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n°1_2013 - Congregazione di Gesù Sacerdote

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tere sacerdotale potesse emergere e realizzarsi<br />

in pienezza in tutti i ministri consacrati.<br />

In particolare si è cercato <strong>di</strong> mettere in luce il<br />

legame tra il ministro e l’azione liturgica, attingendo<br />

in larga parte dalla bella prefazione<br />

del Calendario liturgico <strong>di</strong> Trento 2009-<br />

10 che ha trattato questo argomento per via<br />

dell’in<strong>di</strong>zione dell’anno sacerdotale. Queste<br />

in<strong>di</strong>cazioni sono comunque sempre valide<br />

e <strong>di</strong> aiuto nel vivere il nostro carisma anche<br />

nella e attraverso la liturgia.<br />

L’Anno Sacerdotale si intreccia con l’anno liturgico, e proprio nell’anno liturgico<br />

può trovare la sua pienezza e trarre efficacia <strong>di</strong> grazia.<br />

La liturgia, infatti, è per eccellenza “esercizio dell’ufficio sacerdotale <strong>di</strong> Cristo”<br />

(SC 7); nell’anno liturgico Cristo, “vive nel tempo e prosegue il cammino<br />

iniziato nella sua vita mortale (At 10,28), allo scopo <strong>di</strong> mettere gli uomini<br />

a contatto con i suoi misteri e farli vivere per essi” (Me<strong>di</strong>ator Dei III, II).<br />

Il Figlio <strong>di</strong> Dio si è fatto uomo. L’Eterno si è inserito nel tempo; l’Infinito ha<br />

voluto racchiudersi nel limite dello spazio. Tutto questo per compiere la redenzione<br />

dell’uomo, restaurare l’armonia del cosmo, e <strong>di</strong>mostrare l’amore e<br />

la gloria infinita <strong>di</strong> Dio. L’uomo può così incontrare l’Infinito, e pregustare in<br />

qualche modo le realtà sublimi, verso le quali tende.<br />

Dal punto <strong>di</strong> vista liturgico l’Anno Sacerdotale offre l’opportunità per il popolo<br />

<strong>di</strong> Dio <strong>di</strong> riscoprire il dono e la missione del ministro or<strong>di</strong>nato e <strong>di</strong> attingere<br />

dalla liturgia la grazia per vivere la realtà del sacerdozio ministeriale o regale,<br />

secondo la vocazione specifica ed in reciproca collaborazione, ricuperando<br />

una vera e illuminata comprensione del sacerdozio comune dei fedeli (LG 10).<br />

Il sacerdozio nel prefazio della Messa Crismale.<br />

Una via “liturgica” privilegiata per riflettere sul mistero del sacerdozio, sulla <strong>di</strong>gnità,<br />

la missione e la spiritualità del ministro or<strong>di</strong>nato può essere l’analisi del<br />

prefazio della Messa Crismale, nell’Eucaristia del Giovedì santo, concelebrata<br />

dai presbiteri con il Vescovo come segno visibile dell’unità del sacerdozio ministeriale,<br />

Eucaristia in cui si colloca anche il rinnovo delle promesse sacerdotali e<br />

la bene<strong>di</strong>zione degli Oli per la celebrazione dei Sacramenti pasquali.<br />

Il prefazio si apre esponendo il mistero centrale dell’economia della salvezza:<br />

“Con l’unzione dello Spirito Santo [o Padre] hai costituito il Cristo tuo Figlio<br />

Pontefice della nuova ed eterna alleanza, e hai voluto che il suo unico<br />

sacerdozio fosse perpetuato nella Chiesa”.<br />

L’agire <strong>di</strong> Dio Padre nel suo Unigenito con lo Spirito è rappresentato come<br />

un’Unzione che costituisce sacerdote <strong>Gesù</strong> Cristo. In tal modo il sacerdozio<br />

del Signore è rivelato nella sua origine <strong>di</strong>vina e definisce l’identità e l’attività<br />

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