il danno psichico alla alla persona del lavoratore - Fondazione Prof ...
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sufficiente perché <strong>il</strong> giudice possa riconoscere una violazione dei diritti <strong>del</strong><br />
<strong>lavoratore</strong> e, per l‟effetto, liquidare a quest‟ultimo <strong>il</strong> risarcimento <strong>del</strong> <strong>danno</strong> 26 .<br />
In conclusione, per tutti questi motivi non è dunque sufficiente prospettare<br />
l‟esistenza di un pregiudizio e chiedere genericamente <strong>il</strong> risarcimento <strong>del</strong> <strong>danno</strong> 27 .<br />
Tale principio è stato recentemente ribadito d<strong>alla</strong> giurisprudenza <strong>del</strong>la<br />
cassazione, che ha tenuto a precisare che la presunzione legale di colpa, che<br />
discende dal regime di responsab<strong>il</strong>ità di cui all‟art. 1218 c.c. in combinato disposto<br />
con l‟art. 2087 c.c., non implica “una ipotesi di responsab<strong>il</strong>ità oggettiva, né la<br />
dispensa di qualsiasi onere probatorio in capo al <strong>lavoratore</strong> danneggiato”: “questi,<br />
infatti, resta gravato – in forza <strong>del</strong> principio generale (art. 2967 c.c.) – <strong>del</strong>l‟onere di<br />
provare <strong>il</strong> fatto costituente inadempimento <strong>del</strong>l‟obbligo di sicurezza, nonché <strong>il</strong><br />
nesso di causalità materiale tra l‟inadempimento stesso e <strong>il</strong> <strong>danno</strong> da lui subito,<br />
mentre esula dall‟onere probatorio a carico <strong>del</strong> <strong>lavoratore</strong> – in deroga, appunto,<br />
allo stesso principio generale – la prova <strong>del</strong>la colpa <strong>del</strong> datore di lavoro<br />
danneggiante, sebbene concorra ad integrare la fattispecie costitutiva <strong>del</strong> diritto al<br />
risarcimento (come ad ogni altro rimedio contro <strong>il</strong> medesimo inadempimento). È lo<br />
stesso datore di lavoro, infatti, a essere gravato (ai sensi <strong>del</strong>l‟art. 1218 c.c.) – quale<br />
debitore in relazione all‟obbligo di sicurezza, appunto – <strong>del</strong>l‟onere di provare la<br />
non imputab<strong>il</strong>ità <strong>del</strong>l‟inadempimento. In altri termini la prova sull‟imputazione<br />
materiale e su quella psicologica <strong>del</strong> <strong>danno</strong> (secondo una classica bipartizione<br />
26 Cfr. VISCOMI A., Il mobbing: alcune considerazioni su fattispecie ed effetti, cit., p. 51. In<br />
particolare l‟Autore distingue tra irr<strong>il</strong>evanza probatoria <strong>del</strong>la colpa sul piano contrattuale e<br />
irr<strong>il</strong>evanza <strong>del</strong>l‟intenzionalità, ossia <strong>del</strong>l‟intento lesivo, nella costruzione <strong>del</strong>la struttura <strong>del</strong>la<br />
fattispecie, ossia tra una situazione prettamente processuale e un‟altra, invece, sostanziale. In<br />
proposito egli sostiene che la distribuzione <strong>del</strong>l‟onere <strong>del</strong>la prova non dovrebbe incidere sulla<br />
tipizzazione <strong>del</strong>la fattispecie e precisa che “la prova fornita in merito all‟esistenza <strong>del</strong>la fattispecie di<br />
mobbing (e dei suoi elementi costitutivi) costituisce la prova stessa <strong>del</strong> lamentato inadempimento<br />
contrattuale ed è ciò che <strong>il</strong> <strong>lavoratore</strong> deve dimostrare in sede di giudizio (anche mediante ricorso a<br />
presunzioni)”.<br />
27 Tra i fautori <strong>del</strong> <strong>danno</strong> in re ipsa cfr. PIZZOFERRATO A., Mobbing e <strong>danno</strong> esistenziale , p. 312<br />
e 315; LOY G., Il mobbing, cit., p. 270; contra PEDRAZZOLI M., Tutela <strong>del</strong>la <strong>persona</strong> e aggressioni<br />
<strong>alla</strong> sfera psichica <strong>del</strong> <strong>lavoratore</strong>, cit., p. 1154 ss.<br />
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