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Gennaio 2011 - Comune di Arezzo

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ASL<br />

Zona del Pionta, nasce la<br />

Asl, <strong>Comune</strong>, Provincia, Università e Soprintendenza firmano il patto strategico<br />

Patto strategico per la riqualificazione e la gestione della grande<br />

area collocata fra la stazione ferroviaria, l’ospedale e i quartieri<br />

<strong>di</strong> Pescaiola e Saione.<br />

Il più grande polmone verde della città, un’area archeologica<br />

<strong>di</strong> primo livello, le tracce <strong>di</strong> una storia <strong>di</strong> malattia e sofferenza<br />

come quella del manicomio. E ancora, l’università, le strutture<br />

sanitarie e quelle sociali, il parco pubblico, i parcheggi: dentro<br />

il Pionta c’è tutto questo e molto <strong>di</strong> più. Una vasta area,<br />

frequentata quoti<strong>di</strong>anamente da migliaia <strong>di</strong> citta<strong>di</strong>ni, giovani<br />

e anziani, con le più svariate finalità, ma anche un’area che<br />

presenta problemi <strong>di</strong> varia natura.<br />

Comunque sia, un grande patrimonio pubblico, con proprietà<br />

e competenze che fanno riferimento a più amministrazioni:<br />

il <strong>Comune</strong>, la Provincia, la Asl 8 e l’Università. E per le<br />

sue funzioni statutarie, è chiamata a <strong>di</strong>re la sua anche la<br />

Soprintendenza. Da circa un anno, le <strong>di</strong>verse amministrazioni<br />

hanno iniziato a <strong>di</strong>scutere sul “che fare”, per assicurare il<br />

recupero, la valorizzazione e l’integrazione piena con la città <strong>di</strong><br />

un’area definita da tutti <strong>di</strong> importanza strategica.<br />

Il primo protocollo<br />

Nel febbraio scorso fu siglato un primo protocollo, destinato<br />

essenzialmente a re<strong>di</strong>mere questioni <strong>di</strong> carattere burocratico<br />

amministrativo, competenze e confini <strong>di</strong> proprietà: dal<br />

passaggio <strong>di</strong> proprietà <strong>di</strong> un pozzo, alla rimozione <strong>di</strong> alcuni<br />

lampioni, dalla gestione e manutenzione dell’impianto <strong>di</strong><br />

sollevamento delle acque meteoriche del San Donato, al rilascio<br />

dei nulla osta per la realizzazione <strong>di</strong> una pista ciclabile in grado<br />

<strong>di</strong> collegare, attraverso il Pionta, la Meri<strong>di</strong>ana con la stazione<br />

ferroviaria, dal completamento del parcheggio <strong>di</strong> via Toscanelli<br />

(destinato ai <strong>di</strong>pendenti Asl), agli interventi <strong>di</strong> adeguamento<br />

e <strong>di</strong> messa in sicurezza della viabilità connessa all’incremento<br />

<strong>di</strong> traffico in quell’area. Tutte questioni a oggi risolte, solo<br />

apparentemente <strong>di</strong> poco rilievo, comunque in<strong>di</strong>spensabili e<br />

propedeutiche allo sviluppo <strong>di</strong> idee e progetti futuri.<br />

Le idee e i progetti <strong>di</strong> sviluppo<br />

Una passerella o un sovrappasso per collegare la stazione<br />

ferroviaria con il viale <strong>di</strong> accesso all’ex ospedale psichiatrico,<br />

nuovi e più visibili accessi al parco del Pionta, una cittadella<br />

sanitaria attorno al San Donato (trasferendo in quell’area il<br />

<strong>di</strong>stretto sanitario <strong>di</strong> via Guadagnoli o una parte <strong>di</strong> esso, il<br />

<strong>di</strong>partimento <strong>di</strong> salute mentale oggi in via Guido Monaco,<br />

la realizzazione <strong>di</strong> un punto prelievi esterno all’ospedale, nelle<br />

vicinanze del nuovo parcheggio multipiano) e altro ancora.<br />

“Tutte idee e progetti che confermiamo - rispondono<br />

all’unisono il sindaco Fanfani e il <strong>di</strong>rettore generale della<br />

“Cittadella Sanitaria”<br />

Un patrimonio pubblico da mantenere e valorizzare. L’accordo con Atam parcheggi<br />

Asl, Desideri - e che rappresentano il traguardo finale del<br />

nostro lavoro. Ma la loro realizzazione non può in alcun<br />

modo prescindere dai contenuti e dall’attuazione delle azioni<br />

contenute nell’ultimo protocollo <strong>di</strong> intesa”.<br />

Arriva il secondo protocollo<br />

Ve<strong>di</strong>amoli questi contenuti. Il primo impegno riguarda<br />

sopratutto l’amministrazione comunale, chiamata a re<strong>di</strong>gere<br />

un progetto preliminare <strong>di</strong> riqualificazione <strong>di</strong> tutta l’area.<br />

Compito certamente non facile, dal momento che si<br />

dovrà tenere conto, al tempo stesso, delle esigenze <strong>di</strong> cura e<br />

manutenzione del verde, dell’armonizzazione dell’assetto<br />

urbanistico, delle specificità <strong>di</strong> un’area sottoposta a vincoli<br />

storici, archeologici e ambientali, della gestione dei flussi<br />

pedonali e dei percorsi <strong>di</strong> transito e sosta dei veicoli.<br />

Il secondo impegno è preso <strong>di</strong> comune accordo - e messo nero<br />

su bianco - da tutti i soggetti interessati: quest’area è pubblica<br />

e tale resterà! Un’affermazione riba<strong>di</strong>ta più volte nel protocollo<br />

e sottolineata con enfasi laddove si afferma che “all’Università<br />

sono destinate alcune costruzioni ora in <strong>di</strong>suso, <strong>di</strong>etro la<br />

palazzina dell’orologio (ex cucina, ex <strong>di</strong>spensa, ex docce,<br />

ex garage, ex officina)”, ma che “se l’Università, considerato<br />

anche il <strong>di</strong>fficile periodo che sta attraversando sotto il profilo<br />

economico, non fosse interessata all’acquisto, quegli e<strong>di</strong>fici non<br />

potranno essere venduti e verrebbero comunque abbattuti”.<br />

Allo stesso tempo, non sono previste nuove e<strong>di</strong>ficazioni, ma<br />

solo piccoli interventi <strong>di</strong> adeguamento dell’esistente. In caso <strong>di</strong><br />

riconferma da parte del nuovo regolamento urbanistico, resta<br />

da definire anche l’ubicazione delle volumetrie che, in base al<br />

vecchio piano regolatore, la Asl avrebbe potuto realizzare nei<br />

terreni <strong>di</strong> sua proprietà contigui a via Laschi.<br />

Si passa poi alla in<strong>di</strong>viduazione <strong>di</strong> tre gran<strong>di</strong> aree omogenee,<br />

a cui ricondurre le proprietà - e le rispettive competenze e<br />

responsabilità - <strong>di</strong> ogni Ente. Le proprietà della Asl saranno<br />

tutte accorpate nel perimetro all’area ospedaliera del San<br />

Donato (compresa l’attuale sede <strong>di</strong>staccata dell’Itis, che la<br />

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