indagine sulla mediazione culturale in italia - Integrazione Migranti

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03.06.2013 Views

INDAGINE SULLA MEDIAZIONE CULTURALE IN ITALIA La seconda modalità scelta per qualificare la mediazione in Italia ha previsto una raccolta di informazioni più ampie ed articolate sugli enti attuatori dei servizi di mediazione, sugli elementi distintivi di tali servizi e, infine, sulla figura del mediatore. Lo strumento utilizzato per tale scopo è stato un questionario inviato a tutte le strutture identificate nella fase precedente. Possiamo anticipare qui che ha risposto (anche se non in modo sempre soddisfacente) circa il 30% delle esperienze di mediazione censite, il che rappresenta una percentuale significativa del target di riferimento. L’analisi dei dati del questionario ha permesso di addentrarsi nel “mondo” della mediazione e di comprenderne le caratteristiche più salienti, dagli ambiti di intervento alla gamma dei servizi erogati, dalle competenze dei mediatori alla tipologia degli utenti, e così via. È risaputo tuttavia che lo strumento “questionario” presenta serie limitazioni, anche perché obbliga a fornire risposte all’interno di griglie precodificate, che non sempre consentono di rispecchiare la varietà di situazioni. E questo è tanto più vero nel caso della mediazione, sulla quale non esisteva una tradizione di studi che potesse in qualche modo orientare questa indagine nazionale. In questo contesto ha preso corpo la terza strategia o approccio al nostro oggetto di lavoro – ovvero il focus group con i mediatori – ideato non tanto per ampliare e fornire un riscontro alle informazioni raccolte nelle prime due fasi, quanto piuttosto per sottoporre la mediazione ad un’analisi approfondita dalla quale scaturissero le sue principali dimensioni di significato, gli aspetti critici dei processi di mediazione e le possibili linee di lavoro per superarli. Al focus group sono stati invitati alcuni mediatori ai quali è stato richiesto di esplorare i campi semantici della mediazione confrontandosi con due casi problematici (costruiti all’uopo). Si è detto prima che la mediazione si presenta come un settore di attività che ha conosciuto una forte espansione negli ultimi anni, ma che non è riconducibile ad un quadro programmatico unitario. Oltre a ciò, essa si è sviluppata in maniera spontanea (a volte estemporanea), grazie all’iniziativa del privato sociale e di amministrazioni pubbliche che hanno voluto in questo modo rispondere meglio alle esigenze dell’utenza straniera. Conoscere i principali riferimenti normativi che hanno fatto da cornice per l’avvio e per la crescita delle esperienze di mediazione era quindi di fondamentale importanza. Da qui la quarta linea di lavoro dell’indagine nazionale, indirizzata a raccogliere e classificare tutti i supporti normativi della mediazione, sia sul piano nazionale che a livello regionale, ed articolata per settori di intervento Ai fini di una maggiore completezza delle 12

INTRODUZIONE GENERALE informazioni si sono considerati anche i documenti di programmazione della politica dell’immigrazione ed altri testi istituzionali di carattere settoriale che fissano gli orientamenti programmatici in merito ai servizi pubblici rivolti agli immigrati. L’ultimo obiettivo dell’indagine nazionale riguarda il “dibattito” in Italia e in Europa sulla mediazione culturale. L’esame di questo aspetto si giustificava per due ragioni: la prima consiste nella convenienza di acquisire la riflessione sulla mediazione culturale condotta nelle più diverse sedi di produzione intellettuale, tanto più in un paese come l’Italia, che è divenuto solo di recente – rispetto ad altre nazioni europee – meta di immigrazione, e che quindi può sicuramente trarre vantaggio da un’analisi comparativa del dibattito sulla mediazione; la seconda ragione risiede nella necessità di tener conto del fatto che in Italia, un paese in cui le polemiche si incendiano facilmente, anche il campo della mediazione è oggetto di forti controversie intellettuali. Non si può quindi prescindere da quanto si argomenta a favore o contro la mediazione per capirne di più. Prima di lasciare queste pagine introduttive, ci preme ricordare che l’indagine sulla mediazione culturale in Italia è stata portata avanti con lo spirito di offrire un contributo a quanti devono prendere decisioni nel campo dei servizi per immigrati. La mediazione rientra in questo campo e come ha giustamente sottolineato la Direzione Generale per l’Immigrazione è giunto il momento di fare più luce su di essa e di dotarla di un solido inquadramento sia normativo che programmatico. L’èquipe di ricerca ha cercato di raccogliere questa indicazione, capace di puntare alla piena integrazione e alla creazione di un armonico clima di convivenza interculturale, in una prospettiva di estensione dei diritti di cittadinanza alla popolazione straniera. 13

INDAGINE SULLA MEDIAZIONE CULTURALE IN ITALIA<br />

La seconda modalità scelta per qualificare la <strong>mediazione</strong> <strong>in</strong> Italia ha previsto<br />

una raccolta di <strong>in</strong>formazioni più ampie ed articolate sugli enti attuatori dei<br />

servizi di <strong>mediazione</strong>, sugli elementi dist<strong>in</strong>tivi di tali servizi e, <strong>in</strong>f<strong>in</strong>e, <strong>sulla</strong> figura<br />

del mediatore. Lo strumento utilizzato per tale scopo è stato un questionario<br />

<strong>in</strong>viato a tutte le strutture identificate nella fase precedente. Possiamo anticipare<br />

qui che ha risposto (anche se non <strong>in</strong> modo sempre soddisfacente) circa il 30%<br />

delle esperienze di <strong>mediazione</strong> censite, il che rappresenta una percentuale significativa<br />

del target di riferimento. L’analisi dei dati del questionario ha permesso<br />

di addentrarsi nel “mondo” della <strong>mediazione</strong> e di comprenderne le caratteristiche<br />

più salienti, dagli ambiti di <strong>in</strong>tervento alla gamma dei servizi erogati, dalle<br />

competenze dei mediatori alla tipologia degli utenti, e così via.<br />

È risaputo tuttavia che lo strumento “questionario” presenta serie limitazioni,<br />

anche perché obbliga a fornire risposte all’<strong>in</strong>terno di griglie precodificate,<br />

che non sempre consentono di rispecchiare la varietà di situazioni. E questo è<br />

tanto più vero nel caso della <strong>mediazione</strong>, <strong>sulla</strong> quale non esisteva una tradizione<br />

di studi che potesse <strong>in</strong> qualche modo orientare questa <strong><strong>in</strong>dag<strong>in</strong>e</strong> nazionale.<br />

In questo contesto ha preso corpo la terza strategia o approccio al nostro<br />

oggetto di lavoro – ovvero il focus group con i mediatori – ideato non tanto per<br />

ampliare e fornire un riscontro alle <strong>in</strong>formazioni raccolte nelle prime due fasi,<br />

quanto piuttosto per sottoporre la <strong>mediazione</strong> ad un’analisi approfondita dalla<br />

quale scaturissero le sue pr<strong>in</strong>cipali dimensioni di significato, gli aspetti critici dei<br />

processi di <strong>mediazione</strong> e le possibili l<strong>in</strong>ee di lavoro per superarli. Al focus group<br />

sono stati <strong>in</strong>vitati alcuni mediatori ai quali è stato richiesto di esplorare i campi<br />

semantici della <strong>mediazione</strong> confrontandosi con due casi problematici (costruiti<br />

all’uopo).<br />

Si è detto prima che la <strong>mediazione</strong> si presenta come un settore di attività<br />

che ha conosciuto una forte espansione negli ultimi anni, ma che non è riconducibile<br />

ad un quadro programmatico unitario. Oltre a ciò, essa si è sviluppata <strong>in</strong><br />

maniera spontanea (a volte estemporanea), grazie all’<strong>in</strong>iziativa del privato sociale<br />

e di amm<strong>in</strong>istrazioni pubbliche che hanno voluto <strong>in</strong> questo modo rispondere<br />

meglio alle esigenze dell’utenza straniera. Conoscere i pr<strong>in</strong>cipali riferimenti normativi<br />

che hanno fatto da cornice per l’avvio e per la crescita delle esperienze di<br />

<strong>mediazione</strong> era qu<strong>in</strong>di di fondamentale importanza. Da qui la quarta l<strong>in</strong>ea di<br />

lavoro dell’<strong><strong>in</strong>dag<strong>in</strong>e</strong> nazionale, <strong>in</strong>dirizzata a raccogliere e classificare tutti i supporti<br />

normativi della <strong>mediazione</strong>, sia sul piano nazionale che a livello regionale,<br />

ed articolata per settori di <strong>in</strong>tervento Ai f<strong>in</strong>i di una maggiore completezza delle<br />

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