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il danno psichico alla alla persona del lavoratore - Fondazione Prof ...

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Tuttavia tale sistema non fu privo di meriti; infatti, nonostante le strettoie di<br />

un‟interpretazione letterale <strong>del</strong>la norma, certa dottrina r<strong>il</strong>eva come <strong>il</strong> risarcimento<br />

<strong>del</strong> <strong>danno</strong> <strong>alla</strong> salute e, quindi, <strong>del</strong> <strong>danno</strong> biologico sotto l‟egida <strong>del</strong>l‟art. 2059 c.c.<br />

fu “<strong>il</strong> primo passo di un percorso … volto ad affermare la capacità <strong>del</strong> sistema di<br />

tutelare anche valori non immediatamente patrimoniali … (conferendo) r<strong>il</strong>evanza<br />

giuridica a lesioni socialmente percepite come un disvalore” 43 .<br />

Comunque <strong>il</strong> sistema bipartito, fatto proprio nel 1981 d<strong>alla</strong> giurisprudenza di<br />

cassazione (in quella che è considerata la prima <strong>del</strong>le pronunzie di legittimità sul<br />

<strong>danno</strong> biologico 44 ), venne successivamente abbandonato prima da certa dottrina 45 ,<br />

e alcuni anni dopo anche d<strong>alla</strong> giurisprudenza che condusse, viceversa, la tutela<br />

<strong>del</strong>la salute sotto l‟egida <strong>del</strong>l‟art. 2043 c.c. 46 , ossia fuori d<strong>alla</strong> sfera <strong>del</strong>l‟art. 2059<br />

c.c.<br />

43 LUCIANI V., Danni <strong>alla</strong> <strong>persona</strong> e rapporto di lavoro, cit., p. 19.<br />

44 Le prime pronunzie di merito sul <strong>danno</strong> biologico risalgono <strong>alla</strong> metà degli anni Settanta <strong>del</strong><br />

secolo scorso, ad opera <strong>del</strong>la giurisprudenza genovese e pisana. I giudici genovesi (Trib. Genova 25<br />

maggio 1975, in GI, 1975, I, c. 54, con nota di BESSONE e ROPPO) osservano che in caso di lesione<br />

recata all‟integrità psicofisica <strong>del</strong>la <strong>persona</strong> si produce, al di là <strong>del</strong>la incidenza sulla capacità di<br />

guadagno, un <strong>danno</strong> da definirsi biologico, che giustamente deve essere risarcito in misura uguale<br />

per tutti, sulla base costituita dal reddito medio nazionale pro capite accertato al momento <strong>del</strong>la<br />

sentenza. I giudici pisani (Trib. Pisa, 10 marzo 1979, in RCP, 1979, p. 356), invece, propongono un<br />

diverso criterio di liquidazione <strong>del</strong> <strong>danno</strong> biologico, assumendo come metro di calcolo i punti medi<br />

di invalidità. Nella giurisprudenza di legittimità (Cass. 6 giugno 1981, n. 3675, in RCP, 1981, p. 823<br />

ss., o in Giust.Civ., 1981, I, p. 1903, con nota di ALPA) in quell‟epoca l‟orientamento prevalente<br />

riconosce <strong>il</strong> diritto <strong>alla</strong> risarcib<strong>il</strong>ità <strong>del</strong> <strong>danno</strong> biologico, ancorché non incidente sulla capacità <strong>del</strong><br />

soggetto di produrre reddito, qualora vi siano i presupposti di una fattispecie penalmente r<strong>il</strong>evante.<br />

45 Sulle strettoie <strong>del</strong> <strong>danno</strong> non patrimoniale, si era anche espressa la dottrina più autorevole che<br />

aveva manifestato una certa insofferenza, cercando di contro spazi verso “una tutela <strong>alla</strong>rgata,<br />

idonea a rendere giustiziab<strong>il</strong>i i valori in sé <strong>del</strong>la <strong>persona</strong>, intesa nell‟insieme <strong>del</strong>le sue prerogative”:<br />

in questi termini MONTUSCHI L., Problemi <strong>del</strong> <strong>danno</strong> <strong>alla</strong> <strong>persona</strong> nel rapporto di lavoro, cit., p.<br />

318, in particolare nt. 4 e 5; sulla dottrina insofferente di fronte al sistema di regole esistenti e sul<br />

tentativo di configurare un tertium genus per superare le strettoie <strong>del</strong>l‟art. 2059 c.c. si veda:<br />

SCOGNAMIGLIO, Il <strong>danno</strong> morale (contributo <strong>alla</strong> teoria <strong>del</strong> <strong>danno</strong> extra contrattuale), cit., p. 277;<br />

ID., Danno biologico e rapporto di lavoro subordinato, cit., p. 24-25.<br />

46 Cass. 6 apr<strong>il</strong>e 1983, n. 2396, cit., p. 537, a differenza <strong>del</strong> precedente orientamento, la Suprema<br />

Corte afferma che la risarcib<strong>il</strong>ità <strong>del</strong> <strong>danno</strong> biologico deriva direttamente e immediatamente d<strong>alla</strong><br />

previsione <strong>del</strong>l‟art. 2043 c.c. che, imponendo <strong>il</strong> risarcimento <strong>del</strong> “<strong>danno</strong> ingiusto” senza alcun‟altra<br />

qualificazione, ha riguardo ad un genus caratterizzato, non dal contenuto <strong>del</strong> <strong>danno</strong>, ma solo<br />

dall‟ingiustizia di esso e <strong>del</strong> quale, perciò, anche <strong>il</strong> <strong>danno</strong> biologico costituisce una species, al pari<br />

<strong>del</strong>le tradizionali categorie <strong>del</strong> <strong>danno</strong> patrimoniale (comprendente le menomazioni <strong>del</strong> complesso<br />

dei rapporti giuridici patrimoniali che fanno capo al soggetto), e <strong>del</strong> <strong>danno</strong> non patrimoniale<br />

(ristretto <strong>alla</strong> nozione <strong>del</strong>la somma <strong>del</strong>le sofferenze fisiche e morali conseguenti al torto subito e<br />

risarcib<strong>il</strong>i nei limiti <strong>del</strong>l‟art. 2059 c.c.).<br />

46

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