indagine sulla mediazione culturale in italia - Integrazione Migranti

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03.06.2013 Views

INDAGINE SULLA MEDIAZIONE CULTURALE IN ITALIA regionale di riferimento (tabella n° 23), si osserva come i fondi nazionali sono stati indicati soprattutto dalle regioni del Cen-tro, del Sud e dalle Iso-le, mentre nel Nord-Ovest operano in prin-cipal modo i finanzia-menti regionali (il 28%). Un altro dato interessante è quello relativo ai fondi propri delle singole strutture che raggiungono percentuali di rilievo sia a Sud e nelle Isole che a Nord-Ovest, rimanendo invece a quote piuttosto basse nelle altre due zone (rispettivamente il 5,9% e il 4,6%). Tab. 23 Provenienza e peso percentuali delle fonti finanziarie per area geografica % Nord Est % Nord Ovest % Centro% Sud e Isole Fondi nazionali 18,8 23,4 31,2 31,2 Fondi regionali 17,6 28,1 15,3 17,9 Fondi provinciali 13,1 6,8 13,6 3,2 Fondi comunali 17,8 15,7 24,2 21,8 Fondo sociale europeo 5,0 1,4 2,4 0,8 Fondazioni bancarie 0,3 0,8 0,1 0,0 Altri fonti da soggetti privati 0,6 3,1 2,0 1,6 Fondi propri della struttura 5,9 11,3 4,6 17,9 Utenza 3,7 0,9 0,3 2,1 Vendita del servizio 1,7 3,9 2,6 0,9 Altro 3,8 4,4 2,4 2,1 Un altro dato interessante è quello relativo ai fondi propri delle singole strutture che raggiungono percentuali di rilievo sia a Sud e nelle Isole che a Nord-Ovest, rimanendo invece a quote piuttosto basse nelle altre due zone (rispettivamente il 5,9% e il 4,6%). 2.2.6. Difficoltà incontrate nell’attuazione dei servizi Una delle domande del questionario riguarda in modo specifico le difficoltà incontrate dagli enti attuatori nell’attuazione dei servizi di mediazione. Se si leggono i dati inseriti nella tabella n° 24, il 15,5% delle strutture contattate ha indicato nel reperimento e nella gestione dei fondi finanziari l’ostacolo maggiore ad un pieno funzionamento degli interventi realizzati, mentre l’11,9% di esse il rapporto con altri enti e istituzioni. I due aspetti sono in effetti complementari, non a caso appaiono spesso associati l’uno all’altro (ciascuna struttura poteva indicare più di una risposta). Sono infatti le istituzioni, soprattutto a livello regionale, provinciale e comunale, a devolvere i finanziamenti e a promuovere i servizi di mediazione. 128

M APPATURA DELLE ESPERIENZE DI MEDIAZIONE CULTURALE IN I TALIA Tab. 24 Difficoltà incontrate nell'attuazione del servizio N° % Rapporto con altri enti/istituzioni 88 11,9% Reperimento e gestione dei fondi 115 15,5% Reperimento e gestione risorse umane 69 9,3% Caratteristiche logistiche della sede 46 6,2% Basso numero di utenti 26 3,5% Alto numero di utenti 52 7,0% Diffidenza degli operatori 43 5,8% Diffidenza dell'utenza verso i mediatori 31 4,2% Diffidenza dell'utenza verso le istituzioni 53 7,2% Scarsa conoscenza del servizio nel territorio Scarsa valorizzazione ed uso improprio dei mediatori da parte dell'ente/istituzione 55 7,4% entro il quale il servizio si attua 59 8,0% Insufficiente preparazione dei mediatori impiegati 29 3,9% Coordinamento organizzativo dell'intervento 65 8,8% altro 10 1,3% Non rispondono 19 Tra l’altro a queste due percentuali si somma quella relativa alla scarsa valorizzazione e all’uso improprio dei mediatori da parte dell’ente/istituzione entro il quale il servizio stesso si attua (l’8%). Quest’ultimo parametro è piuttosto indicativo, in quanto fa emergere una delle incongruenze di fondo della mediazione in Italia: da un lato esiste una forte richiesta di servizi diretti a facilitare il rapporto tra istituzioni e utenza straniera, dall’altro la figura stessa del mediatore è molte volte misconosciuta o male utilizzata, in quanto si delegano ai mediatori soprattutto azioni di interpretariato e di accompagnamento, se non addirittura attività terze non attinenti alle loro competenze, invece di impiegarli per rendere più qualificati i servizi stessi. L’analisi del focus group metterà in luce come spesso il mediatore lamenta una completa deresponsabilizzazione da parte dell’istituzione (con una delega al mediatore della gestione dei rapporti con gli utenti stranieri), unita ad una scarsa valorizzazione delle potenzialità di impiego di tale figura; il mediatore insomma è chiamato a “prendersi carico” degli stranieri, laddove l’istituzione stenta a ridefinire il proprio ruolo e a reimpostare gli assetti organizzativi dei servizi che offre, tenendo conto dei bisogni provenienti da nuove e differenziate tipologie di utenza. 129

M APPATURA DELLE ESPERIENZE DI MEDIAZIONE CULTURALE IN I TALIA<br />

Tab. 24 Difficoltà <strong>in</strong>contrate nell'attuazione del servizio<br />

N° %<br />

Rapporto con altri enti/istituzioni 88 11,9%<br />

Reperimento e gestione dei fondi 115 15,5%<br />

Reperimento e gestione risorse umane 69 9,3%<br />

Caratteristiche logistiche della sede 46 6,2%<br />

Basso numero di utenti 26 3,5%<br />

Alto numero di utenti 52 7,0%<br />

Diffidenza degli operatori 43 5,8%<br />

Diffidenza dell'utenza verso i mediatori 31 4,2%<br />

Diffidenza dell'utenza verso le istituzioni 53 7,2%<br />

Scarsa conoscenza del servizio nel territorio<br />

Scarsa valorizzazione ed uso improprio dei<br />

mediatori da parte dell'ente/istituzione<br />

55 7,4%<br />

entro il quale il servizio si attua 59 8,0%<br />

Insufficiente preparazione dei mediatori impiegati 29 3,9%<br />

Coord<strong>in</strong>amento organizzativo dell'<strong>in</strong>tervento 65 8,8%<br />

altro 10 1,3%<br />

Non rispondono 19<br />

Tra l’altro a queste due percentuali si somma quella relativa alla scarsa valorizzazione<br />

e all’uso improprio dei mediatori da parte dell’ente/istituzione entro il<br />

quale il servizio stesso si attua (l’8%). Quest’ultimo parametro è piuttosto <strong>in</strong>dicativo,<br />

<strong>in</strong> quanto fa emergere una delle <strong>in</strong>congruenze di fondo della <strong>mediazione</strong> <strong>in</strong><br />

Italia: da un lato esiste una forte richiesta di servizi diretti a facilitare il rapporto<br />

tra istituzioni e utenza straniera, dall’altro la figura stessa del mediatore è molte<br />

volte misconosciuta o male utilizzata, <strong>in</strong> quanto si delegano ai mediatori soprattutto<br />

azioni di <strong>in</strong>terpretariato e di accompagnamento, se non addirittura attività<br />

terze non att<strong>in</strong>enti alle loro competenze, <strong>in</strong>vece di impiegarli per rendere più<br />

qualificati i servizi stessi. L’analisi del focus group metterà <strong>in</strong> luce come spesso il<br />

mediatore lamenta una completa deresponsabilizzazione da parte dell’istituzione<br />

(con una delega al mediatore della gestione dei rapporti con gli utenti stranieri),<br />

unita ad una scarsa valorizzazione delle potenzialità di impiego di tale figura; il<br />

mediatore <strong>in</strong>somma è chiamato a “prendersi carico” degli stranieri, laddove l’istituzione<br />

stenta a ridef<strong>in</strong>ire il proprio ruolo e a reimpostare gli assetti organizzativi<br />

dei servizi che offre, tenendo conto dei bisogni provenienti da nuove e differenziate<br />

tipologie di utenza.<br />

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