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indagine sulla mediazione culturale in italia - Integrazione Migranti

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INDAGINE SULLA MEDIAZIONE CULTURALE IN ITALIA<br />

I ‘modelli’ nazionali astratti di gestione della diversità vengono spesso presentati come<br />

largamente <strong>in</strong>compatibili 20 .<br />

In modo estremamente essenziale tali modelli possono essere dist<strong>in</strong>ti tra assimilazionisti<br />

e pluralisti, pur <strong>in</strong> presenza di fortissime differenziazioni <strong>in</strong>terne ai s<strong>in</strong>goli<br />

schemi di <strong>in</strong>tegrazione politico-<strong>culturale</strong> delle diversità, schemi che si collegano<br />

ad altre dicotomie: quella tra universalismo e particolarismo, tra <strong>in</strong>dividualismo<br />

e comunitarismo, tra egualitarismo e differenzialismo. Da un lato dunque il<br />

20. M. Mart<strong>in</strong>iello, Le società<br />

multietniche, Bologna, Il<br />

Mul<strong>in</strong>o, 1997, p. 48.<br />

21. M. Mart<strong>in</strong>iello op. cit., p. 49.<br />

prototipo di ogni atteggiamento assimilazionista, quello<br />

francese; dall’altro quello di tipo pluralista, che afferisce<br />

essenzialmente alla tradizione anglosassone.<br />

La tradizione giacob<strong>in</strong>a e repubblicana francese tenderebbe a rimuovere la questione<br />

della diversità <strong>culturale</strong>, etnica e religiosa. Si presume che tutti gli <strong>in</strong>dividui abbiano gli<br />

stessi diritti e gli stessi doveri, <strong>in</strong>dipendentemente dall’orig<strong>in</strong>e etnica o razziale, dalla<br />

confessione e dalle pratiche culturali. Essi sono uguali tra loro e davanti alla legge. Gli<br />

eventuali particolarismi e le identità specifiche degli <strong>in</strong>dividui riguardano esclusivamente<br />

la loro vita privata. Sulla scena pubblica, l’appartenenza alla nazione è esclusiva e<br />

<strong>in</strong>divisibile 21 .<br />

2.4 Stati nazionali e strategie dell’<strong>in</strong>tegrazione: il pluralismo anglosassone<br />

Al contrario nel modello pluralista anglosassone:<br />

…la società consisterebbe piuttosto <strong>in</strong> una giustapposizione di comunità etniche e culturali<br />

<strong>in</strong> competizione, se non <strong>in</strong> conflitto, per il controllo dello stato. Ognuna di esse cercherebbe<br />

di imporre la propria cultura alla società nel suo complesso. Le identità locali<br />

prevarrebbero sull’identità nazionale e ogni comunità rispetterebbe <strong>in</strong> primo luogo i<br />

suoi valori particolari, rivendicando al contempo il maggior numero possibile di diritti<br />

per gli <strong>in</strong>dividui che la compongono. La diversità <strong>culturale</strong> <strong>in</strong>vaderebbe lo spazio pubblico.<br />

I diritti sarebbero conferiti all’<strong>in</strong>dividuo <strong>in</strong> funzione della sua appartenenza ad<br />

una comunità particolare, pubblicamente riconosciuta e politicamente abbastanza<br />

potente da riuscire a conquistarseli22.<br />

Si tratta dunque di due modelli di <strong>in</strong>tegrazione, ma anche di due ideologie della<br />

nazione nonché di due progetti nettamente dist<strong>in</strong>ti della convivenza tra diversità<br />

culturali, l<strong>in</strong>guistiche e giuridiche. Tuttavia tale dicotomia rischia di fornire un<br />

quadro troppo schematico dei problemi connessi all’immi-<br />

22. Ibidem.<br />

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