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il danno psichico alla alla persona del lavoratore - Fondazione Prof ...

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animato da un chiaro intento persecutorio, da uno scopo negativo e ost<strong>il</strong>e ben<br />

preciso, da una finalità riprovevole nei confronti <strong>del</strong>la vittima 96 .<br />

Inoltre, l‟intento persecutorio si caratterizzerebbe per la presenza di tre fattori: lo<br />

scopo c.d. „politico‟, l‟obiettivo conflittuale, la carica emotiva. Più nei dettagli, lo<br />

scopo politico rappresenta <strong>il</strong> fine ultimo per cui <strong>il</strong> mobber agisce: “è la motivazione<br />

che lo muove; può essere l‟allontanamento <strong>del</strong>l‟altro dal posto di lavoro, ma anche<br />

solo procurargli fastidio, metterlo in cattiva luce, bloccargli la carriera, isolarlo,<br />

metterlo in ridicolo, punirlo per qualche cosa di cui lo si ritiene responsab<strong>il</strong>e, fargli<br />

pagare qualcosa, vera o presunta”. Lo scopo politico può anche essere inconscio,<br />

nel senso che <strong>il</strong> mobber può anche non essere <strong>del</strong> tutto consapevole. È questo <strong>il</strong> c.d.<br />

mobbing casuale: “l‟aggressore non sa esattamente perché attacca quella <strong>persona</strong>,<br />

spesso le motivazioni vere nascono durante un conflitto quotidiano. Alla fine la<br />

<strong>persona</strong> sconfitta potrebbe sv<strong>il</strong>uppare dentro di sé un sentimento di rivalsa nei<br />

confronti <strong>del</strong>l‟altra, che potrebbe portarlo a porre in essere una strategia al fine di<br />

metterlo in cattiva luce. Anche l‟antipatia c.d. „a pelle‟ costituisce un valido<br />

presupposto per uno scopo politico inconscio” 97 . Lo scopo politico invece è un<br />

obiettivo a lungo termine che permea tutta la strategia <strong>del</strong> mobbing e può anche<br />

mutare durante <strong>il</strong> mobbing. Ad esempio, <strong>il</strong> proposito iniziale può essere quello di<br />

bloccare la carriera di una <strong>persona</strong> e poi può trasformarsi nell‟obiettivo di eliminare<br />

<strong>del</strong> tutto l‟avversario dal posto di lavoro. Infine, l‟obiettivo conflittuale che, a<br />

differenza di quello precedente, è un obiettivo a corto raggio: sono le singole azioni<br />

che, perpetrate di volta in volta, costituiscono le c.d. azioni mobbizzanti. Per<br />

esempio, “se lo scopo <strong>del</strong> mobber è quello di allontanare la vittima dall‟ufficio,<br />

rimproverandola sgarbatamente, egli consegue l‟obiettivo conflittuale di um<strong>il</strong>iarla o<br />

96 EGE H., La valutazione peritale <strong>del</strong> <strong>danno</strong> da mobbing, cit., p. 66.<br />

97 EGE H., ult. op. cit., p. 66-69.<br />

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