n°1_2013 - Congregazione di Gesù Sacerdote
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Mi perdoni la domanda: da un lato incoraggiava i suoi, ma lei personalmente<br />
come viveva quei momenti <strong>di</strong>fficili?<br />
Cercavo <strong>di</strong> fare coraggio ai miei fratelli, ma nel cuore anch’io facevo esperienza<br />
della mia fragilità, che poi, al momento dell’adorazione del Santissimo Sacramento,<br />
presentavo a <strong>Gesù</strong>. Sentivo la responsabilità e, talvolta, il mio limite<br />
e questi riversavo nel Cuore <strong>di</strong> Cristo:<br />
“Signore, i Figli del tuo Cuore sacerdotale si trovano in grave necessità temporale.<br />
Parecchi cre<strong>di</strong>tori chiedono <strong>di</strong> essere pagati e non si sa che cosa dare<br />
loro perché il momento è critico assai. Comprendo che ciò è causato dalla<br />
mia poca fede e dalle innumerevoli mie infedeltà e resistenze alla grazia.<br />
Però, mio Signore, non abbiano a soffrire gli altri per colpa mia: io sono reo,<br />
punisci me, ma dà ancora il tuo aiuto alle povere tue creature della piccola<br />
Opera Sacerdotale”.<br />
Ma se concentriamo l’attenzione sulla nostra povertà e sulla fragilità della<br />
nostra fede, non rischiamo <strong>di</strong> sgomentarci ulteriormente?<br />
Noi ci sgomentiamo quando abbiamo l’attenzione solo sulla nostre fragilità,<br />
ma se guar<strong>di</strong>amo queste come “luogo” e possibilità per la crescita nella fiducia<br />
in Dio, anche le nostre povertà si trasfigurano. La conoscenza del mio<br />
nulla non deve sgomentarmi, piuttosto aumenta nel mio cuore la confiden-