XAVIER GONZÁLEZ D'ÈGARA - Xavier Gonzalez Arnau
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[1]<br />
«Vida Coetània»<br />
Rodrigo Pérez García<br />
<strong>Xavier</strong> González d’Ègara si abbandona alle pulsioni<br />
di un mondo convulso e feroce, trasmettendo alle<br />
sue opere, tramite il fuoco e la violenza, la potenza<br />
misteriosa del profumo di una notte così fosca che non<br />
può far altro che condurci all’alba. Le sue creazioni,<br />
oscure morfologie antropiche, strazianti linee del<br />
destino, paesaggi irriconoscibilmente familiari, sono<br />
una esplosione del suo proprio essere, della lotta<br />
della e per l’esistenza, del dialogo intimo della sua<br />
anima con la verità.<br />
Il microcosmo della sua pittura comprende<br />
l’universalità della fisica, il suo linguaggio pittorico<br />
trasmette vibrazioni, cambi di stato, turbolenze<br />
interne ed una forza strutturale paragonabile alla<br />
musica di John Coltrane in ‘A Love Supreme’.<br />
González d’Ègara crea, non secondo la strutturalità<br />
di una norma, ma per l’esaltazione della sua potenza<br />
creativa; immerso nelle sue visioni espande in lucida<br />
improvvisazione i confini dell’uomo e della cultura.<br />
Primo giorno di primavera, 2011<br />
[1] «Vida coetània» è il titolo dell’autobiografia<br />
di Raimondo Lullo edito a Parigi, 1311<br />
Cahiers d’Art International TRENTADUE PAGINA 5<br />
Quando la vita usata dell’uomo va lontana<br />
dove - lontano - splende il tempo delle viti<br />
vi è anche il campo sgombro dell’estate<br />
e il bosco appare nel suo volto scuro.<br />
Se la Natura integra l’immagine dei tempi,<br />
se lei rimane e quelli sono labili,<br />
è per sua perfezione. Il cielo alto riluce<br />
per l’uomo come i fiori che incoronano l’albero. [2]<br />
[2] F. Hölderlin, «La veduta»<br />
In: Le liriche, tomo II, Adelphi, Milano,<br />
1977 a cura di Enzo Madruzzato<br />
Le prime tavole della legge<br />
dalla serie «Lutto Bianco»<br />
2010 (coll. privata)<br />
olio su tavola, 100x70 cm