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rosa donatacci a.s. 2010/2011 Allitterazione (da ... - libera…mente

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<strong>Allitterazione</strong> (<strong>da</strong> adlitterare=allineare le lettere)<br />

Chi scrive poesie fa un uso creativo del linguaggio, sfruttandone a fondo le<br />

possibilità. I suoni della voce e le differenti sonorità del tono delle parole<br />

contribuiscono ad arricchire la lingua di nuovi significati e di echi suggestivi.<br />

Per esempio:<br />

In pace<br />

Mastico in pace<br />

Croste di pane<br />

Davanti al crepuscolo<br />

La ripetizione della C dura e del suono CR ricor<strong>da</strong> il<br />

rumore croccante del pane tra i denti che<br />

sgranocchiano.<br />

L’allitterazione è una figura di suono che nasce <strong>da</strong>lla ripetizione di una<br />

lettera, di una sillaba o di suoni simili all’inizio o all’interno di parole<br />

vicine.<br />

La ripetizione dei suoni trasmette sensazioni dolci, oppure aspre e dure e,<br />

secondo i casi, effetti allegri, cupi o riposanti.<br />

L’assonanza è una rima imperfetta: le parole hanno vocali uguali e<br />

consonanti diverse a partire <strong>da</strong>lla vocale accentata (piànto e fiàto;<br />

cuòre e vuòte);<br />

La consonanza è una rima imperfetta: si ha quando tra due parole la<br />

parte finale ha le stesse consonanti, ma vocali diverse (colle elle)<br />

Poesia dedicata alla lettera F:<br />

Funghi fritti<br />

E friulane<br />

Offre Foffo alle farfalle<br />

Fitte fette di affettato<br />

Fichi e fiaschi nella muffa<br />

Fichi soffici e soffietti<br />

Fra le frasche della fiera<br />

Fra le effimere fanfare<br />

Soffre Foffo a fare affari<br />

(B. Munari, Alfabetiere, To, Einaudi, 1960)<br />

E ora al lavoro….<br />

Scegliere una o due lettere dell‟alfabeto e per ciascuna comporre una poesia,<br />

tenendo presente che in questa occasione più che il senso delle parole importa<br />

la sonorità.<br />

<strong>rosa</strong> <strong>donatacci</strong> a.s. <strong>2010</strong>/<strong>2011</strong>


Voglio bene….<br />

Voglio bene ai miei gatti con la<br />

F e con la G<br />

Perché sono Famelici e Gracili<br />

Fannulloni e Gigioni<br />

Fanno le Fusa con Godimento<br />

Si chiamano Francesca e Goffredo<br />

Vivono a Frigento Gesualdo<br />

Frequentemente e Garbatamente<br />

mangiano pesce Fritto alla Griglia<br />

con Forchetta e Guanti<br />

G. Niccolai, Gatti gaudenti e gravi, Milano, Emme Edizioni, 1980.<br />

Voglio bene al mio gatto con la D<br />

Perché è Diabolico<br />

Drammatico<br />

e Distratto.<br />

Si chiama Domenico<br />

vive a Domodossola<br />

mangia Dolci Deliberatamente<br />

e Datteri con Destrezza<br />

(perché sputa i noccioli)<br />

G. Niccolai, Gatti gaudenti e gravi, Milano, Emme Edizioni, 1980.<br />

Dopo aver letto le due poesie, scrivi un testo in cui la prevalenza di una lettera<br />

<strong>da</strong> te scelta sia finalizzata, per quanto possibile, alla caratterizzazione del<br />

personaggio di riferimento.<br />

Attenzione: rispetto all’esercizio precedente la scelta delle parole <strong>da</strong><br />

usare dovrà avvenire non solo all’interno di un’area sonora, ma anche<br />

all’interno di un’area di significato.<br />

Puoi scegliere il personaggio di riferimento in questi ambiti:<br />

PERSONA OGGETTO ANIMALE<br />

<strong>rosa</strong> <strong>donatacci</strong> a.s. <strong>2010</strong>/<strong>2011</strong>


PERSONIFICAZIONE<br />

I poeti possono, nei loro versi,<strong>da</strong>re vita alle cose inanimate, un po‟ come fanno<br />

i bambini giocando.<br />

Ecco allora che gli elementi della natura come gli animali, gli alberi o le stagioni<br />

si animano, soffrono e gioiscono, hanno pensieri e sentimenti come se fossero<br />

persone.<br />

Si chiama PERSONIFICAZIONE la figura di senso che trasforma<br />

fenomeni naturali oppure oggetti in personaggi dotati di vita propria.<br />

Il raggio di luna<br />

“Lo sai chi sono?” “Il raggio di luna”.<br />

“Sai <strong>da</strong> dove vengo? Guar<strong>da</strong> lassù.<br />

Mia madre splende, e la notte è bruna;<br />

striscio sugli alberi e vado giù.<br />

Sull‟erba mi distendo e corro sulla<br />

duna”.<br />

G. de Maupassant, Con la pioggia e<br />

con il sole, Einaudi<br />

Un giorno che il tempo passava<br />

Un giorno che il tempo passava<br />

Lo volli fermare.<br />

Gli chiesi: “Mi scusi,<br />

sa l‟ora?”.<br />

Ma lui stava zitto,<br />

e picchiava leggero<br />

il piede per terra.<br />

“Ma che ora è ? – gli chiesi-<br />

Non me lo può dire?”<br />

Taceva, batteva le ciglia in silenzio.<br />

Allora non chiesi più niente<br />

E lui se ne andò.<br />

Io non sapevo l‟ora<br />

Ma un po‟ di tempo era passato<br />

Ancora.<br />

In questi versi, il raggio di luna è<br />

personificato e si esprime come un<br />

essere umano<br />

R. Piumini, Io mi ricordo, Roma, Nuove edizioni Romane, 1980.<br />

Scegli un oggetto, un elemento della natura e attribuiscigli caratteri<br />

propriamente umani, quindi dotalo anche di un aspetto fisico, pensieri, parole e<br />

di una storia individuale <strong>da</strong> raccontare.<br />

Immagina un incontro e un dialogo con il protagonista scelto, inventa le sue<br />

parole ed esprimi le sue emozioni.<br />

<strong>rosa</strong> <strong>donatacci</strong> a.s. <strong>2010</strong>/<strong>2011</strong>


Il sonetto<br />

Nel passato le composizioni poetiche seguivano regole metriche- cioè di<br />

misura- molto precise sia nella struttura dei versi, sia nel numero delle strofe.<br />

E‟ nel medioevo che si sviluppano un gran numero di composizioni a schema<br />

fisso: la canzone, il sonetto, la ballata, le odi.<br />

Tra tutte, la più conosciuta struttura di composizione poetica è il sonetto,<br />

inventato <strong>da</strong> Giacomo di lentini, utilizzato <strong>da</strong> poeti di ogni tempo, fino a oggi,<br />

soprattutto per comporre poesie d‟amore e sentimentali.<br />

Il sonetto nella sua forma più semplice si compone di 14 endecasillabi (verso di<br />

11 sillabe), suddivisi in quattro strofe: due quartine e due terzine.<br />

Altre volte i versi hanno un numero minori di sillabe (per esempio i versi<br />

settenari).<br />

Le quartine sono composte <strong>da</strong> versi con rime incrociate (ABBA) o alternate<br />

(ABAB); le rime delle terzine sono incatenate tra loro in modo vario;i più<br />

consueti sono a rima alterna (CDC DCD), a rima replicata (CDE CDE), a rima<br />

retrogra<strong>da</strong>ta (CDE EDC).<br />

Guido, io vorrei che tu, Lapo ed io<br />

Guido, vorrei che tu e Lapo ed io A<br />

fossimo presi per incantamento, B incanto<br />

e messi ad un vascel, ch‟ad ogni vento B navicella<br />

per mare an<strong>da</strong>sse a voler vostro e mio; A<br />

sicchè fortuna, od altro tempo rio, A burrasca; cattivo<br />

non ci potesse <strong>da</strong>re impedimento, B di ostacolo<br />

anzi, vivendo sempre in un talento, B unica volontà<br />

di stare insieme crescesse il disio. A<br />

E monna Vanna e monna Lagia poi, C<br />

con quella ch‟ è sul numero del trenta, D<br />

con noi ponesse il buon incantatore: E mago merlino<br />

e quivi ragionar sempre d‟amore;E<br />

e ciascun di lor fosse contenta, D<br />

siccome io credo che sariamo noi. C<br />

(Dante, Vita Nova)<br />

Parafrasi:<br />

Il termine parafrasi deriva <strong>da</strong>l greco e significa “frase posta vicino”. Parafrasare<br />

una poesia significa “dire con altre parole”, cioè tradurre il discorso poetico in<br />

p<strong>rosa</strong>, usando parole comuni: bisogna spiegare in altre parole il testo, senza<br />

sintetizzare o né giudicare.<br />

Per fare la parafrasi di una poesia:<br />

1. capire il testo (individuare le parole difficili e cercarne il significato);<br />

2. ricostruire l’ordine delle parole (tendenzialmente: sogg.+ verbo +<br />

complementi);<br />

3. sostituire le parole rare con parole comuni<br />

4. spiegare alcune espressioni meno chiare, usando anche più parole di<br />

quelle che ha usato il poeta;<br />

5. riscrivere il testo in p<strong>rosa</strong> secondo l‟ordine più consueto delle parole.<br />

<strong>rosa</strong> <strong>donatacci</strong> a.s. <strong>2010</strong>/<strong>2011</strong>


Il tema della poesia che abbiamo letto è la navigazione senza meta; sogno<br />

collettivo.<br />

Prova a scrivere una poesia simile, immaginando di partire per un meraviglioso<br />

viaggio che ti porterà dove desideri. Pensa a chi vuoi come compagni durante<br />

un simile viaggio e al mezzo di trasporto che preferisci. Dante parla di una<br />

barca, tu puoi fare il tuo viaggio in treno, in aereo, etc.<br />

Una volta scelto il mezzo di trasporto, pensa a cosa ameresti vedere. E‟ poesia,<br />

è fantasia: attraverso la scrittura di questo testo poetico, puoi an<strong>da</strong>re ovunque<br />

e fare qualunque cosa.<br />

Per semplicità, puoi rispettare l‟ordine di Dante.<br />

<strong>rosa</strong> <strong>donatacci</strong> a.s. <strong>2010</strong>/<strong>2011</strong>


ONOMATOPEE<br />

Sono parole che imitano o ricor<strong>da</strong>no i rumori realmente prodotti <strong>da</strong> oggetti,<br />

animali, elementi naturali.<br />

Ci sono onomatopee primarie, che riproducono direttamente un particolare<br />

suono o rumore, e onomatopee secon<strong>da</strong>rie, il cui suono assomiglia a quello<br />

delle cose che significano: ad esempio abbaiare ha in sé il “bau bau”.<br />

Attraverso il richiamo dei suoni, il poeta vuol <strong>da</strong>re maggior forza al significato<br />

delle parole.<br />

Mastro Geppetto<br />

Mastro Geppetto<br />

Abete pioppo larice pino<br />

Sega raspa pialla martello<br />

Vra vra vra vra<br />

Visc visc visc visc<br />

Tic tac toc<br />

Tic tac toc<br />

Tic<br />

Piedi stinchi tronco braccia<br />

Mani collo bocca orecchie<br />

Occhio occhio<br />

(mastro Geppetto stanco)<br />

Roberto Piumini,Queto Patato,roma<br />

Adesso scriviamo noi<br />

1 verso: Mastro…………………………………………………………………………..inserire il protagonista scelto<br />

2 verso: ……………………………………………………..…(inserire quattro nomi di materiali per il lavoro<br />

3 verso:……………………………………………………………….inserire 4 nomi di attrezzi del lavoro<br />

<strong>da</strong>l 4 all‟8 verso……………………………………………………………………………………………….rumori del lavoro<br />

<strong>da</strong>l 9 all‟11 …………………………………………………………………………parti del risultato finale del lavoro<br />

12 verso……………………………………………………………………………………………………….pausa si ripete mast<br />

13 verso………………………………………………………………………………………………….…………….prodotto finale<br />

<strong>rosa</strong> <strong>donatacci</strong> a.s. <strong>2010</strong>/<strong>2011</strong>


Ode al giorno<br />

Questa volta lasciatemi<br />

essere felice,<br />

a nessuno è successo niente,<br />

non mi trovo <strong>da</strong> alcuna parte,<br />

accade solamente<br />

che sono felice<br />

in tutti i punti del cuore,<br />

mentre cammino<br />

dormo o scrivo.<br />

Che posso farci: sono felice,<br />

sono più innumerevole dell‟erba<br />

nelle praterie,<br />

sento la pelle come un abito rugoso<br />

e l‟acqua sotto,<br />

gli uccelli in alto,<br />

il mare come un anello<br />

alla mia cintura,<br />

fatta di pane e pietra la terra<br />

l‟aria canta come una chitarra. P. Neru<strong>da</strong>, Odi elementari, Milano, 1977<br />

E ora sbizzarritevi con le cancellature……cancellate le parole che volete per<br />

creare un nuovo testo poetico.<br />

….usate i colori, gli evidenziatori, le penne….proprio quello che volete..<br />

la scelta dei materiali per realizzare le cancellature influenza il risultato visivo,<br />

che è tanto più efficace quanto più entra in relazione con il significato del testo.<br />

<strong>rosa</strong> <strong>donatacci</strong> a.s. <strong>2010</strong>/<strong>2011</strong>


anafora<br />

Se fossi….<br />

Ripetizione di<br />

parola, spesso<br />

a inizio del<br />

verso, che crea<br />

un ritmo<br />

particolare<br />

S‟i‟ fosse fuoco, arderei „mondo<br />

S‟i‟ fosse vento, lo tempesterei; scatenerei tempeste<br />

s‟i‟ fosse acqua, i l‟annegherei;<br />

s‟i‟ fosse Dio, mandereil‟en profondo; lo farei sprofon<strong>da</strong>re<br />

s‟i fosse papa, sare‟ allor giocondo,<br />

ché tutti i cristiani imbrigherei; metterei nei pasticci<br />

s‟i‟ fossi imperator, sa‟ che farei?<br />

A tutti mozzerei lo capo a tondo. Taglierei a tutti la testa di<br />

netto<br />

S‟i‟ fossi morte, anderei <strong>da</strong> mio padre;<br />

s‟i‟ fosse vita, fuggirei <strong>da</strong> lui;<br />

similmente farìa <strong>da</strong> mi‟ madre. Farei lo stesso con mia<br />

madre<br />

S‟i‟ fossi Cecco, come sono e fui,<br />

torrei le donne giovani e leggiadre: prenderei<br />

e vecchie e laide lasserei altrui. Le vecchie e brutte le<br />

lascerei agli altri<br />

Lavoriamo sulla poesia:<br />

1. lettura;<br />

2. struttura metrica;<br />

3. sostituzione termini sconosciuti;<br />

4. parafrasi sul quaderno;<br />

Se fossi<br />

Se fossi fuoco…………………………………………………………………………………………………………<br />

Se fossi vento………………………………………………………………………………………………………..<br />

Se fossi acqua………………………………………………………………………………………………………..<br />

Se fossi Dio…………………………………………………………………………………………………………….<br />

Se fossi il papa……………………………………………………………………………………………………….<br />

Se fossi un re………………………………………………………………………………………………………….<br />

Se fossi un presidente……………………………………………………………………………………………<br />

Se fossi un uomo ricco………………………………………………………………………………………….<br />

Se fossi la vita……………………………………………………………………………………………………….<br />

Se fossi la morte…………………………………………………………………………………………………….<br />

Se fossi un angelo………………………………………………………………………………………………….<br />

Se fossi un adulto………………………………………………………………………………………………….<br />

Se fossi ………………………………………………………………………………………………………………….<br />

Come io sono e fui<br />

Farei/direi……………………………………………………………………………………………………………….<br />

<strong>rosa</strong> <strong>donatacci</strong> a.s. <strong>2010</strong>/<strong>2011</strong>


LA SIMILITUDINE<br />

Una delle immagini più semplici ed efficaci del linguaggio poetico è la<br />

similitudine: è un paragone dichiarato tra due elementi che vengono<br />

messi a confronto e che risultano simili per una certa caratteristica.<br />

Come una melodia blu<br />

Su le rive dei colli ancora<br />

Tremava una viola<br />

Una viola fiorita su un prato viene paragonata a una melodia, a una<br />

musica dolce che sembra ondeggiare, come le note sullo spartito<br />

musicale. Il fiore è mosso <strong>da</strong> una brezza leggera e la viola è come<br />

una melodia blu.<br />

Nelle similitudini, le immagini dei due oggetti sono messe in relazione l‟una con<br />

l‟altra attraverso la parola “come”, oppure “tanto….simile a …sembra”.<br />

Gabbiani<br />

Non so dove i gabbiani abbiano il nido,<br />

ove trovino pace.<br />

Io sono come loro,<br />

in perpetuo volo. continuo<br />

La vita la sfioro<br />

Com‟essi l‟acqua ad acciuffare il cibo.<br />

E come forse anch‟essi amo la quiete,<br />

la gran quiete marina,<br />

ma il mio destino è vivere<br />

balenando in burrasca. Simile a un lampo nella tempesta<br />

Completa:<br />

1) Il poeta è come i gabbiani perché<br />

……………………………………………………………………………………………………………………………<br />

……………………………………………………………………………………………………………………………<br />

……………………………………………………………………………………………………………………………<br />

……………………………………………………………………………………………………………………………<br />

2) Egli sfiora la vita come i gabbiani sfiorano<br />

……………………………………………………………………………………………………………………………<br />

……………………………………………………………………………………………………………………………<br />

……………………………………………………………………………………………………………………………<br />

……………………………………………………………………………………………………………………………<br />

3) Il suo destino è simile a un<br />

<strong>rosa</strong> <strong>donatacci</strong> a.s. <strong>2010</strong>/<strong>2011</strong>


……………………………………………………………………………………………………………………………<br />

……………………………………………………………………………………………………………………………<br />

……………………………………………………………………………………………………………………………<br />

……………………………………………………………………………………………………………………………<br />

Scegli tra le risposte quella giusta.<br />

Perché il poeta si doman<strong>da</strong> se i gabbiani hanno un nido?<br />

li vede volteggiare in cielo senza quiete<br />

crede che ciò li ren<strong>da</strong> più liberi<br />

vuole creare un mistero intorno agli uccelli<br />

Cosa pensa il poeta della propria vita e di quella dei gabbiani?<br />

che sia libera e perciò fortunata<br />

che sia priva di pace e di affetto<br />

che sia pericolosa<br />

Nel testo ci sono diverse rime e assonanze. Individuale e sottolineale<br />

con colori diversi.<br />

METAFORA<br />

Le poesie sono una sfi<strong>da</strong> continua alla nostra immaginazione.<br />

Senza la fantasia, la sensibilità e l‟intuizione del lettore le poesie sono morte.<br />

La sfi<strong>da</strong> più ardua e impegnativa del lettore è costituita <strong>da</strong>lle immagini che il<br />

poeta suggerisce con le metafore.<br />

Metafora in greco vuol dire trasferire, an<strong>da</strong>re oltre: la metafora è proprio un<br />

viaggio della mente che <strong>da</strong> un‟immagine ci trasporta nel cuore di un‟altra<br />

immagine.<br />

Similitudini e metafore a confronto. Si suole dire che la metafora sia un<br />

paragone abbreviato, senza le espressioni “come, simile a, quasi come,<br />

sembra, etc, tipiche delle similitudini.<br />

Agosto<br />

Agosto.<br />

Tramonti opposti<br />

Di pesca e di zucchero<br />

E il sole dentro la sera<br />

Come il nocciolo in un frutto.<br />

La pannocchia serba intatto<br />

Il suo riso giallo e duro.<br />

Agosto.<br />

Metafore: le pesche sono <strong>rosa</strong>te e<br />

vellutate; lo zucchero è dolce. Il tramonto<br />

estivo dunque è <strong>rosa</strong>to, vellutato e dolce.<br />

Il sole se ne sta dentro la sera<br />

come il nocciolo dentro al<br />

frutto; avvolto, protetto, al<br />

sicuro: questa è una<br />

similitudine<br />

<strong>rosa</strong> <strong>donatacci</strong> a.s. <strong>2010</strong>/<strong>2011</strong>


I bambini<br />

Mangiano pan di crusca e buona luna<br />

Garcia Lorca<br />

Metafora in poesia, poesia in metafora<br />

Favoletta per la mia bambina<br />

Tu sei la nuvoletta, io sono il vento;<br />

ti porto ove a me piace;<br />

qua e là ti porto per il firmamento<br />

e non i do mai pace.<br />

Vanno a sera a dormire dietro i monti<br />

Le nuvolette stanche.<br />

Tu nel tuo letticciolo i sonni hai pronti<br />

Sotto le coltri bianche<br />

U. Saba<br />

Saba con la sua poesia esprime i sentimenti che prova per la sua bambina,<br />

utilizzando una serie di metafore poste in relazione tra loro.<br />

Devi scrivere una Favoletta per….basandoti sulla traccia proposta di seguito e<br />

ispirandoti alla poesia di saba. Puoi scegliere a chi la vuoi dedicare: al fratello,<br />

alla sorella, all‟amico/a, a un idolo, a un animale, a un oggetto.<br />

Tu sei………………………….io sono………………………………………<br />

(cosa faccio)<br />

(cosa fai)<br />

(cosa facciamo insieme)<br />

(verso conclusivo)<br />

<strong>rosa</strong> <strong>donatacci</strong> a.s. <strong>2010</strong>/<strong>2011</strong>


ODE ALLE PATATE FRITTE<br />

Il poeta Pablo Neru<strong>da</strong> ha dedicato una poesia a un soggetto quanto mai umile<br />

e modesto: le patate fritte, che diventano allegria del mondo e possono far<br />

riconquistare – a chi ne gradisce il croccante sapore- il gusto per la semplicità<br />

delle cose della terra.<br />

Ode alle patate fritte<br />

Scoppietta<br />

Nell‟olio<br />

Friggendo<br />

L‟allegria del mondo:<br />

le patate<br />

fritte<br />

entrano<br />

nella padella<br />

come nivee<br />

piume<br />

del cigno del mattino<br />

ed escono<br />

semidorate <strong>da</strong>lla crepitante<br />

ambra delle ulive.<br />

L‟aglio<br />

Aggiunge ad esse<br />

La sua terrena fragranza<br />

il pepe,<br />

polline che attraversò le scogliere,<br />

e<br />

vestite<br />

a nuovo<br />

con l‟abito d‟avorio, riempiono il piatto<br />

ripetendo l‟abbon<strong>da</strong>nza<br />

e la saporita semplicità della terra.<br />

candide, color della neve.<br />

scoppiettante, che frigge<br />

È l‟olio, il succo dorato che esce<br />

<strong>da</strong>ll‟olive<br />

il profumo che viene <strong>da</strong>lla terra in cui è<br />

cresciuto l‟aglio<br />

il pepe attraversa i mari per arrivare<br />

sulle nostre tavole<br />

le patate sono dorate e gialle come<br />

l‟avorio.<br />

Lavoriamo insieme:<br />

parafrasi;<br />

struttura metrica, suoni, etc,<br />

eventuali figure retoriche che conosciamo (similitudini, metafore, etc)<br />

L‟ode non riguar<strong>da</strong> solo i grandi temi dell‟esistenza umana, ma è stata<br />

utilizzata anche per raccontare emozioni autentiche legate a oggetti semplici.<br />

Nelle odi elementari Pablo Neru<strong>da</strong> si occupa soprattutto delle cose che lo<br />

circon<strong>da</strong>no: l‟aria, la cipolla, la castagna, la pioggia, il libro, il mare, etc.<br />

Prova anche tu come Neru<strong>da</strong> a scrivere un‟ode a….un piatto che ti fa<br />

impazzire. Divertiti a cercare delle similitudini e dei modi per descriverlo che<br />

facciano anche comprendere il gusto che si prova ad assaggiarlo.<br />

<strong>rosa</strong> <strong>donatacci</strong> a.s. <strong>2010</strong>/<strong>2011</strong>


POESIA VISIVA<br />

Componi una poesia visiva incentrata sulla rabbia e la timidezza, sottolineando<br />

il contenuto che vuoi esprimere, mediante disposizione, dimensione, stile e corpo<br />

dei caratteri grafici.<br />

LA SCRITTURA<br />

I<br />

L<br />

A<br />

Scrivere è S<br />

R<br />

E sulle A L I di<br />

1 u o che vola….………………..<br />

c l<br />

c l<br />

e<br />

lontanooooo ……..<br />

<strong>rosa</strong> <strong>donatacci</strong> a.s. <strong>2010</strong>/<strong>2011</strong>


L’AMORE<br />

E<br />

R è<br />

O v<br />

M o<br />

L’A g<br />

l<br />

i<br />

a<br />

di vivere e di comunicare<br />

una f<br />

i<br />

n<br />

e<br />

s sul<br />

t<br />

r<br />

a M O<br />

O N<br />

D<br />

<strong>rosa</strong> <strong>donatacci</strong> a.s. <strong>2010</strong>/<strong>2011</strong>


LA FELICITA’<br />

Q<br />

U<br />

I<br />

LASCIA<br />

S<br />

E<br />

I<br />

L<br />

I<br />

B<br />

TRA AMICI<br />

E<br />

NON AVER PAURA<br />

R<br />

O te stesso<br />

<strong>rosa</strong> <strong>donatacci</strong> a.s. <strong>2010</strong>/<strong>2011</strong>

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