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il danno psichico alla alla persona del lavoratore - Fondazione Prof ...

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fatte oggetto di azioni ad alto contenuto persecutorio da parte di uno o più<br />

aggressori in posizione superiore, inferiore o di parità, con lo scopo di causare alle<br />

vittime danni di vario tipo e gravità. Il mobbizzato si trova nella impossib<strong>il</strong>ità di<br />

reagire adeguatamente a tali attacchi e a lungo andare accusa disturbi psicosomatici,<br />

relazionali e <strong>del</strong>l‟umore che possono portare anche a invalidità psicofisiche<br />

permanenti di vario genere e percentualizzazione” 8 .<br />

Secondo Ege <strong>il</strong> mobbing è “una guerra sul lavoro” e si compone di fasi e criteri.<br />

Precisamente egli individua sette criteri (o parametri) fondamentali e sei fasi, per<br />

individuare <strong>il</strong> mobbing.<br />

Innanzitutto la vicenda conflittuale deve nascere in un contesto lavorativo: è<br />

questa una precisazione estremamente importante dal momento che i rapporti<br />

inter<strong>persona</strong>li sono spesso costellati da conflitti più o meno forti che possono<br />

innescarsi ovunque, pertanto è necessario limitare <strong>il</strong> campo di indagine ai soli<br />

conflitti che nascono sul posto di lavoro. Secondariamente le azioni ost<strong>il</strong>i devono<br />

essere caratterizzate d<strong>alla</strong> ripetitività e d<strong>alla</strong> frequenza. Questo parametro permette<br />

di differenziare tra un singolo atto di ost<strong>il</strong>ità (certamente fisiologico nei rapporti<br />

inter<strong>persona</strong>li e non costituente mobbing) e un conflitto persistente e persecutorio<br />

qual‟è invece <strong>il</strong> mobbing. Le azioni ost<strong>il</strong>i devono ripetersi almeno una volta a<br />

settimana, stando all‟insegnamento di Leymann; mentre è sufficiente una cadenza<br />

<strong>del</strong>le stesse di almeno alcune volte al mese secondo <strong>il</strong> pensiero di Ege. Inoltre, egli<br />

non esclude che si possa avere mobbing quando a perpetuarsi nel tempo sia la stessa<br />

azione (<strong>il</strong> c.d. caso <strong>del</strong> sasso <strong>del</strong>lo stagno).<br />

8 Cfr. EGE H., ult. op. cit., p. 39; nonché GILIOLI R., ADINOLFI M., BAGAGLIO A., BOCCALETTI<br />

D., CASSITTO M.G., DELLA PIETRA B., FANELLI C., FATTORINI E., GILIOLI D, GRIECO A., GUIZZARO<br />

A., LABELLA A., MATTEI O., MENEGOZZO M., MENEGOZZO S., MOLININI R., MUSTO D., PAOLETTI<br />

A., PAPALIA F., QUAGLIUOLO R., VINCI F., Consensus Document. Un nuovo rischio all‟attenzione<br />

<strong>del</strong>la medicina <strong>del</strong> lavoro: le molestie morali, in La medicina <strong>del</strong> lavoro, vol. 92, n.1, 2001. Infine si<br />

rinvia ai lavori svolti nel 1993 dall‟Associazione tedesca contro lo stress psicosociale ed <strong>il</strong> mobbing:<br />

sul punto cfr. ancora EGE H., ult. op. cit., p. 31-32.<br />

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