marzo 2013 - I Siciliani giovani

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03.06.2013 Views

Mamme NoMuos Niscemi: Resistenza rosa di Daniela Sammito Le mamme lo chiamano MUOStro e sono decise a sconfiggerlo a tutti i costi, con tutta l'irresistibile potenza dell'istinto con cui ogni donna difenderebbe il proprio piccolo in pericolo. Dopo i fatti della notte tra il 10 e l'11 gennaio - quando i ragazzi che presidiano giorno e notte la Sughereta, intervenuti a bloccare l'accesso alla base di una gigantesca gru, furono respinti a manganellate dalle forze dell'ordine, un gruppo di mamme di Niscemi decise di costituirsi in comitato. Con la nascita del Comitato delle Mamme NoMuos, la battaglia contro l'eco-mostro di Niscemi e le azioni di resistenza contro la militarizzazione della Sicilia ha assunto una vitalità irresistibile. Davide Floridia, attivista NoMuos di Modica, ha trascorso un mese al presidio e descrive così il primo incontro con le Mamme: “E' stato bellissimo quando sono arrivate le mamme, qualche giorno dopo il passaggio delle gru. Per noi è stato un giorno di primavera. Hanno portato l'armonia, l'ascolto. Il loro gruppo è cresciuto tanto e noi siamo stati spesso con loro alle assemblee in piazza”. Una primavera “rivoluzionaria” Ma di primavera qua si può parlare anche in un altro senso, quello che rende il termine sinonimo di rinnovamento, anzi di rivoluzione. Perché la carica rivoluzionaria nelle parole delle mamme NoMuos è innegabile: “Ogni giorno lottiamo per garantire ai nostri figli ciò di cui hanno bisogno. E adesso lotteremo per tutelare la loro salute e il loro futuro. Questa battaglia è la nostra principale forma di libertà, il nostro modo di sentirci veramente libere”. Così Marisa Di Corrado - niscemese, madre di tre ragazzi - racconta la sua decisione di aderire al comitato. www.isiciliani.it E aggiunge: “Educherò i miei figli a difendere i loro diritti. Questa è l'eredità che lascerò loro”. “Le donne devono imparare a reagire - conclude - Non devono più subire. Davanti a ciò che non funziona, bisogna cominciare a denunciare, a parlare, a fare qualcosa per cambiare la situazione”. Qui e dappertutto. Le mamme provengono da percorsi di vita differenti - insegnanti, impiegate, operaie e casalinghe - ma sono accomunate dalla volontà di lottare per la difendere la salute dei propri figli dal pericolo attuale delle antenne del sistema militare di telecomunicazioni NRTF-8 e da quello potenziale, ma imminente, della stazione terrestre del Muos. Percorsi di vita differenti Come per tutti i Comitati nati nel corso degli ultimi quattro anni in tutta la Sicilia, e anche oltre lo Stretto, per le mamme NoMuos l'obiettivo è di ottenere la definitiva e irrevocabile sospensione dei lavori di costruzione delle parabole satellitari Muos e lo smantellamento delle quarantasei antenne NRTF-8, che dal 1991 provocano a Niscemi livelli molto elevati di inquinamento elettromagnetico, determinando un preoccupante aumento delle patologie tumorali nella popolazione. Per il loro impegno in difesa del territorio, della pace e dei diritti le mamme NoMuos hanno ricevuto, a Roma, il Premio speciale “Donne, Pace e Ambiente Wangari Maathai”. Era il 6 febbraio. Lo stesso giorno in cui, al presidio permanente di contrada Ulmo, sono state spintonate dalla polizia mentre cercavano di bloccare l'ingresso alla base di un furgone carico di militari e operai che avrebbero dovuto lavorare al Muos. In base ad un precedente accordo tra la polizia e i Comitati, i manifestanti avrebbero dovuto far passare soltanto i militari per il cambio dei turni. Ma quel giorno nel furgone c'erano anche operai camuffati da militari. Alcuni di loro erano niscemesi e sono stati riconosciuti dai manifestanti. Così le mamme si sono opposte al loro passaggio, mettendosi davanti all'automezzo. I Sicilianigiovani Sicilianigiovani – pag. 16 I poliziotti sono intervenuti “strattonando, spingendo, colpendo, trascinando a terra e strappando la giacca di una di loro”. Non si è trattato di un intervento armato come quello dell'11 gennaio, ma sicuramente è stata un'azione violenta contro queste donne, mamme che facevano resistenza passiva. Marisa Di Corrado ha riportato una contusione alla caviglia (tre tre giorni di ricovero), e il suo racconto di quella giornata non lascia margini di dubbio: “Gli agenti ci hanno messo le mani addosso. Sono stata acchiappata per il giubbotto e strattonata. Il giubbotto si è strappato e io sono caduta a terra”. Addolorata e sorpresa la reazione delle mamme: “Ci domandiamo in che mondo viviamo quando si usa violenza contro donne e mamme che pacificamente presidiano per tutelare il diritto alla salute. Persone che hanno già problematiche familiari pesanti. Chi presidia, possibilmente, è gente che ha vissuto sulla propria pelle e quella dei propri cari problematiche di salute gravi. Ma lo Stato chi dovrebbe tutelare?”. Vale più la strategia o la salute? Legittima domanda. Che ne apre altre, di carattere più generale. Merita maggior tutela il diritto alla salute dei cittadini o l'interesse strategico degli USA ad esercitare un incontrastato controllo nel Mediterraneo? A cosa si riduce la democrazia quando l'esercizio dei propri fondamentali diritti incontra limiti calati dall'alto e imposti con la violenza? Quanto vale un atto formale della Regione Siciliana – la revoca delle autorizzazioni del MUOS notificata alla Marina statunitense – rispetto alla volontà condivisa del governo nazionale e degli Stati Uniti di fare della nostra isola un avamposto per i conflitti del terzo millennio?

Il Forum di Tunisi “Futura umanità” Volontari e migranti, studiosi e donne ribelli, precari e gente sfruttata del terzo mondo. E alla fine, da qui è partita la Carovana Antimafie internazionale... di Anna Bucca www.arcisicilia.info Seminari, workshop, assemblee, mini e grandi cortei, organizzazioni cene, riunioni di delegazione, incontri, birre notturne: tante sono state le occasioni per ritrovarsi, incontrarsi e conoscere altra gente durante la settimana trascorsa tra il campus universitario di Al Manar 1 dove si è svolto il forum e l’avenue Bourguiba, luogo di riferimento per i militanti “notturni” e per l’avvio della manifestazioni di apertura e di chiusura dell’edizione 2013 del FSM. Un forum in cui si è respirata un’aria diversa, che dieci anni fa nessuno avrebbe immaginato potesse svolgersi nel Maghreb, in Tunisia, e che appena due mesi fa, dopo l’assassinio di Chokri Belaid, in molti temevano che non si riuscisse più a organizzare. www.isiciliani.it Ma il coraggio, l’impegno e la determinazione sono stati più grandi della paura e il progetto è stato portato avanti, pur lavorando in condizioni di difficoltà e con meno fondi del solito e del necessario. Un nuovo universalismo Il primo risultato che porta a casa è stato di confermare che è possibile costruire alternative al capitalismo e alla globalizzazione economica neoliberista, basate su principi di cooperazione; che è possibile pensare insieme un nuovo universalismo e comunità locali fondate sui valori di diversità, giustizia sociale, uguaglianza tra tutti e tutte. In questa edizione hanno avuto centralità alcune temi rimasti un po’ al margine negli anni precedenti. Due su tutti: il movimento dei migranti e la Palestina, protagonista della manifestazione di chiusura il 30 marzo, la giornata della terra, giornata che sta particolarmente a cuore a una Nazione che lotta da 65 anni per riavere uno Stato, e non un insieme di bantustan. I Sicilianigiovani Sicilianigiovani – pag. 17 FOTO DI GRAZIA BUCCA La parola Karama: dignità Un forum nel segno della parola Karama, dignità, che potevi leggere scritta in 20 lingue diverse sulle borse che i partecipanti, portandole a tracolla, sfoggiavano attraverso i viali del campus. Vari gli spazi allestiti: il villaggio migrazioni, l’area dell’alternativa mediterranea, le tende delle donne e le tende delle diverse rappresentanze territoriali: saharawi, irakeni, palestinesi, egiziani, il forum sociale libico, i siriani nelle loro varie componenti, bandiere e convinzioni. Per citarne alcuni. Più di mille le attività seminariali proposte che hanno trovato sintesi nelle assemblee di convergenza del pomeriggio del 29 e della mattina del 30. Uno dei momenti più emozionanti si è avuto nel corteo finale, all’interno del quale ha anche simbolicamente preso avvio la Carovana Internazionale Antimafie. Ad un certo punto ci siamo ritrovati a cantare in tante lingue la stessa canzone: da un lato arrivavano le parole in arabo, dall’altro in italiano e in spagnolo, con le voci che si intrecciavano e mescolavano. Mi sembra che questa immagine restituisca il senso di questi giorni a Tunisi e quello che potrà essere il percorso futuro: fare ritrovare insieme tante persone di diverse esperienze e provenienze in un progetto collettivo. Buon cammino! p.s.: per la cronaca, le note che risuonavano erano quelle dell’Internazionale.

Mamme NoMuos<br />

Niscemi:<br />

Resistenza<br />

rosa<br />

di Daniela Sammito<br />

Le mamme lo chiamano MUOStro e<br />

sono decise a sconfiggerlo a tutti i costi,<br />

con tutta l'irresistibile potenza<br />

dell'istinto con cui ogni donna difenderebbe<br />

il proprio piccolo in pericolo.<br />

Dopo i fatti della notte tra il 10 e l'11<br />

gennaio - quando i ragazzi che presidiano<br />

giorno e notte la Sughereta, intervenuti<br />

a bloccare l'accesso alla base di una<br />

gigantesca gru, furono respinti a manganellate<br />

dalle forze dell'ordine, un gruppo<br />

di mamme di Niscemi decise di costituirsi<br />

in comitato. Con la nascita del Comitato<br />

delle Mamme NoMuos, la battaglia<br />

contro l'eco-mostro di Niscemi e le azioni<br />

di resistenza contro la militarizzazione<br />

della Sicilia ha assunto una vitalità irresistibile.<br />

Davide Floridia, attivista NoMuos di<br />

Modica, ha trascorso un mese al presidio<br />

e descrive così il primo incontro con le<br />

Mamme: “E' stato bellissimo quando<br />

sono arrivate le mamme, qualche giorno<br />

dopo il passaggio delle gru. Per noi è stato<br />

un giorno di primavera. Hanno portato<br />

l'armonia, l'ascolto. Il loro gruppo è cresciuto<br />

tanto e noi siamo stati spesso con<br />

loro alle assemblee in piazza”.<br />

Una primavera “rivoluzionaria”<br />

Ma di primavera qua si può parlare anche<br />

in un altro senso, quello che rende il<br />

termine sinonimo di rinnovamento, anzi<br />

di rivoluzione. Perché la carica rivoluzionaria<br />

nelle parole delle mamme NoMuos<br />

è innegabile: “Ogni giorno lottiamo per<br />

garantire ai nostri figli ciò di cui hanno<br />

bisogno. E adesso lotteremo per tutelare<br />

la loro salute e il loro futuro. Questa battaglia<br />

è la nostra principale forma di libertà,<br />

il nostro modo di sentirci veramente<br />

libere”. Così Marisa Di Corrado - niscemese,<br />

madre di tre ragazzi - racconta<br />

la sua decisione di aderire al comitato.<br />

www.isiciliani.it<br />

E aggiunge: “Educherò<br />

i miei figli a<br />

difendere i loro diritti.<br />

Questa è l'eredità<br />

che lascerò loro”.<br />

“Le donne devono<br />

imparare a reagire -<br />

conclude - Non devono<br />

più subire. Davanti<br />

a ciò che non<br />

funziona, bisogna cominciare<br />

a denunciare,<br />

a parlare, a fare<br />

qualcosa per cambiare<br />

la situazione”.<br />

Qui e dappertutto.<br />

Le mamme provengono da percorsi di<br />

vita differenti - insegnanti, impiegate,<br />

operaie e casalinghe - ma sono accomunate<br />

dalla volontà di lottare per la difendere<br />

la salute dei propri figli dal pericolo<br />

attuale delle antenne del sistema militare<br />

di telecomunicazioni NRTF-8 e da quello<br />

potenziale, ma imminente, della stazione<br />

terrestre del Muos.<br />

Percorsi di vita differenti<br />

Come per tutti i Comitati nati nel corso<br />

degli ultimi quattro anni in tutta la Sicilia,<br />

e anche oltre lo Stretto, per le mamme<br />

NoMuos l'obiettivo è di ottenere la<br />

definitiva e irrevocabile sospensione dei<br />

lavori di costruzione delle parabole satellitari<br />

Muos e lo smantellamento delle<br />

quarantasei antenne NRTF-8, che dal<br />

1991 provocano a Niscemi livelli molto<br />

elevati di inquinamento elettromagnetico,<br />

determinando un preoccupante aumento<br />

delle patologie tumorali nella popolazione.<br />

Per il loro impegno in difesa del territorio,<br />

della pace e dei diritti le mamme<br />

NoMuos hanno ricevuto, a Roma, il Premio<br />

speciale “Donne, Pace e Ambiente<br />

Wangari Maathai”. Era il 6 febbraio. Lo<br />

stesso giorno in cui, al presidio permanente<br />

di contrada Ulmo, sono state spintonate<br />

dalla polizia mentre cercavano di<br />

bloccare l'ingresso alla base di un furgone<br />

carico di militari e operai che avrebbero<br />

dovuto lavorare al Muos.<br />

In base ad un precedente accordo tra la<br />

polizia e i Comitati, i manifestanti avrebbero<br />

dovuto far passare soltanto i militari<br />

per il cambio dei turni. Ma quel giorno<br />

nel furgone c'erano anche operai camuffati<br />

da militari. Alcuni di loro erano niscemesi<br />

e sono stati riconosciuti dai manifestanti.<br />

Così le mamme si sono opposte<br />

al loro passaggio, mettendosi davanti<br />

all'automezzo.<br />

I <strong>Siciliani</strong><strong>giovani</strong><br />

<strong>Siciliani</strong><strong>giovani</strong><br />

– pag. 16<br />

I poliziotti sono intervenuti “strattonando,<br />

spingendo, colpendo, trascinando<br />

a terra e strappando la giacca di una di<br />

loro”. Non si è trattato di un intervento<br />

armato come quello dell'11 gennaio, ma<br />

sicuramente è stata un'azione violenta<br />

contro queste donne, mamme che facevano<br />

resistenza passiva.<br />

Marisa Di Corrado ha riportato una<br />

contusione alla caviglia (tre tre giorni di<br />

ricovero), e il suo racconto di quella<br />

giornata non lascia margini di dubbio:<br />

“Gli agenti ci hanno messo le mani addosso.<br />

Sono stata acchiappata per il giubbotto<br />

e strattonata. Il giubbotto si è strappato<br />

e io sono caduta a terra”.<br />

Addolorata e sorpresa la reazione delle<br />

mamme: “Ci domandiamo in che mondo<br />

viviamo quando si usa violenza contro<br />

donne e mamme che pacificamente presidiano<br />

per tutelare il diritto alla salute.<br />

Persone che hanno già problematiche familiari<br />

pesanti. Chi presidia, possibilmente,<br />

è gente che ha vissuto sulla propria<br />

pelle e quella dei propri cari problematiche<br />

di salute gravi. Ma lo Stato chi<br />

dovrebbe tutelare?”.<br />

Vale più la strategia o la salute?<br />

Legittima domanda. Che ne apre altre,<br />

di carattere più generale. Merita maggior<br />

tutela il diritto alla salute dei cittadini o<br />

l'interesse strategico degli USA ad esercitare<br />

un incontrastato controllo nel Mediterraneo?<br />

A cosa si riduce la democrazia<br />

quando l'esercizio dei propri fondamentali<br />

diritti incontra limiti calati<br />

dall'alto e imposti con la violenza?<br />

Quanto vale un atto formale della Regione<br />

Siciliana – la revoca delle autorizzazioni<br />

del MUOS notificata alla Marina<br />

statunitense – rispetto alla volontà condivisa<br />

del governo nazionale e degli Stati<br />

Uniti di fare della nostra isola un avamposto<br />

per i conflitti del terzo millennio?

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