indagine sulla mediazione culturale in italia - Integrazione Migranti
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INDAGINE SULLA MEDIAZIONE CULTURALE IN ITALIA mediazione si sviluppa attraverso una pluralità di interventi e di modalità agendo sia sul livello della comunicazione sia sugli aspetti culturali e va esplicata nel rispetto della privacy e dell’autodemolizione del cliente. 2.2 Le competenze Le competenze necessarie alla professionalità del mediatore interculturale si possono così aggregare: Lettura del contesto – osservazione dei bisogni. Competenza irrinunciabile per un mediatore interculturale è l’attitudine a porsi interrogativi, a conoscere in profondità il contesto territoriale nel quale vive e lavora, a leggere ed interpretare la domanda del cliente, anche quella non espressa, alla luce dei diversi codici culturali. Progettazione dialogica. Altra competenza cruciale individuata per il mediatore è quella dell’ascolto, dell’accoglienza della diversità, del dialogo e della co-progettazione: il mediatore si troverà infatti ad operare quasi sempre a fianco di altri fattori e sarà chiamato spesso a cooperare a progetti comuni coinvolgendo il cliente straniero stesso nella definizione delle ipotesi progettuali. Rapporto con le organizzazioni. Il mediatore interculturale deve poter essere in grado di collocare i suoi interventi all’interno di contesti organizzativi già strutturati, caratterizzati da culture e stili di lavoro anche molto distanti fra loro. Importante allora che il mediatore interculturale possieda strumenti di lettura dei contesti organizzativi e possa interagire con le organizzazioni di lavoro in modo il più possibile consapevole. Accompagnamento. È una delle funzioni fondamentali del mediatore interculturale; un accompagnamento progettato in relazione al cliente destinatario dei suoi interventi (bambino o adulto, singolo o famiglia o gruppo, persona in situazione “critica” o già parzialmente inserita, operatori, classi...); un accompagnamento volto ad attivare percorsi di autonomia e corresponsabilità del cliente stesso. Le competenze sopra descritte presuppongono alcune conoscenze e capacità utili per lo svolgimento della professione, quali: — conoscenza della lingua e della cultura italiana e delle lingue e delle culture degli interlocutori; — conoscenza della struttura sociale e della rete dei servizi del territorio negli aspetti legislativi ed organizzativi, in particolare per quanto riguarda i servizi socio-sanitari, scolastici e formativi; — conoscenza delle implicazioni psicologiche del rapporto tra mediatore interculturale, operatore e utente; 562
R EALIZZAZIONE DEL PROGETTO “CAVANH – FASE 2” — capacità di negoziazione e di mediazione; — capacità di entrare in relazione utilizzando modalità comunicative adeguate al contesto e agli interlocutori; — capacità di progettare e valutare gli interventi; vcapacità di animazione e di conduzione di gruppo. 2.3 Funzioni Le principali funzioni del mediatore interculturale si esplicano attraverso la facilitazione, l’informazione, la comunicazione, la valorizzazione e la co-progettazione; in particolare si tratta di: — orientare gli stranieri rispetto all’utilizzo dei servizi; — accompagnare, fare da tramite tra stranieri e servizi; — facilitare la comunicazione tra stranieri e autoctoni, tra stranieri e servizi e tra stranieri; — informare e sensibilizzare gli stranieri sulle diversità culturali, sulla cultura locale e sulle regole dei servizi; — informare e sensibilizzare la popolazione locale sul fenomeno immigrazione e sulle diversità culturali; — contribuire alla riflessione e all’apertura ad altre culture, sensibilizzare alle diversità, favorire lo scambio e il confronto; — valorizzare le culture, facilitare il mantenimento delle radici e della propria identità; — tradurre, offrire mediazione linguistica; — contribuire a dare una corretta interpretazione a comportamenti dovuti a fattori culturali, offrire chiavi di lettura; — fornire consulenze sui presupposti culturali e gli stereotipi delle varie culture; — attivare collaborazioni e favorire il lavoro di rete, co-progettare con i referenti dei servizi e delle scuole; 2.4 Tipologie di intervento Le funzioni sopraelencate si possono concretizzare, a titolo esemplificativo, nelle seguenti tipologie di intervento: — Interventi individuali. Progetti in cui l’intervento del mediatore è rivolto a duna singola persona o ad un nucleo familiare; l’intervento comprende quindi una progettazione specifica rivolta ad un singolo, favorendo però, laddove è possibile, un lavoro allargato a più soggetti in un’ottica di apertura verso l’esterno. — Progetti interculturali. Rivolti a più persone (classi scolastiche, gruppi di per- 563
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INDAGINE SULLA MEDIAZIONE CULTURALE IN ITALIA<br />
<strong>mediazione</strong> si sviluppa attraverso una pluralità di <strong>in</strong>terventi e di modalità agendo<br />
sia sul livello della comunicazione sia sugli aspetti culturali e va esplicata nel<br />
rispetto della privacy e dell’autodemolizione del cliente.<br />
2.2 Le competenze<br />
Le competenze necessarie alla professionalità del mediatore <strong>in</strong>ter<strong>culturale</strong> si possono<br />
così aggregare:<br />
Lettura del contesto – osservazione dei bisogni. Competenza irr<strong>in</strong>unciabile per un<br />
mediatore <strong>in</strong>ter<strong>culturale</strong> è l’attitud<strong>in</strong>e a porsi <strong>in</strong>terrogativi, a conoscere <strong>in</strong> profondità<br />
il contesto territoriale nel quale vive e lavora, a leggere ed <strong>in</strong>terpretare la<br />
domanda del cliente, anche quella non espressa, alla luce dei diversi codici culturali.<br />
Progettazione dialogica. Altra competenza cruciale <strong>in</strong>dividuata per il mediatore è<br />
quella dell’ascolto, dell’accoglienza della diversità, del dialogo e della co-progettazione:<br />
il mediatore si troverà <strong>in</strong>fatti ad operare quasi sempre a fianco di altri fattori<br />
e sarà chiamato spesso a cooperare a progetti comuni co<strong>in</strong>volgendo il cliente<br />
straniero stesso nella def<strong>in</strong>izione delle ipotesi progettuali.<br />
Rapporto con le organizzazioni. Il mediatore <strong>in</strong>ter<strong>culturale</strong> deve poter essere <strong>in</strong><br />
grado di collocare i suoi <strong>in</strong>terventi all’<strong>in</strong>terno di contesti organizzativi già strutturati,<br />
caratterizzati da culture e stili di lavoro anche molto distanti fra loro.<br />
Importante allora che il mediatore <strong>in</strong>ter<strong>culturale</strong> possieda strumenti di lettura dei<br />
contesti organizzativi e possa <strong>in</strong>teragire con le organizzazioni di lavoro <strong>in</strong> modo<br />
il più possibile consapevole.<br />
Accompagnamento. È una delle funzioni fondamentali del mediatore <strong>in</strong>ter<strong>culturale</strong>;<br />
un accompagnamento progettato <strong>in</strong> relazione al cliente dest<strong>in</strong>atario dei suoi<br />
<strong>in</strong>terventi (bamb<strong>in</strong>o o adulto, s<strong>in</strong>golo o famiglia o gruppo, persona <strong>in</strong> situazione<br />
“critica” o già parzialmente <strong>in</strong>serita, operatori, classi...); un accompagnamento<br />
volto ad attivare percorsi di autonomia e corresponsabilità del cliente stesso.<br />
Le competenze sopra descritte presuppongono alcune conoscenze e capacità utili<br />
per lo svolgimento della professione, quali:<br />
— conoscenza della l<strong>in</strong>gua e della cultura <strong>italia</strong>na e delle l<strong>in</strong>gue e delle culture<br />
degli <strong>in</strong>terlocutori;<br />
— conoscenza della struttura sociale e della rete dei servizi del territorio negli<br />
aspetti legislativi ed organizzativi, <strong>in</strong> particolare per quanto riguarda i servizi<br />
socio-sanitari, scolastici e formativi;<br />
— conoscenza delle implicazioni psicologiche del rapporto tra mediatore <strong>in</strong>ter<strong>culturale</strong>,<br />
operatore e utente;<br />
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