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40 CLAUDIA TrIpoDI<br />
coinvolto in appetitosi traffici monetari, aspettative <strong>di</strong> pagamenti, grossi debiti da<br />
estinguere o simili occorrenze. L’ultima parola Giovanni la spende in favore delle<br />
figlie femmine, che non vanno fatte maritare prima dei quin<strong>di</strong>ci anni compiuti e a<br />
cui va affidata una dote <strong>di</strong>screta, da valutare secondo la famiglia <strong>di</strong> accoglienza.<br />
5. Il <strong>di</strong>sagio economico<br />
Il quarto rischio che può correre il pupillo sta nelle spese che dovrà affrontare<br />
numerose una volta scomparso il padre. nella trattazione del quarto danno,<br />
infatti, il «mortoro» viene in<strong>di</strong>cato come il principale motivo <strong>di</strong> per<strong>di</strong>ta pecuniaria.<br />
pare in realtà che il Morelli attribuisca al termine un significato decisamente<br />
ampio rispetto a quello consueto; «mortoro» era infatti espressione generalmente<br />
impiegata per in<strong>di</strong>care il funerale e dunque le spese della cerimonia 57 .<br />
In questo caso invero il termine sembra comprendere anche tutte quelle uscite<br />
non strettamente inerenti al cerimoniale <strong>di</strong> ad<strong>di</strong>o ma più in generale conseguenti<br />
al venire meno della figura paterna entro il nucleo familiare: sugli ere<strong>di</strong> pesano<br />
come spese del mortoro l’osservanza dei lasciti stabiliti, la restituzione dei debiti<br />
del padre, la dotazione della madre 58 .<br />
Anche in questo caso, Giovanni sa, per averlo vissuto, che l’esecuzione delle<br />
volontà testamentarie rappresenta uno dei maggiori rischi in cui può incorrere<br />
l’erede. Il pensiero corre ai testamenti dello stesso Giovanni che rivelano una certa<br />
morigeratezza <strong>di</strong> costumi fino alla reticenza verso l’ostentazione <strong>di</strong>spen<strong>di</strong>osa oltre<br />
che <strong>di</strong>stintiva 59 . È facile pensare che in questo destinare una percentuale non esorbitante<br />
delle sue ricchezze a poche opere pubbliche <strong>di</strong> beneficenza (accordando<br />
un netto privilegio alla chiesa <strong>di</strong> Santa Croce e ai suoi conventuali) Giovanni intenda<br />
preservare a vantaggio degli ere<strong>di</strong> <strong>di</strong>retti la consistenza del suo patrimonio 60 .<br />
Ma se le spese del mortoro sono destinate presto o tar<strong>di</strong> ad esaurirsi, un<br />
altro, e ben peggiore, è il problema principale in<strong>di</strong>viduato da Giovanni: «pare<br />
che morto l’uomo in quel punto, muoia l’avere» 61 . Le uscite, cioè, sono aggravate<br />
dall’improvvisa assenza <strong>di</strong> entrate. Dunque il padre che coscienziosamente abbia<br />
a cuore il futuro del figlio dovrà fare conto «<strong>di</strong> morire ongni in dì» 62 , dovrà cioè<br />
vivere <strong>di</strong> commerci onesti, regolari, senza invischiarsi nelle usure o nei cattivi<br />
contratti. Chi prenda a «trafficare <strong>di</strong> lana o panni franceschi» 63 dovrà agire da<br />
solo oppure in compagnia <strong>di</strong> persone rigorosamente fidate e selezionate, senza<br />
mai addentrarsi in affari che non conosce; dovrà praticare i luoghi e i mercanti<br />
con cui vorrà avere a che fare in modo da acquisire in merito esperienza e opinioni<br />
personali.<br />
Chi traffica nella lana deve vincere la tentazione del facile guadagno, non<br />
«volere arricchire in due dì» 64 , affidarsi a chi sa essere persona onesta, tenace,<br />
devota al lavoro come è egli stesso. Mai cimentarsi in ciò che non si conosce o