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indagine sulla mediazione culturale in italia - Integrazione Migranti

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L A MEDIAZIONE CULTURALE NELLA NORMATIVA NAZIONALE<br />

ambito giudiziario, va rilevata una particolare attenzione ai m<strong>in</strong>ori stranieri<br />

autori di reati.<br />

Il “Secondo rapporto sull’<strong>in</strong>tegrazione degli immigrati <strong>in</strong> Italia” della<br />

Commissione per le politiche di <strong>in</strong>tegrazione degli immigrati mette <strong>in</strong> evidenza, nel<br />

capitolo 2.5 – “Immigrati e devianza” – come i m<strong>in</strong>ori stranieri usufruiscano<br />

più raramente delle misure cautelari non detentive o delle misure sostitutive o<br />

alternative alla detenzione. I m<strong>in</strong>ori stranieri sembrano non aver usufruito frequentemente<br />

nemmeno delle comunità m<strong>in</strong>isteriali di recupero, nate nell’ambito<br />

del processo di riconversione delle strutture penali m<strong>in</strong>orili <strong>in</strong> strutture a<br />

carattere non contenitivo. A questo proposito il Rapporto osserva<br />

Probabilmente <strong>in</strong> futuro la focalizzazione dell’attenzione sulle problematiche relative<br />

ai m<strong>in</strong>ori stranieri, che già ha condotto all’utile <strong>in</strong>troduzione della figura del mediatore<br />

<strong>culturale</strong> negli istituti di pena per m<strong>in</strong>ori, potrà portare a una più ampia diffusione<br />

di misure alternative agli istituti di pena anche per i m<strong>in</strong>ori stranieri e a un maggior<br />

utilizzo dei servizi a loro disposizione per la difesa dei propri diritti.<br />

Il Rapporto, <strong>in</strong>oltre, contiene due <strong>in</strong>dicazioni <strong>in</strong>teressanti:<br />

1. da un lato, auspica “un più ampio impiego di traduttori e mediatori culturali<br />

qualificati nei commissariati, nelle questure, nei tribunali e negli istituti di<br />

pena”;<br />

2. dall’altro, nella parte dedicata all’articolo 18 del TU 286 (che prevede un<br />

permesso di soggiorno per protezione sociale a favore degli immigrati vittime di<br />

sfruttamento che denunciano i propri sfruttatori), ricorda il “contributo decisivo”<br />

dato da “mediatori e mediatrici culturali immigrati che stanno lavorando nelle<br />

unità di strada, nel numero verde, nei progetti di accoglienza locale, nelle case<br />

rifugio e nelle case di cura”.<br />

Inf<strong>in</strong>e, merita citare il “Piano nazionale di azione e di <strong>in</strong>terventi per la tutela<br />

dei diritti e lo sviluppo dei soggetti <strong>in</strong> età evolutiva per il biennio 2000/2001”,<br />

predisposto dall’Osservatorio nazionale per l’<strong>in</strong>fanzia, deliberato dal Consiglio<br />

dei m<strong>in</strong>istri <strong>in</strong> data 2 febbraio 2000 e approvato con Dpr del 12 giugno 2000. Al<br />

suo <strong>in</strong>terno, <strong>in</strong>fatti, è previsto l’<strong>in</strong>tervento del M<strong>in</strong>istero della Giustizia con un’azione<br />

f<strong>in</strong>alizzata a sviluppare la presenza di mediatori culturali nelle carceri<br />

m<strong>in</strong>orili, allo scopo di consentire ai m<strong>in</strong>ori di svolgere attività di studio, apprendimento,<br />

formazione professionale alternative al carcere.<br />

In tale settore si è <strong>in</strong>oltre sviluppato un vivace dibattito sul tema della<br />

“<strong>mediazione</strong> <strong>culturale</strong> <strong>in</strong> ambito penale”, che fa riferimento non tanto alla media-<br />

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