9,4 Mb - formato pdf - Enoteca Regionale
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DESCRIZIONE DEL PRODOTTO<br />
Il nome di tartufo viene attribuito al corpo fruttifero (simile a un tubero), di funghi sotterranei<br />
(ipogei) della classe degli Ascomiceti che vivono in simbiosi micorrizica con determinate<br />
piante arboree.<br />
Al genere Tuber appartengono diverse specie, tra queste, per importanza in Abruzzo troviamo:<br />
A) Tuber Melanosporum (Tartufo nero pregiato)<br />
- Dimensione: oscilla tra quella di una noce e quella di un’arancia;<br />
- Forma: rotondeggiante;<br />
- Peridio: bruno, tendente al nero ebano, con macchie colore ruggine;<br />
- Gleba: nel periodo della sua formazione il colore è bianco, nel periodo della maturazione<br />
è nero-violaceo opaco;<br />
- Profumo: aromatico, delicato e molto gradevole;<br />
- Sapore: squisito, non si altera con la cottura;<br />
- Valore gastronomico: eccellente perché molto appetitoso e ben digeribile;<br />
- Maturazione: da metà novembre a metà marzo;<br />
- Terreno: calcareo-breccioso, permeabile. Si sviluppa a una profondità compresa tra 5-<br />
10 e 25-30 cm;<br />
- Altitudine: dai 400 ai 1000 metri s.l.m.;<br />
- Piante simbionti: querce, carpini, noccioli, raramente pioppi e qualche specie di pino.<br />
B) Tuber Magnatum (Tartufo bianco pregiato)<br />
- Dimensione: tra i tartufi commestibili è quello più grande;<br />
- Forma: spesso irregolare e lobata;<br />
- Peridio: liscio o quasi;<br />
- Gleba: dal bianco al nocciola, al rosato, al marrone, al rosso vivo, a seconda del grado<br />
di maturazione e della pianta simbionte, con vene fini bianche sinuose;<br />
- Profumo: molto forte e gradevole;<br />
- Sapore: meno delicato del nero pregiato;<br />
- Valore gastronomico: tenero e digeribile viene consumato generalmente crudo;<br />
- Maturazione: da ottobre a tutto dicembre;<br />
- Terreno: marnoso-argilloso e marnoso-sabbioso, spesso lungo gli argini dei fiumi;<br />
- Altitudine: tra i 200 e i 600 metri s.l.m.;<br />
- Piante simbionti: pioppo, salice, quercia, tiglio, ecc.<br />
C) Tuber Brumale (Tartufo nero invernale)<br />
- Dimensione: da quella di una nocciola a quella di un uovo di gallina;<br />
- Forma: rotondeggiante ma spesso irregolare;<br />
- Peridio: rosso violaceo prima di maturare, nero o bruno scuro alla maturazione;<br />
- Gleba: grigio-brunastra con vene meno fini e più rade del T. Melanosporum;<br />
- Profumo: meno pronunciato del T. Melanosporum, comunque gradevole;<br />
- Valore gastronomico: meno digeribile del T. Melanosporum e quindi meno pregiato rispetto<br />
a quest’ultimo con il quale viene spesso confuso;<br />
- Maturazione: da gennaio a tutto marzo;<br />
- Terreno: si ritrova nelle stesse zone del T. Melanosporum;<br />
- Altitudine: la stessa del T. Melanosporum;<br />
- Piante simbionti: quercia, faggio, carpino, nocciolo.<br />
D) Tuber Aestivum (Tartufo nero estivo o Scorzone)<br />
- Dimensione: da quella di un uovo a quella di un’arancia;<br />
- Forma: irregolarmente tondeggiante;<br />
- Peridio: bruno-nerastro con verruche grandi e alte;<br />
- Gleba: di colore nocciola che scurisce a maturazione, con vene bianche e numerose;<br />
- Profumo: debole e di fungo;<br />
- Sapore: poco pronunciato;<br />
- Valore gastronomico: commestibile ma meno pregiato rispetto al T. Brumale;<br />
- Maturazione: da maggio all’autunno;<br />
- Terreno: prettamente calcareo, con area di distribuzione piuttosto vasta;<br />
- Piante simbionti: quercia, carpino, nocciolo, ecc.<br />
ABRUZZO TRUFFLES<br />
Truffle production is widespread in Abruzzo and there is also a general presence<br />
of spontaneous varieties, with a concentration of various species in<br />
different environments, depending on tree species and on the territory’s soil<br />
and climate characteristics.<br />
There are several types in Abruzzo: Tuber Melanosporum, the prized black<br />
truffle, Tuber Magnatum, the prized white truffle, Tuber Brumale, the winter<br />
or Muscat truffle, and Tuber Aestivum, the summer truffle or “Scorzone”.<br />
The knowledge and appreciation of truffles in Abruzzo dates back to the<br />
early 1800s. In his book, Del Tartufo, Luigi Marra quotes works by Ignazio<br />
Niccolò Vicentini who wrote Memoria sulla coltura de’ tartufi, recitata nell’adunanza<br />
della Società Economica de l’Aquila del dì 19 del mese di Aprile<br />
dell’anno 1828 (Tip. Grossi, Aquila 1833), and refers to use of the truffle as<br />
follows:<br />
“The aroma of the truffle and possibly that astringent substance they contain,<br />
is sufficient to preserve meat, and it is also observed that chicken<br />
stuffed with truffles does not ruin so quickly.<br />
A liqueur is also made with truffles, saturating water with the aroma they<br />
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Composizione chimica media del tartufo allo stato fresco:<br />
Acqua 72,8%; Sostanze azotate 8,6%; Sostanze grasse 0,62%; Estrattivi inazotati 8,1%;<br />
Fibre legnose 5,75%; Ceneri 2,31%.<br />
METODICHE DI LAVORAZIONE E CONSERVAZIONE<br />
Le disposizioni legislative in materia di raccolta, coltivazione e commercio dei tartufi sono<br />
disciplinate dalla Legge quadro nazionale n. 752 del 16.12.1985, e nella Regione Abruzzo<br />
dalla Legge <strong>Regionale</strong> n. 22 del 16.02.1988 e successive integrazioni.<br />
Negli ultimi anni, alle tartufaie naturali, si sono affiancati impianti di tartufaie artificiali<br />
realizzate con essenze forestali tipiche (roverella, leccio, cerro, nocciolo, carpino, ecc.) micorrizate<br />
precedentemente con le varie specie di tartufo da vivai specializzati. Questi ultimi,<br />
adottando tecniche particolari di inoculazione, sono oggi in grado di fornire piantine<br />
con un buon grado di micorrizazione, che rappresenta una garanzia di successo ai fini produttivi.<br />
La Regione Abruzzo, a seguito delle richieste di piantine micorrizate riscontrate negli<br />
ultimi anni, e in linea con i recenti regolamenti comunitari in materia di forestazione,<br />
ha realizzato a L’Aquila un vivaio regionale gestito dal Corpo Forestale dello Stato specializzato<br />
nella produzione di piantine forestali micorrizate con i tartufi più richiesti.<br />
La conservazione del tartufo in Abruzzo è stata, in passato, effettuata solo a livello famigliare,<br />
in quanto il prodotto non consumato fresco veniva e viene tuttora per la maggior<br />
parte raccolto da intermediari che riforniscono grosse ditte specializzate nella lavorazione<br />
e commercializzazione del prodotto a livello mondiale. Negli ultimi anni, anche nella<br />
Regione Abruzzo, stanno sorgendo varie ditte artigianali specializzate nella lavorazione<br />
e conservazione del pregiato tubero, che hanno permesso di valorizzare non solo il prodotto<br />
tal quale ma anche alcuni derivati (olio tartufato, pasta al tartufo, Formaggio al tartufo,<br />
ecc.).<br />
Dopo un’accurata spazzolatura dei tuberi raccolti per eliminare ogni residuo di terra, la<br />
conservazione a livello famigliare viene fatta a bagnomaria, nel burro, o in acqua salata.<br />
Questi sistemi consentono una conservazione comunque limitata nel tempo.<br />
Materiali e attrezzature utilizzate per la preparazione e il condizionamento<br />
Requisiti minimi degli impianti tecnici e generali:<br />
• Impianto idrico: è ammessa la sola acqua potabile per tutte le operazioni di detersione<br />
e sanificazione dei materiali che vengono a contatto con i sottoprodotti o prodotti alimentari,<br />
nonché dei locali di trasformazione, stagionatura, pressatura e conservazione.<br />
• Impianto elettrico: a norma secondo le più recenti disposizioni in materia di sicurezza<br />
dei luoghi di lavoro.<br />
• Impianto di illuminazione: deve consentire illuminazione artificiale tale da poter eseguire<br />
idoneamente le operazioni di lavoro, detersione e sanificazione nonché le ispezioni<br />
di vigilanza.<br />
Locali di lavorazione, conservazione e stagionatura<br />
Requisiti minimi dei locali di trasformazione:<br />
1. Pavimentazioni realizzate con materiali resistenti agli acidi e antisdrucciolo:<br />
- Resine epossidiche (a tutta superficie);<br />
- Grès o Clinker fugato a resina epossidica (fuga consigliata 1 cm).<br />
2. Pareti protette da rivestimenti lavabili e antiacido:<br />
- Resine epossidiche;<br />
- Piastrelle in materiale ceramico.<br />
3. Il sistema di evacuazione delle acque di lavaggio deve essere realizzato con materiali<br />
resistenti agli acidi e agli shock termici ( per canalizzazioni interrate o affogate nel<br />
cemento si possono usare i materiali plastici comunemente usati in edilizia corredati<br />
da chiusini antiratto.<br />
4. Finestrature ampie che consentano una buona illuminazione e aerazione del locale.<br />
Tali finestrature devono essere corredate da apposite barriere antinsetti.<br />
5. Locali accessori di servizio: bagno con lavelli dotati di rubinetteria azionabile a gomito<br />
o a pedale.<br />
6. Nel locale deve essere presente un punto d’intercettazione acqua per la detersione<br />
delle attrezzature di lavoro.<br />
exude, chopped into pieces, but it should be made cold, since the heat deteriorates<br />
quality and delicacy. Fresh truffles would appear to contain an acid:<br />
ground and dropped in boiling milk they will turn it so that a truffle cheese<br />
can be made, which has a unique scent and is a pleasant food.<br />
Truffles will be served in various ways, both boiled in water and baked in embers,<br />
as well as raw and sliced into salad, dressed with oil, garlic and anchovies<br />
or sardines. Lastly, they can be used dry, stored in the manner to be<br />
described herein”.<br />
Paolo Urbani, Managing Director of the company Urbani s.n.c., an important<br />
agrofood business that grows, seeks and picks, then processes and sells<br />
truffles and truffle-bsed products, made this statement during the 1992<br />
International Truffle Conference (L’Aquila, 5-8 March 1992): “Carlo Urbani<br />
was present in Abruzzo and above all in the Province of L’Aquila from the<br />
1930s and came into contact with hundreds of truffle-seekers with whom<br />
he established relations of respect, trust and gratitude that were far beyond<br />
mere trade exchanges”.<br />
These comments indicate that the tuber has been known for generations,<br />
PRODOTTI VEGETALI ALLO STATO NATURALE O TRASFORMATI