indagine sulla mediazione culturale in italia - Integrazione Migranti
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INDAGINE SULLA MEDIAZIONE CULTURALE IN ITALIA to sociale rifiutano la categoria di “ente attuatore”. In tali casi, infatti, anche se la titolarità dei servizi di mediazione è di un ente pubblico (per esempio, Comune capofila di un Piano Territoriale ex l. 285/97, progetti nelle scuole, ecc.), gli organismi del privato sociale si considerano (e di fatto sono) i promotori di tali interventi. L’ambiguità tra ente promotore ed attuatore è tanto più forte quanto più l’ente pubblico si limita al finanziamento delle attività, senza altri interventi. L’analisi dei dati dell’indirizzario sarà effettuata limitatamente alle esperienze in esso incluse e che hanno restituito il questionario. Questo, infatti, richiede informazioni più ampie e precise rispetto a quelle raccolte nella fase di costruzione dell’indirizzario nazionale. 1.3 I campi di indagine del questionario Il numero dei soggetti coinvolti nell’indagine e la loro varietà, oltre al carattere stesso della mappatura, che presuppone una fotografia su base territoriale di una data realtà, ha portato a individuare nel questionario strutturato lo strumento più idoneo di raccolta dati. La finalità principale della rilevazione quantitativa, infatti, era quella di produrre dei dati unitari e comparabili sull’intero fenomeno indagato, che consentissero di caratterizzare e raffrontare i diversi aspetti che lo compongono, fornendo una descrizione generale del trend nazionale. Per questo motivo, il questionario utilizzato può apparire a prima vista complesso ed articolato, e in alcune sue parti “pertinente” solo ad alcune specifiche realtà. D’altra parte questa limitazione è connessa all’estrema varietà dell’universo di riferimento ed era inevitabile perché la priorità dell’indagine era la rilevazione dei dati d’insieme. Il questionario è stato suddiviso in tre sezioni: — la prima di carattere identificativo dedicata a raccogliere dati generali sull’ente/soggetto contattato: denominazione dell’ente, ragione sociale, indirizzo, tipologia dell’organizzazione, attività prevalenti, ecc.; — la seconda raccoglie informazioni sui singoli servizi/progetti di mediazione erogati dall’ente attuatore: area di intervento, tipologia del servizio, volume dell’utenza, fonti di finanziamento, eventuali soggetti partner, ecc. — la terza si riferisce alla figura del mediatore e raccoglie dati relativi alle caratteristiche dei mediatori impiegati per ciascun servizio: numero, genere, fascia di età, provenienza, funzioni svolte, percorsi formativi, titoli di studio, ecc. 106
M APPATURA DELLE ESPERIENZE DI MEDIAZIONE CULTURALE IN I TALIA Il questionario messo a punto è stato testato nella fase iniziale della somministrazione, consentendo di verificare la validità dello strumento e di correggere alcune sue parti. Parallelamente alla costruzione del questionario si è reso indispensabile definire un glossario minimo dei termini d’uso che ricorrono nell’indagine. In estrema sintesi, i termini definiti sono stati i seguenti: — con l’espressione “servizio di mediazione” si indicano tutti i progetti e le attività di mediazione culturale strutturate nel tempo; — quando si parla di “utenza” si fa riferimento congiuntamente all’utenza straniera e rom per ragioni di economia complessiva del questionario, pur nella consapevolezza delle profonde differenze storiche e socioculturali dei due soggetti; — per “ente attuatore” del servizio di mediazione si intende quell’organismo che direttamente si occupa di realizzare il servizio, anche laddove la titolarità dello stesso dipenda da altro ente o struttura (amministrazione provinciale, comunale, ecc.). 1.4. Somministrazione del questionario, solleciti e loro restituzione L’attività di ricognizione vera e propria è stata realizzata attraverso la spedizione dello strumento di rilevazione a tutti i soggetti attuatori individuati precedentemente, attraverso l’utilizzo del fax o della posta elettronica. Il flusso dei rientri dei questionari compilati ha richiesto fin da subito una prima serie di contattati telefonici con i referenti addetti alla compilazione del questionario, allo scopo di richiedere ulteriori chiarimenti sulle informazioni riportate, a volta poco chiare o addirittura contrastanti, e registrare i dati mancanti. Contemporaneamente è stata avviata l’attività effettiva dei solleciti telefonici, per tutte le strutture in ritardo con la consegna del questionario. La seconda attività ha permesso di incrementare notevolmente la percentuale dei ritorni. Lo scarto esistente tra i questionari inviati (circa 700) e i questionari restituiti (233) è stato determinato non solo dalla scelta effettuata in fase di costruzione dell’indirizzario, ma anche dal numero di servizi di mediazione corrispondenti a ciascun questionario compilato, per un totale di 248 unità, pari a circa il 35% sul totale delle spedizioni. Ciò consente di ritenere la presente indagine una radiografia plausibile e abbastanza esaustiva del panorama dell’offerta di servizi di mediazione culturale nel nostro Paese, tanto nel settore istituzionale quanto in quello non formale di offerta. 107
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to sociale rifiutano la categoria di “ente attuatore”. In tali casi, <strong>in</strong>fatti, anche se la<br />
titolarità dei servizi di <strong>mediazione</strong> è di un ente pubblico (per esempio, Comune<br />
capofila di un Piano Territoriale ex l. 285/97, progetti nelle scuole, ecc.), gli organismi<br />
del privato sociale si considerano (e di fatto sono) i promotori di tali <strong>in</strong>terventi.<br />
L’ambiguità tra ente promotore ed attuatore è tanto più forte quanto più<br />
l’ente pubblico si limita al f<strong>in</strong>anziamento delle attività, senza altri <strong>in</strong>terventi.<br />
L’analisi dei dati dell’<strong>in</strong>dirizzario sarà effettuata limitatamente alle esperienze<br />
<strong>in</strong> esso <strong>in</strong>cluse e che hanno restituito il questionario. Questo, <strong>in</strong>fatti, richiede<br />
<strong>in</strong>formazioni più ampie e precise rispetto a quelle raccolte nella fase di costruzione<br />
dell’<strong>in</strong>dirizzario nazionale.<br />
1.3 I campi di <strong><strong>in</strong>dag<strong>in</strong>e</strong> del questionario<br />
Il numero dei soggetti co<strong>in</strong>volti nell’<strong><strong>in</strong>dag<strong>in</strong>e</strong> e la loro varietà, oltre al carattere<br />
stesso della mappatura, che presuppone una fotografia su base territoriale di una<br />
data realtà, ha portato a <strong>in</strong>dividuare nel questionario strutturato lo strumento più<br />
idoneo di raccolta dati.<br />
La f<strong>in</strong>alità pr<strong>in</strong>cipale della rilevazione quantitativa, <strong>in</strong>fatti, era quella di<br />
produrre dei dati unitari e comparabili sull’<strong>in</strong>tero fenomeno <strong>in</strong>dagato, che consentissero<br />
di caratterizzare e raffrontare i diversi aspetti che lo compongono, fornendo<br />
una descrizione generale del trend nazionale.<br />
Per questo motivo, il questionario utilizzato può apparire a prima vista<br />
complesso ed articolato, e <strong>in</strong> alcune sue parti “pert<strong>in</strong>ente” solo ad alcune specifiche<br />
realtà. D’altra parte questa limitazione è connessa all’estrema varietà dell’universo<br />
di riferimento ed era <strong>in</strong>evitabile perché la priorità dell’<strong><strong>in</strong>dag<strong>in</strong>e</strong> era la rilevazione<br />
dei dati d’<strong>in</strong>sieme.<br />
Il questionario è stato suddiviso <strong>in</strong> tre sezioni:<br />
— la prima di carattere identificativo dedicata a raccogliere dati generali sull’ente/soggetto<br />
contattato: denom<strong>in</strong>azione dell’ente, ragione sociale, <strong>in</strong>dirizzo, tipologia<br />
dell’organizzazione, attività prevalenti, ecc.;<br />
— la seconda raccoglie <strong>in</strong>formazioni sui s<strong>in</strong>goli servizi/progetti di <strong>mediazione</strong><br />
erogati dall’ente attuatore: area di <strong>in</strong>tervento, tipologia del servizio, volume dell’utenza,<br />
fonti di f<strong>in</strong>anziamento, eventuali soggetti partner, ecc.<br />
— la terza si riferisce alla figura del mediatore e raccoglie dati relativi alle caratteristiche<br />
dei mediatori impiegati per ciascun servizio: numero, genere, fascia di<br />
età, provenienza, funzioni svolte, percorsi formativi, titoli di studio, ecc.<br />
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