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n°1_2013 - Congregazione di Gesù Sacerdote

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Essere tutto <strong>di</strong> Dio<br />

Mi è stato chiesto <strong>di</strong> scrivere sul tema dell’appartenenza a Dio. Non<br />

la mia opinione, non ciò che teoricamente conosco su questo argomento,<br />

ma la mia esperienza <strong>di</strong> giovane consacrato a Dio. Così,<br />

quanto cercherò <strong>di</strong> scrivere è una vera con<strong>di</strong>visione, una testimonianza <strong>di</strong> come<br />

io vivo e sperimento in realtà l’appartenenza a Dio nella mia vita.<br />

Per poter comunicare questa realtà personale, così interiore e così intima,<br />

voglio percorrere un itinerario partendo da alcune domande che la sfida<br />

nello scrivere questa riflessione mi impone. Utilizzerò anche alcune immagini<br />

e paragoni nel tentativo <strong>di</strong> con<strong>di</strong>videre questa realtà avvolta nel mistero,<br />

che io sento e percepisco, ma che non posso rivelare nella sua completezza.<br />

Che cosa intendo per “appartenenza a Dio”?<br />

Intendo l’appertenenza a Dio come la mia risposta davanti al Dio che si rivela<br />

a me, che mi viene incontro e mi invita alla comunione <strong>di</strong> vita con Lui. È,<br />

pertanto, la mia adesione personale a Dio, il mio sì a Lui, frutto della scoperta<br />

dell’essere stato creato per una vita <strong>di</strong> amore e comunione che so realizzarsi<br />

pienamente solo in Dio. Questa adesione non è solo una posizione razionale,<br />

ideologica o etica, ma è una attitu<strong>di</strong>ne esistenziale, che coinvolge tutta<br />

la vita, in tutte le sue <strong>di</strong>mensioni. Pertanto l’appartenenza a Dio dovrebbe<br />

plasmare la mia vita così che in tutto ciò che sono e faccio essa abbia un ruolo<br />

determinante, poiché tutto il mio essere sia rivolto a questo fine ultimo che<br />

tanto desidero: vivere in intima comunione con Lui.<br />

Come vivo questa “appartenza”?<br />

Vivo questa appartenza soprattutto come una realtà interiore, come anelito<br />

e impulso. Come risposta al progetto amoroso <strong>di</strong> Dio; vivo questa appartenenza<br />

nel desiderio <strong>di</strong> rimanere sempre aperto e <strong>di</strong>sponibile perché la Grazia<br />

dell’Altissimo possa fare <strong>di</strong>mora in me. Io percepisco questa realtà <strong>di</strong> appartenenza<br />

come un cammino, un pellegrinaggio. Sento nel cuore il desiderio <strong>di</strong><br />

poter <strong>di</strong>re come Paolo “è Cristo che vive in me!”, sento che quello che più<br />

importa nella mia vita è stare con Lui, amarLo e lasciare che Lui mi ami. Ma<br />

constato che sono ancora lontano dal <strong>di</strong>re che già sono arrivato a questa intimità<br />

tanto forte, <strong>di</strong> essere vicino a questa grande appartenenza. Così, vivo<br />

l’appartenza a Dio come una ricerca. Non come una ricerca pesante e solitaria,<br />

ma come la ricerca del pellegrino che incontra nel suo cammino alcune<br />

pietre e molte meraviglie.<br />

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