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da L'antica civiltà cretese - Artleo.it

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R. W. Hutchinson L’antica <strong>civiltà</strong> <strong>cretese</strong><br />

care l’opera di Fidia, se i marmi del Partenone fossero<br />

an<strong>da</strong>ti distrutti e dovessimo ricostruirne le probabili<br />

forme <strong>da</strong>lle placche e <strong>da</strong>lle statuette votive d’argilla a<br />

buon mercato dell’acropoli ateniese.<br />

Nel Medio Minoico II B (1830-1700 a. C.) cominciamo<br />

ad incontrare bei sigilli in pietre dure scolp<strong>it</strong>i in<br />

stile naturalistico. Questa evoluzione era dovuta sia a<br />

una crescente padronanza della materia prima <strong>da</strong> parte<br />

dell’artista, che ora usava un trapano tubolare e una<br />

sega, oltre al bulino, e poteva quindi incidere pietre<br />

dure come l’agata, il cristallo e lo smeraldo; sia al fatto<br />

che l’invenzione della scr<strong>it</strong>tura lineare aveva forn<strong>it</strong>o un<br />

sistema facile di corrispondenza mediante targhe d’argilla,<br />

e reso quindi il sigillo un mezzo meno importante<br />

per l’invio di messaggi.<br />

I sigilli erano ormai articoli di lusso piuttosto che di<br />

necess<strong>it</strong>à per gli affari e chi li ordinava poteva pagare la<br />

manodopera di bravi artigiani: infatti la grazia e la raffinatezza<br />

dei migliori sigilli del Medio Minoico II B<br />

non sono mai state superate. Sigilli prismatici, a tre o<br />

quattro facce, continuavano a essere prodotti, ma le<br />

incisioni piú belle si trovano sui cilindri schiacciati su<br />

quelli lenticolari o a forma di fagiuolo, sui sigilli a disco<br />

con disegni su entrambe le facce piane o con una faccia<br />

modellata a manico; sui sigilli ufficiali (forma copiata<br />

<strong>da</strong>gli Itt<strong>it</strong>i dell’Asia Minore). Un disegno che ricorre su<br />

parecchi esemplari del Medio Minoico II B e Medio<br />

Minoico III A fu confrontato <strong>da</strong> Pendlebury a un cherubino<br />

del periodo di Giacomo I in Inghilterra e <strong>da</strong><br />

Evans a una maschera della dea babilonese Ishtar; io<br />

invece mi sono chiesto se non fosse una modificazione<br />

del disco del sole alato d’Eg<strong>it</strong>to, trasformato in un viso<br />

sogghignante <strong>da</strong>ll’irriducibile artista minoico. Ad ogni<br />

modo, qualunque sia l’origine di questa trovata, penso<br />

che abbia probabilmente ragione Marinatos quando l’associa<br />

alle facce dei sigilli o delle cretule di Mochlos,<br />

Storia dell’arte Einaudi 18

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