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da L'antica civiltà cretese - Artleo.it

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R. W. Hutchinson L’antica <strong>civiltà</strong> <strong>cretese</strong><br />

come parti funzionali di un edificio concep<strong>it</strong>o fin <strong>da</strong>l<br />

principio come un tutto un<strong>it</strong>ario e rimasto tale, sia pur<br />

con qualche modifica, fino al Medio Minoico III.<br />

Cosí il Blocco I consisteva dell’isolato centrale della<br />

facciata ovest, tagliato in due <strong>da</strong>l grande corridoio, forse<br />

scoperto. Le mura di questo blocco erano di grande<br />

spessore e possiamo forse dedurne l’esistenza di un<br />

secondo piano. Nella costruzione, erano soprattutto adoperate<br />

due qual<strong>it</strong>à di pietra locale: l’arenaria del Tardo<br />

Quaternario, proveniente <strong>da</strong>lle cave della costa vicina,<br />

era una pietra facile <strong>da</strong> tagliare ed era il materiale di cui<br />

sempre si faceva uso quando occorrevano buoni conci di<br />

pietre squadrate; invece per i muri interni, che dovevano<br />

pure essere resistenti, ma dove una parete scabra<br />

poteva essere ricoperta con uno strato di intonaco, i<br />

costruttori si servivano di un’altra pietra locale, molto<br />

piú dura e meno maneggevole, conosciuta sul posto<br />

come sidheropetra o «pietra ferrica», un calcare durissimo<br />

e nodoso, a mezza stra<strong>da</strong> <strong>da</strong>l marmo. Oltre a questi<br />

materiali, si usavano talvolta per muri interni di minore<br />

importanza i mattoni di fango, ora per caso cotti nell’incendio<br />

che distrusse il palazzo.<br />

Il Blocco IV sembra esser stato destinato agli artisti<br />

del palazzo e ai c<strong>it</strong>tadini, poiché comprende due laboratori,<br />

uno di scultore in avorio, l’altro di ramaio. Il<br />

Blocco V era un «torrione» che ci ricor<strong>da</strong> un poco il torrione<br />

nord di Cnosso, ma questo è edificato con enormi<br />

massi di «pietra ferrica», nella rozza costruzione in<br />

muratura spesso denominata ciclopica (perché ne abbiamo<br />

l’esempio piú imponente nelle mura della fortezza di<br />

Tirinto, che la tradizione dice costru<strong>it</strong>a <strong>da</strong>i Ciclopi).<br />

Il Blocco VI comprendeva alcune stanze, piccole<br />

ma importanti, a cui si accedeva, e che prendevano<br />

luce, <strong>da</strong> una loggia aperta sulla corte centrale. Una stanzetta<br />

sul lato nord della loggia conteneva un cumulo di<br />

armi r<strong>it</strong>uali, fra cui la grande spa<strong>da</strong> di bronzo con l’el-<br />

Storia dell’arte Einaudi 72

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