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Gennaio 2011 - Comune di Arezzo

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AREA LEBOLE<br />

Lebole: è il momento delle<br />

Il testo della lettera aperta che il Sindaco Fanfani ha inviato alle categorie economiche, ai<br />

Di Giuseppe Fanfani<br />

La <strong>di</strong>scussione sul<br />

futuro dell’area ex<br />

Lebole conferma che<br />

tutti hanno chiaro<br />

il valore della posta<br />

in gioco. Gli angoli<br />

<strong>di</strong> osservazione<br />

sono, naturalmente,<br />

<strong>di</strong>versi. Dal mio<br />

vedo l’irrinunciabile<br />

occasione <strong>di</strong> trasformare un’area <strong>di</strong> grande valore simbolico e<br />

<strong>di</strong> ancor più grande valore strategico per il futuro della città.<br />

La sua rinascita deve consentire ad <strong>Arezzo</strong> <strong>di</strong> conservare la<br />

sua memoria industriale e sociale (perché tale è la Lebole con<br />

le migliaia <strong>di</strong> donne che vi hanno lavorato) e <strong>di</strong> <strong>di</strong>segnare e<br />

costruire una nuova area che possa essere il segno tangibile <strong>di</strong><br />

una città moderna, attenta agli equilibri sociali ed economici<br />

ma non paralizzata da essi. Anzi: lo sforzo deve essere quello<br />

<strong>di</strong> realizzarne <strong>di</strong> più avanzati, in una prospettiva <strong>di</strong> crescita<br />

e <strong>di</strong> sviluppo e non <strong>di</strong> semplice conservazione dell’esistente.<br />

Sempre, ma soprattutto in tempi <strong>di</strong> crisi, rimanere fermi vuol<br />

<strong>di</strong>re tornare in<strong>di</strong>etro.<br />

Nella consapevolezza dell’importanza <strong>di</strong> questi temi, ho<br />

convocato i rappresentanti delle categorie economiche e dei<br />

sindacati. Ho più e più volte <strong>di</strong>scusso con tutti loro. Riconosco<br />

a ognuno il <strong>di</strong>ritto legittimo <strong>di</strong> rappresentare interessi settoriali,<br />

attribuendo a questa definizione un significato positivo nella<br />

consapevolezza che dal loro confronto e dalla loro me<strong>di</strong>azione<br />

può scaturire la soluzione più avanzata.<br />

Chiedo, contemporaneamente, che mi venga altrettanto<br />

legittimamente riconosciuto il <strong>di</strong>ritto <strong>di</strong> esercitare il mio ruolo<br />

<strong>di</strong> Sindaco. Quin<strong>di</strong> il <strong>di</strong>ritto – dovere <strong>di</strong> essere imparziale e <strong>di</strong><br />

avere quale esclusivo riferimento l’interesse della città che va<br />

ben oltre i legittimi e rispettabili interessi settoriali. Un dovere<br />

che sono chiamato a esercitare in questa vicenda perché siamo<br />

<strong>di</strong> fronte a un’unica e forse irripetibile occasione nel breve e<br />

me<strong>di</strong>o periodo che non può essere contrastata e tanto meno<br />

abbandonata senza vali<strong>di</strong> e certi motivi.<br />

Da 10 anni l’area Lebole è deserta. É un’indecorosa<br />

testimonianza <strong>di</strong> abbandono all’ingresso della città. Nel 2006,<br />

quando ormai la fabbrica era chiusa dal 2002, non esisteva<br />

alcun progetto <strong>di</strong> recupero: un intero quinquennio perduto<br />

da quegli stessi che oggi parlano <strong>di</strong> “speculazione”. E che<br />

<strong>di</strong>menticano che l’area era un capitolo <strong>di</strong> “variantopoli”,<br />

essendo stata ricompresa nel capo della imputazione in quel<br />

processo a carico <strong>di</strong> amministratori, del quale ognuno conosce<br />

l’esito infausto per la vita democratica e l’immagine della<br />

nostra città.<br />

Questa situazione, assieme all’abbandono in cui era stato<br />

tenuto il piano strutturale dal <strong>di</strong>cembre 2003 al febbraio 2006,<br />

ha ritardato e non poco l’iter burocratico <strong>di</strong> recupero dell’area,<br />

senza che nessuno dei politici <strong>di</strong> maggior peso - parlamentari<br />

e consiglieri regionali - che avevano il dovere <strong>di</strong> controllare,<br />

avesse avuto il coraggio o il buon gusto <strong>di</strong> far cessare<br />

quella sciagurata politica. Oggi, con grande fatica, abbiamo<br />

affrontato i problemi dell’area e siamo giunti a una definizione<br />

urbanistica che ne consentirà il recupero entro breve periodo<br />

assieme alla vicina area UnoAerre. Abbiamo finalmente<br />

trovato un impren<strong>di</strong>tore <strong>di</strong>sposto a investire, e posso garantire<br />

che è l’unico a oggi che ha <strong>di</strong>mostrato concretezza <strong>di</strong> idee,<br />

voglia <strong>di</strong> fare e <strong>di</strong>sponibilità finanziarie adeguate.<br />

scelte nell’interesse <strong>di</strong> tutti<br />

sindacati e all’intera città <strong>di</strong> <strong>Arezzo</strong>. La valutazione del progetto presentato da Carrara<br />

Il progetto presentato è <strong>di</strong> grande qualità e contribuirà a dare<br />

<strong>di</strong> <strong>Arezzo</strong> un’immagine <strong>di</strong> città <strong>di</strong>namica, moderna e proiettata<br />

nel futuro.<br />

A confrontarsi su questo progetto <strong>di</strong> recupero invito l’intera<br />

città, quella che vuol fare e vuol crescere, che non ritiene<br />

chiuso il suo compito con l’affermazione <strong>di</strong> un semplice no.<br />

Siamo <strong>di</strong> fronte a un investimento da circa 150 milioni <strong>di</strong> euro<br />

che in questo momento <strong>di</strong> <strong>di</strong>fficoltà economica può garantire<br />

crescita a vari settori, in primis a quello e<strong>di</strong>le, e occupazione<br />

per almeno un decennio.<br />

Questo è l’interesse primario della città con il quale tutti sono<br />

chiamati a confrontare i propri legittimi interessi particolari.<br />

Chi non comprende quanto grande sia questa opportunità<br />

e quanto sia irripetibile, nel breve e me<strong>di</strong>o periodo non ha<br />

evidentemente chiaro quanto grande sia la <strong>di</strong>fficoltà nella<br />

quale attualmente <strong>Arezzo</strong> si <strong>di</strong>batte.<br />

A fronte <strong>di</strong> questa prospettiva, il tema della superficie<br />

commerciale è importante ma non certamente l’unico. Le<br />

sue quantità vanno analizzate nel contesto dell’operazione<br />

e valutate nella loro complessità in funzione dell’equilibrio<br />

finanziario possibile e dell’interesse della intera città.<br />

La definizione del progetto è nella sua fase iniziale e io<br />

continuerò la <strong>di</strong>scussione con tutta quella città che vuole<br />

<strong>di</strong>scutere senza porre <strong>di</strong>nieghi aprioristici e soprattutto<br />

valutando positivamente l’impegno <strong>di</strong> chi ritiene <strong>di</strong> doversi<br />

impegnare. Non credo che nemmeno le superfici da destinare<br />

a commerciale, per quanto fattore non irrilevante all’equilibrio<br />

della operazione, siano con<strong>di</strong>zionanti potendo su <strong>di</strong> esse<br />

<strong>di</strong>scutere in modo sereno e propositivo.<br />

Il mio obiettivo è quello <strong>di</strong> creare una nuova parte <strong>di</strong> <strong>Arezzo</strong>,<br />

moderna, nella quale tutte le funzioni proprie <strong>di</strong> una città<br />

trovino collocazione, senza sacrificare alcuno, senza penalizzare<br />

il centro storico e favorendo al massimo la impren<strong>di</strong>toria locale.<br />

Non vorrei che conflittualità “interne” finiscano per favorire<br />

impren<strong>di</strong>tori o gruppi della grande <strong>di</strong>stribuzione straniera che<br />

drenerebbero risorse ad <strong>Arezzo</strong> per reinvestirle altrove. A questo<br />

proposito ringrazio quegli impren<strong>di</strong>tori (Butali, Giannetti,<br />

MonnaLisa, Koinè e altri) che, a fronte <strong>di</strong> una opportunità<br />

<strong>di</strong> questo tipo, si sono fatti avanti per concorrere con loro<br />

investimenti a consentire la fattibilità della operazione.<br />

La <strong>di</strong>scussione è aperta a chi vorrà affrontarla in maniera<br />

concreta. É aperta a coloro che amano la città e che sono<br />

<strong>di</strong>sponibili a <strong>di</strong>scutere, ed è aperta a tutti tenendo presente che<br />

nulla è ancora deciso, e che tutto dovrà essere costruito con<br />

un confronto serio che abbia come obiettivo unico l’interesse<br />

complessivo della città <strong>di</strong> <strong>Arezzo</strong>.<br />

Ovviamente ritengo mio imprescin<strong>di</strong>bile dovere arrivare<br />

a una sintesi e quin<strong>di</strong> a una scelta che sarà il frutto della<br />

mia responsabilità e del mio ruolo nonché del confronto<br />

istituzionale in Consiglio Comunale.<br />

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