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il danno psichico alla alla persona del lavoratore - Fondazione Prof ...

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ealizza una condotta tale da rendere penosa e tormentata l‟esistenza <strong>del</strong> soggetto<br />

passivo 134 . La dottrina parla di reato abituale „proprio‟, cioè di reato “caratterizzato<br />

da una serie di fatti i quali, isolatamente considerati, potranno anche non costituire<br />

<strong>del</strong>itto, ma che rinvengono la ratio <strong>del</strong>l‟antigiuridicità penale nella loro<br />

reiterazione, che si protrae nel tempo, e nella persistenza <strong>del</strong>l‟elemento<br />

intenzionale” 135 . Ancora <strong>il</strong> reato abituale è da collocare tra i reati di durata, pertanto<br />

v‟è l‟impossib<strong>il</strong>ità, ai fini <strong>del</strong>l‟integrazione e consumazione <strong>del</strong>lo stesso di scindere<br />

le singole condotte costituenti reato.<br />

Da quanto premesso emerge che gli atti e/o i comportamenti in parola non<br />

possono essere singoli e sporadici episodi occasionali; che <strong>il</strong> fattore tempo non è<br />

inteso in senso assoluto, pertanto i comportamenti non devono perdurare<br />

indefinitamente, essendo sufficiente che si protraggano per „un lasso di tempo<br />

apprezzab<strong>il</strong>e‟ 136 . E ancora che i comportamenti devono essere collegati da un nesso<br />

di abitualità ed essere avvinti, nel loro svolgimento, da un‟unica intenzione<br />

criminosa, quella, appunto, di avv<strong>il</strong>ire e opprimere la vittima; infine, non è richiesto<br />

un comportamento vessatorio continuo e ininterrotto, giacché è ben possib<strong>il</strong>e che<br />

gli atti lesivi si alternino con periodi di normalità 137 .<br />

Sono così evidenti le assonanze con <strong>il</strong> fenomeno <strong>del</strong> mobbing che, come in<br />

precedenza affermato, si caratterizza per la presenza di un complesso di attività<br />

persecutorie dirette ad avv<strong>il</strong>ire e a opprimere in modo durevole la <strong>persona</strong>lità <strong>del</strong>la<br />

vittima. Più precisamente tra queste certamente vanno annoverate quelle condotte<br />

che non possiedono un‟autonoma r<strong>il</strong>evanza <strong>il</strong>lecita: ben potendo accadere che <strong>il</strong><br />

134<br />

MANTOVANI F., Diritto penale. Parte generale, Padova:Cedam, 1992, p. 506.<br />

135<br />

ROMANO M., Commentario sistematico <strong>del</strong> codice penale, vol. I, M<strong>il</strong>ano:Giuffrè, 2004, p.<br />

346.<br />

136<br />

Qui può ricordarsi la distinzione tra reato abituale e reato permanente. In quest‟ultimo, infatti,<br />

la situazione antigiuridica perdura senza soluzione di continuità ed è rappresentata dal ripetersi di<br />

una solo azione, l‟esempio classico è rappresentato dal reato di sequestro di <strong>persona</strong>.<br />

137<br />

De FALCO, La r<strong>il</strong>evanza penale <strong>del</strong> mobbing approda in cassazione, cit., p. 182 ss.<br />

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