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OLIVE INTOSSO<br />

La coltivazione delle olive “Intosso”<br />

(localmente anche dette ‘ndoss),<br />

comprende tutto il territorio della regione<br />

Abruzzo con particolare riguardo<br />

alle province di Chieti e di Pescara. Questa varietà viene utilizzata prevalentemente<br />

come oliva da mensa, anche se non mancano felici espressioni di<br />

olio extravergine d’oliva in purezza o, come anche prevede il disciplinare della<br />

DOP “Colline Teatine”, in piccola percentuale insieme ad altre varietà più<br />

note.<br />

Caratteristiche delle olive “Intosso” sono la drupe di forma ellittica con piccolo<br />

umbone apicale, la dimensione media e il peso che oscilla intorno a 3,5-<br />

4 grammi. Il nocciolo è piuttosto grande caratterizzato da solcature marcate.<br />

La preparazione più diffusa delle olive è l’elaborazione in salamoia, il cui ciclo<br />

di lavorazione, denominato comunemente sistema “Sivigliano”, riguarda<br />

la preparazione di olive a fermentazione lattica e comprende diverse e articolate<br />

fasi per ottenere il prodotto finito.<br />

METODICHE DI LAVORAZIONE E CONSERVAZIONE<br />

Il ciclo di lavorazione del sistema “Sivigliano” comprende:<br />

- la deamarizzazione, mediante soluzioni diluite di idrossido di sodio;<br />

- la fermentazione in salamoia.<br />

DEAMARIZZAZIONE: ha l’obiettivo di solubilizzare il principio amaro delle olive, l’oleuropeina,<br />

sostanza di natura glucosidica. Il trattamento di deamarizzazione viene eseguito<br />

con soluzioni diluite di idrossido di sodio (NaOH) che idrolizzano l’oleuropeina a glucosio,<br />

acido enolico e diidrossifeniletanolo, composti che vengono successivamente<br />

eliminati con i lavaggi. Le concentrazioni impiegate possono oscillare dal 2 al 2,2% in<br />

funzione di temperatura ambiente, varietà e grado di maturazione dei frutti.<br />

Durante il trattamento alcalino, i frutti vanno tenuti costantemente immersi nella soluzione<br />

acquosa, poiché all’aria anneriscono rapidamente e subiscono una deamarizzazione<br />

incompleta, con riflessi negativi sulla commestibilità del prodotto; inoltre è importante<br />

riciclare periodicamente la soda per omogeneizzare la concentrazione.<br />

Il trattamento di deamarizzazione si considera concluso quando la soluzione sodica è penetrata<br />

nelle olive per 2/3-3/4 dello spessore della polpa, limite da non superare se si vogliono<br />

evitare squilibri nella composizione quali-quantitativa dei frutti in rapporto ai successivi<br />

processi fermentativi che, se evolvono in maniera anomala, possono pregiudicare<br />

il risultato finale della lavorazione. In linea generale, la durata del trattamento alcalino<br />

oscilla dalle 7 alle 10 ore a seconda della concentrazione della soda e della temperatura.<br />

LAVAGGI: vengono eseguiti lasciando le olive a contatto con l’acqua, da cambiare periodicamente,<br />

fino a quando il pH risulta indicativamente intorno a 7-7,5. Durante le operazioni<br />

bisogna evitare l’arieggiamento eccessivo della massa e l’esposizione dei frutti all’aria,<br />

responsabile di dannosi imbrunimenti ossidativi che deprezzano il valore commerciale<br />

del prodotto finito. Vengono effettuati in genere 3 lavaggi per una durata complessiva<br />

che oscilla dalle 24 alle 27 ore. L’acqua del lavaggio può essere cambiata a intervalli di<br />

tempo predisposti con una certa elasticità, senza compromettere il risultato finale; tuttavia<br />

nella scelta e programmazione dei lavaggi bisognerebbe considerare fattori di ordine<br />

tecnico, legati alle caratteristiche specifiche di ogni varietà e alla concentrazione di<br />

soda utilizzata nella fase di deamarizzazione delle olive e di ordine qualitativo, legati essenzialmente<br />

alle caratteristiche di “flavour” del prodotto finito.<br />

FERMENTAZIONE: dopo i lavaggi, le olive vengono immerse in una soluzione salina a una<br />

concentrazione in NaCI che mediamente oscilla tra il 7 e l’8% preparata con acqua priva<br />

di quantità eccessive di metalli alcalino-terrosi (Ca, Mg, Ba) che potrebbero conferire sapori<br />

anomali ai frutti. In linea di massima, entro 7-12 giorni si stabilisce un equilibrio salino<br />

tra i frutti e la salamoia la cui concentrazione diminuisce anche del 40-50% rispetto<br />

a quella iniziale; risulta pertanto necessario ristabilirne la concentrazione con periodiche<br />

aggiunte di sale (NaCI).<br />

Il processo fermentativo delle olive si compone di tre fasi caratterizzate da una diversa<br />

composizione microbica nella salamoia: 1) prima fase, caratterizzata dallo sviluppo di germi<br />

Gram-negativi tipo coliformi e di Gram-positivi e da un pH della salamoia che da un valore<br />

iniziale intorno a 8, scende nel giro di 3-5 giorni a 5-5,6; 2) seconda fase, caratterizza-<br />

218<br />

INTOSSO OLIVES<br />

The Intosso olive cultivar (locally known as “‘ndoss”) is grown throughout<br />

Abruzzo, particularly in the Provinces of Chieti and Pescara. This variety is<br />

chiefly used as a table olive, even though it also produces good extra virgin<br />

olive oil, either alone or in small proportions with more famous varieties, as<br />

permitted by the regulations of the “Colline Teatine” PDO.<br />

The drupes of this variety are oval, with a small apex umbo, are of average<br />

size and weigh about 3.5-4g. The stone is quite large and has distinctive furrows.<br />

The most frequent processing system for olives is commonly referred<br />

to as the “Spanish method”, which debitters the fruit by soaking in a dilute<br />

caustic soda solution and then fermenting it in brine.<br />

ta dallo sviluppo di batteri lattici e lieviti a un valore di pH della salamoia che scende, nel<br />

giro di 10-15 giorni, intorno a 4,5-5 con una progressiva diminuzione dei germi negativi; 3)<br />

terza fase caratterizzata da un massivo sviluppo di lattobacilli, dalla comparsa di batteri<br />

Gram-negativi e dal pH della salamoia che oscilla intorno a 4 dopo 20-30 giorni circa.<br />

Entro 25-40 giorni il processo risulta concluso, le olive presentano colore verde-paglierino,<br />

buona consistenza e sapore gradevole piuttosto acidulo di acido lattico, e possono<br />

essere avviate per la commercializzazione, intere o denocciolate.<br />

CONSERVAZIONE: le olive così preparate possono essere conservate naturalmente se il<br />

pH della soluzione è intorno a 4 e la salamoia non inferiore al 7-8%, altrimenti è consigliabile<br />

effettuare un trattamento di pastorizzazione.<br />

Materiali e attrezzature utilizzati per la preparazione e il condizionamento: le<br />

moderne tecnologie, sensibili ai problemi della qualità e del contenimento dei costi, prevedono<br />

la realizzazione dell’intero processo di trasformazione in contenitori di grande capacità<br />

nei quali le olive, raccolte a mano per evitare lesioni o danni irreversibili che deprezzano<br />

il prodotto, private delle foglie e, preferibilmente, di dimensioni omogenee,<br />

vengono lavorate sotto il rigoroso controllo dei fattori di processo, che possono condizionare<br />

la fermentazione, in modo da garantire la uniformità delle produzioni.<br />

IMPIANTI:<br />

1. Impianto idrico; 2. Impianto elettrico: a norma secondo le più recenti disposizioni in<br />

materia di sicurezza sui luoghi di lavoro; 3. Impianto d’illuminazione: deve consentire l’illuminazione<br />

artificiale per eseguire idoneamente le operazioni di lavoro, detersione e sanificazione,<br />

nonché le ispezioni di vigilanza.<br />

Attrezzatura minima nella linea di lavorazione: Tramoggia di carico delle olive – Defogliatrice<br />

e separatrice del cerniglio – Elevatore – Nastro trasportatore per il carico delle olive<br />

– Banco di cernita – Calibratrice a filiere mobili divergenti – Serbatoi d’acqua – Serbatoi<br />

della soda concentrata – Vasche nelle quali vengono preparate le soluzioni di soda,<br />

di sale, ecc. – Fusti in PVC per la conservazione delle olive calibrate – Fermentatori –<br />

Contenitori per lo stoccaggio delle salamoie di fermentazione.<br />

Locali di lavorazione e conservazione: la località prescelta per l’ubicazione dell’opificio<br />

deve essere servita da adeguata viabilità, da reti elettriche e idriche proporzionate<br />

ai fabbisogni. In particolare, la rete idrica deve assicurare abbondanti rifornimenti, tenendo<br />

presente che i consumi di acqua per la lavorazione delle olive vengono valutati approssimativamente<br />

pari a sette volte la quantità di prodotto tras<strong>formato</strong>. Uguale cura<br />

deve essere posta per assicurarsi la soluzione più idonea del problema delle acque reflue.<br />

Particolare considerazione devono trovare le superfici riservate allo stoccaggio delle<br />

olive che giungono alla fabbrica nelle tradizionali cassette sovrapponibili; lo stoccaggio<br />

dovrà essere effettuato in modo tale da garantire il facile trasferimento delle cassette<br />

alla linea di lavorazione.<br />

La parte del fabbricato destinata a ospitare i fermentatori deve essere alta 8 metri circa.<br />

Per ultimo, occorre tener presente che la fabbrica deve disporre di un locale interrato (di<br />

superficie pari a metà di quella coperta) destinato alla conservazione in particolare durante<br />

la stagione calda, delle olive lavorate con sistemi speciali.<br />

PRODOTTI VEGETALI ALLO STATO NATURALE O TRASFORMATI

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