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il danno psichico alla alla persona del lavoratore - Fondazione Prof ...

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elemento caratterizzante l‟azione <strong>del</strong> mobber: idoneo a trasformare i singoli atti in<br />

una condotta <strong>il</strong>lecita 100 .<br />

Intorno a questo argomentare ruota non solo certa dottrina, ma anche parte <strong>del</strong>la<br />

giurisprudenza 101 . In diverse occasioni, infatti, la giurisprudenza ha inteso<br />

l‟elemento soggettivo non solo quale elemento essenziale e costitutivo <strong>del</strong>l‟<strong>il</strong>lecito,<br />

ma addirittura elemento idoneo persino a darvi significato; infatti, senza <strong>il</strong> dolo<br />

specifico <strong>del</strong> mobber, cioè senza la volontà di nuocere psicologicamente al<br />

<strong>lavoratore</strong> al fine di isolarlo dall‟ambiente di lavoro, gli atti potrebbero tutti<br />

apparire legittimi e leciti.<br />

Negli stessi termini la giurisprudenza di cassazione, secondo cui <strong>il</strong> fenomeno<br />

richiede <strong>il</strong> dolo specifico quale “elemento soggettivo integrato d<strong>alla</strong> volontà di<br />

denigrare e vessare <strong>il</strong> <strong>lavoratore</strong>, al fine di degradare le condizioni di lavoro per<br />

100 In dottrina per la r<strong>il</strong>evanza <strong>del</strong>l‟elemento soggettivo come componente unificante <strong>del</strong><br />

coacervo di fatti che <strong>danno</strong> vita <strong>alla</strong> fattispecie si veda: CARINCI F., Un fantasma si aggira tra le<br />

aule di giustizia: <strong>il</strong> mobbing, in TOSI P. (a cura di), Il mobbing, Torino:Giappichelli, 2004, p. 92;<br />

TOSI P., Il mobbing: una fattispecie in cerca d‟autore, in ID., ult. op.cit., p. 168; PIZZOFERRATO A.,<br />

Mobbing e <strong>danno</strong> esistenziale: verso una revisione <strong>del</strong>la struttura <strong>del</strong>l‟<strong>il</strong>lecito civ<strong>il</strong>e, in CI, 2002, p.<br />

304 ss.; VISCOMI A., Il mobbing: alcune questioni su fattispecie ed effetti, cit., p. 45 ss., secondo<br />

l‟Autore è l‟intenzionalità offensiva <strong>del</strong>la condotta e non soltanto la potenzialità lesiva <strong>del</strong>la<br />

medesima a configurare una fattispecie di mobbing; OLIVA U., Il Mobbing: un‟occasione per<br />

ripensare alle regole <strong>del</strong>la civ<strong>il</strong>tà <strong>del</strong> lavoro, in RD, n. 12, p. 1145; GAROFALO D., Mobbing e tutela<br />

<strong>del</strong> <strong>lavoratore</strong> tra fondamento normativo e tecnica risarcitoria, in LG, 2004, p. 530; LAZZARI C., Il<br />

mobbing tra norme vigenti e prospettive di intervento legislativo, in RGL, I, 2001, p. 59-70;<br />

PEDRAZZI G., Pretium laboris, pretium doloris. La riparazione dei nuovi danni <strong>alla</strong> <strong>persona</strong> nel<br />

mondo <strong>del</strong> lavoro, in Come cambia l‟ambiente di lavoro: regole, rischi, tecnologie, cit., p. 117;<br />

BOSCATI A., Mobbing e tutela <strong>del</strong> <strong>lavoratore</strong>:<strong>alla</strong> ricerca di una fattispecie vietata, in DRI, 2001, p.<br />

289-290: l‟Autore sottolinea un ulteriore aspetto a favore <strong>del</strong>la teoria soggettiva, ossia solo<br />

richiedendo la prova <strong>del</strong>l‟intento persecutorio si rifugge dal rischio di una responsab<strong>il</strong>ità oggettiva in<br />

capo al datore di lavoro.<br />

101 In giurisprudenza sull‟elemento finalistico, dolo specifico si rinvia, ex multis: Trib. Bari, 29<br />

settembre 2000, cit.; Trib. Como, 22 maggio 2001, cit.; Trib. Trieste, 10 dicembre 2003, cit.; Trib.<br />

M<strong>il</strong>ano, 31 luglio 2003, cit.; Trib. Roma, 28 marzo 2003, in Gius, 2003, 22, p. 2599; Trib. Como, 22<br />

febbraio 2003, in MGL, 2003, p. 328 ss., con nota di BERETTA; App. Torino, 25 ottobre 2004, cit.;<br />

App. Firenze, 6 maggio 2005, in RIDL, II, p. 314 ss., con nota di LAZZERUOLI; Trib. Ivrea, 17<br />

novembre 2005, in ADL, 2006, II, p. 943, con nota di RATTI L.; Trib. Catania, n. 1736/2007, a<br />

quanto consta inedita, annotata in www.<strong>persona</strong>e<strong>danno</strong>.it; contra Trib. Cassino, 18 dicembre 2002,<br />

cit., ivi si evidenzia “come l‟elemento finalistico che costituisce l‟anello di congiunzione dei singoli<br />

episodi non debba essere ricondotto all‟elemento soggettivo <strong>del</strong> dolo, inteso quale elemento<br />

costitutivo <strong>del</strong>la fattispecie, da provarsi a carico <strong>del</strong> mobbizzato in analogia a quanto è posto a carico<br />

<strong>del</strong> danneggiato dall‟art. 2043 c.c., ma possa essere sufficientemente riscontrato nell‟obiettiva<br />

idoneità lesiva, rispetto ai beni protetti, <strong>del</strong> comportamento posto in essere in modo consapevole e<br />

volontario dal datore, purché emerga l‟oggettiva concatenazione degli episodi mobbizzanti, anche se<br />

posti in essere congiuntamente da diversi soggetti appartenenti al contesto aziendale”.<br />

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