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il danno psichico alla alla persona del lavoratore - Fondazione Prof ...

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Altre incomprensioni derivano poi da un‟interpretazione fuorviante <strong>del</strong>la lettera<br />

<strong>del</strong>la norma, o meglio dall‟ipotetica equivocità contenuta nella formula che ravvisa<br />

nel datore di lavoro <strong>il</strong> detentore <strong>del</strong> destino <strong>del</strong>la salute <strong>del</strong> <strong>lavoratore</strong> in azienda.<br />

Più precisamente, si sottolinea come “<strong>il</strong> datore di lavoro (sia) praticamente reso<br />

arbitro di ciò che debba intendersi come ut<strong>il</strong>e o nocivo per la <strong>persona</strong>lità morale <strong>del</strong><br />

<strong>lavoratore</strong>; che, quindi, sotto la mascheratura di un presunto obbligo, si (sia)<br />

praticamente fornito al datore di lavoro uno strumento per controllare e<br />

determinare, a sua discrezione, anche lo spirito <strong>del</strong> <strong>lavoratore</strong>” 4 .<br />

In quest‟ottica dunque <strong>il</strong> datore di lavoro è l‟artefice <strong>del</strong>la tutela, non invece <strong>il</strong><br />

soggetto debitore di sicurezza.<br />

Tale lettura riduttiva <strong>del</strong>l‟art. 2087 c.c. evidenzia come all‟interno<br />

<strong>del</strong>l‟organizzazione gerarchica <strong>del</strong>l‟impresa (come <strong>del</strong>ineata dall‟art. 2094 c.c.)<br />

l‟obbligo <strong>del</strong>la tutela <strong>del</strong>la <strong>persona</strong>lità <strong>del</strong> <strong>lavoratore</strong> altro non sia che una<br />

manifestazione di quel paternalismo “attraverso <strong>il</strong> quale, mentre da un lato si può<br />

affermare lo status subiectionis <strong>del</strong> <strong>lavoratore</strong>, dall‟altro gli si può<br />

contemporaneamente attribuire (…) <strong>il</strong> ruolo di collaboratore, tenuto perciò a una<br />

piena dedizione nei confronti <strong>del</strong> suo datore di lavoro, proprio perché a questo è<br />

affidata d<strong>alla</strong> legge la funzione, non solo di nutrirlo, ma, in particolare, di<br />

proteggerlo da tutti i pericoli che possono comunque minacciare (s‟intende<br />

nell‟ambito <strong>del</strong>l‟impresa) la sua integrità fisica e la sua <strong>persona</strong>lità morale” 5 ; a ciò<br />

poi si affianca un principio non scritto, ma fortemente sentito come inesorab<strong>il</strong>e: <strong>il</strong><br />

c.d. principio di fatalità, che porta a concepire “la realtà <strong>del</strong>la fabbrica come un<br />

immutab<strong>il</strong>e luogo di pena” 6 .<br />

4<br />

NATOLI U, Sicurezza, libertà, dignità <strong>del</strong> <strong>lavoratore</strong> nell‟impresa, cit., p. 4.<br />

5<br />

NATOLI U, ult. op. cit., p. 4.<br />

6<br />

MONTUSCHI L., Diritto <strong>alla</strong> salute e organizzazione <strong>del</strong> lavoro, cit., p. 12.<br />

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