indagine sulla mediazione culturale in italia - Integrazione Migranti
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INDAGINE SULLA MEDIAZIONE CULTURALE IN ITALIA Azioni prioritarie all’interno del Settore 3 — Utilizzo di mediatori culturali in strutture pubbliche e private con “ruoli cerniera”, volti ad agevolare i meccanismi di comunicazione tra operatori ed utenti e, più in generale, tra autoctoni e immigrati e a colmare i deficit di conoscenza necessaria a comprendere diversità e comportamentali; — Informazioni e percorsi formativi per operatori delle strutture pubbliche e private, con particolare riferimento a quelle che hanno rapporti abituali con stranieri o che esercitano competenze rilevanti in materia di immigrazione. In particolare si raccomandano interventi formativi per operatori nei settori scolastico, sanitario, amministrativo, delle forze dell’ordine etc., la comunicazione interculturale, l’approccio alla diversità, elementi delle culture d’origine, volti a prevenire atteggiamenti discriminatori, xenofobi o razzisti e all’adeguamento dei servizi alla nuova utenza; — Centri di documentazione sulle altre culture e sull’educazione interculturale. Centri ove sono documentate e rese facilmente accessibili testimonianze antiche o contemporanee delle culture “altre” volte a valorizzare le culture d’origine degli immigrati e ad accrescere l’informazione sui metodi dell’educazione interculturale; — Iniziative culturali-sociali-ricreative volte a promuovere opportunità di incontro, tra immigrati e autoctoni, a favorire la conoscenza di altre culture, la socializzazione e lo scambio di esperienze nei diversi campi (musica, pittura, teatro, cinematografia, cucina, sport, etc.) — Iniziative di educazione interculturale, con particolare riferimento alle attività laboratoriali in ambito scolastico; — Campagne informative sulla più recente normativa in materia di immigrazione; — Campagne volte a diffondere gli elementi di positivo riscontro dell’immigrazione (anche attraverso una ricognizione delle esperienze di integrazione realizzate e presentazione delle più significative) e, più in generale, ad una corretta informazione sul fenomeno. — Studi e ricerche sull’immigrazione, quale presupposto per la diffusione della conoscenza utile alla programmazione degli interventi. — Iniziative in territorio umbro di preparazione e sostegno al rientro volontario di cittadini provenienti da paesi extracomunitari (informazione e percorsi formativi, ricerca, etc.). 494
Soggetti, modalità e tempi della programmazione territoriale Soggetti Q UARTO PROGRAMMA REGIONALE DI INIZIATIVE CONCERNENTI L’ IMMIGRAZIONE Vengono individuati quali soggetti titolari della programmazione degli interventi i comuni, anche in considerazione dei compiti tra loro attribuiti in materia di servizi sociali ai sensi dell’art. 131, comma 2 del D.Lgs. 31.3.1998 n. 112 e della L.R. n. 3 del 2.3.1999. Al fine di ottimizzare le risorse, favorire l’integrazione degli interventi, il raccordo interistituzionale, nonchè ridurre la complessità degli aspetti procedurali, si individua, per ogni ambito territoriale, quale comune capofila il comune con maggior numero di abitanti (è facoltà dei comuni ricompresi in ciascun ambito individuare, di comune accordo, un diverso capofila). Il comune capofila coordina la progettazione degli interventi. Ferma restando la centralità del ruolo dei comuni si rappresenta l’opportunità di un coinvolgimento nella programmazione di altri enti e organismi locali operanti nel territorio, tenuto conto del disposto dell’art. 52 del D.P.R. 31.8.1999, n. 394. I piani territoriali di intervento: modalità di predisposizione Per ogni ambito viene predisposto un Piano territoriale d’intervento, consistente in alcuni progetti da realizzare attraverso un accordo di programma tra gli enti locali e la regione. Per la predisposizione delle proposte di progetto viene individuato un gruppo territoriale di progetto, coordinato dal comune capofila, composto da tecnici del settore, rappresentanti degli enti locali e di altri organismi pubblici o del “privato sociale” (enti, sindacati, cooperative sociali, organizzazioni non governative, associazioni di volontariato etc.), con particolare riferimento ai soggetti che avendo già realizzato progetti finanziati ai sensi della L.R. n. 18/90: “Interventi a favore degli immigrati extracomunitari”, esprimono particolare esperienza e competenza nel campo dell’immigrazione. Il comune capofila convoca un incontro con i comuni ricompresi nell’ambito territoriale al fine di designare il gruppo di progetto territoriale. I progetti vanno formulati utilizzando i moduli (all. C e C1 al presente atto) o in modo equivalente, cui può essere unita una descrizione dettagliata dell’intervento proposto, i Piani territoriali di intervento vanno formulati utilizzando il modello uniforme riepilogativo, all. B, o in modo equivalente. 495
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INDAGINE SULLA MEDIAZIONE CULTURALE IN ITALIA<br />
Azioni prioritarie all’<strong>in</strong>terno del Settore 3<br />
— Utilizzo di mediatori culturali <strong>in</strong> strutture pubbliche e private con “ruoli cerniera”,<br />
volti ad agevolare i meccanismi di comunicazione tra operatori ed<br />
utenti e, più <strong>in</strong> generale, tra autoctoni e immigrati e a colmare i deficit di conoscenza<br />
necessaria a comprendere diversità e comportamentali;<br />
— Informazioni e percorsi formativi per operatori delle strutture pubbliche e private,<br />
con particolare riferimento a quelle che hanno rapporti abituali con stranieri<br />
o che esercitano competenze rilevanti <strong>in</strong> materia di immigrazione. In particolare<br />
si raccomandano <strong>in</strong>terventi formativi per operatori nei settori scolastico,<br />
sanitario, amm<strong>in</strong>istrativo, delle forze dell’ord<strong>in</strong>e etc., la comunicazione<br />
<strong>in</strong>ter<strong>culturale</strong>, l’approccio alla diversità, elementi delle culture d’orig<strong>in</strong>e, volti<br />
a prevenire atteggiamenti discrim<strong>in</strong>atori, xenofobi o razzisti e all’adeguamento<br />
dei servizi alla nuova utenza;<br />
— Centri di documentazione sulle altre culture e sull’educazione <strong>in</strong>ter<strong>culturale</strong>.<br />
Centri ove sono documentate e rese facilmente accessibili testimonianze antiche<br />
o contemporanee delle culture “altre” volte a valorizzare le culture d’orig<strong>in</strong>e<br />
degli immigrati e ad accrescere l’<strong>in</strong>formazione sui metodi dell’educazione<br />
<strong>in</strong>ter<strong>culturale</strong>;<br />
— Iniziative culturali-sociali-ricreative volte a promuovere opportunità di <strong>in</strong>contro,<br />
tra immigrati e autoctoni, a favorire la conoscenza di altre culture, la socializzazione<br />
e lo scambio di esperienze nei diversi campi (musica, pittura, teatro,<br />
c<strong>in</strong>ematografia, cuc<strong>in</strong>a, sport, etc.)<br />
— Iniziative di educazione <strong>in</strong>ter<strong>culturale</strong>, con particolare riferimento alle attività<br />
laboratoriali <strong>in</strong> ambito scolastico;<br />
— Campagne <strong>in</strong>formative <strong>sulla</strong> più recente normativa <strong>in</strong> materia di immigrazione;<br />
— Campagne volte a diffondere gli elementi di positivo riscontro dell’immigrazione<br />
(anche attraverso una ricognizione delle esperienze di <strong>in</strong>tegrazione realizzate<br />
e presentazione delle più significative) e, più <strong>in</strong> generale, ad una corretta<br />
<strong>in</strong>formazione sul fenomeno.<br />
— Studi e ricerche sull’immigrazione, quale presupposto per la diffusione della<br />
conoscenza utile alla programmazione degli <strong>in</strong>terventi.<br />
— Iniziative <strong>in</strong> territorio umbro di preparazione e sostegno al rientro volontario<br />
di cittad<strong>in</strong>i provenienti da paesi extracomunitari (<strong>in</strong>formazione e percorsi formativi,<br />
ricerca, etc.).<br />
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