indagine sulla mediazione culturale in italia - Integrazione Migranti

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03.06.2013 Views

INDAGINE SULLA MEDIAZIONE CULTURALE IN ITALIA tuali riportate nella tabella n° 4: nella Lombardia si registra il 14,3% dei servizi di mediazione, mentre nel Lazio l’8,6%. Tab. 4 Esperienze di mediazione per regione Regione n. % Abruzzo 24 9,8% Basilicata 1 0,4% Calabria 6 2,5% Campania 5 2,0% Emilia Romagna 24 9,8% Friuli Venezia Giulia 17 7,0% Lazio 21 8,6% Liguria 10 4,1% Lombardia 35 14,3% Marche 3 1,2% Molise 1 0,4% Piemonte 9 3,7% Puglia 13 5,3% Sardegna 2 0,8% Sicilia 10 4,1% Toscana 19 7,8% Trentino 11 4,5% Umbria 7 2,9% Val D'Aosta 2 0,8% Veneto 24 9,8% Totale 244 100,0% 2.1.2. Tipologia degli Enti La mediazione culturale in Italia nasce e si diffonde come un servizio promosso e/o gestito soprattutto da organismi del privato sociale. Le percentuali della tabella n° 5 confermano un dato già conosciuto rispetto al protagonismo del Terzo Settore. Il 57% degli enti attuatori proviene da questa tipologia, se si sommano le associazioni, gli enti di volontariato, le fondazioni e le cooperative. L’alta percentuale delle amministrazioni pubbliche (23,1%, sommando Comuni, Province e Municipi), inoltre, può essere dovuta al fatto che spesso il privato sociale opera in convenzione e per conto di enti pubblici. In taluni casi però a rispondere al questionario, invece che l’associazione attuatrice del servizio, è stata l’amministrazione pubblica titolare dello stesso, in quanto promotrice e/o finanziatrice dell’intervento. 110

M APPATURA DELLE ESPERIENZE DI MEDIAZIONE CULTURALE IN I TALIA Infatti, alla domanda del questionario su quali fossero l’ente promotore e l’ente attuatore, non tutti hanno risposto differenziando tra queste due categorie. La distinzione tra “ente attuatore” e “promotore” è risultata spesso poco chiara. A volte, per esempio, il Comune che ha affidato un servizio di mediazione ad una associazione, nel questionario dichiarava di essere ente attuatore, e non promotore come invece avrebbe dovuto indicare. Altre volte, al contrario, sono gli organismi del privato sociale a respingere la categoria di “ente attuatore”. In tali casi, infatti, anche se la titolarità dei servizi di mediazione è di un ente pubblico (per esempio, Piano Territoriale ex l. 285/97, progetti nelle scuole, ecc.), gli organismi del privato sociale si considerano (e di fatto sono) i promotori di tali interventi. Tab. 5 Tipologia organismi attuatori Tipologia n. % Associazione senza scopo di lucro 54 32,0% Cooperativa 25 14,8% Organizzazione di volontariato 12 7,1% Fondazione 5 3,0% Scuola 7 4,1% Università o centro di ricerca 1 0,6% Società, impresa o azienda 2 1,2% Ente di formazione/istruzione 3 1,8% Centro di giustizia minorile 2 1,2% Amministrazione comunale 33 19,5% Amministrazione municipale 1 0,6% Amministrazione provinciale 5 3,0% Sindacato 1 0,6% Ambulatorio 2 1,2% Consultorio 2 1,2% Centro di accoglienza 1 0,6% Altro 13 7,7% Non specifica 9 Totale 178 100% Rispetto alla distribuzione geografica, non emergono dati particolarmente rilevanti, se non la bassa presenza di amministrazioni pubbliche tra gli enti attuatori del Sud e delle Isole (tabella n° 6). Irrisorio è invece il numero di servizi di mediazione nelle imprese, nei sindacati e nelle Università (2,4%). Ciò sembrerebbe testimoniare la tendenza a concentrare questo 111

M APPATURA DELLE ESPERIENZE DI MEDIAZIONE CULTURALE IN I TALIA<br />

Infatti, alla domanda del questionario su quali fossero l’ente promotore e l’ente<br />

attuatore, non tutti hanno risposto differenziando tra queste due categorie. La dist<strong>in</strong>zione<br />

tra “ente attuatore” e “promotore” è risultata spesso poco chiara. A volte, per esempio,<br />

il Comune che ha affidato un servizio di <strong>mediazione</strong> ad una associazione, nel questionario<br />

dichiarava di essere ente attuatore, e non promotore come <strong>in</strong>vece avrebbe<br />

dovuto <strong>in</strong>dicare.<br />

Altre volte, al contrario, sono gli organismi del privato sociale a resp<strong>in</strong>gere la categoria<br />

di “ente attuatore”. In tali casi, <strong>in</strong>fatti, anche se la titolarità dei servizi di <strong>mediazione</strong><br />

è di un ente pubblico (per esempio, Piano Territoriale ex l. 285/97, progetti nelle<br />

scuole, ecc.), gli organismi del privato sociale si considerano (e di fatto sono) i promotori<br />

di tali <strong>in</strong>terventi.<br />

Tab. 5 Tipologia organismi attuatori<br />

Tipologia n. %<br />

Associazione senza scopo di lucro 54 32,0%<br />

Cooperativa 25 14,8%<br />

Organizzazione di volontariato 12 7,1%<br />

Fondazione 5 3,0%<br />

Scuola 7 4,1%<br />

Università o centro di ricerca 1 0,6%<br />

Società, impresa o azienda 2 1,2%<br />

Ente di formazione/istruzione 3 1,8%<br />

Centro di giustizia m<strong>in</strong>orile 2 1,2%<br />

Amm<strong>in</strong>istrazione comunale 33 19,5%<br />

Amm<strong>in</strong>istrazione municipale 1 0,6%<br />

Amm<strong>in</strong>istrazione prov<strong>in</strong>ciale 5 3,0%<br />

S<strong>in</strong>dacato 1 0,6%<br />

Ambulatorio 2 1,2%<br />

Consultorio 2 1,2%<br />

Centro di accoglienza 1 0,6%<br />

Altro 13 7,7%<br />

Non specifica 9<br />

Totale 178 100%<br />

Rispetto alla distribuzione geografica, non emergono dati particolarmente rilevanti, se<br />

non la bassa presenza di amm<strong>in</strong>istrazioni pubbliche tra gli enti attuatori del Sud e delle<br />

Isole (tabella n° 6).<br />

Irrisorio è <strong>in</strong>vece il numero di servizi di <strong>mediazione</strong> nelle imprese, nei s<strong>in</strong>dacati e<br />

nelle Università (2,4%). Ciò sembrerebbe testimoniare la tendenza a concentrare questo<br />

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