Verso il futuro_dic07.indd - Santuario San Giuseppe Moscati
Verso il futuro_dic07.indd - Santuario San Giuseppe Moscati
Verso il futuro_dic07.indd - Santuario San Giuseppe Moscati
Create successful ePaper yourself
Turn your PDF publications into a flip-book with our unique Google optimized e-Paper software.
VERSO IL FUTURO<br />
P E R I O D I C O Q U A D R I M E S T R A L E D I I N F O R M A Z I O N E , C U L T U R A E S V I L U P P O S O C I A L E<br />
Anno XVII › N. 2 Dicembre 2007<br />
Buon Natale<br />
e Buon Anno
E’ NATALE<br />
Signore fa di me un araldo di pace<br />
Dove è odio, che io vi porti la pace<br />
Dove è offesa vi porti <strong>il</strong> perdono<br />
Dove è l’errore che io porti la verità<br />
Dove è la tristezza porti la gioia<br />
Dove sono le tenebre che io porti la luce<br />
Dove è <strong>il</strong> bisogno che io porti l’aiuto…<br />
…Amorissimo Gesù dammi la grazia,<br />
perché «sia operante in me»<br />
e in me rimanga fino alla fine.<br />
Dammi di desiderare e di volere<br />
ciò che più ti è gradito e più ti piace.<br />
La tua volontà sia la mia volontà,<br />
che io la segua e che ad essa<br />
mi conformi pienamente;<br />
che io abbia un solo volere<br />
e disvolere con te;<br />
che io possa desiderare<br />
o non desiderare soltanto quello<br />
che tu desideri o non desideri.<br />
Dammi di morire<br />
a tutte le cose del mondo,<br />
fammi amare di essere<br />
disprezzato per causa tua<br />
e di essere dimenticato<br />
in questo mondo.<br />
Fammi bramare sopra ogni altra<br />
cosa di avere riposo in te<br />
e di trovare in te la pace del cuore.<br />
Tu sei la vera pace interiore,<br />
tu <strong>il</strong> solo riposo;<br />
fuori di te ogni cosa<br />
è aspra e tormentosa.<br />
«In questa pace, nella pace vera,<br />
cioè in te, unico sommo eterno bene,<br />
avrò riposo e quiete».<br />
O Signore Gesù stammi vicino<br />
in ogni luogo e in ogni tempo.<br />
2<br />
› w w w . s a n t u a r i o s a n g i u s e p p e m o s c a t i . i t<br />
Mercoledì 27 e giovedì<br />
28 settembre Rai l ha<br />
trasmesso la fiction<br />
<strong>Giuseppe</strong> <strong>Moscati</strong> - l’amore che<br />
guarisce per la regia di Giacomo<br />
Campiotti e interpretato da <strong>Giuseppe</strong><br />
Fiorello. È stato un f<strong>il</strong>m molto atteso<br />
dai devoti del <strong>San</strong>to e visto con notevole<br />
interesse da m<strong>il</strong>ioni di persone.<br />
A giudicare dalle telefonate ricevute,<br />
dalle e-ma<strong>il</strong>, dall’affluenza nelle<br />
sale <strong>Moscati</strong> e dalle richieste di notizie<br />
sulla vita del <strong>San</strong>to, si puù affermare<br />
che <strong>il</strong> f<strong>il</strong>m ha contribuito moltissimo<br />
a farne conoscere la figura e<br />
la personalità.<br />
Dopo la visione delle due puntate,<br />
ci si pongono varie domande:<br />
la narrazione risponde a verità <strong>Moscati</strong><br />
è stato fidanzato? Quali relazioni<br />
aveva con lui la sorella Nina? L’amico<br />
Giorgio Piromallo era suo compagno?<br />
Le due donne Contessa Elena Cajafa<br />
e Cloe realmente hanno avuto tanta<br />
parte nella sua vita? ecc.<br />
Premetto che all’inizio del f<strong>il</strong>m<br />
<strong>il</strong> regista afferma che <strong>il</strong> tutto è liberamente<br />
tratto dalla vita del <strong>San</strong>to:<br />
e questo ridimensiona tante cose.<br />
Volendo ora dare un giudizio, si può<br />
affermare, come avviene in tutte le<br />
cose umane, che nella narrazione ci<br />
sono pregi e difetti. Ovviamente non<br />
mi fermo sui singoli particolari, né<br />
tanto meno mi permetto di censurare<br />
<strong>il</strong> bravo regista. Esprimo soltanto<br />
le mie impressioni, rifacendomi a ciò<br />
S. Gius<br />
che noi conosciamo con certezza e a<br />
ciò che hanno affermato i contemporanei.<br />
Il libro che io ho scritto su <strong>Moscati</strong><br />
e che ha avuto già varie edizioni,<br />
ha come titolo: <strong>Giuseppe</strong> <strong>Moscati</strong>,<br />
<strong>il</strong> Medico <strong>San</strong>to di Napoli, visto<br />
attraverso i suoi scritti e le testimonianze<br />
dei contemporanei.<br />
Prima di tutto, tre osservazioni:<br />
1) <strong>Moscati</strong> non è stato mai fidanzato.<br />
Fin da giovane era chiara la sua vocazione:<br />
dedicarsi totalmente all’aiuto<br />
degli ammalati e soprattutto dei più<br />
poveri. Al riguardo sono significative<br />
le parole che scrisse al Senatore<br />
<strong>Giuseppe</strong> D’Andrea <strong>il</strong> 26 luglio 1919,<br />
dopo la nomina a direttore della III<br />
Sala uomini dell’ospedale degli Incurab<strong>il</strong>i:<br />
«Da ragazzo guardavo con<br />
interesse all’ospedale degli Incurab<strong>il</strong>i,<br />
che mio padre mi additava lontano<br />
dalla terrazza di casa, ispirandomi<br />
sentimenti di pietà per <strong>il</strong> dolore senza<br />
nome, lenito in quelle mura. Un<br />
salutare smarrimento mi prendeva e<br />
cominciavo a pensare alla caducità di<br />
tutte le cose, e le <strong>il</strong>lusioni passavano,<br />
come cadevano i fiori degli aranceti,<br />
che mi circondavano...».<br />
In seguito egli si dedicherà a Dio<br />
col voto di castità e lo si deduce da<br />
quanto afferma parlando della Madonna<br />
del Buon Consiglio «effigiata<br />
nella chiesa delle Sacramentine. Innanzi<br />
a questa immagine di Lei - continua<br />
- e in questa chiesa io feci abiura<br />
degli affetti impuri e terreni». Proba-<br />
O s s e r v
eppe <strong>Moscati</strong> in TV<br />
a z i o n i s u l l a f i c t i o n R a i 1<br />
b<strong>il</strong>mente l’idea del fidanzamento è<br />
nata dalla pagina del suo diario, dove<br />
scrive: «Oh se i giovani nella loro esuberanza<br />
sapessero che le <strong>il</strong>lusioni di<br />
amore, per lo più frutto di una viva<br />
esaltazione dei sensi, sono passeggere!<br />
´[…] Ce ne accorgiamo<br />
in età più inoltrata, quando ci avviciniamo<br />
per le umane vicende, per<br />
caso, al fuoco che ci aveva infiammati<br />
e non ci riscalda più». Poi continua:<br />
«Ho dovuto osservare una signora<br />
che, nei miei primi anni giovan<strong>il</strong>i, aveva<br />
riempito i miei sogni, ed ella non<br />
lo sapeva. Chi l’avrebbe mai pensato<br />
che un giorno costei sarebbe ricorsa<br />
a me? Sempre impressionante quella<br />
bellezza! Ed io ho compiuto <strong>il</strong> mio<br />
dovere umanitario tranqu<strong>il</strong>lamente,<br />
nob<strong>il</strong>mente, senza che vibrasse al<br />
cuore corda dentro di me. Mi ha domandato,<br />
perché io potessi paragonare<br />
<strong>il</strong> suo stato attuale con l’antica<br />
floridezza, se l’avessi mai vista prima.<br />
Ho risposto di no. E non era una bugia.<br />
Era un’altra quella dei miei primi<br />
anni, scomparsa senza rammarico e<br />
senza rimpianto, purificato <strong>il</strong> cuore!».<br />
Dopo questa pagina vibrante di<br />
umanità ma contemporaneamente<br />
pervasa da sentimenti superiori, non<br />
possiamo non fermarci ammirati e<br />
apprezzare la virtù di questo medico.<br />
«La ragione vera per cui non passò a<br />
matrimonio - ha testimoniato <strong>il</strong> prof.<br />
Mario Mazzeo, suo alunno - fu <strong>il</strong> suo<br />
intenso amore alla castità».<br />
A questo punto forse ci si può<br />
domandare: ma perché <strong>Moscati</strong> non<br />
ha abbracciato la vita religiosa? La risposta<br />
ce la dà un altro suo alunno ed<br />
assistente, <strong>il</strong> prof. Guido Piccinino: «Il<br />
servo di Dio spontaneamente scelse<br />
lo stato laicale. Difatti noi giovani<br />
alunni suoi qualche volta nella confidenza<br />
che ci accordava abbiamo osato<br />
chiedergli: “E vero che voi, maestro,<br />
pensate di lasciarci per consacrarvi al<br />
Signore in uno stato più perfetto?”.<br />
Egli rispondeva: “io ritengo di<br />
poter servire ugualmente bene <strong>il</strong> Signore<br />
esplicando la missione di medico”».<br />
2) Nel f<strong>il</strong>m non sembra che la<br />
sorella del <strong>San</strong>to, Nina <strong>Moscati</strong>, faccia<br />
bella figura. Eppure era una donna<br />
dolcissima, affezionatissima al fratello<br />
e anche lei dedita totalmente<br />
ad opere di carità Giustamente un<br />
altro fratello del <strong>San</strong>to, nel processo<br />
canonico, la definì «complice di mio<br />
fratello nel compiere <strong>il</strong> bene». Insegnava<br />
religione nella chiesa del Gesù<br />
ma faceva parte di un organismo diocesano<br />
per la catechesi nelle scuole,<br />
poiché prima del Concordato (1929)<br />
non era prevista negli istituti scolastici<br />
pubblici l’ora di religione. Inoltre,<br />
è stata lei a raccogliere con intelligente<br />
precisione e ordine, subito dopo<br />
la morte del fratello <strong>Giuseppe</strong>, tutti<br />
i documenti che hanno permesso a<br />
Mons. Marini, Vescovo di Amalfi, di<br />
pubblicare nel 1929 la prima ampia<br />
biografia.<br />
È stata lei a volere che <strong>il</strong> corpo<br />
del fratello e tutti i suoi ricordi -compresi<br />
i libri e i mob<strong>il</strong>i del suo studio<br />
medico - fossero custoditi dai Padri<br />
Gesuiti nella chiesa del Gesù Nuovo.<br />
3) Si deve ricordare che la santità<br />
e soprattutto la carità di <strong>Moscati</strong><br />
provengono dal suo amore per Gesù<br />
Eucaristia e per la Madonna. Sono<br />
innumerevoli le testimonianze che<br />
si hanno al riguardo. Eppure nel f<strong>il</strong>m<br />
non si vede mai che egli entra in una<br />
chiesa per pregare, dove trovava la<br />
forza per vivere <strong>il</strong> suo cristianesimo.<br />
Solo una volta si vede <strong>Moscati</strong> in riflessione<br />
presso <strong>il</strong> Cristo velato nella<br />
chiesa (ora museo) di S. Severo. Ogni<br />
giorno egli partecipava alla messa e<br />
faceva la comunione nella chiesa del<br />
Gesù Nuovo o di S. Chiara. Non ci si<br />
può dedicare unicamente al servizio<br />
dei più um<strong>il</strong>i senza una forte spiritualità.<br />
Tuttavia <strong>il</strong> f<strong>il</strong>m ha molti pregi. Prima<br />
di tutto ha fatto conoscere la vita<br />
di un uomo che, in contrapposizione<br />
al vivere frivolo di un suo compagno<br />
(Giorgio Piromallo), si era formato<br />
solidamente, impegnandosi nello<br />
studio e nella formazione professionale.<br />
«Sedeva vicino a me, era attento,<br />
serio, assai composto - attestò <strong>il</strong><br />
prof. Bevacqua, suo compagno nella<br />
scuola di clinica -, ma quello che mi<br />
impressionò assai fu com’egli, per<br />
quanto ancora incipiente, rispondesse<br />
a tutte le domande che venivano<br />
D I C E M B R E 0 7 › V E R S O I L F U T U R O 3
4<br />
rivolte dal professore agli allievi, tra<br />
sé e sé [...]. Non vi era domanda,<br />
anche diffic<strong>il</strong>e, a cui egli prontamente<br />
non rispondesse anche quando<br />
questa rimaneva senza risposta dai<br />
provetti».<br />
Inoltre, realmente <strong>Moscati</strong> aveva<br />
salvato molte vite umane nell’eruzione<br />
del Vesuvio, andando a Torre del<br />
Greco, dove gli Ospedali Riuniti avevano<br />
una succursale in cui vivevano<br />
una settantina di vecchi e ammalati,<br />
tutti impossib<strong>il</strong>itati a muoversi. In<br />
quello stesso anno 1911 egli fronteggiò<br />
un’epidemia di colera.<br />
Napoli è una città portuale, dove<br />
confluivano navi da tutto <strong>il</strong> mondo<br />
e dove i famosi vicoli di Toledo non<br />
br<strong>il</strong>lavano e anche attualmente non<br />
br<strong>il</strong>lano per pulizia, igiene e moralità.<br />
Nel f<strong>il</strong>m lodevolmente si accenna<br />
anche alla rinuncia che <strong>Moscati</strong> fece<br />
della cattedra in favore di un suo amico<br />
per dedicarsi totalmente al lavoro<br />
nell’ospedale.<br />
Ecco cosa scrisse in proposito<br />
<strong>il</strong> prof. Gaetano Quagliariello, suo<br />
collega, mentr’era Rettore Magnifico<br />
dell’università di Napoli: «Dovendosi<br />
provvedere a coprire la cattedra di<br />
chimica fisiologica rimasta vacante in<br />
seguito alla morte del prof. Malerba,<br />
avvenuta verso la fine del 1917, ed<br />
essendo la Facoltà orientata verso<br />
› w w w . s a n t u a r i o s a n g i u s e p p e m o s c a t i . i t<br />
di lui che aveva già impartito l’insegnamento<br />
con piena soddisfazione di<br />
maestri e di allievi, durante <strong>il</strong> lungo<br />
periodo della malattia del Malerba e<br />
dopo la sua morte, fece sapere che<br />
non avrebbe accettato l’incarico e<br />
suggerì e raccomandò <strong>il</strong> mio nome,<br />
col risultato che l’incarico venne a me<br />
conferito». E <strong>il</strong> prof. Quagliariello afferma<br />
anche: «E un’altra rinuncia più<br />
dolorosa fece <strong>il</strong> <strong>Moscati</strong>, quella dell’insegnamento<br />
ufficiale che avrebbe<br />
immancab<strong>il</strong>mente raggiunto solo che<br />
l’avesse voluto, e la fece per l’amore<br />
del suo ospedale e dei suoi allievi<br />
continuamente aumentati intorno a<br />
lui». Poi conclude: «E così libero da<br />
ogni ambizione terrena, egli dedica<br />
tutto se stesso, mente e cuore, ai suoi<br />
infermi e all’educazione dei giovani.<br />
L’ospedale diventa la sua casa, <strong>il</strong> suo<br />
Amore, <strong>il</strong> suo sacrario».<br />
Infine, è vero che <strong>il</strong> prof. <strong>Moscati</strong><br />
voleva arruolarsi all’inizio della prima<br />
guerra mondiale e che la domanda<br />
non fu accettata, perché la sua presenza<br />
era più ut<strong>il</strong>e nell’ospedale degli<br />
Incurab<strong>il</strong>i. Il prof. Quagliariello ha<br />
affermato che: «Circa 3000 m<strong>il</strong>itari<br />
passarono per gli Incurab<strong>il</strong>i e tutti<br />
furono visitati e curati da lui personalmente,<br />
di tutti redasse i diari e<br />
le storie cliniche». Di quegli anni ci<br />
resta una fotografia, che ora si trova<br />
nell’Archivio <strong>Moscati</strong> al Gesù Nuovo.<br />
Disposti su due f<strong>il</strong>e ci sono soldati in<br />
grigioverde; sul lato sinistro, quattro<br />
medici, tra cui <strong>Moscati</strong>, e in più dieci<br />
infermiere. Nel fondo una dedica ben<br />
leggib<strong>il</strong>e: «Al prof. <strong>Moscati</strong>. In ricordo<br />
dell’opera prestata alla sua dipendenza<br />
e sotto la sua guida ai soldati reduci<br />
dal fronte, ricoverati nell’ospedale<br />
degli Incurab<strong>il</strong>i. Le infermiere volontarie<br />
di guerra».<br />
Non do un giudizio artistico sul<br />
valore delle due puntate della fiction,<br />
perché non è mio compito farlo. So,<br />
però con piacere, che ha vinto <strong>il</strong> Premio<br />
Maximo come miglior prodotto<br />
tv al RomaFictionFest. Mi auguro che<br />
venga sempre più apprezzata e che riceva<br />
altri prestigiosi riconoscimenti.<br />
Certamente la regia e l’interpretazione<br />
dei personaggi, soprattutto<br />
del bravissimo <strong>Giuseppe</strong> Fiorello<br />
sono state eccellenti.<br />
Molte persone mi hanno confessato<br />
che hanno avuto un’indicib<strong>il</strong>e<br />
commozione e alcune che hanno anche<br />
pianto.<br />
C’è da congratularsi con tutti coloro<br />
che hanno lavorato alla realizzazione<br />
della fiction.<br />
Antonio Tripodoro S.I.<br />
<strong>Giuseppe</strong> Fiorello nelle vesti di <strong>San</strong> <strong>Giuseppe</strong> <strong>Moscati</strong> nella fiction trasmessa a fine settembre da Rai 1
Nina <strong>Moscati</strong>, sorella<br />
e «complice» di un <strong>San</strong>to<br />
Il fratello di <strong>San</strong> <strong>Giuseppe</strong> <strong>Moscati</strong><br />
durante <strong>il</strong> processo di canonizzazione<br />
descrive <strong>il</strong> ruolo<br />
che la sorella Nina svolse accanto al<br />
<strong>San</strong>to Medico napoletano. Afferma<br />
decisamente che fu sua “complice”,<br />
nel senso più bello e più nob<strong>il</strong>e del<br />
termine, giacché condivise per quasi<br />
quaranta anni, in maniera spesso<br />
s<strong>il</strong>enziosa e nascosta, <strong>il</strong> suo ideale<br />
evangelico di amore verso i miseri e<br />
i malati.<br />
Questa eccezionale figura femmin<strong>il</strong>e,<br />
ancora tutta da riscoprire e<br />
valorizzare, viene proposta nei suoi<br />
tratti essenziali da P. Alfredo Marranzini,<br />
vice-postulatore della causa<br />
di santificazione dell’insigne clinico<br />
partenopeo e tra i suoi più autorevoli<br />
studiosi, nel volumetto “a Nina<br />
<strong>Moscati</strong>, sorella del Medico <strong>San</strong>to”<br />
(Roma 2004, pp. 88).<br />
Quando aveva appena 11 anni<br />
egli la incontrò <strong>il</strong> 4 maggio 1931 a S.<br />
Lucia di Serino. Siccome aveva già<br />
deciso di entrare in seminario, Nina<br />
se ne rallegrò e gli regalò una foto<br />
che la ritraeva bambina coi suoi tre<br />
fratelli, un crocifisso di madreperla di<br />
<strong>Giuseppe</strong> ed una biografia del <strong>San</strong>to<br />
redatta da mons. Ercolano Martini<br />
con alcuni brani scritti di pregio da<br />
“Peppino”, preziosi cimeli (reliquie)<br />
donati - poi - all’Archivio <strong>Moscati</strong>,<br />
presso <strong>il</strong> Gesù Nuovo di Napoli.<br />
Padre Marranzini si accosta a<br />
Nina, così come al fratello santo, con<br />
devozione e interesse scientifico, con<br />
fam<strong>il</strong>iarità e venerazione, nonché con<br />
sensib<strong>il</strong>ità sacerdotale, vedendo in lei<br />
una “figura angelica di donna anima<br />
straordinaria”.<br />
Nata a Benevento <strong>il</strong> 19 luglio<br />
1878, la <strong>Moscati</strong> si dedicò alla vita domestica.<br />
Siccome <strong>il</strong> padre era scomparso<br />
nel 1897, aiutava la mamma e<br />
quando morì nel 1914, restò accanto<br />
ai fratelli Gennaro, <strong>Giuseppe</strong>, Eugenio<br />
e Domenico - Però, con Peppino<br />
ebbe particolari e trascorse con lui<br />
una vita intessuta di amore e carità<br />
evangelica. Infatti, Eugenio racconta<br />
che <strong>San</strong> <strong>Giuseppe</strong> aveva a cuore la<br />
Nina <strong>Moscati</strong><br />
beneficenza per i poveri al punto che<br />
li curava gratuitamente e dai pazienti<br />
ricchi prendeva sol quel poco che gli<br />
occorreva per le opere di carità.<br />
In questo Nina era sua “complice”<br />
ed aveva per lui una dedizione<br />
quasi “materna”, intendendo la preziosa<br />
missione affidatagli da Dio.<br />
In una lettera del 1923 gli scrive:<br />
“La fede, la fiducia nel Signore è<br />
la mia guida. Egli mi ha detto da tempo<br />
che tu stai bene e starai sempre<br />
bene (…) poiché devi compiere un<br />
grande apostolato, <strong>il</strong> Signore l’aspetta<br />
da te”. Discreta e nascosta provvedeva<br />
ai bisogni quotidiani di <strong>Giuseppe</strong><br />
che non chiedeva mai niente per sè e<br />
spesso trascurava persino di mangiare<br />
per curare i suoi malati.<br />
Nina raccoglieva <strong>il</strong> denaro lasciato<br />
al medico dai più abbienti e lo<br />
indirizzava alle opere di carità da lui<br />
indicate. Bussava alle porte di povere<br />
abitazioni per portare generi di conforto<br />
ai più indigenti. La macelleria,<br />
all’angolo di casa riceveva da lei ogni<br />
giorno una lista di anziani o infermi<br />
ai quali donare carne ed altri cibi. Si<br />
preoccupava persino dell’assistenza<br />
spirituale dei malati.<br />
Il prof. Guido Piccinino, nel parlare<br />
di questa sua attività, la definisce<br />
“quasi la segretaria del servo di Dio”.<br />
Il promotore generale della Fede<br />
Raphael Perez, la presenta come<br />
“confidente e zelantissima collaboratrice<br />
dell’<strong>il</strong>lustre clinico nelle sue<br />
opere di apostolato e di bene”.<br />
Nel 1927, alla morte di Peppino,<br />
la condivisione di vita tra Nina e Lui<br />
divenne intensa comunione spirituale.<br />
Il triste evento non la trovò<br />
impreparata. La sua cristiana, serena<br />
rassegnazione e testimonianza dalla<br />
preghiera-ricordo fatta stampare per<br />
la circostanza.<br />
Fra l’altro si legge: Amab<strong>il</strong> Gesù,<br />
concedi a noi che tanto più piangiamo<br />
la separazione dell’amata creatura,<br />
quanto più ella con la voce e con<br />
l’esempio ci elevava a Te di vivere<br />
sempre a Te uniti, affinché un giorno<br />
potessimo rivederla nella Patria senza<br />
dolore e senza pianto.<br />
Nina era certa che <strong>il</strong> suo Peppino<br />
vegliasse su di lei dall’alto dei Cieli.<br />
In una lettera del febbraio 1928<br />
scriveva ad un discepolo del Medico:<br />
“L’angelico fratello mi possiede Iddio;<br />
è beato!”.<br />
Il 24 settembre 1931, a soli 53<br />
anni, stroncata da un cancro all’addome,<br />
lo raggiungeva nella beatitudine<br />
e nella gloria eterna.<br />
Fra gli altri pregi fu anche Direttrice<br />
dell’opera della conservazione<br />
della Fede a Napoli, sorta nei primi<br />
anni del ‘900 su iniziativa di mons.<br />
Antonio Laviano. La signorina <strong>Moscati</strong><br />
dava sicurezza e precise direttive<br />
alle Catechiste; riusciva benissimo<br />
nell’insegnamento della religione in<br />
chiesa e nelle aule scolastiche.<br />
Aveva un aspetto imponente,<br />
però era molto dolce e comunicativa,<br />
grande laica, donna esemplare e<br />
- davvero - complice e coadiuvatrice<br />
di un <strong>San</strong>to!<br />
Dall’Osservatore Romano del 2<br />
giugno 2004 - sintesi di<br />
Ida Notte Martella<br />
D I C E M B R E 0 7 › V E R S O I L F U T U R O 5
6<br />
<strong>Giuseppe</strong> <strong>Moscati</strong>,<br />
nuovo modello di santità<br />
Il 16 novembre, in occasione<br />
della ricorrenza di <strong>San</strong> <strong>Giuseppe</strong><br />
<strong>Moscati</strong>, la chiesa del Gesù<br />
Nuovo di Napoli è stata meta di pellegrini<br />
venuti da ogni parte del mondo.<br />
Lunga è stata la loro sosta in preghiera<br />
sia davanti all’urna di bronzo, realizzata<br />
dallo scultore Amedeo Garufi, che conserva<br />
i resti mortali del medico santo, sia<br />
presso la sua grande statua di bronzo,<br />
opera dello scultore Pierluigi Sopelsa,<br />
per chiedere grazie e per ringraziare dei<br />
favori ricevuti.<br />
<strong>Giuseppe</strong> <strong>Moscati</strong>, nacque a Benevento<br />
<strong>il</strong> 25 luglio 1880 da Francesco, di<br />
<strong>San</strong>ta Lucia di Serino (Avellino), presidente<br />
del Tribunale di Benevento, e da<br />
Rosa De Lucia di Cassino, appartenente<br />
ai marchesi di Roseto.<br />
Settimo tra nove figli, crebbe in una<br />
famiglia profondamente religiosa, incline<br />
al bene, all’amore verso <strong>il</strong> prossimo<br />
e, soprattutto, verso Dio. Studiò a Napoli<br />
e divenne un medico dalle capacità<br />
› w w w . s a n t u a r i o s a n g i u s e p p e m o s c a t i . i t<br />
eccezionali come la bontà, la carità e la<br />
preparazione scientifica. Le guarigioni<br />
che operava erano miracolose.<br />
Le sue diagnosi, senza l’aus<strong>il</strong>io di<br />
strumenti medici, erano così precise<br />
che lasciavano interdetti i medici più<br />
famosi.<br />
La sua vita di primario in Chimica<br />
fisiologica e in Clinica medica generale<br />
fu costellata di diagnosi e guarigioni<br />
straordinarie.<br />
Nei processi di beatificazione e di<br />
canonizzazione suor Salzano di Casoria<br />
(visto l’anno in cui è avvenuto l’episodio<br />
potrebbe trattarsi proprio della beata<br />
madre Giulia Salzano) racconta: «Nell’apr<strong>il</strong>e<br />
del 1922, incontrai a Napoli <strong>il</strong><br />
prof. <strong>Moscati</strong> e gli chiesi un rimedio per<br />
un mio disturbo leggero; egli si fermò<br />
come sovrappensiero e disse: - Verrò di<br />
persona a Casoria.-<br />
- Perché disturbarsi così - pensai,<br />
e cercai di ringraziarlo e dissuaderlo<br />
al tempo stesso; ma lui, come se fosse<br />
ispirato, precisò: - verrò domenica<br />
prossima. - ».<br />
<strong>Giuseppe</strong> <strong>Moscati</strong> venne puntualmente<br />
e disse alla Salzano che era affetta<br />
da una lieve infermità, invece concentrò<br />
la sua attenzione su di una suora<br />
che stava in compagnia della Salzano<br />
alla quale due anni prima aveva preannunciato<br />
<strong>il</strong> formarsi di un tumore. Ora<br />
vedendola le diagnosticò l’esistenza di<br />
un tumore addominale e le consigliò di<br />
farsi operare. Nel giorno stab<strong>il</strong>ito andò<br />
in clinica per assistere personalmente<br />
all’operazione. Il celebre chirurgo Leonardo<br />
Rizzo, vista la gravità del caso non<br />
voleva proseguire l’intervento. <strong>Moscati</strong>,<br />
animato dall’infinita fede che aveva in<br />
Dio, gli disse: - In nome di Dio, proseguite,<br />
è un’anima consacrata a Lui,<br />
certamente l’assisterà! -<br />
Il chirurgo scettico della riuscita,<br />
portò a termine l’intervento e la suora<br />
guarì perfettamente.<br />
Un giorno <strong>il</strong> <strong>Moscati</strong> incontran-
dola, le disse: - Sappiatene profittarne<br />
in bene della vita che <strong>il</strong> Signore vi ha<br />
ridonato. - Le sue predizioni si avveravano<br />
sempre. Celebre è rimasta quella<br />
fatta al grande tenore Enrico Caruso,<br />
che nel 1921 tornò gravemente malato<br />
dall’America. Era stato operato di pleurite<br />
purulenta, senza guarire. Si trovava in<br />
albergo a Sorrento e mandò a chiamare<br />
<strong>Moscati</strong> per farsi visitare. Il grande clinico<br />
napoletano subito accorse, smentì le<br />
diagnosi degli altri medici e disse a Caruso<br />
che era affetto da ascesso subfrenico<br />
e che versava in uno stato settico generale<br />
preoccupante che non gli permetteva<br />
alcuna guarigione. Poco dopo Caruso<br />
morì come aveva predetto <strong>Moscati</strong>.<br />
Un altro caso memorab<strong>il</strong>e è quello<br />
raccontato dal frate Celestino Testore.<br />
Egli era in fin di vita e tutti i medici al<br />
suo capezzale erano d’accordo a sottoporlo<br />
ad un intervento chirurgico. Solo<br />
<strong>Moscati</strong> era contrario e si opponeva<br />
persino ai suoi professori presenti in<br />
quel consulto. «Non sottoponetevi ad<br />
un’operazione» disse <strong>Moscati</strong> al paziente<br />
«voi guarirete fra un mese».<br />
Tutti gli altri medici rimasero scet-<br />
La lettura del racconto “Pellegrinaggio<br />
a Canneto”, si presenta fin dall’inizio<br />
particolarmente scorrevole ed <strong>il</strong> linguaggio<br />
colloquiale.<br />
Questo però non deve far pensare ad una<br />
lettura banale; tutt’’altro, le pagine di questo racconto<br />
sono ricchissime di particolari paesaggistici<br />
e naturalistici, di nomi e di luoghi della terra<br />
molisana e abruzzese.<br />
Un contesto quello paesaggistico che sembra<br />
vivere assieme ai protagonisti “<strong>il</strong> viaggio della<br />
fede”, non manca <strong>il</strong> bosco di confortare i pellegrini<br />
con i suoi profumi, con i suoi doni. La natura è<br />
inoltre testimone di tradizioni che si tramandano<br />
da generazioni, tradizioni che suggellano <strong>il</strong> “rito<br />
dell’amore” tra i giovani, sempre allo stesso<br />
modo.<br />
Esistono sentimenti puri che suggellano<br />
promesse alla Madonna, esistono squarci teneri<br />
e premurosi, certi di responsab<strong>il</strong>ità dettate dall’amore<br />
e dall’amore guidate,<br />
La narrazione ci porta a riflettere sul vero<br />
significato di queste pagine: a mio avviso queste<br />
non sono la semplice narrazione di un viaggio, di<br />
un pellegrinaggio.<br />
Il significato profondo va ricercato nella<br />
riscoperta dei valori della fede, valori quasi an-<br />
tici. Celestino Testore dopo un mese<br />
guarì perfettamente.<br />
Tanti e tanti sono i casi di guarigione<br />
miracolosa da lui compiuti. Molte<br />
persone che hanno r<strong>il</strong>asciato testimonianze<br />
raccontano che prima di visitarle<br />
<strong>Moscati</strong> diceva loro di pregare, di comunicarsi,<br />
di stare in grazia di Dio e dopo<br />
le guariva. Visitava gratuitamente ed ai<br />
poveri nella ricetta allegava di nascosto<br />
i soldi per comprarsi le medicine.<br />
Fu talmente prodigo e caritatevole<br />
che per aiutare i malati consumò tutti<br />
i suoi averi e la sua stessa vita. Infatti,<br />
morì alla giovane età di 47 anni.<br />
Egli unì in sé perfettamente: la<br />
scienza, la fede in Dio e la carità e<br />
trattava <strong>il</strong> malato come uomo e come<br />
persona. Soleva ripetere: «Il dolore va<br />
trattato non come un guizzo o una<br />
contrazione muscolare, ma come <strong>il</strong><br />
grido di un’anima, a cui un altro fratello,<br />
<strong>il</strong> medico, accorre con l’ardenza<br />
dell’amore e della carità».<br />
Il 16 novembre 1975, nella cerimonia<br />
di beatificazione, in piazza <strong>San</strong> Pietro<br />
a Roma, <strong>il</strong> pontefice Paolo VI disse:<br />
«<strong>Giuseppe</strong> <strong>Moscati</strong> è un medico che ha<br />
A n t o n i o A n g e l o n e<br />
cestrali in una terra, quella molisana aperta certamente<br />
al nuovo m<strong>il</strong>lennio,a custode attenta del<br />
proprio passato, della vocazione alla Madonna;<br />
tutto questo vive protetto dai suoi monti, dalle<br />
vallate generose dei suoi fiumi, da quella stupenda<br />
valle di Canneto dove si origina <strong>il</strong> fiume Melfa<br />
le cui acque furono benedette dalla Madonna. I<br />
sentieri che conducono al santuario, lungo i fianchi<br />
del monte Meta, si alternano tra luci e ombre<br />
del sole e tra notti stellate che incantano anche<br />
coloro che sono distratti.<br />
Momenti perduti oggi in un tempo in cui la<br />
fretta domina la vita, in un tempo in cui la fede è<br />
diventata un timido conforto ai nostri giorni in balia<br />
della bufera. Il merito di Angelone, è di averci<br />
rammentato che oltre la fretta, <strong>il</strong> lavoro ossessivo,<br />
l’indifferenza di certi giorni, c’è di più; Antonio<br />
ci ricorda che tutti noi siamo custodi della fede,<br />
ognuno di noi ha <strong>il</strong> dovere di tirare fuori ciò che<br />
di buono esiste nel nostro cuore. Ogni comunità<br />
ha <strong>il</strong> dovere di essere unita nella solidarietà, ogni<br />
comunità ha <strong>il</strong> dovere di tramandare ai più giovani<br />
le proprie origini e tradizioni.<br />
Probab<strong>il</strong>mente si cerca nel pellegrinaggio,<br />
la penitenza e <strong>il</strong> riscatto dai peccati, in un modo<br />
non eclatante ma sincero e soprattutto sentito da<br />
tutti, si dimostra così l’unità di una comunità le-<br />
fatto della sua professione una palestra<br />
di apostolato, una missione di carità.<br />
È un laico che ha fatto della sua vita<br />
una missione percorsa con autenticità<br />
evangelica».<br />
Giovanni Paolo II, <strong>il</strong> 25 ottobre<br />
1987, proclamandolo <strong>San</strong>to, affermò:<br />
«<strong>Giuseppe</strong> <strong>Moscati</strong> è un nuovo modello<br />
di santità, testimoniata in questo secolo,<br />
nella condizione laicale e nell’impegno<br />
professionale. Egli costituisce un<br />
esempio non solo da ammirare, ma<br />
da imitare, soprattutto da parte degli<br />
operatori sanitari: medici, infermieri<br />
ed infermiere, volontari e quanti sono<br />
impegnati nell’assistenza agl’infermi<br />
nel mondo della sanità e della salute.<br />
Egli si pone come un esempio anche<br />
per chi non ha fede».<br />
Quest’anno <strong>il</strong> grande medico napoletano<br />
che curò i malati non solo con la<br />
scienza, ma soprattutto con l’amore e la<br />
carità, va ricordato con maggiore attenzione,<br />
perché ricorrono l’ottantesimo<br />
anniversario della sua morte (1927) ed<br />
<strong>il</strong> ventesimo della sua canonizzazione<br />
(1987). Pasquale Di Petta<br />
“Pellegrinaggio a Canneto”<br />
I n s i e m e . . . l u n g o i s e n t i e r i d e l l a f e d e<br />
gata alle proprie tradizioni, alle proprie origini.<br />
Tra la narrazione dei fatti e dei personaggi,<br />
non mancano aneddoti che descrivono le tradizioni<br />
di queste terre ed anche simpatiche baruffe<br />
ed imprevisti di percorso che però non turbano<br />
più di tanto la Sacralità del viaggio. Certamente<br />
colorite le numerose espressioni dialettali, ad<br />
ornamento dello scritto, che però hanno reso<br />
difficoltosa la comprensione di certi passaggi per<br />
chi come me è di fuori.<br />
Antonio poi con <strong>il</strong> mio stesso rammarico,<br />
ci racconta che purtroppo e molto spesso queste<br />
tradizioni si perdono negli anni, nella turbolenta<br />
rivoluzione degli animi, che coinvolge indistintamente<br />
tutti.<br />
È diffic<strong>il</strong>e a volte andare contro corrente, e<br />
ricercare sotto la sabbia le nostre radici e tramandarle<br />
ai nostri figli. È un compito arduo per ognuno<br />
di noi, che però non deve intimorirci, quando<br />
la fede sopravvive nel cuore nonostante tutto.<br />
Carissimo Antonio, mi complimento vivamente<br />
per <strong>il</strong> riuscitissimo racconto e soprattutto per gli<br />
ottimi spunti di riflessione che mi hai dato.<br />
Katia Marionni<br />
D I C E M B R E 0 7 › V E R S O I L F U T U R O 7
8<br />
Pellegrinaggio al<br />
Gesù Nuovo di Napoli<br />
Anche quest’anno <strong>il</strong> centro<br />
culturale, ha partecipato<br />
al pellegrinaggio annuale<br />
in onore del Medico <strong>San</strong>to <strong>Moscati</strong>,<br />
presso <strong>il</strong> “Gesù Nuovo” di Napoli. Infatti<br />
domenica 11.11.2007, <strong>il</strong> Centro,<br />
previo allestimento di tre pulman,<br />
data la massiccia adesione non solo<br />
dei Forlivesi, ma anche di numerosi<br />
pellegrini dei comuni limitrofi, si recava<br />
presso la Bas<strong>il</strong>ica dove riposano<br />
le spoglie del <strong>San</strong>to.Il viaggio, inoltre,<br />
prevedeva ancha la visita, in mattinata,<br />
all’Abbazia di Casamari (FR) dove,<br />
circa verso le ore 11.00, ad attendere<br />
i pellegrini molisani si trovava Padre<br />
Anselmo che li ha guidati alla scoperta<br />
di questa meraviglia della natura,<br />
dall’incanto paradisiaco, uno dei più<br />
famosi monasteri italiani di architettura<br />
gotica – romanica, edificato sulle<br />
rovine dell’antico municipio romano<br />
di Cereatae, dedicato alla Dea Cerere.<br />
Il nome Casamari deriverebbe da<br />
Caio Mario (casa di Mario), celebre<br />
generale romano, difensore della plebe<br />
ed accanito avversario di S<strong>il</strong>la. La<br />
sua costruzione ebbe inizio nel lontano<br />
1203 e fu ultimata nel 1217, anno<br />
nel quale venne consacrata da Onorio<br />
› w w w . s a n t u a r i o s a n g i u s e p p e m o s c a t i . i t<br />
III°. Padre Anselmo ne ha ripercorso<br />
le vicende storiche in maniera esemplare,<br />
dando la possib<strong>il</strong>ità ai pellegrini<br />
di ammirarne i locali più suggestivi,<br />
come la Sala Refettorio, nella quale si<br />
deve tenere <strong>il</strong> massimo s<strong>il</strong>enzio durante<br />
la preghiera che accompagna i<br />
pasti quotidiani dei frati, la Sala Capitolo,<br />
nella quale ogni giorno si legge<br />
un Capitolo della Regola dell’Ordine<br />
Cistercense, <strong>il</strong> Chiostro con relativo<br />
giardino, attraversato nel sotterranno<br />
dall’antico acquedotto romano, ricco<br />
di un flora curata amorevolmente dai<br />
frati, dalla quale ricavano prodotti<br />
medi -camentosi e dolciari rari. Dopo<br />
aver visitato l’annessa Bas<strong>il</strong>ica, allietata<br />
dai canti gregoriani, si procedeva alla<br />
volta del “Gesù Nuovo”. Qui si perveniva<br />
intorno alle ore 15.30, per poi<br />
assistere alla celebrazione eucaristica<br />
curata dal parroco di Forlì del <strong>San</strong>nio,<br />
don Francesco Fantini. Quest’ultimo<br />
si soffermava, nel corso dell’omelia,<br />
sul valore universale ed imprescindib<strong>il</strong>e<br />
della Resurrezione, negata,<br />
risalendo al Vangelo del giorno, dai<br />
Sadducei. La Resurrezione è <strong>il</strong> fondamento<br />
della vita di ogni cristiano, <strong>il</strong><br />
punto di partenza e di arrivo di ogni<br />
cammino intrapreso nella direzione<br />
della Verità, della Vita e della Via, rivelazione<br />
continua dello Spirito <strong>San</strong>to.<br />
Per don Francesco <strong>San</strong> <strong>Giuseppe</strong> <strong>Moscati</strong><br />
rappresenta l’immagine viva dello<br />
Spirito, emanazione ineccepib<strong>il</strong>e<br />
ed ineffab<strong>il</strong>e di Esso. Non a caso, fin<br />
dalla prima adolescenza, si era già donato<br />
completamente al Signore, con<br />
abnegazione ed amore ineguagliab<strong>il</strong>i,<br />
facendo della sua verginità un emblema<br />
di rinascita, di completamento in<br />
Cristo e per Cristo, che non doveva<br />
cercarlo lontano, pochè lo incontrava<br />
ogniqualvolta curava i corpi e gli<br />
spiriti dei suoi malati, figure viventi<br />
del SIGNORE, <strong>il</strong> cui dolore fungeva<br />
da ristoro, da estasi per la sua anima<br />
tesa unicamente all’Altissimo. Il povero,<br />
l’emarginato, <strong>il</strong> sofferente erano <strong>il</strong><br />
suo pane quotidiano di vita e Resurrezione:<br />
infatti coloro che risusciteranno<br />
avranno parte alla vita di DIO.<br />
E <strong>San</strong> GIUSEPPE MOSCATI, al riguardo,<br />
ne è la testimonianza più diretta.<br />
<strong>Verso</strong> le ore 19.00 si ripartiva, di certo<br />
rinvigoriti di nuova speranza.<br />
Iliana Onesti<br />
Abbazia di Casamari (Frosinone)
Il tavolo dei relatori<br />
Il 25 novembre si è tenuta la<br />
Decima Giornata del Medico.<br />
Come avviene ormai da<br />
molti anni, la tematica affrontata nel<br />
corso del simposio è risultata della<br />
massima r<strong>il</strong>evanza, avendo, appunto,<br />
riguardato “Le malattie vascolari cerebrali<br />
acute e croniche”.<br />
Dopo i saluti del sindaco locale<br />
Antonio Sozio e del Presidente dr.<br />
Giocondino Rossi, si è dato inizio<br />
all’annuale tavola rotonda, i cui lavori<br />
sono stati seguiti con vivissimo<br />
interesse dal folto pubblico presente<br />
che ha, altresì, partecipato alla celebrazione<br />
eucaristica tenuta dal sacerdote<br />
locale, Don Francesco Fantini, <strong>il</strong><br />
quale nell’omelia si è soffermato soprattutto<br />
sul rapporto medico – paziente<br />
improntato alla dedizione più<br />
completa e sentita da parte del <strong>Moscati</strong><br />
che, nel curare i corpi dei sofferenti,<br />
riusciva a farne emergere le più<br />
intime sofferenze, quelle dell’anima.<br />
“Non lascerete di coltivare e rivedere<br />
ogni giorno le vostre conoscenze.<br />
Il progresso sta in una continua critica<br />
di quanto apprendemmo.<br />
Una sola scienza è incrollab<strong>il</strong>e e<br />
incrollata, quella rivelata da Dio”. Il<br />
Decima Giornata<br />
del Medico<br />
dottor Sergio Tartaglione, psichiatra<br />
e Presidente dell’Ordine Provinciale<br />
dei Medici Chirurghi e degli Odontoiatri<br />
della provincia di Isernia, nel<br />
portare i saluti, prima di presentare<br />
i lavori della conferenza, in veste anche<br />
di presidente dell’Associazione<br />
Medici Cattolici Italiani della Sezione<br />
diocesana Isernia-Venafro ha consegnato<br />
una targa ricordo ai fam<strong>il</strong>iari<br />
del giovane Alberto Rossi scomparso<br />
improvvisamente nel mese di marzo<br />
Il dott. Sergio Tartaglione<br />
scorso che in più occasioni aveva prestato<br />
la sua opera per la costruzione<br />
del santuario <strong>Moscati</strong>. Ai lavori hanno<br />
partecipato <strong>il</strong> dott. Ernesto Calabrese,<br />
Dirigente medico Unità Operativa<br />
di Nefrologia e Centro Ipertensione<br />
Ospedale “F. Veneziale” di Isernia, <strong>il</strong><br />
dottor Nicola Iorio, primario di Neurofisiopatologia<br />
Ospedale “F. Veneziale”<br />
di Isernia ed, infine, <strong>il</strong> dottor<br />
Carmine Vecchione, Responsab<strong>il</strong>e<br />
Unità Operativa Terapia Neuroangiologica<br />
IRCCS Neuromed di Pozz<strong>il</strong>li. In<br />
qualità di moderatore è intervenuto <strong>il</strong><br />
prof. Erberto Melaragno, Presidente<br />
IRCCS Neuromed di Pozz<strong>il</strong>li. Nel primo<br />
intervento <strong>il</strong> dottor Calabrese ha<br />
relazionato sui “Fattori Di Rischio”,<br />
evidenziando quanto e come possa<br />
incidere, relativamente ai rischi, la<br />
dialisi, che vede gli uomini più soggetti<br />
a patologie vascolari rispetto<br />
alle donne. Il dottor Calabrese si è<br />
soffermato anche su ulteriori fattori<br />
di rischio, quali i contraccettivi orali,<br />
l’obesità, l’ipertensione arteriosa, lo<br />
stress, l’ansia, <strong>il</strong> fumo di sigaretta, la<br />
cocaina, l’alcool, l’eredità, l’aterosclerosi<br />
ed <strong>il</strong> diabete mellito, molto relazionati<br />
ad eventuali ictus. L’elemento<br />
D I C E M B R E 0 7 › V E R S O I L F U T U R O 9
10<br />
che emerge, poi, dagli ultimi studi,<br />
riguarda la situazione economica che<br />
scopre i poveri più sani rispetto ai<br />
popoli più ricchi: lo studioso che ha<br />
approfondito questa relazione ricchezza<br />
– povertà è Ancel Keys, padre<br />
della “Dieta Mediterranea”, ipocalorica,<br />
nella quale l’olio, ricco di vitamine<br />
ed antiossidanti, la frutta e la verdura,<br />
risultano toccasana contro tali malattie.Nel<br />
secondo intervento <strong>il</strong> dottor<br />
Nicola Iorio ha trattato degli “Aspetti<br />
Clinici” dell’ictus cerebrale, terza<br />
causa di morte in Italia, che colpisce<br />
<strong>il</strong> 10–12% della popolazione: infatti<br />
ogni anno si registrano circa 196.000<br />
casi di ictus cerebrale, che può essere<br />
ischemico ed emorragico.<br />
Quest’ultimo è più raro e rappresenta<br />
solo <strong>il</strong> 15% di tutti gli ictus,<br />
ma estremamente più grave di quello<br />
ischemico e spesso è fatale. Quello<br />
ischemico, causato da aterosclerosi,<br />
occlusione di piccole arterie, da em-<br />
› w w w . s a n t u a r i o s a n g i u s e p p e m o s c a t i . i t<br />
bolìa arteriosa, anomalìe emodinamiche,<br />
colpisce, soprattutto, soggetti<br />
con età superiore a 70 anni. Al suo<br />
verificarsi occorre usare molta tempestivita’<br />
negli interventi terapeutici:<br />
eseguire subito TAC e Risonanza magnetica<br />
entro 24 ore, effettuare i relativi<br />
esami di laboratorio, nonché la<br />
radiografia del torace. Ha chiuso i lavori<br />
<strong>il</strong> dottor Carmine Vecchione, che<br />
ha seguito <strong>il</strong> percorso “Dalla Terapia<br />
Medica Alla Riab<strong>il</strong>itazione”: <strong>il</strong> dottor<br />
Vecchione ha divulgato i dati di una<br />
ricerca effettuata dal consorzio MO-<br />
LIGAL, agenzia per lo sv<strong>il</strong>uppo locale<br />
rurale. I dati emersi registrano fattori<br />
di rischio, in Molise, per soggetti di<br />
età media 66 anni, presenti nella nostra<br />
regione in maniera più evidente<br />
rispetto alla media nazionale.<br />
Tra le cause primarie compaiono<br />
<strong>il</strong> diabete, l’ipertensione arteriosa ed<br />
<strong>il</strong> fumo di sigaretta. Inoltre i pazienti<br />
più istruiti si recano più spesso dal<br />
medico ed in ambulatorio, mentre i<br />
detentori, per esempio, della licenza<br />
Il dott. Ernesto Calabrese<br />
elementare fanno r<strong>il</strong>evare una scarsa<br />
presenza ambulatoriale. Molti casi<br />
di TIA (ischemia transitoria), con<br />
frequenza, anche in questo caso,<br />
superiore alla media nazionale. Per<br />
la riab<strong>il</strong>itazione si deve intervenire<br />
con terapia anticoagulante, esercizi<br />
di Fisiokinesiterapia e con ricoveri in<br />
Stroke Unit (Centri di terapia per malattie<br />
cerebrovascolari) che mancano<br />
in Molise. Ha chiuso i lavori <strong>il</strong> prof.<br />
Melaragno, non solo ringraziando i<br />
presenti, ma invitando tutti a porre<br />
maggiore attenzione a tali tematiche,<br />
proprio seguendo i dettami dello spirito<br />
umanitario che animava <strong>San</strong> <strong>Giuseppe</strong><br />
<strong>Moscati</strong>.<br />
I.O.
La seconda enciclica<br />
di Benedetto XVI intitolata<br />
“Spe Salvi”<br />
Pensavo di fare un semplice<br />
riassunto dell’enciclica<br />
appena pubblicata di Benedetto<br />
XVI intitolata “Spe Salvi” che<br />
significa salvi per la speranza, ma poi<br />
esaminando meglio le cose ho ritenuto<br />
di offrirvi un approfondimento su<br />
alcuni punti di essa. In questo modo<br />
evito che qualche lettore possa pensare<br />
di conoscere l’enciclica senza<br />
leggerla tutta e in più lo aiuto ad approfondire<br />
quello che la stessa enciclica<br />
afferma. Partiamo dalla definizione<br />
della speranza e anzitutto distinguiamo<br />
due realtà ben diverse che tutte<br />
due sono dette speranza:<br />
1) la passione della speranza ha<br />
per oggetto <strong>il</strong> bene arduo, <strong>futuro</strong>,<br />
possib<strong>il</strong>e, inerente ai sensi, bene cui<br />
ci avviciniamo, essa si oppone alla disperazione<br />
che ha per oggetto <strong>il</strong> bene<br />
arduo, impossib<strong>il</strong>e e che si allontana;<br />
essa deriva dall’amore del bene che<br />
si spera e a sua volta essa può essere<br />
causa dell’amore verso colui nel quale<br />
si spera;<br />
2) la virtù che è detta speranza e<br />
che è una disposizione a bene operare,<br />
infusa in noi da Dio, per la quale<br />
l’uomo si appoggia all’aiuto divino per<br />
giungere al Paradiso, di questa virtù<br />
parla principalmente <strong>il</strong> Papa nell’enciclica.<br />
Per intendere meglio la virtù<br />
di cui stiamo parlando ricordiamo la<br />
formula dell’atto di questa virtù: “Mio<br />
Dio spero dalla tua bontà, per le tue<br />
promesse e per i meriti di Gesù Cristo,<br />
la vita eterna e le grazie necessarie per<br />
meritarla con le buone opere che io<br />
debbo e voglio compiere”.<br />
Si noti bene che la speranza attua<br />
la salvezza in noi se è perfetta cioè se è<br />
unita alla carità; se non è unita alla carità<br />
la speranza è detta imperfetta o<br />
informe e non attua in noi la salvezza:<br />
cioè se io spero in Dio ma non amo,<br />
con la carità, Dio al di sopra di tutto, io<br />
non ho la vita di Dio in me e quindi<br />
non sono salvo cioè se rimango così e<br />
non accolgo in me la carità prima della<br />
mia morte, vado all’inferno. La speranza<br />
secondo la dottrina cattolica ribadita<br />
dal Papa ha dei luoghi di apprendimento<br />
ed esercizio,<strong>il</strong> Papa ne elenca<br />
tre: la preghiera, la sofferenza e <strong>il</strong> giudizio.<br />
Mi pare importante qui sottolineare<br />
la radicale importanza della preghiera<br />
per ricevere la speranza piena,<br />
perfetta, unita alla carità: diceva s. Bonaventura<br />
a questo riguardo “.. se vuoi<br />
sradicare dalla tua anima tutti i vizi e<br />
piantare al loro posto la virtù, sii uomo<br />
di preghiera”. La preghiera è <strong>il</strong> motore<br />
della vita spirituale, perciò S. Pietro di<br />
Alcantara raccogliendo le testimonianze<br />
dei grandi santi dice che essi consigliano<br />
di impiegare per la preghiera “<strong>il</strong><br />
maggior tempo possib<strong>il</strong>e” Aggiunge<br />
poi questo stesso santo “Scendendo<br />
più in particolare a delimitare questo<br />
tempo, mi sembra che se è inferiore<br />
ad un’ora e mezzo o due ore, sia troppo<br />
poco per la preghiera ... Chi avesse<br />
tuttavia scarsità di tempo per le sue<br />
troppe occupazioni, non rinunci ad<br />
offrire la sua monetina come la povera<br />
vedova nel tempio (Lc 21, 2), perché<br />
se ciò non dipende dalla sua negligenza,<br />
colui che provvede alle creature<br />
conformemente alla loro natura e necessità,<br />
provvederà anche a lui in base<br />
alla sua.” Un metodo molto efficace<br />
che permette di pregare profondamente<br />
anche a color che hanno poco<br />
tempo da dedicare solo alla preghiera<br />
è “ <strong>il</strong> richiamo continuo di Dio, tornare<br />
sempre alla sua presenza e fare uso di<br />
quelle brevi preghiere che sant’Agostino<br />
chiama giaculatorie”; le giaculatorie<br />
sono preghiere brevissime (ad es.<br />
“Gesù salvaci”), tra queste brevi preghiere<br />
la tradizione cristiana ha fatto<br />
emergere la formula di preghiera, famosa,<br />
“Gesù Cristo, Figlio di Dio, Signore,<br />
abbi pietà di noi peccatori” che<br />
è appunto la più famosa invocazione<br />
del s. Nome di Gesù. Dice a questo riguardo<br />
<strong>il</strong> Catechismo della Chiesa Cattolica<br />
al n.2668 “L’invocazione del santo<br />
Nome di Gesù è la via più semplice<br />
della preghiera continua. Ripetuta<br />
spesso da un cuore um<strong>il</strong>mente attento,<br />
non si disperde in fiumi di parole,<br />
[Cf Mt 6,7 ] ma custodisce la Parola e<br />
produce frutto con la perseveranza [Cf<br />
Lc 8,15 ]. Essa è possib<strong>il</strong>e “in ogni tempo”,<br />
giacché non è un’occupazione<br />
accanto ad un’altra, ma l’unica occupazione,<br />
quella di amare Dio, che anima<br />
e trasfigura ogni azione in Cristo<br />
Gesù.” E lo stesso testo aggiunge<br />
(n.2660 ) “Pregare negli avvenimenti<br />
di ogni giorno e di ogni istante è uno<br />
dei segreti del Regno rivelati ai “piccoli”,<br />
ai servi di Cristo, ai poveri delle<br />
beatitudini. ...è ... importante “impastare”<br />
mediante la preghiera le um<strong>il</strong>i<br />
situazioni quotidiane.” Dunque la preghiera<br />
sv<strong>il</strong>uppa in noi la santa speranza<br />
e perciò la preghiera vera ci fa altresì<br />
allontanare ogni falsa speranza che<br />
danneggia la speranza vera e perfetta,<br />
la preghiera vera infatti ci riempie di<br />
Spirito <strong>San</strong>to che è Dio e che e ci rende<br />
uomini spirituali che sanno giudicare<br />
e distinguere <strong>il</strong> bene dal male.<br />
Appunto parlando in Nome di Dio, <strong>il</strong><br />
Papa, nell’enciclica che stiamo esami-<br />
D I C E M B R E 0 7 › V E R S O I L F U T U R O 11
12<br />
nando, mette in particolare r<strong>il</strong>ievo una<br />
falsa speranza, teorizzata da alcuni<br />
pensatori cosiddetti moderni a partire<br />
dal 1500 d. C. circa; tale speranza, nei<br />
primi f<strong>il</strong>osofi che l’hanno<br />
teorizzata(anzitutto F. Bacon), possiamo<br />
dire che manteneva generalmente<br />
Dio e <strong>il</strong> Paradiso come Fine della vita<br />
dell’uomo ma affermava, si noti bene,<br />
che per giungere a tale fine non era<br />
più necessario appoggiarsi a Dio stesso<br />
e seguirlo nel cammino della grazia,<br />
della fede, della carità e dei sacramenti,<br />
come insegna <strong>il</strong> s. Vangelo, ma <strong>il</strong><br />
mezzo per giungere a quel fine era la<br />
scienza in quanto poteva cambiare la<br />
vita dell’uomo. Dice perciò <strong>il</strong> s. Padre<br />
riguardo a questa falsa speranza“Così<br />
anche la speranza ... riceve (nella dottrina<br />
di questi autori) una nuova forma”<br />
essa “si chiama: fede nel progresso..”<br />
Non è più Dio che salva ma è<br />
l’uomo che si salva con la scienza e la<br />
scienza diventa una specie di dio, un<br />
falso dio, cioè un idolo, dal quale l’uomo<br />
crede di poter essere salvato e redento...dunque<br />
non più fede in Dio<br />
attraverso Cristo ma fede nella scien-<br />
za, nel progresso .. I falsi dei, però,<br />
non solo non salvano ma distruggono<br />
anche l’uomo, e la scienza-dea mostrò<br />
ben presto <strong>il</strong> suo potere di distruzione<br />
in particolare “generando” la profonda<br />
miseria di tanti uomini, i cosiddetti<br />
proletari cioè coloro che furono ridotti<br />
ad avere solo i figli, praticamente<br />
senza nessun bene materiale per vivere.<br />
Precisa <strong>il</strong> Papa a questo proposito<br />
“La scienza può contribuire molto all’umanizzazione<br />
del mondo e dell’umanità.<br />
Essa però può anche distruggere<br />
l’uomo e <strong>il</strong> mondo, se non<br />
viene orientata da forze che si trovano<br />
al di fuori di essa.” Nel caso che stiamo<br />
esaminando, la scienza non orientata<br />
› w w w . s a n t u a r i o s a n g i u s e p p e m o s c a t i . i t<br />
dalla carità realizzò una vera distruzione<br />
della vita di molti uomini e preparò<br />
ad una distruzione ancora più terrib<strong>il</strong>e,<br />
infatti in quello stesso contesto storico<br />
si sv<strong>il</strong>uppò la dottrina comunista<br />
di Marx , la quale , radicalmente atea<br />
(cioè idolatra come spiegheremo) e<br />
materialista mirò a costruire una nuova<br />
falsa speranza; si noti che, come<br />
sottolinea Benedetto XVI, <strong>il</strong> marxismo<br />
e in genere l’ateismo degli ultimi 2 secoli<br />
si sv<strong>il</strong>uppa, paradossalmente,<br />
come un moralismo “L’ateismo del<br />
XIX e del XX secolo è, secondo le sue<br />
radici e la sua finalità, un moralismo:<br />
una protesta contro le ingiustizie del<br />
mondo e della storia universale.” Secondo<br />
<strong>il</strong> pensiero ateista, che <strong>il</strong> Papa<br />
riporta “Un mondo, nel quale esiste<br />
una tale misura di ingiustizia, di sofferenza<br />
degli innocenti e di cinismo del<br />
potere, non può essere l’opera di un<br />
Dio buono. Il Dio che avesse la responsab<strong>il</strong>ità<br />
di un sim<strong>il</strong>e mondo, non<br />
sarebbe un Dio giusto e ancor meno<br />
un Dio buono. È in nome della morale<br />
che bisogna contestare questo Dio.<br />
Poiché non c’è un Dio che crea giustizia,<br />
sembra che l’uomo stesso ora sia<br />
chiamato a stab<strong>il</strong>ire la giustizia”. Tale<br />
ristab<strong>il</strong>imento della giustizia si attuerà,<br />
secondo l’ideologia marxista, con un<br />
deciso intervento politico e quindi<br />
economico, cioè con la rivoluzione. La<br />
speranza marxista è una speranza materialista:<br />
tutta immersa in questo<br />
mondo, appoggiata sulla forza dell’uomo<br />
e avente per fine una specie di paradiso<br />
da realizzare sulla terra; più a<br />
fondo, essa è immersa in una ideologia<br />
che non solo misconosce Dio ma<br />
che addirittura muove l’uomo a distruggere<br />
la fede in Dio. Dio ..la Chiesa<br />
sono i nemici del vero comunista<br />
marxista perciò Pio XI poté dire a questo<br />
riguardo “ Dove <strong>il</strong> comunismo ha<br />
potuto affermarsi e dominare ... ivi si è<br />
sforzato con ogni mezzo di distruggere<br />
(e lo proclama apertamente) fin<br />
dalle sue basi la civ<strong>il</strong>tà e la religione<br />
cristiana..”(enciclica “Divini<br />
Redemptoris”n.19) e poiché è proprio<br />
di satana opporsi radicalmente a Dio,<br />
al suo Cristo e alla sua Chiesa, Pio XI<br />
poté definire <strong>il</strong> “comunismo ateo” con<br />
<strong>il</strong> termine di “satanico flagello”(enciclica<br />
“Divini Redemptoris” n.7)... Perciò la<br />
speranza marxista , in fondo, è radicalmente<br />
contraria alla speranza cristiana<br />
ed è in certo modo radicalmente antiumana<br />
; essa infatti si basa su una dottrina<br />
che, rifiutando e osteggiando Dio<br />
rifiuta anche e osteggia sia una retta<br />
visione dell’uomo, sia la reale salvezza<br />
dell’uomo attraverso Cristo. In questa<br />
linea dice <strong>il</strong> Papa “l’uomo .. non è solo<br />
<strong>il</strong> prodotto di condizioni economiche<br />
e non è possib<strong>il</strong>e risanarlo solamente<br />
dall’esterno creando condizioni economiche<br />
favorevoli” come diceva Marx<br />
...e aggiunge <strong>il</strong> Papa “non è” neppure<br />
“la scienza che salva l’uomo”.. “La protesta<br />
contro Dio in nome della giustizia<br />
non serve. Un mondo senza Dio è<br />
un mondo senza speranza (cfr Ef 2,12).<br />
Solo Dio può creare giustizia.” ...“Gesù<br />
Cristo ci ha « redenti »” e ci ha donato<br />
la vera speranza , perciò Benedetto<br />
XVI afferma “In questo senso è vero<br />
che chi non conosce Dio, pur potendo<br />
avere molteplici speranze, in fondo è<br />
senza speranza, senza la grande speranza<br />
che sorregge tutta la vita (cfr Ef<br />
2,12). La vera, grande speranza dell’uomo,<br />
che resiste nonostante tutte le<br />
delusioni, può essere solo Dio – <strong>il</strong> Dio<br />
che ci ha amati e ci ama tuttora « sino<br />
alla fine », « fino al pieno compimento<br />
» (cfr Gv 13,1 e 19, 30).” cioè...è Cristo<br />
che salva l’uomo nella carità e nella<br />
vera speranza e lo salva liberandolo<br />
dai nemici spirituali: la carne , <strong>il</strong> diavolo<br />
e <strong>il</strong> mondo. Cristo per quello che<br />
abbiamo appena detto salva <strong>il</strong> mondo<br />
liberandolo anche da quelle realtà, i<br />
cosiddetti idoli, come la scienza e<br />
l’ideologia comunista atea, che tendono<br />
a prendere <strong>il</strong> posto di Dio per “salvare”<br />
e guidare la vita dell’uomo. Idolo<br />
è precisamente tutto ciò che prende<br />
nella vita dell’uomo <strong>il</strong> posto che è proprio<br />
di Dio. La cultura moderna radicata<br />
profondamente nelle false speranze<br />
che finora abbiamo indicato è piena di<br />
idoli; l’uomo, infatti, che è creato da<br />
Dio per Dio, o si sottomette al vero<br />
Dio o si deve sottomettere ad un falso<br />
dio, cioè ad un idolo; la cultura moderna<br />
che in buona parte ha allontanato<br />
l’uomo dal vero Dio, ha messo l’uomo<br />
stesso nelle mani di tanti falsi dei:<br />
la scienza, l’ideologia, <strong>il</strong> piacere, <strong>il</strong> denaro,<br />
<strong>il</strong> potere ...etc. L’ateismo , quindi,<br />
come anticipammo più sopra, in<br />
realtà è idolatria! .. La Madonna, che <strong>il</strong><br />
Papa presenta al termine dell’enciclica<br />
come stella della speranza, ci doni<br />
grande sapienza per riconoscere gli<br />
idoli che fossero nel nostro cuore, per<br />
liberarci da ogni legame con ogni falsa<br />
speranza e per crescere sempre più<br />
nella speranza che ci fa salvi.<br />
D. Tullio Rotondo
Relazione del presidente<br />
all’assemblea<br />
dei soci a consuntivo<br />
dell’attività 2006<br />
Gent<strong>il</strong>issimi Soci, è sempre<br />
un piacere ritrovarsi uniti<br />
per fare <strong>il</strong> punto di un’attività<br />
che continua a segnare <strong>il</strong> passo all’insegna<br />
della solidarietà. Dopo un anno<br />
che è appena trascorso, ci apprestiamo<br />
a fare <strong>il</strong> consuntivo delle cose fatte; ricordiamo<br />
che l’anno scorso l’assemblea<br />
si svolse in data 25 marzo e in quella<br />
data rinnovammo anche le cariche con<br />
l’impegno di concorrere ad allargare i<br />
consensi intorno alle attività che stiamo<br />
portando avanti. Mi sembra che tale impegno<br />
sia stato sufficientemente onorato<br />
tanto è vero che i lavori, compatib<strong>il</strong>mente<br />
alle modeste risorse, sono andati<br />
domenica 28 gennaio 2007<br />
avanti e ancora una volta possiamo dire<br />
che la struttura ha assunto una immagine<br />
gradevole. Abbiamo provveduto a<br />
realizzare la rifinitura dell’intonaco sulle<br />
pareti esterne, ad installare le gronde<br />
per la raccolta delle acque piovane, effettuati<br />
lavori per la rifinitura dei bagni<br />
e si è installato l’impianto audio che è in<br />
via di collaudo finale. Dal punto di vista<br />
delle attività culturali abbiamo st<strong>il</strong>ato e<br />
realizzato un programma abbastanza<br />
impegnativo. Dall’11 al 15 luglio abbiamo<br />
partecipato con una rappresentanza<br />
all’incontro con l’amministrazione di<br />
Rives unitamente ai rappresentanti dell’amministrazione<br />
comunale del nostro<br />
Il salone del costruendo <strong><strong>San</strong>tuario</strong><br />
paese. Abbiamo potuto constatare con<br />
quanto piacere la comunità di Rives ha<br />
accolto l’iniziativa del gemellaggio. E’<br />
questo un modo per promuovere incontri<br />
successivi allo scopo di migliorare<br />
le conoscenze della lingua, della cultura<br />
e delle tradizioni dei due paesi, anche<br />
per stimolare i cittadini a creare condizioni<br />
favorevoli sulla base di esperienze<br />
di realtà più progredite per una convivenza<br />
qualitativamente migliore. Una<br />
risorsa da valorizzare sarebbe quella di<br />
mettere in contatto i nostri anziani, visto<br />
che nel nostro comune la maggioranza<br />
delle persone è rappresentata proprio da<br />
anziani, con quella realtà per uno scam-<br />
D I C E M B R E 0 7 › V E R S O I L F U T U R O 13
14<br />
Particolare degli infissi<br />
bio di opinioni. Ed è proprio di qualche<br />
giorno la richiesta pervenuta da una casa<br />
per anziani di Rives dove dimorano 20<br />
persone che chiedono di corrispondere<br />
con i nostri anziani e personalmente<br />
ho preso contatto con <strong>il</strong> Centro anziani<br />
“Sabino d’Acunto” di Isernia ed è stata<br />
manifestata molta attenzione per uno<br />
scambio di corrispondenza. Un’altra manifestazione<br />
che ha suscitato interesse<br />
ed ha trovato <strong>il</strong> coinvolgimento di molte<br />
persone e dei mass media al di là delle<br />
nostre aspettative, è stata la rappresentazione<br />
pratica di come si mieteva e si<br />
trebbiava una volta. Non meno coinvolgenti<br />
sono state la passeggiata ecologica<br />
effettuata a Fornelli, la Via Crucis, la funzione<br />
religiosa del 6 agosto, la giornata<br />
del medico ed <strong>il</strong> recente viaggio annuale<br />
alla tomba del <strong>San</strong>to avvenuta <strong>il</strong> 12 novembre<br />
2006. Tutte attività che abbiamo<br />
riportato ampiamente sulla nostra rivista<br />
<strong>Verso</strong> <strong>il</strong> Futuro che rappresenta <strong>il</strong> mezzo<br />
che ci permette di tenere informati i nostri<br />
gent<strong>il</strong>i lettori e sostenitori. A loro vadano<br />
i nostri ringraziamenti per la loro<br />
generosità; oggi grazie a loro possiamo<br />
mettere, dietro richiesta, a disposizione<br />
un locale accogliente per qualsiasi tipo<br />
di incontro socio culturale e religioso.<br />
Ora dobbiamo mirare a sistemare alcune<br />
rifiniture ed ammob<strong>il</strong>iare <strong>il</strong> locale da<br />
adibire a sede del centro culturale. Il materiale<br />
acquisito e quello pubblicato nel<br />
corso degli anni deve essere custodito<br />
accuratamente e messo a disposizione di<br />
quanti vorranno concorrere a promuovere<br />
insieme a noi <strong>il</strong> culto a S. <strong>Giuseppe</strong><br />
<strong>Moscati</strong>. Una sala attrezzata con materiale<br />
di fac<strong>il</strong>e consultazione ci consente<br />
di raggiungere meglio i nostri obiettivi.<br />
Abbiamo <strong>il</strong> dovere di farlo visto l’impegno<br />
che ci siamo presi, dobbiamo imparare<br />
a gestire meglio questo tempo che<br />
molte volte rappresenta un nemico per<br />
la nostra salute; dobbiamo continuare a<br />
operare con determinazione pensando<br />
› w w w . s a n t u a r i o s a n g i u s e p p e m o s c a t i . i t<br />
che quello che facciamo ha come fine la<br />
promozione del bene comune. Dobbiamo<br />
anche protendere a conservare un<br />
ambiente naturale di questa area sensib<strong>il</strong>izzando<br />
non solo i cittadini ma anche<br />
le istituzioni per creare attività che ben<br />
si coniugano con questo luogo: pensiamo<br />
ad un’area attrezzata per gli scauts<br />
dal momento che i containers potrebbero<br />
essere una risorsa per assolvere alla<br />
funzione di ricezione; pensiamo ad un<br />
monumento della transumanza visto<br />
che siamo a confine del tratturo Pescasseroli-<br />
Candela che costituisce un bene<br />
storico, pensiamo alla sistemazione del<br />
terreno sul quale abbiamo effettuato la<br />
mietitura per adibirlo alla coltivazione di<br />
frutti minori come more, fragole, lamponi,<br />
ecc. e con erbe aromatiche o con<br />
alberi di frutto. Naturalmente le idee<br />
sono tante e sicuramente più di qualcosa<br />
si può fare; se ci fermiamo, come<br />
non è nostro st<strong>il</strong>e, concorriamo ad alimentare<br />
l’inerzia e l’apatia che oggi sta<br />
attecchendo come la gramigna in molte<br />
persone. Operare per <strong>il</strong> bene sociale significa<br />
gratuità e significa anche sacrificare<br />
<strong>il</strong> proprio tempo, toglierlo oltre che<br />
a noi stessi, alla nostra famiglia, ai nostri<br />
amici. Se consideriamo questi elementi<br />
in positivo in <strong>futuro</strong> i nostri posteri potranno<br />
raccogliere l’esempio ed i frutti<br />
che abbiamo loro riservato, nel caso<br />
contrario, saremo additati come coloro<br />
che hanno contribuito ad indebitare una<br />
società che mira solo al raggiungimento<br />
di momenti frivoli e che va verso l’autodistruzione<br />
dei valori veri. Vorrei avviarmi<br />
a conclusione rivolgendo anche a<br />
nome di tutti voi <strong>il</strong> ringraziamento sincero<br />
a quanti ci sostengono e ci spronano<br />
nel portare avanti le nostre iniziative,<br />
particolarmente a chi contribuisce con<br />
la generosità e dedizione a far crescere<br />
questi servizi. Mentre ringrazio tutti voi<br />
un pensiero affettuoso è doveroso riservarlo<br />
al nostro Vescovo Emerito Andrea<br />
Gemma, collocato a riposo, per <strong>il</strong> contributo<br />
offertoci durante la sua permanenza<br />
nella nostra Diocesi. Ancora una volta<br />
<strong>il</strong> nostro ricordo affettuoso a Mons. Ettore<br />
Di F<strong>il</strong>ippo che volle benedire questo<br />
luogo e infonderci quello slancio che ci<br />
ha portato a compiere quello che è sotto<br />
gli occhi di tutti scomparso <strong>il</strong> 18 dicembre<br />
2006 e che questa sera abbiamo<br />
commemorato con la bellissima cerimonia<br />
officiata da Don Franco. Concludo<br />
affidandoci all’insegnamento di quanti<br />
ci vogliono bene ma non diffidando del<br />
nostro impegno, quello di tutti che deve<br />
essere sempre puntuale, attento, sentito<br />
conferito con <strong>il</strong> cuore secondo le possib<strong>il</strong>ità<br />
che derivano dalla forza che ci ha<br />
dato <strong>il</strong> nostro creatore.<br />
G. Rossi<br />
Il portone d’ingresso del <strong><strong>San</strong>tuario</strong>
IIl percorso che ha favorito<br />
questo disegno ha le sue radici<br />
nel dialogo iniziato da anni<br />
tra due associazioni: una costituitasi<br />
in Italia nel 1990 denominata “Centro<br />
Culturale S. <strong>Giuseppe</strong> <strong>Moscati</strong>”<br />
l’altra in Francia nel 1996 “Vers le futur”.<br />
Mario Massucci nato a Forlì del<br />
<strong>San</strong>nio nel 1956 emigrato in Francia<br />
insieme ai suoi genitori da ragazzino,<br />
non ha mai smesso di amare <strong>il</strong> suo<br />
paese natale. Prima vi tornava con i<br />
suoi genitori quasi una volta l’anno,<br />
ma appena diventò maggiorenne e<br />
conseguì la patente, spesso vi giungeva<br />
in moto anche due volte l’anno.<br />
Sposato con la sig. ra Regina è padre<br />
di due figli: Damiano e Stefano; è un<br />
esperto della razza dei cani per la difesa<br />
dei greggi e ancora adesso non<br />
passa un anno che non si concede<br />
un soggiorno di qualche settimana<br />
insieme alla sua famiglia nella casa<br />
di Forlì del <strong>San</strong>nio. E’ stato proprio<br />
l’amore per Forlì che a Mario è venuta<br />
l’idea allorquando ha saputo che si<br />
era costituita la nostra associazione<br />
di intavolare rapporti culturali con i<br />
suoi paesani, ma, dotato di acuta sensib<strong>il</strong>ità<br />
e di larghe vedute, ha pensato<br />
bene di parlare con i suoi amici di<br />
Rives per verificare l’opportunità di<br />
Le autorità durante la stesura della delibera cons<strong>il</strong>iare - Agosto 2007<br />
Forlì del <strong>San</strong>nio<br />
Gemellato con Rives<br />
costituire, anche in Francia, una associazione<br />
culturale che potesse meglio<br />
dialogare con la nostra. La sua idea è<br />
piaciuta molto agli amici, tanto che<br />
hanno voluto che in qualità di presidente<br />
della nostra associazione andassi<br />
in Francia nel periodo pasquale<br />
del 1996 per <strong>il</strong>lustrare loro quali potessero<br />
essere gli obiettivi reciproci<br />
per conseguire scambi socio-culturali.<br />
Raccolsi l’invito con molto piacere<br />
specialmente perché sia io che Mario<br />
eravamo convinti che l’incontro<br />
avrebbe potuto procurare prospettive<br />
favorevoli per le nostre comunità.<br />
Mio figlio Alberto allora sedicenne fu<br />
contento di accompagnarmi anche<br />
perché poteva trascorrere le vacanze<br />
pasquali in modo diverso dal solito.<br />
Rimanemmo a Rives quattro giorni<br />
circondati da un affetto fraterno e<br />
molto fam<strong>il</strong>iare. Il padre di Mario, Elio<br />
e la mamma Livia ci fecero sentire più<br />
che a casa nostra tant’è che Alberto<br />
ha sempre conservato di quella visita<br />
un piacevole ricordo ed un legame<br />
particolare per la famiglia di Mario. A<br />
Rives ebbi modo di incontrare molti<br />
amici di Mario tra i quali <strong>il</strong> prof. Mario<br />
Montaldo anche lui di origine italiana<br />
che è stato <strong>il</strong> primo segretario dell’associazione<br />
“Vers le futur” e <strong>il</strong> sindaco<br />
Alain Dezempte che ancora oggi ricopre<br />
tale carica. Già da allora si parlò<br />
che nell’ambito degli scambi socioculturali<br />
si sarebbe potuto addivenire<br />
ad un gemellaggio oltre che tra le due<br />
associazioni anche fra i due Comuni.<br />
In Francia le associazioni vengono riconosciute<br />
in primo luogo dal Comune<br />
che cura <strong>il</strong> patrocinio delle attività<br />
e già in quella circostanza <strong>il</strong> sindaco<br />
Alain manifestò ampia disponib<strong>il</strong>ità a<br />
sostenere l’iniziativa: si trattava di costituire<br />
anche a Rives una associazione<br />
che poi si sarebbe gemellata con<br />
la nostra. Il 25 luglio del 1996 nasceva<br />
così l’associazione “Vers le futur” presieduta<br />
da Mario Massucci e un anno<br />
dopo (luglio 1997) si celebrava <strong>il</strong> gemellaggio<br />
tra le due associazioni nella<br />
sala municipale di Rives alla presenza<br />
di numerosi amministratori del rappresentante<br />
legale della Parrocchia<br />
<strong>San</strong> Biagio di Forlì del <strong>San</strong>nio sac.<br />
Francesco Fantini e di un folto pubblico<br />
(vedi <strong>Verso</strong> <strong>il</strong> Futuro –anno VII<br />
n. 2 – agosto 97 pag. 1 e n. 3 pag. 5).<br />
Nell’agosto del 1998 una delegazione<br />
capeggiata dal sindaco Dezempte e<br />
da Mario Massucci rendeva la prima<br />
visita ufficiale alla nostra associazione<br />
e nell’occasione incontrava l’amministrazione<br />
comunale presieduta dal<br />
D I C E M B R E 0 7 › V E R S O I L F U T U R O 15
16<br />
sindaco Sergio Lerza. Gli amici francesi<br />
durante la permanenza di una<br />
settimana rimasero particolarmente<br />
attratti dalla semplicità della nostra<br />
gente, dal calore umano, dalla genuinità<br />
dei nostri prodotti e dalle bellezze<br />
naturali della nostra regione, nonché<br />
dei siti archeologici di Sepino e Pietrabbondante.<br />
Tra le attività promosse<br />
dall’associazione francese “Vers le<br />
Futur” rientra l’organizzazione della<br />
“Settimana della transumanza” svoltasi<br />
nel mese di maggio del 2000 a cui<br />
ha partecipato una rappresentanza<br />
della nostra associazione insieme allo<br />
studioso della materia prof. Natalino<br />
Paone. Un altro incontro di r<strong>il</strong>ievo è<br />
avvenuto nel 2002 presso <strong>il</strong> Centro<br />
Sociale comunale di Rives in seguito<br />
ad una gita organizzata a Lourdes e a<br />
Parigi. In quella circostanza gli amici<br />
francesi vollero offrirci un obolo per<br />
la messa a dimora di alcune piante<br />
lungo la strada che accede al santuario<br />
S. <strong>Giuseppe</strong> <strong>Moscati</strong>. Un momento<br />
di coesione fra le due amministrazioni<br />
è avvenuto a Rives nel mese di<br />
luglio 2004 in occasione dell’inaugurazione<br />
di un intervento stradale denominato<br />
“Le giratorie de l’Europe”<br />
(vedi <strong>Verso</strong> <strong>il</strong> Futuro – anno XIV, n.<br />
2 – luglio 2004 – pagg.1-2-). Nell’agosto<br />
del 2005 presso la sede comunale<br />
di Forlì del <strong>San</strong>nio si dava corso, alla<br />
presenza della delegazione francese,<br />
alla prima delibera di intenti per addivenire<br />
al gemellaggio fra i due Comuni.<br />
Nel febbraio del 2006 i rappresentanti<br />
delle due associazioni si sono<br />
incontrati a Rives per parlare delle<br />
› w w w . s a n t u a r i o s a n g i u s e p p e m o s c a t i . i t<br />
attività svolte e da svolgere e del lavoro<br />
che stavano affrontando i comitati<br />
di gemellaggio costituitisi a supporto<br />
delle amministrazioni comunali:<br />
a Rives <strong>il</strong> comitato viene presieduto<br />
dallo stesso sindaco Dezempte, a<br />
Forlì del <strong>San</strong>nio è rappresentato dalla<br />
prof.ssa Sara Angelone. Nel luglio del<br />
2006 una delegazione composta da<br />
rappresentanti dell’amministrazione<br />
comunale, del comitato di gemellaggio<br />
e del centro culturale “<strong>Moscati</strong>” è<br />
stata ospite degli amici di Rives per<br />
suggellare, attraverso una delibera<br />
comunale e la “Carta di gemellaggio”,<br />
i rapporti di amicizia tra i due Comuni<br />
(vedi <strong>Verso</strong> <strong>il</strong> Futuro, anno XVI, n.<br />
3 – dicembre 2006 pag. 7). Nell’occasione<br />
l’associazione “Vers le Futur”<br />
ha donato al centro culturale “Mo-<br />
Un momento della benedizione della stele all’ingresso del paese<br />
Il pubblico durante la seduta del consiglio<br />
scati” una statua lignea raffigurante la<br />
Madonna dell’Emigrante. Quest’anno<br />
le due amministrazioni si sono<br />
incontrate prima a Rives in occasione<br />
dell’inaugurazione di una rotatoria situata<br />
all’ingresso della città intestata<br />
a Forlì del <strong>San</strong>nio e, successivamente,<br />
nel periodo estivo a Forlì del <strong>San</strong>nio<br />
nella sala municipale dove <strong>il</strong> consiglio<br />
comunale, presieduto dal sindaco<br />
Antonio Sozio, ha proceduto ad adottare<br />
l’ultimo adempimento burocratico<br />
che ha sancito <strong>il</strong> gemellaggio fra i<br />
due Comuni. Nella circostanza è stato<br />
intitolato alla città di Rives <strong>il</strong> campo<br />
da tennis, posta una stele all’entrata<br />
di Forlì del <strong>San</strong>nio nella zona nord e<br />
messo a dimora un albero bene augurante<br />
(come era avvenuto a Rives un<br />
anno fa) di questa nuova e concreta<br />
iniziativa che si è potuta realizzare<br />
grazie alla tenacia delle due associazioni,<br />
delle due amministrazioni, dei<br />
due comitati di gemellaggio ma, soprattutto,<br />
grazie alla partecipazione<br />
corale di tanti cittadini dei due paesi<br />
che ben hanno saputo interpretare<br />
<strong>il</strong> lavoro svolto e che oggi devono<br />
sentirsi più sostenuti nel mantenere<br />
relazioni permanenti fra di loro, con<br />
le associazioni e con le istituzioni per<br />
far sì che la distanza non solo tra Rives<br />
e Forlì del <strong>San</strong>nio ma tra la Francia e<br />
l’Italia diventi sempre più breve.<br />
Giocondino Rossi<br />
Presidente del Centro Culturale<br />
“S. <strong>Giuseppe</strong> <strong>Moscati</strong>”
Taco Pozo, 25 novembre 2007<br />
Avevo anticipato che nella<br />
brevità possib<strong>il</strong>e avrei raccontato<br />
a tutti e con tutto<br />
<strong>il</strong> mio cuore <strong>il</strong> motivo e <strong>il</strong> perché di<br />
questa mia um<strong>il</strong>e e semplice missione<br />
nell’impenetrab<strong>il</strong>e “Chaquo” Ciaccheguo.<br />
Oggi per la grazia di Dio già posso<br />
mostrare a voi tutti carissimi amici<br />
di “<strong>Verso</strong> <strong>il</strong> <strong>futuro</strong>” <strong>il</strong> poco realizzato,<br />
e in tutto voglio essere <strong>il</strong> più realista<br />
possib<strong>il</strong>e confessandovi che non sarei<br />
potuto arrivare in questo luogo senza<br />
l’aiuto di Dio e non avrei potuto compiere<br />
senza la sua guida neanche le<br />
cose più insignificanti. Ogni azione,<br />
ogni progetto e ogni missione che si<br />
compie non è certo priva di incertezza<br />
e talvolta anche di rischio e quello<br />
che è successo a me ne è la prova<br />
tangib<strong>il</strong>e. Partii da Buenos Aires con<br />
la mia compagna e a meno di 30 Km<br />
di percorso effettuato ebbi un incidente<br />
per effetto del quale tutto ciò<br />
che portavamo divenne un cumulo<br />
di rottami. Il primo miracolo fu che<br />
in quel momento sull’autostrada non<br />
passava nessuno altrimenti sarebbe<br />
stata una vera tragedia. Dopo pochi<br />
attimi <strong>il</strong> traffico divenne intenso e le<br />
macchine passavano come carovane<br />
e a tutta velocità. Gli addetti alla<br />
custodia dell’autostrada ci vennero<br />
in soccorso subito e si mostrarono<br />
nei nostri confronti con una carica<br />
di umanità fuori dal normale; infatti<br />
Buenos aires, vista panoramica “de la Avenida 9 de julio”<br />
Alla mia gente<br />
di verso <strong>il</strong> <strong>futuro</strong><br />
poche volte ho avuto modo di notare<br />
nella mia vita sim<strong>il</strong>i gesti di altruismo.<br />
Questo intervento così affettuoso<br />
fece sì che in un attimo svanisse lo<br />
smarrimento che si era impossessato<br />
del mio stato d’animo. Furono necessarie<br />
ben quattro ore per riorganizzare<br />
la partenza e <strong>il</strong> viaggio durò<br />
cinque giorni; portavamo un furgone<br />
Fiorino con un rimorchio nel quale<br />
avevamo sistemato 10 q.li di materiale<br />
mentre sul furgone ve ne era<br />
per circa 15 q.li. Si direbbe cose da<br />
matti, ma a volte le circostanze della<br />
vita ci fanno fare questo ed altro. Una<br />
delle tante persone che incontrai durante<br />
<strong>il</strong> viaggio confondendomi per<br />
sacerdote mi disse: “Padre, ma lei sta<br />
mettendo a prova Dio!” ed io rispondendo<br />
di essere solo un um<strong>il</strong>e servo<br />
mi giustificai dicendo che avendo un<br />
compito morale dettato dalla mia coscienza<br />
di raggiungere questo luogo<br />
e non avendo i mezzi finanziari per<br />
un trasporto diverso, avevo intrapreso<br />
questa avventura. Per la verità un<br />
amico mi aveva detto che se avessi<br />
guidato con prudenza avrei potuto<br />
farcela perché all’inizio anche io ero<br />
un po’ titubante di percorrere 1.500<br />
(m<strong>il</strong>lecinquecento) Km con un mezzo<br />
giocattolo rispetto al peso che dovevo<br />
portare. Fu per colpa mia che in<br />
una discesa volli provare come andasse<br />
ad una velocità superiore e quello<br />
fu <strong>il</strong> mio più grande errore perché <strong>il</strong><br />
peso del rimorchio provocò lo sban-<br />
damento e immaginatevi … ma,<br />
come sempre Dio nella sua infinita<br />
misericordia viene incontro ai nostri<br />
disordini. Arrivammo a Taco Pozo <strong>il</strong><br />
16 luglio del 2001, era un venerdì pomeriggio,<br />
lasciai tutto nel posto e mi<br />
disposi ad andare a messa parcheggiando<br />
di fronte alla chiesa. Il mio<br />
mezzo era tutto mal ridotto ma sulla<br />
porta destra che era rimasta intatta si<br />
evidenziava la fascia con l’incisione<br />
“Apostoles de la palabra” e appena<br />
che <strong>il</strong> sacerdote fu sull’altare, avendo<br />
notato la macchina disse: «Mi sembra<br />
che oggi abbiamo una visita gradita!»<br />
infatti io non conoscevo padre Hugo<br />
che era meno di un anno che faceva<br />
<strong>il</strong> parroco a Taco Pozo ma divenni<br />
subito amico ed è stato per me un<br />
grande sacerdote e sebbene oggi egli<br />
non è più qui ha lasciato sia in me che<br />
in tutta la comunità un indeleb<strong>il</strong>e ricordo.<br />
Sulla base della mia modesta<br />
esperienza di laico missionario cominciai<br />
ad avere nei giorni successivi<br />
i primi contatti con padre Flaviano<br />
Amatulli. Questi incontri mi infusero<br />
tanta pace e serenità che mi disposero<br />
a fare <strong>il</strong> passo che padre Amatulli<br />
mi suggerì. Infatti lui mi disse: “Mario,<br />
questi passi o si fanno in Cristo o non<br />
si fanno e Cristo non venne su questa<br />
terra per stare in ozio e sdraiato su<br />
un divano!”. Nel tempo che seguì mi<br />
convinsi che questo luogo era adatto<br />
per costruirvi una casa per gli Apostoli<br />
della parola e nel momento in cui<br />
D I C E M B R E 0 7 › V E R S O I L F U T U R O 17
18<br />
padre Amatulli mi disse che lui non<br />
vedeva questo luogo molto strategico<br />
gli dimostrai che Taco Pozo raccoglieva<br />
intorno a sé sei città disposte a<br />
ferro di cavallo. Allora lui mi rispose.<br />
“Se è così vai avanti e che Dio stia con<br />
te!”, e da allora quel caro pensiero<br />
incominciò a far lavorare tutto <strong>il</strong> mio<br />
complesso vitale e anche se non avevo<br />
un centesimo per iniziare mi sentivo<br />
come un affamato senza pane e<br />
senza mezzi per attuarlo. Ma come era<br />
avvenuto altre volte cercai di seguire<br />
i consigli di padre Amatulli e gli scrivevo<br />
anche per vedere<br />
se era ottimista; le sue<br />
risposte contenevano<br />
i soliti consigli: non affannarti,<br />
vedrai che nel<br />
momento giusto Dio<br />
tocca i cuori che si attiveranno!<br />
Sono molto<br />
fiducioso nei consigli di<br />
padre Amatulli perché<br />
egli ha una profonda<br />
esperienza missionaria<br />
e da 30 anni lavora in<br />
Messico; una volta mi<br />
disse.” Bada Mario che<br />
se ti va troppo bene<br />
qualcosa non va bene”.<br />
Un giorno pensai a Michele<br />
D’Andrea che<br />
vive in Italia e risiede a<br />
Pescara e così gli partecipai<br />
la mia iniziativa.<br />
Non passò molto tempo<br />
che l’amico Michele, senza neanche<br />
avvisarmi, ci fece pervenire un aiuto<br />
finanziario. Con tale sostegno e<br />
quello di altri demmo inizio a questa<br />
La creazione non è finalizzata<br />
solo a rivelare la perfezione<br />
e la potenza creatrice<br />
di Dio ma costituisce la prima tappa<br />
di una comunione di alleanza che Dio<br />
vuole stab<strong>il</strong>ire con l’umanità intera.<br />
Nel mondo l’uomo ha <strong>il</strong> compito di<br />
gestire i beni del creato per favorire la<br />
sua crescita non solo materiale ma anche<br />
spirituale; nello stesso tempo ha<br />
la responsab<strong>il</strong>ità di vivere la sua vita<br />
Un momento della giornata di Mario<br />
› w w w . s a n t u a r i o s a n g i u s e p p e m o s c a t i . i t<br />
opera di Dio e padre Amatulli per<br />
confortarmi mandò dal C<strong>il</strong>e una visita<br />
che mi emozionò: vennero due giovani<br />
missionarie a farci visita e rimasero<br />
con noi una settimana- per non<br />
dimenticare-. Adesso siamo in piena<br />
costruzione e per mia gioia mi è stato<br />
accolto <strong>il</strong> desiderio di intitolare <strong>il</strong> posto<br />
ad Alberto D’Andrea che è defunto<br />
figlio di Michele che è stato <strong>il</strong> primo<br />
benefattore insieme alla sig.ra Maria.<br />
Siamo ansiosi di vedere fisicamente<br />
la dimora dell’opera missionaria ed<br />
io con i miei settanta anni lavoro con<br />
l’ansia di un bambino<br />
che desidera <strong>il</strong> regalo<br />
richiesto. Chiedo a<br />
tutti voi lettori della<br />
bella rivista di “<strong>Verso</strong><br />
<strong>il</strong> <strong>futuro</strong>” di pregare<br />
perché questa opera<br />
possa giungere a<br />
compimento e chissà<br />
se qualche giorno<br />
non potrò avere la<br />
grazia di vedevi qui.<br />
Voi che siete la mia<br />
vera gente siete per<br />
me <strong>il</strong> riferimento in<br />
ogni momento; vivo<br />
in Argentina da oltre<br />
50 anni ma conservo<br />
nel mio cuore un ricordo<br />
amorevole per<br />
l’Italia e in particolare<br />
per quei prati odorosi<br />
e per quelle sorgenti<br />
limpide e cristalline. Non so se questo<br />
mio scritto possa trovare ospitalità sulla<br />
nostra rivista, ove non sia possib<strong>il</strong>e<br />
vi ringrazio alla stesso modo perché<br />
in sintonia con <strong>il</strong> disegno di Dio; ogni<br />
comportamento avverso è destinato a<br />
condurlo alla sua rovina. Ciò premesso<br />
è significativo che i beni della natura<br />
vanno tutelati e valorizzati per <strong>il</strong><br />
bene comune ma occorre che venga<br />
inculcata da parte degli organi preposti<br />
all’informazione una cultura che<br />
miri a gestire positivamente le risorse<br />
del creato salvaguardando l’ordine, la<br />
bellezza e l’um<strong>il</strong>tà dei singoli beni. Le<br />
altre volte mi avete dato la possib<strong>il</strong>ità<br />
di riportarmi a dialogare con voi. Ringrazio<br />
<strong>il</strong> Direttore della rivista “<strong>Verso</strong><br />
<strong>il</strong> <strong>futuro</strong>” e tutta la redazione, un saluto<br />
particolare vada a tutti gli articolisti<br />
e ricordo con sommo piacere tutte le<br />
persone che hanno scritto per questa<br />
rivista; <strong>il</strong> mio augurio di un proficuo<br />
lavoro vada la neo Vescovo Mons. Salvatore<br />
Visco successore del bravissimo<br />
Mons. Gemma che tante cose mi<br />
ha insegnato con i suoi articoli. Prima<br />
di congedarmi da tutti voi consentitemi<br />
di rivolgere <strong>il</strong> mio pensiero a<br />
padre Franco che tanto impegno ed<br />
attenzione rivolge non solo ai suoi<br />
parrocchiani, un conforto per l’assiduo<br />
lavoro che svolgono vada a tutti i<br />
soci del Centro Culturale “<strong>Moscati</strong>” e<br />
al suo presidente Giocondino Rossi,<br />
Dio vi benedica perché svolgete un<br />
compito che a dir poco è meraviglioso.<br />
Mi rendo conto che i tempi sono<br />
cambiati e sono diventati insipidi ma<br />
vi chiedo allo stesso modo di capire<br />
questo mio infant<strong>il</strong>e entusiasmo e<br />
con grande piacere e serenità vi ho<br />
ritenuti meritevoli di coinvolgervi in<br />
questi miei passi e ancor più di rendervi<br />
partecipi di questi luoghi dove<br />
la gente è buona ma ha <strong>il</strong> suo sistema<br />
di vita che è diverso dal nostro. Mentre<br />
auguro a tutti voi di trascorrere un<br />
felice Natale e un ottimo anno nuovo<br />
mi congedo da voi tutti con la parola<br />
più semplice: vi sento nel mio cuore<br />
mia brava, cara gente!<br />
La tutela dell’ambiente<br />
e delle risorse idriche<br />
Mario Lombardi<br />
Taco Pozo 3714<br />
P. Chaco, Argentina<br />
problematiche inerenti la tutela dell’ambiente<br />
nonché gli strumenti più<br />
idonei per garantire la salvaguardia<br />
costituiscono un argomento ormai<br />
dibattuto da tempo che tende a rivestire<br />
aspetti sempre più complessi e<br />
r<strong>il</strong>evanti. In particolare, viene avvertita<br />
la necessità di trovare un equ<strong>il</strong>ibrio<br />
tra le esigenze, spesso antitetiche tra<br />
loro, dello sv<strong>il</strong>uppo economico e di<br />
una politica di incremento dei posti
di lavoro con quelle di protezione<br />
dell’ecosistema. Al riguardo si va facendo<br />
spazio <strong>il</strong> concetto di “sv<strong>il</strong>uppo<br />
sostenib<strong>il</strong>e”, ovvero <strong>il</strong> tentativo di<br />
conc<strong>il</strong>iare gli aspetti su esposti, nella<br />
consapevolezza che <strong>il</strong> progresso economico,<br />
sia nei paesi già fortemente<br />
industrializzati che in quelli in via di<br />
sv<strong>il</strong>uppo, trovi un limite nella tutela<br />
del patrimonio mondiale comune,<br />
essendo indispensab<strong>il</strong>e ogni sforzo<br />
affinché <strong>il</strong> pianeta Terra sopravviva in<br />
“buona salute”. Altri principi ormai affermati<br />
in tema di tutela ambientale<br />
sono quelli dell’ambiente quale<br />
patrimonio comune dell’umanità,<br />
dell’obbligo a carico degli<br />
Stati di informare o notificare<br />
agli altri circostanze negative<br />
che possono potenzialmente<br />
arrecare un danno ambientale<br />
a quelli limitrofi della cooperazione<br />
nonché “chi inquina<br />
paga”. Tra i beni che esistono in<br />
natura per la sopravvivenza dell’uomo<br />
uno dei più indispensab<strong>il</strong>i<br />
è l’acqua; da qui la necessità<br />
del legislatore prima comunitario<br />
e quindi nazionale, a tutelare<br />
questa importante e rara<br />
risorsa del pianeta. Un attento<br />
esame dell’attuale stato delle<br />
risorse idriche mostra come la<br />
loro gestione sia ormai al limite<br />
della sostenib<strong>il</strong>ità in gran parte<br />
d’Europa. Benché molti indicatori<br />
mostrino un’apparente<br />
stab<strong>il</strong>ità e perfino una riduzione<br />
degli elementi di stress del<br />
sistema idrico su scala europea,<br />
essi nascondono r<strong>il</strong>evanti<br />
differenze esistenti sia a livello<br />
spaziale che temporale nonché<br />
situazioni allarmanti per quanto<br />
circoscritte. Un tempo l’ordinamento<br />
giuridico tutelava <strong>il</strong> bene “acqua”<br />
solo in modo indiretto, limitatamente<br />
alle acque di proprietà pubblica. Non<br />
esisteva <strong>il</strong> concetto del bene acqua<br />
come bene immateriale, che con altri<br />
concorre a formare <strong>il</strong> bene ambiente<br />
e che è di per sé meritevole di tutela.<br />
Lo sv<strong>il</strong>uppo delle attività industriali<br />
ha comportato l’aumento del prelievo<br />
di acqua, della quantità ut<strong>il</strong>izzata,<br />
l’inquinamento di corsi d’acqua per<br />
scarico di acque reflue, ha determinato<br />
l’intervento del legislatore che si<br />
è dotato di normative piuttosto complesse<br />
che disciplinano la materia e<br />
prevedono sanzioni amministrative<br />
e penali in caso di inottemperanza,<br />
specie nella prospettiva di creare una<br />
“coscienza ambientale” che induce<br />
gli operatori pubblici e privati a ricorrere<br />
a tecnologie che abbiano minori<br />
ripercussioni sull’ambiente. L’uomo<br />
non può fare a meno dell’acqua per<br />
vivere; per questo va difesa, protetta,<br />
risparmiata; da previsioni risulta<br />
che con i tassi di consumo idrico di<br />
crescita demografica e di sv<strong>il</strong>uppo<br />
attuale, entro <strong>il</strong> 2050 la carenza d’acqua<br />
riguarderà 2/3 del pianeta. Nel<br />
mondo si registrano 30.000 morti al<br />
giorno per malattie gastroenteriche<br />
L’acqua fa vivere la vita, rispettiamola<br />
e mancanza di igiene. Il CIPSI (Coordinamento<br />
di Iniziative Popolari di<br />
Solidarietà Internazionali) ha lanciato<br />
la campagna “libera l’ acqua” per<br />
riconoscere un diritto fondamentale<br />
a tutti (vedi Famiglia Cristiana Anno<br />
LXXVII n° 49-9 dicembre 2007 pag.<br />
52). Da quanto considerato si evince<br />
che l’uso dell’acqua dovrebbe<br />
essere improntato alla salvaguardia<br />
delle «aspettative dei diritti delle generazioni<br />
future a fruire di un integro<br />
patrimonio ambientale». Ribadito che<br />
un bene ambientale deve essere una<br />
risorsa per l’umanità, va considerato<br />
che in Italia sono state emanate da<br />
tempo misure protezionistiche per <strong>il</strong><br />
consumo dell’acqua. Infatti <strong>il</strong> decreto<br />
legislativo 152/99 stab<strong>il</strong>isce che coloro<br />
che gestiscono o ut<strong>il</strong>izzano le acque<br />
devono adottare le misure necessarie<br />
per eliminare gli sprechi, ridurre i<br />
consumi e incrementare <strong>il</strong> riciclo ed <strong>il</strong><br />
riut<strong>il</strong>izzo anche mediante l’ut<strong>il</strong>izzazione<br />
delle migliori tecniche disponib<strong>il</strong>i.<br />
Tra queste misure vi sono da un lato<br />
la sensib<strong>il</strong>izzazione della popolazione<br />
e, dall’altro, la realizzazione di opere<br />
e l’installazione di dispositivi che<br />
determinano <strong>il</strong> risparmio di acqua. Il<br />
decreto menzionato, e ancor prima<br />
la legge 36/1994 prevedono l’impegno<br />
a sensib<strong>il</strong>izzare la popolazione<br />
sull’importanza della risorsa<br />
idrica, promuovendo l’informazione<br />
e la diffusione di tecniche<br />
di risparmio idrico. Le stesse<br />
normative prevedono, inoltre,<br />
incentivi per l’ottimizzazione<br />
dell’uso dell’acqua (ad esempio<br />
sconti tariffari per chi reimpiega<br />
acque reflue, richiamano le regioni<br />
ed altri organi competenti<br />
a realizzare tubazioni separate,<br />
secondo l’ uso a cui è destinata<br />
l’acqua che vi scorre, a seguire<br />
sistema di collettamento differenziati<br />
per le attività produttive<br />
e del settore terziario esercitate<br />
nel contesto urbano). Inoltre<br />
sono state emanate direttive<br />
comunitarie relative alla protezione<br />
della acque sotterranee<br />
dall’inquinamento provocato<br />
da sostanze pericolose; direttive<br />
sulla difesa del mare, sulle<br />
acque reflue ecc.. Questi riferimenti<br />
alquanto sommari per<br />
far comprendere al lettore che<br />
l’acqua è solo una delle tante risorse<br />
naturali, sicuramente una<br />
delle più importanti che necessita<br />
di un’attenzione particolare da<br />
parte dell’uomo e quindi <strong>il</strong> problema<br />
della sua tutela non si limita a considerarlo<br />
nell’ambito di una determinata<br />
area geografica che potrebbe essere<br />
l’Italia o l’Europa, ma si colloca in<br />
una dimensione mondiale per questo<br />
si va da leggi statali a direttive comunitarie<br />
e a dichiarazioni internazionali.<br />
Si può concludere che le regole<br />
sono importanti e perciò nel mondo<br />
è necessario che la mano dell’uomo<br />
sia sempre più protesa a compiere interventi<br />
lodevoli per <strong>il</strong> miglioramento<br />
delle risorse naturali onde assicurare<br />
a se stesso e al sim<strong>il</strong>e che verrà un <strong>futuro</strong><br />
migliore.<br />
G.R.<br />
D I C E M B R E 0 7 › V E R S O I L F U T U R O 19
20<br />
Per la seconda volta l’Associazione<br />
Vers le Futur<br />
ha organizzato a Rives<br />
(Francia) la settimana della transumanza<br />
dal 24 al 30 settembre 2007<br />
<br />
Semaine de la transhumance<br />
La semaine de la transhumance, sous l’impulsion<br />
de Mario Massucci, a été une grande réussite.<br />
Elle a comporté, entre autres, des visites de<br />
troupeaux dans leur site de trava<strong>il</strong>,une importante<br />
exposition, trois conférences le samedi, un déf<strong>il</strong>é<br />
de chiens protecteurs de troupeaux, et un concert.<br />
On a recensé plus de 3 000 visiteurs. Outre Mario<br />
Massucci, plusieurs membres du comité du CBEI<br />
étaient présents, notamment Martine Combettes,<br />
La settimana<br />
della transumanza<br />
› w w w . s a n t u a r i o s a n g i u s e p p e m o s c a t i . i t<br />
che ha visto la partecipazione di oltre<br />
trem<strong>il</strong>a persone. Singolare è stato<br />
l’interesse delle scuole che hanno organizzato<br />
delle visite guidate. Infatti<br />
oltre ai percorsi tratturali evidenziati<br />
Christian Karcher, Christelle Grand, Imre Horvath,<br />
ainsi que Jean-Paul Kérihuel, président de la<br />
Commission Troupeaux de la SCC. Tout le m<strong>il</strong>ieu<br />
pastoral était réuni et trois races du clubétaient<br />
représentées (Maremme, Komondor, Podhale).<br />
Le recensement des chiens protecteurs de troupeaux<br />
en France a été entrepris ; estimé à environ<br />
2 500, <strong>il</strong> montre une augmentation importante<br />
du nombre de Maremmes au trava<strong>il</strong>, qui pourrait<br />
être de plus de 200, essentiellement dans les Alpes<br />
Le CBEI accroitera sa participation pour une<br />
da cartine accuratamente allestite, la<br />
mostra si è dimostrata ricca di utens<strong>il</strong>i<br />
e attrezzi ut<strong>il</strong>izzati per l’esercizio<br />
della transumanza.<br />
nouvelle manifestation en 2009. Une réflexion sera<br />
entamée pour aider et développer cette manifestation.<br />
Le comité tire un grand coup de chapeau à<br />
Mario Massucci qui depuis une décennie trava<strong>il</strong>le<br />
avec succès à implanter des chiens de Maremme-<br />
Abruzzes dans les Alpes et qui a réalisé un trava<strong>il</strong><br />
exceptionnel. Aujourd’hui le Ministère de l’Agriculture<br />
entend développer cette activité et la manifestation<br />
de cette année permet à l’activité d’être<br />
mieux reconnue.
le journal de Rives - septembre octobre 2007<br />
<br />
Il presidente Mario Massucci<br />
mentre presenta la mostra ai responsab<strong>il</strong>i<br />
del circolo Maremmano<br />
Abruzzese, provenienti dall’Abruzzo<br />
e Campania.<br />
D I C E M B R E 0 7 › V E R S O I L F U T U R O 21
L’angolo della poesia<br />
Notte di Natale<br />
Sei tornato stanotte<br />
Signore<br />
tra noi<br />
ed hai sofferto<br />
la fatica del minatore,<br />
<strong>il</strong> freddo di chi grida<br />
<strong>il</strong> desiderio d’una casa,<br />
la solitudine stellare dei pastori.<br />
Hai mangiato <strong>il</strong> pane santo<br />
della mensa del contadino,<br />
hai carezzato la fantasia<br />
degli infermi,<br />
hai pianto nel cuore dei peccatori.<br />
Al cancello del ricco<br />
hai trovato rabbia di cani<br />
ed orgoglio di padroni,<br />
hai bussato alla capanna del povero:<br />
hai trovato la tua casa.<br />
Angelo Raffaele Scetta<br />
Castelvenere (BN)<br />
GUARDATEMI<br />
Guardatemi, voi che accusate,<br />
ho avuto <strong>il</strong> coraggio di cambiare.<br />
Non sono un v<strong>il</strong>e, un voltabandiera,<br />
un ignavo,<br />
Sono solo io e ho preso<br />
coscienza di me stesso.<br />
Guardatemi!...<br />
ho avuto <strong>il</strong> coraggio di cambiare!...<br />
Mario Farina<br />
PRODOTTI MOLISANI<br />
PASSATO, PRESENTE<br />
E FUTURO<br />
Nel vissuto delle «Speranze umane»<br />
vi è genuino amor di «Fanciullezza»<br />
e <strong>il</strong> profumo «Della mia terra i fi ori»<br />
al savio «Andare»dona primavera,<br />
«Il mignolo» e i «Granelli di sabbia»<br />
con impegno e amore andranno<br />
a costruire «Il ponte» per unir le sponde<br />
e dare: avvenir di pace e di fratellanza<br />
alla terra che li accoglierà maternamente<br />
nel sogno del vivere tra <strong>il</strong> br<strong>il</strong>lar di stelle!<br />
Carlo Onorato<br />
LA STELLA<br />
Limpida e sovrana<br />
sbuca in cielo<br />
la stella.<br />
Nella notte<br />
dischiude infi niti s<strong>il</strong>enzi.<br />
Gli occhi si inabissano<br />
a cogliere la fonte luminosa.<br />
Il volto carico di attesa<br />
aspetta risposta.<br />
del camino. Coprire la pizza con la “coppa” e coprire la coppa con la brace consumata. Far cuocere per circa un ora.<br />
22 › w w w . s a n t u a r i o s a n g i u s e p p e m o s c a t i . i t<br />
Nelle tracce di memoria,<br />
nei solchi di affetti<br />
orienta <strong>il</strong> cammino.<br />
Angelo Spina<br />
Rococò<br />
Ingredienti: farina, miele, mandorle e frutta candita<br />
Procedimento: la farina, <strong>il</strong> miele, le mandorle, e la frutta candita vanno impastati ottenendo un composto omogeneo. La pasta viene posta su<br />
un tavoliere e viene data una forma di tarallo e poi vanno passati al forno caldo.<br />
Pizza di granone<br />
Ingredienti: farina di granone (mais), sale, olio extra vergine di oliva, acqua calda. Procedimento: impastare la farina di granone in un<br />
contenitore con aggiunta di olio e sale ed acqua calda fi no ad ottenere un composto morbido ed omogeneo. Procurarsi la “coppa” e dopo<br />
aver formato una pizza alta tre dita, si liscia con le mani per darle una bella forma rotonda. Per tradizione viene impressa una croce nel centro.<br />
Adagiare la pizza su di uno strato di foglie ben allineate su un coperchio o sul “trav<strong>il</strong>le” e farla scivolare delicatamente sulla “liscia” bollente
Inviateci a titolo gratuito, articoli, suggerimenti,<br />
messaggi, foto, ecc, indirizzandoli a:<br />
CENTRO CULTURALE SAN<br />
GIUSEPPE MOSCATI<br />
Via Macchia 86084 Forlì del <strong>San</strong>nio (IS)<br />
Al fi ne di garantire una corretta riproduzione degli articoli sul<br />
nostro giornale, si prega di inviare, se possib<strong>il</strong>e, <strong>il</strong> materiale<br />
in formato digitale, preferib<strong>il</strong>mente in Microsoft Word<br />
o altri programmi di videoscrittura all’indirizzo<br />
e-ma<strong>il</strong>: info@santuariosangiuseppemoscati.it
CASTEL DI SANGRO<br />
SAN<br />
VITTORE<br />
ROMA-NAPOLI<br />
CAIANELLO<br />
A1<br />
FORLÍ<br />
DEL SANNIO<br />
VENAFRO<br />
ISERNIA<br />
PESCARA<br />
BOIANO<br />
A14<br />
Fondovalle Trigno<br />
VASTO<br />
Vasto SUD<br />
CAMPOBASSO<br />
Fondovalle Biferno<br />
TERMOLI<br />
PESCARA - BARI<br />
FOGGIA