<br />
gestione mafiosa connessi ai lavori<br />
dell’Expo 2015, e in particolare al movimento<br />
terra, si è sciolta in una foto in<br />
qualche modo liberatoria scattata agli organizzatori<br />
e ai loro ospiti sotto l’immagine<br />
di Falcone e Borsellino sorridenti.<br />
Ma forse la fotografia vera, quella che si<br />
è depositata nel profondo della coscienza<br />
dei presenti, è un’altra. È il professor Dalla<br />
Chiesa, dopo aver ascoltato Luraghi con<br />
interesse, conserva i documenti che<br />
l’uomo gli passa, poi si avvicina al banchetto<br />
dei libri, acquista una copia, ci scrive<br />
dentro una dedica e la regala alla figlia<br />
di Luraghi. Ed e proprio da qui che si ricomincia:<br />
da un libro.