XAVIER GONZÁLEZ D'ÈGARA - Xavier Gonzalez Arnau
XAVIER GONZÁLEZ D'ÈGARA - Xavier Gonzalez Arnau
XAVIER GONZÁLEZ D'ÈGARA - Xavier Gonzalez Arnau
Create successful ePaper yourself
Turn your PDF publications into a flip-book with our unique Google optimized e-Paper software.
Pagina a fianco:<br />
Rapporto di parentela<br />
Genesi 2: 22<br />
2010<br />
olio su tavola, 168x168 cm<br />
Cahiers d’Art International TRENTADUE PAGINA<br />
La Genesi è l’Atto in cui la parola divina si fa creazione<br />
Andrea Barale<br />
La Genesi è l’Atto in cui la parola divina si fa<br />
creazione, la manifestazione sensibile in cui riluce<br />
nel profondo il mistero dell’essenziale dinamica<br />
dell’agire creativo. Nel rapporto ermeneutico con<br />
questo corpo si dischiude forse il luogo più radicale<br />
in cui discendere per portare a comprensione i<br />
movimenti di ogni prassi generativa: qui trova infatti<br />
espressione la nascita, il farsi medesimo dell’ordine<br />
immanente all’intero Cosmo.<br />
L’esegesi del testo sacro deve però partire dall’assunto<br />
che non è possibile né legittimo accoglierlo come un<br />
dogma impensato, ricercare in esso un’evidenza<br />
univoca di significato; e ciò perchè il suo effettivo<br />
contenuto costitutivo è proprio, come attesta la<br />
ricchissima tradizione critica giudaico-cristiana,<br />
l’infinita interpretabilità. Egualmente, la creazione<br />
che in esso si svolge non può essere ridotta alla<br />
reificazione delle potenze creatrici di un Dio<br />
legislatore, ulteriore alla sua opera, all’imposizione<br />
imperativa di un ordine esteriore che solidifichi una<br />
forma data in statica oggettivizzazione, quasi un<br />
termine, un punto d’arresto del processo creativo. La<br />
creatura, come il testo, non si risolve nell’istituzione<br />
normativa di una struttura chiusa nella ripetizione del<br />
sempre Identico, regno minerale dai percorsi stabiliti<br />
una volta per sempre, condannati a relazioni inerti fra<br />
elementi reciprocamente indifferenti, abbandonati<br />
dalla spinta creativa: un risultato finito che altro non<br />
potrebbe essere che Morte.<br />
Ecco perciò imporsi come imprescindibile un<br />
consapevole agire, un operare sul testo-creatura,<br />
eminentemente allegorico, in grado di scomporre,<br />
scompigliare la sua menzognera chiusura nel dato<br />
compiuto, il suo fissarsi in eterno ad un esistenza<br />
immobile ed immutabile. L’allegorista deve lavorare<br />
senza posa sul corpo visibile di Dio, non rinunciare<br />
ad alcun sforzo o violazione per far emergere in esso<br />
l’Invisibile, l’indicibile Nome di Dio: far emergere<br />
dall’interno del corpo della creatura la forza creatrice<br />
che ne costituisce l’autentica sostanza. Proprio<br />
questo infinito, inesauribile compito di liberazione<br />
della materia creaturale dalla sua estrinseca staticità<br />
motiva dall’interno l’ordine formale dell’azione<br />
creatrice di González d’Ègara: la composizione non<br />
riproduce l’astrattezza inorganica di uno spazio<br />
geometrico, puro calcolo algebrico di relazioni<br />
esteriori, ma con dolce violenza anatomizza la<br />
8<br />
creazione per mostrarne l’organicità, radiografando<br />
le sue interne tensioni, i suoi scorrimenti, le sue<br />
pulsioni vitali. Attraverso il suo sguardo pensante<br />
l’intero mondo si scopre inesausto movimento di<br />
nascita, essenzialmente mai compiuto, ma vivente<br />
processo di generazione, di produzione di ciò che<br />
è sempre Nuovo. L’agire vivificante del principio<br />
creatore dunque non si arresta, percorre la creatura, la<br />
sua eterea concretezza ne costituisce la reale Natura:<br />
dal profondo il puro soffio del Pneuma è l’indivisibile<br />
unità di ordini astrali e cellulari nell’esistenza dello<br />
Spirito: il farsi della Vita, che ora si rivela essere<br />
null’altro che la Libertà medesima di una continua<br />
azione creatrice.<br />
L’operare alchemico di González d’Ègara si fa<br />
carico dell’inerte datità degli elementi in vista di<br />
una trasformazione che permetta loro di tornare a<br />
sorgere dal loro più autentico principio: far scorrere<br />
la creazione nella vita, così che la vita della creatura<br />
si liberi in quella intrinseca creatività che ne<br />
costituisce l’essenza. Quest’azione manipolante non<br />
ha nulla d’esteriore, non impone un dominio, ma<br />
collabora, s’immette interiormente nel processo della<br />
creazione. E come ogni pratica alchemica non giunge<br />
esclusivamente a modificare, salvare il materiale<br />
sul quale si esercita, compie piuttosto una profonda<br />
trasformazione nell’anima stessa del praticante.<br />
L’artista tramite il suo creare partecipa del medesimo<br />
processo che sta liberando, e nelle viscere di questa<br />
tensione generativa s’istituisce una nuova comunione,<br />
un dialogo, l’armonia di un intimismo sacrale: il tutto<br />
è la mutua appartenenza allo sprigionarsi di un atto<br />
d’Amore, dolce getto d’erotismo divino in creazione<br />
in cui nulla è escluso. Ed è solo attraverso questo<br />
inarginabile fluire senza risoluzione che la Genesi,<br />
fremendo può invitare al Suo sorriso anche Noi.