indagine sulla mediazione culturale in italia - Integrazione Migranti

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03.06.2013 Views

INDAGINE SULLA MEDIAZIONE CULTURALE IN ITALIA risposte al questionario menzionano solo i continenti o le aree di provenienza (America Latina, Asia, Arabi, ecc.), senza dettagliare il paese d’origine. Molto alto è anche il numero di casi in cui non viene fornita alcuna specificazione: 363, ovvero il 9,2% del totale. Questa mancanza è da attribuire a quanto si è segnalato sopra, cioè alla rotazione dei mediatori all’interno di uno stesso servizio e alla loro forte mobilità tra servizi che se ne avvalgono per interventi occasionali. In questo contesto gli organismi contattati potrebbero aver avuto qualche difficoltà a delimitare le nazionalità delle risorse umane impiegate. Tab. 37 Area geografica di provenienza dei mediatori Area n° Africa 460 Europa dell’Est 445 Italia 239 America Latina 199 Asia 128 Medio Oriente, Arabia, Irak, Iran e Turchia 112 Cina 91 Ex URSS 37 Europa occidentale 17 Rom 6 Non risponde 363 Totale 2097 2.3.2. Nazionalità ed area di provenienza Per quanto riguarda i titoli di studio dei mediatori, i dati disponibili confermano che ci troviamo di fronte ad un gruppo che ha una formazione media-superiore. Ben il 44,6% possiede la laurea e/o il dottorato, mentre coloro che non hanno titoli o soltanto la licenza media sono appena il 6,3% (tabella n° 38). Tale informazione può essere interpretata e spiegata in vari modi, ma in ogni caso attesta che la professione del mediatori può rappresentare una alternativa ricercata da stranieri immigrati che in Italia non trovano un inserimento lavorativo confacente al proprio livello culturale e professionale. Oltre a ciò, l’alta percentuale di diplomati e laureati fa pensare che vi siano ottime basi di partenza per una maggiore professionalizzazione della figura del mediatore culturale in Italia. 138

M APPATURA DELLE ESPERIENZE DI MEDIAZIONE CULTURALE IN I TALIA Tab. 38 Titolo di studio posseduto dai mediatori n° % Nessun titolo 6 0,3% Licenza media 122 6,0% Diploma di scuola superiore 997 49,2% Laurea 855 42,2% Ph.D/dottorato 48 2,4% Totale 2028 100,0% Ed in questa direzione sembra muoversi il “mondo” della mediazione se, come illustra la tabella n° 39, il 77% dei mediatori ha seguito corsi per formarsi alla professione (percentuale alla quale bisogna anche aggiungere una parte di coloro che rientrano nella categoria “solo alcuni di essi”). D’altra parte, se si raffrontano questi dati con le informazioni concernenti la “qualifica professionale” dei mediatori, troviamo che in un altissimo numero di casi i compilatori del questionario hanno indicato “mediatore” e “corso di formazione per mediatori”. Tali corsi si sono avvalsi per lo più di finanziamenti del Fondo Sociale Europeo e, come si può vedere dalla tabella n° 40, sono stati attivati prevalentemente in ambito comunale e regionale (47% dei mediatori) o autonomamente dagli stessi organismi attuatori (40% dei mediatori). In quest’ultimo caso, però, la durata media dei corsi è stata di gran lunga inferiore a quella precedente. Tab. 39 I mediatori hanno seguito corsi di formazione professionale in Italia? n° % Si, la maggior parte di loro 147 77% No, nessuno di essi 23 12% Solo alcuni 20 11% Totale 190 100% Tab. 40 Formazione dei mediatori n° dutara media [ore] Master 24 445 Corsi di spec. e perfezionamento 76 296 Lauree brevi 22 700 Corsi regionale/comunali 906 368 Corsi organizzati autonomamente 757 74 Altro 125 235 Totale 1910 139

INDAGINE SULLA MEDIAZIONE CULTURALE IN ITALIA<br />

risposte al questionario menzionano solo i cont<strong>in</strong>enti o le aree di provenienza<br />

(America Lat<strong>in</strong>a, Asia, Arabi, ecc.), senza dettagliare il paese d’orig<strong>in</strong>e. Molto alto<br />

è anche il numero di casi <strong>in</strong> cui non viene fornita alcuna specificazione: 363, ovvero<br />

il 9,2% del totale. Questa mancanza è da attribuire a quanto si è segnalato<br />

sopra, cioè alla rotazione dei mediatori all’<strong>in</strong>terno di uno stesso servizio e alla loro<br />

forte mobilità tra servizi che se ne avvalgono per <strong>in</strong>terventi occasionali. In questo<br />

contesto gli organismi contattati potrebbero aver avuto qualche difficoltà a delimitare<br />

le nazionalità delle risorse umane impiegate.<br />

Tab. 37 Area geografica di provenienza dei mediatori<br />

Area n°<br />

Africa 460<br />

Europa dell’Est 445<br />

Italia 239<br />

America Lat<strong>in</strong>a 199<br />

Asia 128<br />

Medio Oriente, Arabia, Irak, Iran e Turchia 112<br />

C<strong>in</strong>a 91<br />

Ex URSS 37<br />

Europa occidentale 17<br />

Rom 6<br />

Non risponde 363<br />

Totale 2097<br />

2.3.2. Nazionalità ed area di provenienza<br />

Per quanto riguarda i titoli di studio dei mediatori, i dati disponibili confermano<br />

che ci troviamo di fronte ad un gruppo che ha una formazione media-superiore.<br />

Ben il 44,6% possiede la laurea e/o il dottorato, mentre coloro che non hanno titoli<br />

o soltanto la licenza media sono appena il 6,3% (tabella n° 38). Tale <strong>in</strong>formazione<br />

può essere <strong>in</strong>terpretata e spiegata <strong>in</strong> vari modi, ma <strong>in</strong> ogni caso attesta che la professione<br />

del mediatori può rappresentare una alternativa ricercata da stranieri<br />

immigrati che <strong>in</strong> Italia non trovano un <strong>in</strong>serimento lavorativo confacente al proprio<br />

livello <strong>culturale</strong> e professionale. Oltre a ciò, l’alta percentuale di diplomati e<br />

laureati fa pensare che vi siano ottime basi di partenza per una maggiore professionalizzazione<br />

della figura del mediatore <strong>culturale</strong> <strong>in</strong> Italia.<br />

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