il danno psichico alla alla persona del lavoratore - Fondazione Prof ...
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degli „elementi essenziali <strong>del</strong>la fattispecie‟, esclusa ovviamente la dimostrazione<br />
<strong>del</strong> dolo o <strong>del</strong>la colpa, vertendosi in tema di responsab<strong>il</strong>ità contrattuale.<br />
Occorre spendere alcune parole per capire cosa la Suprema Corte abbia inteso<br />
con l‟espressione „elementi essenziali <strong>del</strong>la fattispecie‟: certamente se si guarda <strong>alla</strong><br />
struttura <strong>del</strong>la fattispecie può affermarsi che con tale espressione s‟indichi la serie<br />
di azioni, di cui si allega <strong>il</strong> contenuto molesto, protratte con una certa frequenza in<br />
un arco di tempo sufficientemente esteso. Pertanto è compito <strong>del</strong> <strong>lavoratore</strong> che<br />
lamenti un pregiudizio offrire la prova <strong>del</strong>la sussistenza <strong>del</strong>la lesione e allegare le<br />
circostanze giustificative <strong>del</strong>la richiesta di risarcimento; in altre parole, deve<br />
escludersi che dall‟inadempimento derivino senz‟altro, “per una sorta di<br />
inammissib<strong>il</strong>e automatismo, conseguenze <strong>danno</strong>se” 21 .<br />
Ecco, dunque, che dall‟inadempimento datoriale (che non va provato) non deriva<br />
automaticamente l‟esistenza <strong>del</strong> <strong>danno</strong> (che invece va provato). Infatti, <strong>il</strong> <strong>danno</strong> non<br />
è ravvisab<strong>il</strong>e solo perché c‟è una potenzialità lesiva <strong>del</strong>l‟atto <strong>il</strong>legittimo: nulla,<br />
infatti, esclude che in pratica tale potenzialità lesiva non si concretizzi in un <strong>danno</strong>.<br />
In conclusione, perché si produca una lesione aggiuntiva è necessario che <strong>il</strong><br />
<strong>lavoratore</strong> lamenti un pregiudizio e ne dia prova 22 .<br />
Qui non opera, pertanto, né un‟ipotesi di responsab<strong>il</strong>ità oggettiva, né una<br />
generica dispensa <strong>del</strong> <strong>lavoratore</strong> danneggiato da qualsiasi onere probatorio.<br />
21 SCOGNAMIGLIO R., A proposito <strong>del</strong> mobbing, cit., p. 515.<br />
22 Richiede la prova <strong>del</strong> <strong>danno</strong>: Cass. 11 agosto 1998, n. 7905, in GCM, 1998, p. 1693 ss.; Cass.<br />
19 marzo 1999, n. 2561, in GCM, 1999, p. 618 ss.; Cass. 4 giugno 2003, n. 8904, in OGL, 2003, I, p.<br />
323 ss.; Cass. 28 maggio 2004, n. 10361, in LG, 2004, p. 1268 ss.; Trib. M<strong>il</strong>ano, 29 settembre 2008,<br />
in www.unicolavoro.<strong>il</strong>sole24ore.com; Trib. Roma, 25 marzo 2005, in LG, 2005, p. 1216 ss.; contra<br />
relative a casi di demansionamento in cui si ammette <strong>il</strong> ricorso ad una valutazione in via equitativa<br />
anche in mancanza di uno specifico elemento di prova da parte <strong>del</strong> danneggiato; pertanto, la<br />
liquidazione può essere operata in base all‟apprezzamento degli elementi presuntivi acquisiti al<br />
giudizio e relativi <strong>alla</strong> natura, all‟entità <strong>del</strong> pregiudizio, <strong>alla</strong> sua durata. Tale argomentare potrebbe<br />
applicarsi in via analogica al mobbing. Cfr. anche Cass. 16 dicembre 1992, n. 13299, in NGL, 1993,<br />
p. 648 ss.; Cass. 18 ottobre 1999, n. 11727, in MGL, 1999, p. 1361 ss.; Cass. 6 novembre 2000, n.<br />
14443, in DL, 2000, II, p. 300 ss.; Cass. 2 novembre 2001, n. 13580, in OGL, 2002, I, p. 35 ss.;<br />
Cass. 12 novembre 2002, n. 15868, in FI, 2003, I, c. 480 ss.; Cass. 26 maggio 2004, n. 10157, in<br />
D&L, 2004, p. 343 ss.<br />
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