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il danno psichico alla alla persona del lavoratore - Fondazione Prof ...

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deferimento ad un collegio … <strong>del</strong> responsab<strong>il</strong>e dei fatti di mobbing” 18 , “né può<br />

bastare un mero tardivo intervento pacificatore non seguito da concrete misure e da<br />

vig<strong>il</strong>anza” 19 , poiché tali atteggiamenti non si configurano in termini di prevenzione,<br />

bensì solo in termini di repressione <strong>del</strong>la condotta: tali incombenze non sono<br />

considerate esaustive <strong>del</strong>l‟obbligo datoriale posto a tutela <strong>del</strong> <strong>lavoratore</strong>; così come<br />

non sono liberatori comportamenti meramente omissivi, come ad esempio <strong>il</strong> non<br />

porsi “<strong>il</strong> problema di esaminare perché un dipendente in continua ascesa ad un certo<br />

punto si blocchi, <strong>del</strong> perché le note caratteristiche sempre positive diventino<br />

mediocri, <strong>del</strong> perché non ci sia progressione in carriera, sempre avvenuta in<br />

passato, e di chi sia la responsab<strong>il</strong>ità” 20 .<br />

Schematicamente, quindi, grava sul datore di lavoro l‟onere di provare di aver<br />

ottemperato all‟obbligo di protezione <strong>del</strong>l‟integrità psico-fisica <strong>del</strong> <strong>lavoratore</strong>, come<br />

sopra descritto, mentre sul <strong>lavoratore</strong> grava onere di provare la lesione <strong>del</strong>l‟integrità<br />

psicofisica ed <strong>il</strong> nesso di causalità tra tale evento <strong>danno</strong>so e l‟espletamento <strong>del</strong>la<br />

prestazione lavorativa, non anche la colpa o <strong>il</strong> dolo <strong>del</strong> datore di lavoro.<br />

Da tali asserzioni si genera <strong>il</strong> seguente dubbio: l‟inversione <strong>del</strong>l‟onere <strong>del</strong>la<br />

prova comporta per <strong>il</strong> soggetto leso esclusivamente la prova <strong>del</strong> <strong>danno</strong> e <strong>del</strong> nesso<br />

causale tra questo e le condotte subite oppure e diversamente deve altresì provare <strong>il</strong><br />

fatto costituente l‟inadempimento, cioè le condotte di mobbing <strong>del</strong>le quali è stato<br />

vittima?<br />

La giurisprudenza intervenuta sul tema (paradigmatica di un orientamento<br />

rigoroso espresso d<strong>alla</strong> Cassazione nella sentenza 8 gennaio 2000 n. 143) sostiene<br />

che una volta riconosciuta una vera e propria responsab<strong>il</strong>ità contrattuale in capo al<br />

datore di lavoro, <strong>il</strong> <strong>lavoratore</strong> che richiede <strong>il</strong> ristoro dei danni deve fornire la prova<br />

18 Cass. 25 maggio 2006, n. 12445, cit.<br />

19 Cass. 9 settembre 2008, n. 22858, cit.<br />

20 Trib. Forlì, 15 marzo 2001, cit.; Trib. Torino 16 novembre 1999, cit.<br />

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