il danno psichico alla alla persona del lavoratore - Fondazione Prof ...
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La Corte poi precisa cosa debba intendersi con l‟espressione <strong>danno</strong> biologico e<br />
<strong>danno</strong> <strong>alla</strong> salute, puntualizzando intorno ad alcuni aspetti semantici che<br />
distinguono i termini „biologico, fisiologico, salute‟ 50 . Dopo di che affronta la<br />
distinzione tra <strong>danno</strong> evento e <strong>danno</strong> conseguenza, ribadendo concetti, già noti nel<br />
diritto penale. Secondo la Consulta la struttura <strong>del</strong> fatto realizzativo <strong>del</strong>la<br />
menomazione <strong>del</strong>l‟integrità bio psichica <strong>del</strong> soggetto offeso deve comporsi dei<br />
seguenti elementi: <strong>il</strong> comportamento (o la condotta), l‟evento naturalistico e <strong>il</strong> nesso<br />
causale tra condotta ed evento. Ivi <strong>il</strong> <strong>danno</strong> biologico va ascritto all‟evento <strong>del</strong> fatto<br />
lesivo <strong>del</strong>la salute, mentre <strong>il</strong> <strong>danno</strong> morale soggettivo e <strong>il</strong> <strong>danno</strong> patrimoniale sono<br />
riconducib<strong>il</strong>i al <strong>danno</strong> conseguenza in senso stretto, in quanto eventuali e ulteriori<br />
conseguenze esterne al fatto che possono o meno verificarsi.<br />
Inoltre mentre <strong>il</strong> <strong>danno</strong> morale soggettivo si sostanzia nel transeunte turbamento<br />
psicologico <strong>del</strong> soggetto offeso (<strong>danno</strong>-conseguenza in senso proprio <strong>del</strong> fatto<br />
<strong>il</strong>lecito <strong>del</strong> bene salute) e costituisce, quando esiste, condizione di risarcib<strong>il</strong>ità <strong>del</strong><br />
medesimo 51 ; invece, <strong>il</strong> <strong>danno</strong> biologico, che si ha quando si trasforma in patologica<br />
50 Si precisa che mentre <strong>danno</strong> biologico e <strong>danno</strong> fisiologico sono equivalenti, invece <strong>il</strong> <strong>danno</strong><br />
<strong>alla</strong> salute richiede un discorso un po‟ più articolato. Tale ultimo termine, infatti, può essere<br />
ut<strong>il</strong>izzato come equivalente ai precedenti solo ove s‟intenda la salute come naturalistica condizione<br />
di integrità psico-fisica <strong>del</strong> soggetto offeso. Mentre, laddove si ut<strong>il</strong>izzi <strong>il</strong> termine salute nel<br />
significato di bene giuridico, costituzionalmente tutelato dall‟art. 32 Cost., e offeso dal fatto<br />
realizzativo <strong>del</strong>la menomazione <strong>del</strong>l‟integrità psicofisica <strong>del</strong> soggetto passivo, allora si opera nella<br />
dimensione valutativa e non naturalistica. Quindi, “la lesione <strong>del</strong>la salute è l‟essenza antigiuridica<br />
<strong>del</strong>l‟intero fatto <strong>il</strong>lecito, realizzativo <strong>del</strong> <strong>danno</strong> biologico” e si deve adottare l‟espressione lesione<br />
<strong>del</strong>la salute lasciando l‟altra, <strong>danno</strong> <strong>alla</strong> salute, quale sinonimo di <strong>danno</strong> biologico, in un‟accezione<br />
naturalistica. La Corte inoltre distingue tra <strong>danno</strong> biologico statico (in quanto perdita <strong>del</strong> bene<br />
integrità in sé e per sé considerata) e <strong>danno</strong> biologico dinamico (in quanto perdita <strong>del</strong>le espressioni e<br />
ut<strong>il</strong>ità, valori d‟uso, che nella vita sono fruite grazie al bene salute) ai fini <strong>del</strong>la liquidazione <strong>del</strong><br />
<strong>danno</strong> biologico. In particolare, <strong>il</strong> criterio di liquidazione deve rispondere da un lato ad una<br />
uniformità pecuniaria di base in quanto lo stesso tipo di lesione all‟integrità psicofisica non può<br />
essere valutata in maniera <strong>del</strong> tutto diversa da soggetto a soggetto, e dall‟altro ad elasticità e<br />
flessib<strong>il</strong>ità, per adeguare la liquidazione <strong>del</strong> caso di specie all‟effettiva incidenza <strong>del</strong>l‟accertata<br />
menomazione sulle attività <strong>del</strong>la vita quotidiana, attraverso le quali, in concreto, si manifesta<br />
l‟efficienza psicofisica <strong>del</strong> soggetto danneggiato.<br />
51 Nella sentenza in commento si ricorda come la dottrina precedente agli anni Trenta <strong>del</strong><br />
Novecento fosse portatrice di una visione negativa e riduttiva <strong>del</strong>le sofferenze c.d. non durature in<br />
cui s‟identificavano i danni morali. Tale dottrina, contraria <strong>alla</strong> risarcib<strong>il</strong>ità dei danni morali e partita<br />
da una nozione ristretta dei medesimi, aveva sottolineato che l‟ansia, l‟angoscia, le sofferenze<br />
psichiche poiché effimere e non durature non potevano essere compensab<strong>il</strong>i con equivalenti<br />
monetari, né costituire oggetto di risarcimento.<br />
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