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indagine sulla mediazione culturale in italia - Integrazione Migranti

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S INTESI E CONCLUSIONI<br />

getti differenti), <strong>in</strong> quanto l’asse delle attività è nettamente spostato sul versante<br />

degli stranieri (aiutati nel loro processo di <strong>in</strong>serimento), dall’altro la <strong>mediazione</strong><br />

appare funzionale prevalentemente ad agevolare i primi passi dello straniero nel<br />

mondo delle istituzioni e della società che lo ospita. Questa tendenza può essere<br />

<strong>in</strong>terpretata come una conseguenza necessaria dello stato della situazione delle<br />

politiche immigratorie, ancora fortemente impegnate sul fronte dell’emergenza,<br />

ovvero per garantire l’accoglienza e l’accesso ai servizi basici da parte della popolazione<br />

immigrata; oppure come un orientamento delle stesse istituzioni pubbliche,<br />

che ricorrono ai mediatori preferentemente per far fronte a situazioni problematiche,<br />

mentre non reputano necessario avvalersene per i servizi a carattere più<br />

ord<strong>in</strong>ario. Fatto sta, però, che se guardiamo alle modalità di attivazione dei servizi<br />

di <strong>mediazione</strong>, <strong>in</strong> circa il 77% dei casi si tratta di servizi ai quali gli utenti si rivolgono.<br />

Detto <strong>in</strong> altre parole, <strong>in</strong> maggioranza i servizi non cercano di “catturare” l’utenza<br />

straniera, ma sono messi a disposizione di chi ne voglia usufruire.<br />

14<br />

Che nelle attività di <strong>mediazione</strong> (o <strong>in</strong> parte di esse) persista ancora una logica<br />

emergenziale sembra convalidato anche dai dati relativi alle pr<strong>in</strong>cipali difficoltà<br />

<strong>in</strong>contrate dagli enti. Il reperimento e gestione dei fondi spicca su tutte le altre possibili<br />

opzioni (15,5%), ma si arriva a più del 60% delle risposte se si somma questa<br />

percentuale a quelle relative al reperimento e gestione di risorse umane, alla diffidenza<br />

degli operatori, al coord<strong>in</strong>amento organizzativo degli <strong>in</strong>terventi, al rapporto<br />

con altri enti/istituzioni, alla scarsa valorizzazione ed uso improprio dei mediatori<br />

da parte dell'ente/istituzione entro il quale il servizio si attua e alla scarsa conoscenza<br />

del servizio nel territorio.<br />

15<br />

Quanto si è detto nei due punti precedenti <strong>sulla</strong> natura della <strong>mediazione</strong> è vero<br />

soprattutto escludendo dall’analisi i dati relativi alla scuola, alla quale però spetta<br />

un’attenzione a parte dato che essa (<strong>in</strong>sieme ai luoghi di lavoro) non solo costituisce<br />

un ambiente sociale <strong>in</strong> cui stranieri ed autoctoni convivono quotidianamente,<br />

ma rappresenta storicamente anche una sorta di nicchia molto sensibile ai temi e ai<br />

problemi dell’<strong>in</strong>contro tra culture differenti.<br />

16<br />

A conferma della l<strong>in</strong>ea <strong>in</strong>terpretativa che stiamo seguendo, <strong>in</strong>oltre, si deve far pre-<br />

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