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indagine sulla mediazione culturale in italia - Integrazione Migranti

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L A MEDIAZIONE CULTURALE IN E UROPA<br />

2) si dibatte ancora molto su due diverse nozioni di ‘mediatore’:<br />

c) una sostanzialmente ‘<strong>in</strong>formale’ che fa riferimento generico all’esigenza di<br />

operatori madre-l<strong>in</strong>gua capaci di <strong>in</strong>tervenire nelle diverse situazioni di necessità;<br />

d) una più ‘formalizzata’ <strong>in</strong> cui si tenta di raggiungere una sorta di ‘standard’<br />

di formazione, di statuto, di riconoscimento professionale a tale categoria<br />

di operatori, capace di fornire un servizio realmente parificato sul territorio<br />

nazionale e un adeguato ed omogeneo trattamento professionale;<br />

3) sul piano delle prospettive, <strong>in</strong>oltre, si deve notare un doppio atteggiamento da<br />

parte degli esperti:<br />

e) uno che sostiene l’assoluta necessità di operatori nel settore della <strong>mediazione</strong><br />

nettamente dist<strong>in</strong>ti dalle professionalità a vario titolo co<strong>in</strong>volte nei diversi<br />

ambiti di <strong>in</strong>tervento (<strong>in</strong>segnanti, avvocati, giudici, polizia penitenziaria, medici,<br />

<strong>in</strong>fermieri, impiegati pubblici, ecc.);<br />

f) uno <strong>in</strong>vece che mira alla progressiva diffusione delle competenze <strong>in</strong><br />

materia di <strong>mediazione</strong> alle diverse categorie professionali suddette, <strong>in</strong> vista di<br />

una sensibilizzazione sempre maggiore di tutti gli ambiti sociali al problema dell’<strong>in</strong>tegrazione<br />

<strong>culturale</strong>;<br />

4) a quest’ultima opzione si collega un’altra importante dicotomia che vede:<br />

a. da un lato i sostenitori di una <strong>mediazione</strong> l<strong>in</strong>guistico-<strong>culturale</strong> <strong>in</strong>teramente<br />

ed esclusivamente affidata a soggetti migranti capaci di sfruttare al meglio<br />

la propria competenza l<strong>in</strong>guistica e <strong>culturale</strong> <strong>in</strong> funzione di facilitazione dei rapporti<br />

<strong>in</strong>terculturali;<br />

b. dall’altro i sostenitori di una <strong>mediazione</strong> <strong>in</strong>ter<strong>culturale</strong> dai contorni, a<br />

dire il vero, decisamente più ‘sfumati’, che prevede lo svolgimento di funzioni a<br />

carattere mediatorio anche da parte di operatori <strong>italia</strong>ni, magari esperti di una o<br />

più l<strong>in</strong>gue straniere, e formati specificamente nelle attività di negoziazione e<br />

riduzione alternativa dei conflitti (questo per lo più <strong>in</strong> ambito giuridico e sociosanitario).<br />

Esistono <strong>in</strong>oltre una serie di nodi problematici rispetto alla <strong>mediazione</strong> e alla<br />

figura del mediatore che meritano qui di essere almeno accennati, senza avere la<br />

pretesa di suggerire ipotesi risolutive, e che valgono, ovviamente, per la situazione<br />

<strong>italia</strong>na così come per tutte le altre realtà nazionali s<strong>in</strong> qui citate, ivi comprese<br />

quelle <strong>in</strong> cui le pratiche di <strong>mediazione</strong> hanno avuto corso e sviluppo da più<br />

tempo:<br />

1) il problema della neutralità del mediatore resta una questione delicata e<br />

pers<strong>in</strong>o oziosa, sotto certi punti di vista. Nessun soggetto può essere mai ritenu-<br />

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