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“Un viaggio verso il Sud”

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LETTERATURA 34<br />

Appunti del 1830<br />

<strong>“Un</strong> <strong>viaggio</strong> <strong>verso</strong> <strong>il</strong> <strong>Sud”</strong><br />

DI AUGUST VON GOETHE<br />

a cura di Paolo Vicentin


35 LETTERATURA<br />

“Auf einer Reise nach Süden”<br />

(Un <strong>viaggio</strong> <strong>verso</strong> <strong>il</strong> Sud),<br />

è <strong>il</strong> volume di oltre trecento pagine,<br />

di recente pubblicato<br />

dall’editore tedesco Carl Hanser.<br />

Si tratta delle lettere che <strong>il</strong> figlio<br />

del grande Johann Wolfgang von Goethe,<br />

August, ha inviato al padre<br />

durante <strong>il</strong> <strong>viaggio</strong> in Italia<br />

avvenuto nel 1830.


LETTERATURA 36<br />

Ippolito Caffi (1809-1866),<br />

Veduta del golfo di<br />

Genova.<br />

A fronte<br />

Genova. Porta dei Vacca,<br />

<strong>il</strong> teatro Carlo Felice<br />

e la zona antistante <strong>il</strong> porto.<br />

Alle pagine precedenti<br />

Luigi Garibbo (1782-1869),<br />

Veduta di Genova<br />

da Ponente.<br />

A<br />

nche se in forma di lettere,<br />

ci troviamo di<br />

fronte ad una vivace,<br />

attenta descrizione di quanto,<br />

l’allora quarantenne August, ha<br />

notato di bello, originale e inconsueto.<br />

Stranamente negli ultimi due<br />

anni di vita, l’autore del “Faust”<br />

– <strong>il</strong> figlio August moriva a Roma,<br />

proprio durante quel <strong>viaggio</strong><br />

– non fece nulla per rendere<br />

pubbliche quelle memorie. Inoltre<br />

gli esecutori delle sue ultime<br />

volontà e, come ha evidenziato<br />

l’editore tedesco, “le generazioni<br />

di studiosi che seguirono,<br />

non ritennero che tutto <strong>il</strong> materiale,<br />

gelosamente custodito,<br />

fosse degno della fatica di decifrarlo”.<br />

Si sa, l’ “Italienreise” (Viaggio in<br />

Italia 1786-87) di Johann Wolf-<br />

gang von Goethe è diventato <strong>il</strong><br />

classico per eccellenza nella<br />

letteratura turistico-culturale internazionale,<br />

anche perché l’autore<br />

fu arrestato, appena messo<br />

piede in Italia, dalle guardie della<br />

Serenissima, a Malcesine,<br />

sul lago di Garda, <strong>il</strong> 14 settembre<br />

1786, sospettato di essere<br />

una spia.<br />

Le lettere-diario di August von<br />

Goethe non furono considerate<br />

di grande interesse, pur testimoniando<br />

invece , con acume e<br />

charme, la gioia di vivere, e di<br />

osservare, di un giovane intellettuale<br />

del XIX secolo. Le sue<br />

osservazioni sull’Italia e sugli<br />

italiani del tempo si leggono infatti<br />

con crescente interesse e<br />

curiosità e sono venate, spesso,<br />

di umorismo intelligente.<br />

Il giovane August nel suo viag-<br />

gio era accompagnato da<br />

Johann Peter Eckermann, scrittore,<br />

segretario particolare del<br />

padre, autore del libro “Gespraeche<br />

mit Goethe” (Colloqui<br />

con Goethe).<br />

Le lettere iniziano quasi tutte<br />

con le parole Lieber Vater (caro<br />

papà) al quale dà del “lei”, e si<br />

concludono con la dichiarazione:<br />

“vostro fedele, riconoscente<br />

figlio” (Ihr treu dankbarer Sohn).<br />

August von Goethe morirà nel<br />

1830 a Roma, durante <strong>il</strong> <strong>viaggio</strong>,<br />

e sarà sepolto nel cimitero<br />

degli stranieri della città eterna.<br />

Sulla pietra tombale, senza nominarlo,<br />

<strong>il</strong> genitore farà soltanto<br />

incidere: “Il figlio di Goethe,<br />

precedendo <strong>il</strong> padre, morì a<br />

quarant’anni”.<br />

Paolo Vicentin


37 LETTERATURA<br />

Mercoledì 7 luglio.<br />

Partimmo alle 4.30 del mattino da<br />

Novi: terra fert<strong>il</strong>e, ben coltivata ai<br />

piedi degli Appennini. In breve<br />

raggiungemmo gole con grandiose<br />

rocce di calcare, percorse da<br />

profondi torrenti boschivi. Per <strong>il</strong><br />

mezzogiorno ci fermammo in un<br />

paese e alle due partimmo di nuovo.<br />

Si scendeva dai monti e questi<br />

diventavano sempre più bassi, per<br />

trasformarsi poi in colline, coperte<br />

con v<strong>il</strong>le bellissime alcune un po’<br />

stranamente colorate. Piegammo<br />

in una curva e dinanzi ai nostri occhi<br />

si presentò <strong>il</strong> mar mediterraneo.<br />

Ci apparve la lanterna di Genova<br />

e dopo pochi minuti godemmo<br />

della veduta della città in tutta<br />

la sua magnificenza. Fino ad allora<br />

non avevamo un’idea esatta<br />

dell’Italia. Qui, però, dove si trovano<br />

enormi aloe sui muri, siepi di<br />

oleandri in piena fioritura, piante di<br />

aranci, cactus – tutto all’aria aperta<br />

– si è presi da un meraviglioso<br />

stato d’animo e osservando la<br />

città, a forma di terrazze, e <strong>il</strong> mare,<br />

uno rimane sbalordito.<br />

Ci siamo recati all’hotel “de Quatre<br />

Nationi” (sic) dove ci troviamo molto<br />

bene. Io ho fatto una passeggiata<br />

attorno al porto: la strada si dipana<br />

sopra un muraglione che circonda<br />

l’intero porto e da dove, in<br />

un tutt’uno, si abbraccia con l’occhio<br />

<strong>il</strong> porto, la città e <strong>il</strong> mare.<br />

Abbiamo mangiato alle otto. Dopo<br />

sono andato a teatro dove si rappresentava<br />

una commedia. Ho assistito<br />

solo ad un atto, poi, <strong>verso</strong><br />

le undici, sono ritornato a casa.<br />

Eckermann non era venuto. Il teatro<br />

è molto bello: non ne ho trovato<br />

uno più elegante né a Venezia<br />

né a M<strong>il</strong>ano. A teatro mi ero fatto<br />

portare, ma a casa sono rientrato<br />

da solo ed ero felice, nonostante<br />

per mezz’ora son dovuto passare<br />

per strade pazzamente strette, per<br />

vicoli e angoli. Dalla nostra stanza<br />

si gode una vista stupenda. Dinanzi<br />

a noi magnifici giardini pens<strong>il</strong>i,<br />

adorni di tutto ciò che l’occhio<br />

può desiderare; poi la strada sul<br />

muraglione e <strong>il</strong> mare con infinite<br />

navi. Dal mio letto posso vedere<br />

anche la lanterna. Per la stanza<br />

paghiamo sei franchi al giorno,<br />

per <strong>il</strong> pranzo – vino incluso – tre<br />

franchi. In grandi locande non abbiamo<br />

mai speso troppo.<br />

Genova, giovedì, 8 luglio.<br />

Dopo una notte un po’ inquieta,<br />

per l’enorme calore, mi sono alzato<br />

molto presto (alle quattro), ho<br />

scritto sul diario e ho pagato <strong>il</strong> vetturino.<br />

Sono rimasto a casa, nella<br />

mattinata, perché <strong>il</strong> calore mi aveva<br />

molto spossato, e mi sono goduta<br />

la magnifica vista sul porto e<br />

i monti, con bellissimi palazzi…<br />

Dopo pranzo, con Eckermann e<br />

Mauch ho passeggiato in città, osservando<br />

l’affaccendarsi e la vita<br />

dei genovesi: tutto di<strong>verso</strong> che altrove.<br />

Case di otto piani, vicoli<br />

molto stretti. Poi si arriva al mare.<br />

Con <strong>il</strong> vento forte, le onde erano<br />

tanto alte che spruzzavano la mia<br />

finestra: uno spettacolo che non ci<br />

si stanca di osservare, per ore.<br />

Venerdì 9 luglio.<br />

Mi sono prefisso di farmi un’idea di<br />

una città, quando mi sposto da solo:<br />

così ho congedato i servitori...<br />

È una sensazione meravigliosa<br />

inoltrarsi , da straniero, tra l’affaccendarsi<br />

di gente straniera, quando<br />

non si conosce né la lingua né i<br />

costumi: “tuttavia un buon cavaliere<br />

e una robusta pioggia si fanno<br />

strada dappertutto”. Così mi sono<br />

messo in moto all’albeggiare, giungendo<br />

al duomo: è un edificio strano,<br />

perché sembra la giacca di un<br />

buffone, in quanto ha una pietra in<br />

marmo nero, un’altra in marmo<br />

bianco. Uno st<strong>il</strong>e che non mi ha<br />

permesso di stab<strong>il</strong>ire l’epoca nella<br />

quale è stato innalzato. Purtroppo,<br />

era chiuso e me ne sono andato.<br />

Ora cerco <strong>il</strong> “Ponte Carignano”: è<br />

certo un ponte ma non su un fiume,<br />

in quanto unisce due strade e<br />

sotto ci sono case con otto piani<br />

che sembrano tumuli fatti da talpe<br />

e le persone insetti. Sullo sfondo, <strong>il</strong>


LETTERATURA 38<br />

mare: <strong>il</strong> suo colore azzurro intenso<br />

incatena l’occhio e solo di tanto in<br />

tanto si osservano le piccole vele<br />

all’orizzonte.<br />

Per caso ho notato un vecchio<br />

edificio, nero di fuliggine, con un<br />

via vai di soldati. Era <strong>il</strong> Palazzo<br />

Ducale: all’interno, un cort<strong>il</strong>e meraviglioso.<br />

Tutto in marmo bianco.<br />

La cosa principale è la grande sala.<br />

Il resto assomiglia a molti castelli.<br />

In questo labirinto mi venne<br />

voglia di andare in un’osteria.<br />

Cercai, di nuovo, <strong>il</strong> mercato del<br />

pesce e lo trovai: vi era pure una<br />

buona bettola dove tranqu<strong>il</strong>lamente<br />

si assiepavano marinai e lazzaroni.<br />

(“lazzaroni”: lavoratori stagionali,<br />

mendicanti. N.d.R.)<br />

Sono stato servito bene: 50 ostriche,<br />

buon vino, ottimo pesce, posate<br />

d’argento massiccio. Non lo<br />

dimenticherò questo locale. Il tutto<br />

è costato 8 groschen.<br />

Ho visto, pure, <strong>il</strong> Teatro Nuovo e<br />

mi è piaciuta la nob<strong>il</strong>e architettura.<br />

La prima volta l’avevo visitato<br />

di sera e mi aveva molto impressionato<br />

l’interno. Oggi mi trovo<br />

davanti ad un colosso di marmo<br />

del miglior st<strong>il</strong>e.<br />

Sono andato di nuovo <strong>verso</strong> <strong>il</strong><br />

mare e ho notato, in lontananza,<br />

navi che stavano avvicinandosi al<br />

porto. La cosa mi interessava e<br />

mi diressi <strong>verso</strong> <strong>il</strong> molo. Una massa<br />

di gente era colà diretta e pensai<br />

fosse accaduto qualche cosa<br />

di straordinario. Giunto, madido di<br />

sudore, dissero che stavano arrivando<br />

due navi da guerra americane.<br />

Passata una mezz’ora, ecco<br />

una splendida corvetta e, poco<br />

dopo, una fregata con 60 cannoni,<br />

a vele spiegate: che spettacolo!<br />

Entrarono nel porto con calma<br />

e dignità, ammainarono le vele e<br />

gettarono l’ancora. La grande calma<br />

di questi colossi dell’acqua mi<br />

esortarono a fare ritorno e a gettare<br />

l’ancora… nella mia casa.<br />

Eravamo a tavola allorché la fregata<br />

cominciò a salutare con 21 colpi<br />

di cannone e si rispose dall’arsenale.<br />

Ho potuto osservare tutto:<br />

dapprima <strong>il</strong> lampo, poi <strong>il</strong> fumo e infine<br />

<strong>il</strong> botto che si ripeté in molti<br />

echi che non potei contare. La corvetta<br />

e la fregata sono ancorate<br />

davanti a me, così vicino che con <strong>il</strong><br />

suo Dollon (cannocchiale dioptico<br />

del padre. N.d.R.) posso vedere<br />

ogni movimento dei marinai: che<br />

attività, dappertutto. Dopo aver<br />

mangiato, io, Eckermann e <strong>il</strong> professor<br />

Mauch siamo andati a fare<br />

quattro passi <strong>verso</strong> <strong>il</strong> porto per osservare<br />

un po’ le molte navi mercant<strong>il</strong>i,<br />

almeno 200. Verso le otto<br />

arrivammo a casa e dopo un paio<br />

di bicchieri di vino, in fretta a letto.<br />

Sabato 10 luglio.<br />

Mi alzai presto e mi divertii<br />

nell’osservare l’affaccendarsi della<br />

gente al porto… L’amico Sterling<br />

venne a trovarmi e si offrì come<br />

guida a Genova. Uscimmo<br />

presto per vedere i migliori palazzi.<br />

Non si può descrivere la magnificenza:<br />

ora anzi è necessario<br />

non fermarsi sul singolo edificio,<br />

per esprimersi soltanto in generale.<br />

Posso solo dire che era troppo<br />

per una mattinata, con tanta bellezza<br />

e con quella calura implacab<strong>il</strong>e.<br />

Dopo pranzo siamo andati a<br />

visitare la fregata americana. Che<br />

vita! Solo qui ho potuto farmi<br />

un’idea di ordine, di subordinazione.<br />

Il capitano fu molto gent<strong>il</strong>e e<br />

cordiale e ci fece accompagnare<br />

da un ufficiale per vedere tutto.<br />

Era diventato tardi e ci affrettammo<br />

<strong>verso</strong> casa, per dormire, senza<br />

sogni, fino a domenica undici<br />

luglio. Sterling ci aveva promesso<br />

di accompagnarci a vedere i più<br />

importanti giardini e v<strong>il</strong>le. C’era un<br />

caldo micidiale, ma ce la facemmo.<br />

E qui che si deve imparare a<br />

conoscere Genova, per persuadersi<br />

che le si addice <strong>il</strong> nome “la<br />

Superba…”.<br />

Martedì 13 luglio.<br />

Per la prima volta ho fatto <strong>il</strong> bagno<br />

in mare: tutto è ben ordinato.<br />

Una gondola (non nera) porta al<br />

largo: si abbassa una scala e si


39 LETTERATURA<br />

scende sicuri e comodi, cercando<br />

<strong>il</strong> gradino sul quale si vuole rimanere.<br />

Io sono sceso fino all’ultimo,<br />

mi sono tenuto e mi sono abbandonato<br />

alle onde, osservando navi,<br />

bagnanti e pescatori.<br />

Avevo con me una bottiglia di vino<br />

e un limone. Da una barca di<br />

pescatori ho preso 50 ostriche<br />

fresche e le ho mangiate con la<br />

camicia al vento. Ero allegro e mi<br />

sono fatto raccontare sulle seppie<br />

appena pescate, su altri molluschi,<br />

nonché sui più vari pesci.<br />

Qui sono tutti quasi nudi e quindi<br />

non ho avuto soggezione a presentarmi<br />

così anch’io. Sono stato<br />

molto ore in mare, poi ho mangiato<br />

e sono andato a dormire.<br />

Domenica 18 luglio.<br />

Non riuscivo a dormire e mi sono<br />

alzato alle tre. Normalmente a<br />

quest’ora si nota molto movimento<br />

al porto. Oggi era tutto calmo: è<br />

Domenica! Ben presto, da tutte le<br />

navi, si presentarono uomini nudi<br />

e fecero <strong>il</strong> bagno. C’era davvero<br />

un vivace affaccendarsi, in questi<br />

uomini: mi sembravano selvaggi<br />

dall’ultimo Moikan. Bambini che<br />

remavano in barche come gusci di<br />

noce, saltavano in acqua facendovi<br />

dentro capriole; uomini di tutte<br />

le età nuotavano ed eleganti signore<br />

passeggiavano sul terrapieno.<br />

Bisogna cercare di tenere la<br />

testa a posto: tutto è, qui, così naturale<br />

che si è tentati di spogliarsi.<br />

La giornata è trascorsa parte in<br />

strada e parte in camera…<br />

Mercoledì 21 luglio.<br />

Dopo pranzo mi ero prefisso di visitare<br />

tutti i dintorni di Genova,<br />

comprese le fortificazioni, dopo<br />

aver avuto <strong>il</strong> permesso dal governatore.<br />

È un giro di 5 ore. Mi sono<br />

preso una guida. Entrambi ci servimmo<br />

di muli: stranamente mi<br />

venne voglia di andare ancora a<br />

dorso di mulo… Tutto f<strong>il</strong>ò liscio:<br />

che bello vedere Genova anche<br />

dalla terra ferma. Se prima mi ha<br />

impressionato osservare questa<br />

città-palazzo, a forma di terrazze,<br />

A fronte<br />

Il ponte di Carignano,<br />

Palazzo Ducale<br />

e tipici costumi genovesi<br />

disegnati da Peter van Loon.<br />

In questa pagina, in alto<br />

Peter van Loon (seconda<br />

metà del XIX secolo), Strada<br />

della madre d'Iddio<br />

e ponte di Carignano.<br />

In questa pagina,<br />

in basso<br />

Veduta ottocentesca<br />

di Genova dal mare.


LETTERATURA 40<br />

Il porto di Genova<br />

e la passeggiata<br />

del terrazzo "nuovo".<br />

dal mare, di qui la si ammira in<br />

modo di<strong>verso</strong>. Il mare si presenta<br />

ondeggiante, lontano, e si crede<br />

appena alla possib<strong>il</strong>ità di tale vista.<br />

Al forte principale venni fermato.<br />

Ho esibito <strong>il</strong> mio documento,<br />

venni fatto entrare, salutato<br />

amichevolmente e onorato dall’ufficiale<br />

comandante con un bicchiere<br />

di buon vino Porto. Ringraziai<br />

e salii di nuovo sul mio mulo,<br />

la guida sull’altro. Si scendeva dal<br />

monte, non feci uso delle redini<br />

perché osservavo, con meraviglia,<br />

come l’animale si avviava<br />

per <strong>il</strong> sentiero più sicuro. Ma non<br />

ci si deve fidare, perché la bestia<br />

cadde ed io rotolai già dalla scarpata<br />

per circa 30 passi. Potei,<br />

però, aggrapparmi ad uno spuntone<br />

di roccia, altrimenti sarei andato…<br />

all’eternità. Non salii più sul<br />

mulo, avendo notato che le sue<br />

zampe non erano sicure.<br />

Domenica 25 luglio.<br />

Partenza da Genova alle cinque<br />

del mattino per andare a Livorno,<br />

via Carrara, Pisa, con un cabriolet<br />

per due persone. Il mio compagno<br />

di <strong>viaggio</strong> era uno scultore di<br />

Roma, di nome Gallassi. È la più<br />

bella strada che si possa immaginare,<br />

con <strong>il</strong> mare dal lato destro e<br />

alla sinistra magnifici paesaggi<br />

con una vegetazione rigogliosissi-<br />

ma. I paesaggi si alternano e non<br />

si sa più dove volgere lo sguardo:<br />

aranci, fichi, buone castagne,<br />

aloe come siepi, ti fan davvero girare<br />

la testa e si viene, per così<br />

dire, inebriati. A mezzogiorno abbiamo<br />

pranzato in una cittadina e<br />

trascorsa la notte a Borghetto.<br />

La Spezia 1° agosto.<br />

Ciò che sconvolge del tutto uno,<br />

qui in Italia, è l’eterno bel tempo.<br />

Cielo sempre sereno: in tre mesi<br />

al massimo sette giorni di pioggia<br />

e temporali di breve durata.<br />

La Spezia, domenica 8 agosto.<br />

Mi sono alzato alle quattro: era da<br />

tempo che non dormivo così a lungo,<br />

mi sentivo tutto un altro uomo.<br />

Verso le sei molto movimento per<br />

strada: quelli della campagna giungevano<br />

per andare alla prima<br />

messa. Le ragazze indossavano<br />

vestiti colorati, con sciarpe da collo,<br />

particolarmente originali, e sopra<br />

bianchi collari e veli sul capo.<br />

Gli uomini avevano giacche blu<br />

sulle spalle, con panciotti e berretti<br />

rossi: erano centinaia, davvero un<br />

bel spettacolo! Tutto era così piacevole,<br />

pulito: sembrava che piante<br />

e uomini fossero come rinati…<br />

Oggi, da un giornale genovese,<br />

abbiamo saputo degli ultimi avvenimenti<br />

a Parigi del 27 luglio. De-<br />

vo far notare che <strong>il</strong> luogo dove mi<br />

trovo si scrive e si stampa in modi<br />

diversi: Spetia, ma anche Spezia,<br />

generalmente, però La Spezzia.<br />

La città, quattrom<strong>il</strong>a abitanti, è<br />

particolarmente bella, con strade<br />

asfaltate con lastre di marmo e rimangono<br />

particolarmente pulite.<br />

La Spezia, giovedì 12 agosto.<br />

Mi sono alzato alle cinque e mezza:<br />

cielo sereno, senza nuvole…<br />

Parte ora, di nuovo, una processione<br />

attra<strong>verso</strong> la città. È composta<br />

da molti uomini. I preti portano<br />

candele accese, i chierichetti lanterne.<br />

Risplendono in faccia al sole,<br />

ma non sono riuscito a sapere<br />

che significato avesse tutto ciò. Arriva<br />

la mia colazione: una buona<br />

minestra, un uovo cotto e uva.<br />

Posso resistere fino alle tre, l’ora<br />

del pranzo, che consiste in cinque<br />

portate, più frutta: di meno non c’è.<br />

Vino quanto se ne vuole…<br />

La Spezia, domenica 15 agosto.<br />

Mi sono alzato alle cinque: cielo<br />

chiaro, sereno. Ho letto <strong>il</strong> giornale<br />

di Genova e ho scritto sul diario…<br />

Mi trovo su un terreno classico.<br />

Pochi giorni di <strong>viaggio</strong>, lontano<br />

da qui, ci sono i campi di<br />

battaglia di Marengo, Lodi, Montebello<br />

ecc. Una piccola striscia<br />

di mare mi separa dalla Corsica e


41 LETTERATURA<br />

dall’Elba. Qui deve sorgere <strong>il</strong> porto<br />

più grande del mondo e una<br />

città degna di esso: ora rimane<br />

La Spezia. Mi assalgono certi<br />

pensieri allorchè penso agli ultimi<br />

avvenimenti in Francia: è fac<strong>il</strong>mente<br />

comprensib<strong>il</strong>e. Oggi è anche<br />

una grande festività ecclesiale:<br />

l’Assunzione di Maria. È tutto<br />

pulito e la gente si affretta ad andare<br />

a Messa… Alle sei, la processione;<br />

la vergine Maria, sotto<br />

un baldacchino, con un vestito di<br />

seta rosa e un velo di merletto.<br />

Gli ecclesiastici, come le confraternite<br />

dei cappuccini, erano in<br />

parte davanti, in parte dietro l’immagine.<br />

Poi si è unita una grande<br />

folla di persone, in particolare<br />

donne e ragazze; la maggior parte<br />

venivano dalla campagna. Erano<br />

tutte ben vestite, con fazzoletti<br />

bianchi attorno al collo e sul petto,<br />

in bellissimo contrasto <strong>il</strong> velo<br />

rosso sul capo, i cui fiocchi scendevano<br />

già sulla schiena.<br />

Erano circa quattro o cinquecento,<br />

queste donne e ragazze, particolarmente<br />

bello osservarle da<br />

dietro e dall’alto… La città, di sera,<br />

era <strong>il</strong>luminata e la musica<br />

notturna aveva attirato molta<br />

gente: era in onore del Postmeister<br />

che abita di fronte a me. Si<br />

trattava, quindi, di una doppia<br />

festa. Solo tardi, dopo mezzanotte,<br />

cessò <strong>il</strong> flusso di gente<br />

per le strade. Cercai tranqu<strong>il</strong>lità<br />

e la trovai.<br />

Veduta del golfo della<br />

Spezia (da "The <strong>il</strong>lustrated<br />

London news", x<strong>il</strong>ografia<br />

del 1862).<br />

Viaggio da Torino<br />

a Genova, da "Guida per<br />

<strong>il</strong> <strong>viaggio</strong> d'Italia in posta".<br />

Genova 1790, acquaforte<br />

acquarellata.


LETTERATURA 42<br />

Lerici in una acquaforte<br />

del 1704.<br />

La Spezia, lunedì 16 agosto.<br />

Dopo pranzo una passeggiata in<br />

carrozza, con l’oste e sua moglie,<br />

a Porto Venere che si trova a destra<br />

della Spezia, all’entrata del<br />

golfo. La strada che porta là è<br />

straordinariamente romantica:<br />

non ho ancora visto in Italia qualche<br />

cosa che potrebbe assomigliare<br />

a questo spettacolo. La<br />

strada è stata fatta costruire da<br />

Napoleone. Costeggia i monti, ma<br />

ad una altezza notevole dalla superficie<br />

del mare che, dalla Spezia,<br />

rimane a sinistra.<br />

Il porto della Spezia ha almeno<br />

tre miglia tedesche di estensione.<br />

Nel porto ci sono circa altri dieci<br />

porticcioli, ricavati da lingue di terra<br />

che si sporgono <strong>verso</strong> <strong>il</strong> mare,<br />

formando belle baie. In uno di<br />

queste c’è posto per la più grande<br />

flotta. Dopo essermi informato,<br />

tutti sono del parere che questo<br />

porto potrebbe ospitare tutte le<br />

flotte d’Europa, senza darsi fastidio<br />

a vicenda. Si tratta, dunque,<br />

del più grande porto nel mondo<br />

conosciuto.<br />

Qui Napoleone voleva fondare<br />

una città con <strong>il</strong> nome di Napoleonopolis.<br />

Voleva dare ordine a tutti<br />

i marescialli e ai grandi di Francia<br />

di costruire qui palazzi. Tutte le<br />

altre famiglie che avessero voluto<br />

fare altrettanto, sarebbero state<br />

esonerate; per cento anni, dalla<br />

Conscription. (dal latino ‘conscriptio’<br />

– arruolamento. Sistema di reclutamento<br />

m<strong>il</strong>itare fondato<br />

sull’appello annuale, nell’esercito,<br />

di giovani, della stessa età, iscritti<br />

insieme sui ruoli m<strong>il</strong>itari: N.d.R.)<br />

Per <strong>il</strong> fatto che nel porto non occorrono<br />

molti mezzi per la sua costruzione<br />

e mantenimento – la natura<br />

ha fatto tutto – Napoleone<br />

aveva già destinato ingentissime<br />

somme per edificare opere pubbliche:<br />

arsenale, borsa, teatro,<br />

duomo ecc… Con <strong>il</strong> tempo sarebbe<br />

diventato più grande di quello<br />

di Napoli.<br />

Tutti i fianchi dei monti sui quali<br />

passa questa strada, sono terrazzati<br />

con mura in pietra, dato che i<br />

monti sono assai scoscesi: e queste<br />

terrazze trattengono poca terra,<br />

dove però crescono fichi, ulivi,<br />

peschi, albicocchi che sostengono<br />

viti in grandissima quantità. Il<br />

terreno sotto è coltivato a grano e<br />

dopo la mietitura si producono ancora<br />

meloni, zucche, cavoli, ecc…<br />

E così va sempre avanti. Una bella<br />

rarità è <strong>il</strong> fatto che <strong>il</strong> termometro<br />

raramente segna sotto zero. La<br />

maggior parte dei vigneti è di uva<br />

nera: con grappoli molto grossi.<br />

Ci sono pure vigne per <strong>il</strong> vino<br />

bianco, di ogni specie… La parte<br />

superiore dei monti è coperta, per<br />

lo più, da castagni, cedri e pini.<br />

Molte piante grasse, da noi coltivate<br />

nei vasi, spuntano qui spontanee<br />

dalle rocce. Si è proprio in<br />

un altro mondo, in quanto, ad eccezione<br />

di cespugli di mare, non<br />

si vedono altre note piante selvatiche…<br />

Arrivando a Porto Venere,<br />

ho visto anche la prima palma,<br />

davanti una casa di contadini. Era<br />

alta circa 30 piedi: sembrava,<br />

però, avesse sofferto del passato<br />

inverno, che è stato molto freddo.<br />

Il termometro aveva segnato zero<br />

gradi.<br />

Qui, su una striscia di terra, c’è<br />

anche <strong>il</strong> lazzaretto e <strong>il</strong> porto della<br />

quarantena, nel quale <strong>il</strong> signor<br />

von Lueffling ha dovuto trascorrere<br />

35 giorni, al suo ritorno da Costantinopoli.<br />

Porto Venere stessa<br />

è una località molto piccola. Se si<br />

sale, però, sulla collina, ove sorge<br />

una chiesa in rovina, con marmo<br />

nero e bianco, si gode un panorama<br />

eccellente. In primo piano<br />

grandissime rocce calcaree che<br />

finiscono in mare. A destra si vede,<br />

in lontananza, Portofino e Genova<br />

e persino la lanterna. A sinistra,<br />

nelle vicinanze, l’isola Palmaria,<br />

e all’orizzonte si scorge la<br />

Corsica. Bellissimo tramonto, anche<br />

se in cielo c’erano delle nuvole,<br />

perché <strong>il</strong> tutto appariva ancora<br />

più bello. Tutto sommato: l’insieme<br />

in un colore acceso non fac<strong>il</strong>mente<br />

descrivib<strong>il</strong>e. Serata fresca<br />

e bella. Alle 7 ritorno. Alle 8 e<br />

mezza arrivo alla Spezia: era già<br />

buio. Andai subito a coricarmi e<br />

mi addormentai.<br />

La Spezia, martedì 17 agosto.<br />

Dopo pranzo un giro, in barca, nel<br />

golfo della Spezia. Il tempo era<br />

bello e la giornata luminosa. Per <strong>il</strong><br />

fatto che non avevo ancora visitato<br />

alcun edificio di una “Quarantaine”.<br />

Mi sono fatto portare al<br />

Lazzaretto.<br />

Il dott. Germasi mi aveva procurato<br />

una raccomandazione scritta<br />

per <strong>il</strong> comandante: <strong>il</strong> capitano<br />

Giacomo. Mi sono annunciato come<br />

dovuto e subito sono stato<br />

fatto entrare. Mi ha accompagnato<br />

nella visita lo stesso comandante.<br />

Il tutto consiste in otto/dieci<br />

grandi cort<strong>il</strong>i, circondati da<br />

massicci edifici di due piani. Sotto<br />

ci sono magazzini per le merci<br />

sottoposte a quarantena e, so-


43 LETTERATURA<br />

pra, alloggi per persone: immense<br />

sale per i malati e un settore,<br />

a parte, per gli appestati. Qui sono<br />

pure custodite tutte le cose<br />

necessarie per sim<strong>il</strong>i casi come i<br />

vestiti di tela incerata per medici<br />

e infermieri. Sono composti da<br />

una tonaca nera, da una specie<br />

di cappuccio che copre pure <strong>il</strong> viso:<br />

gli stessi fori per gli occhi sono<br />

chiusi con vetro. Guanti di tela<br />

incerata e calzature in legno che<br />

si inf<strong>il</strong>ano sopra gli stivali.<br />

Se uno non ha la peste, la può<br />

beccare osservando tutto questo.<br />

Il capitano indossò l’intero armamentario<br />

per farmi vedere ogni<br />

cosa. C’è là, poi, una pala con un<br />

manico lungo dieci piedi, con la<br />

quale si porge <strong>il</strong> cibo ai malati e<br />

un imbuto con un tubo sott<strong>il</strong>e lungo<br />

dieci piedi: con questo attrezzo<br />

si allungano le bevande agli appestati.<br />

Con una grossa tenaglia,<br />

due uomini imbrigliano i morti, al<br />

collo, per trasportarli, attra<strong>verso</strong><br />

una porta, al camposanto. Ho notato<br />

altre cose, ma le dirò a voce.<br />

Tutte le porte e le finestre hanno<br />

sbarre di ferro. Tutto è ben arieggiato<br />

e molto pulito. È impossib<strong>il</strong>e<br />

ogni contatto con altri. Tre anni fa<br />

è scoppiata davvero la peste su<br />

una nave che proveniva da Levante<br />

e sono morti tutti, ad eccezione<br />

del capitano. Dopo ogni caso<br />

di peste, vengono distrutti tutti<br />

gli utens<strong>il</strong>i usati e ne vengono<br />

procurati dei nuovi.<br />

Dopo aver visto tutto, mi congedai<br />

dal capitano e dato che, fortunatamente,<br />

nel comprensorio del<br />

lazzaretto trovai una osteria (si<br />

vede quanto lontano porta la sete),<br />

con i miei barcaioli e <strong>il</strong> cameriere<br />

della locanda venne… trascinata<br />

via la peste con un buon<br />

bicchiere di vino. Io mangiai anche<br />

ricci di mare, dei quali a migliaia<br />

se ne trovavano attaccati<br />

agli scogli e ai pali. Li feci prendere,<br />

freschi, nel porto del lazzaretto.<br />

Erano di colore blu: i primi<br />

che avevo visti in Italia, vivi. Si<br />

mangia la stella gialla, dopo aver-<br />

la aperta: <strong>il</strong> gusto è sim<strong>il</strong>e a quello<br />

delle ostriche.<br />

Dopo essermi così rinforzato, salii<br />

di nuovo in barca e alle otto e<br />

mezza eravamo di nuovo alla<br />

Spezia. Devo sottolineare che<br />

questa volta non c’erano malati,<br />

né persone e merci trattenute in<br />

quarantena, nel lazzaretto… Alle<br />

dieci ero a letto e ho dormito saporitamente.<br />

Giovedì 19 agosto.<br />

Sono partito dalla Spezia alle tre<br />

del mattino. La carrozza era pronta<br />

davanti la casa: quattro ruote, un<br />

solo cavallo, noleggiata fino a Livorno.<br />

Era ancora buio, ma le stelle<br />

erano molto chiare: luccicanti, a<br />

cara, in particolare Giove e Venere.<br />

All’albeggiare eravamo vicini ai<br />

monti: <strong>il</strong> mare era sparito dagli occhi<br />

e mi trovai in tutt’altro ambiente…<br />

Lerici, zincotipia<br />

da "Italien von den Alpen<br />

bis zum Aetna".<br />

Stoccarda 1876.<br />

X<strong>il</strong>ografia di Portovenere.<br />

Parigi, seconda metà del<br />

XIX sec., da "L'<strong>il</strong>lustration,<br />

journal universel".

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