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R. W. Hutchinson L’antica <strong>civiltà</strong> <strong>cretese</strong><br />
lo della corte centrale. Il centro della Sala delle colonne<br />
era scoperto e serviva quindi a <strong>da</strong>r luce a tutti i piani<br />
della scala. Questi pozzi per la luce, che tanto ricor<strong>da</strong>no<br />
gli alberghi o le grandi case d’appartamenti moderne,<br />
cost<strong>it</strong>uivano una caratteristica tipica dell’arch<strong>it</strong>ettura<br />
minoica ed erano la soluzione naturale del problema<br />
di illuminare un gran numero di piccoli ambienti<br />
interni.<br />
A Cnosso i pozzi per la luce sono s<strong>it</strong>uati di sol<strong>it</strong>o a<br />
un’estrem<strong>it</strong>à della stanza, ma gli arch<strong>it</strong>etti dei palazzi di<br />
Festo e di Hagia Tria<strong>da</strong> nella Messarà illuminavano talvolta<br />
una stanza lunga a pianterreno mediante un pozzo<br />
per la luce nel centro 12 . Il pozzo per la luce in fondo alla<br />
grande scalinata, noto come Sala delle colonne, era fiancheggiato<br />
a nord <strong>da</strong>l corridoio inferiore est-ovest, che conservava<br />
cosí un po’ della sua vecchia importanza come via<br />
principale di comunicazione nel quartiere d’ab<strong>it</strong>azione.<br />
A pochi passi di distanza lungo il corridoio c’era una<br />
porta che si apriva sull’estrem<strong>it</strong>à occidentale della Sala<br />
delle doppie asce, cosí chiamata perché la bipenne ricorreva<br />
come marchio murario sulle pietre dell’estrem<strong>it</strong>à<br />
ovest del pozzo per la luce. Questa era la sala principale,<br />
la sala del trono del quartiere d’ab<strong>it</strong>azione e, nella<br />
massa di gesso fuso che aderisce al muro settentrionale<br />
della sala, si può vedere l’impronta di un trono di legno<br />
con sopra un bal<strong>da</strong>cchino a colonne.<br />
Di fronte al trono, nella Sala delle doppie asce, un<br />
breve passaggio a «zampa di cane» conduceva in una elegante<br />
stanzetta che è stata battezzata «megaron della<br />
regina» con pozzi per la luce <strong>da</strong>lla parte est e sud, un<br />
piccolo bacino lustrale, o stanza <strong>da</strong> bagno, <strong>da</strong>l lato ovest<br />
e un passaggio che conduceva al gabinetto di toletta<br />
privato della regina.<br />
Il bacino lustrale o stanza <strong>da</strong> bagno differisce <strong>da</strong>l<br />
tipo sol<strong>it</strong>o, in quanto il pavimento non è affon<strong>da</strong>to, per<br />
cui non vi sono gradini <strong>da</strong> scendere per entrarvi; con-<br />
Storia dell’arte Einaudi 62