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il danno psichico alla alla persona del lavoratore - Fondazione Prof ...

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piuttosto una nocività diffusa riconducib<strong>il</strong>e all‟organizzazione aziendale <strong>del</strong>le<br />

attività lavorative; ovvia la conseguenza: per le malattie in parola si abbandona la<br />

disciplina <strong>del</strong>le malattie professionali per fare propria quella degli infortuni sul<br />

lavoro. Ancora sempre secondo <strong>il</strong> tribunale amministrativo <strong>il</strong> mobbing non è un<br />

rischio <strong>del</strong> lavoro, quindi l‟evento non è riconducib<strong>il</strong>e all‟attività lavorativa; così<br />

ragionando se l‟ambiente di lavoro può interagire con la patologia, in ogni caso non<br />

potrà che rivestire un ruolo secondario. Infine, nella circolare non sarebbe staro<br />

rispettato nemmeno quanto espresso dal giudice <strong>del</strong>le leggi nel 1988, con<br />

l‟introduzione <strong>del</strong> sistema misto 93 . Più precisamente, secondo <strong>il</strong> tribunale<br />

amministrativo l‟Ente estensore annoverando tra le cause <strong>del</strong>le malattie<br />

professionali anche i fattori di nocività legati all‟organizzazione aziendale <strong>del</strong>le<br />

attività lavorative (ossia a fatti che ricorrono esclusivamente in presenza di<br />

situazioni di incongruenza <strong>del</strong>le scelte in ambito aziendale) non applica la<br />

disciplina prevista per le malattie non tabellate, bensì quella prevista per le malattie<br />

tabellate: la cui caratteristica principale è la presunzione relativa di derivazione<br />

eziologica <strong>del</strong>la patologia dall‟attività lavorativa (ex artt. 3 e 211, DPR n.<br />

1124/1965). In questo modo l‟Ente, pur non potendo, avrebbe invertito sua sponte e<br />

discrezionalmente l‟onere <strong>del</strong>la prova, originariamente in capo al <strong>lavoratore</strong>. In<br />

altre parole: al <strong>lavoratore</strong> non sarebbe richiesto di dimostrare <strong>il</strong> nesso eziologico tra<br />

la patologia contratta e l‟ambiente di lavoro che, invece, secondo le regole generali<br />

sulle malattie non tabellate graverebbe sul <strong>lavoratore</strong> e deve essere valutata dai<br />

competenti organi in termini di „ragionevole probab<strong>il</strong>ità‟ e non in termini di „mera<br />

possib<strong>il</strong>ità‟ o di „ragionevole certezza‟ 94 .<br />

93 Cfr. Corte Cost. 18 febbraio 1988, n. 179, cit.<br />

94 Cfr. FERRANTE M., Mobbing e <strong>danno</strong> <strong>alla</strong> salute: quale riconoscimento nei paesi <strong>del</strong>l‟Unione<br />

Europea?, in RIMP, 2007, I, p. 132. È bene ricordare che in materia di onere <strong>del</strong>la prova per le<br />

malattie professionali nel sistema misto (basato sull‟indicazione generica “malattie causate da”<br />

oppure “lavorazioni che espongono all‟azione di”) la giurisprudenza ha da poco rivisto <strong>il</strong> suo<br />

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