SALMO 23-RITIRO CLERO CATANIA mons.pdf - Arcidiocesi di ...
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Il Sal <strong>23</strong> è certamente uno dei più conosciuti pregati stu<strong>di</strong>ati. Nelle rime intense e<br />
dolci <strong>di</strong> questa poesia religiosa si sono rispecchiati fior <strong>di</strong> letterati, come lo scrittore<br />
francese Julien Green, che in “Partir avant le jour” scriveva: «Queste frasi così<br />
semplici si inse<strong>di</strong>arono senza <strong>di</strong>fficoltà nella mia memoria. Vedevo il pastore, vedevo<br />
la valle dell'ombra <strong>di</strong> morte, vedevo la tavola imban<strong>di</strong>ta. Era il vangelo in piccolo.<br />
Quante volte, nelle ore d'angoscia, mi sono ricordato del bastone confortante che<br />
evita il pericolo. Ogni giorno recitavo questo piccolo poema profetico, <strong>di</strong> cui non si<br />
esauriranno mai le ricchezze».<br />
Per molti credenti lungo i secoli il Sal <strong>23</strong> ha occupato un posto particolare. La serena<br />
fiducia <strong>di</strong> questa preghiera, le immagini che utilizza (un prato, l’acqua, l’ombra, una<br />
tavola) per <strong>di</strong>re come Dio accompagna i credenti attraverso varie <strong>di</strong>fficoltà, l’hanno<br />
resa cara a molti e adatta ad essere letta e riletta in momenti molto <strong>di</strong>versi della vita.<br />
In questo Salmo si coglie la straor<strong>di</strong>naria capacità <strong>di</strong> infondere fiducia abbandono<br />
pace sicurezza. Non per niente gli esegeti lo classificano come tipico Salmo <strong>di</strong><br />
fiducia.<br />
Il Salmo si può <strong>di</strong>videre in due parti principali:<br />
Sal <strong>23</strong>,1-4: l’immagine dominante è quella del pastore, mentre il gregge vive<br />
due ritmi: prima il cammino, poi il riposo;<br />
Sal <strong>23</strong>,5-6: l’immagine dominante è quella dell’ospite che accoglie, fa sedere,<br />
prepara la mensa.<br />
2. Davide il pastore<br />
«Salmo. Di Davide» (Sal <strong>23</strong>,1). Chi scrive è Davide, l’interprete più accre<strong>di</strong>tato del<br />
sentimento <strong>di</strong> Dio nell’Antico Testamento. Ma qui non si tratta del re, carico <strong>di</strong><br />
gloria, bensì <strong>di</strong> Davide il pastore, con ancora il suo piccolo gregge nel cuore, che<br />
rivolge questo canto al cielo nella solitu<strong>di</strong>ne della notte. In questa preghiera vi è<br />
intatto il profumo del “primo amore”, <strong>di</strong> quell’amore forte come la morte (Ct 8,6).<br />
Davide travasa, in queste parole, tutto il contenuto del suo animo e, infine, celebra la<br />
vittoria dell’amore su tutti gli spaventi del cuore.<br />
Davide è in fuga perché il re Saul lo vuole uccidere. Secondo un midràsh, passò la<br />
notte nascosto in una desolata foresta. Solo, lontano dalla casa del padre e dalle<br />
certezze della giovinezza, anticipa nel suo animo l’angoscia <strong>di</strong> Gesù al Getsemani.<br />
Dio aveva messo Davide accanto a Saul per arginare la follia del re, ma contro la<br />
follia nulla può l’amore se non morire e risorgere. Davide con il suo amore aveva<br />
esasperato Saul: nulla può fare maggior male ad un cuore insano <strong>di</strong> un amore fatto <strong>di</strong><br />
solo amore. L’amore toglie al peccato ogni giustificazione <strong>di</strong> essere.<br />
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