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DA BRUNO AD EINSTEIN enrico giannetto enrico.giannetto@unibg ...

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Qui, diede anche una densità di momento per la densità del campo elettromagnetico, che<br />

implicitamente comporta una densità di massa che è uguale a 1/c 2 volte la densità d’energia,<br />

trovando una prima relazione fra massa ed energia di tipo « relativistico » e riconoscendo 'l'inerzia<br />

dell'energia', ma fu solo dopo, quando riconobbe la massa come variabile con la velocità come<br />

effetto dovuto all’auto-induzione elettromagnetica, ovvero alla cosiddetta “reazione di radiazione”,<br />

ed eventualmente tutta la massa come d’origine elettromagnetica, che ottenne una relazione generale<br />

come E=mc 2 . 15<br />

Poincaré nel 1900, nei saggi poi ristampati nel 1902 ne La scienza e l'ipotesi, introdusse per<br />

primo il principio di relatività per i sistemi inerziali come fondamento della meccanica classica e lo<br />

'generalizzò' subito dopo per i sistemi non inerziali, dice che il principio di relatività generale dello<br />

spazio si può esprimere sia all'interno della geometria euclidea che di quella non-euclidea.<br />

Poincaré considerava la geometria euclidea e quella galileiana (come definibile, seguendo il<br />

programma di Erlangen di Felix Klein, a partire dalle trasformazioni di Galilei che individuano le<br />

grandezze geometriche invarianti) solo come 'linguaggi' fra gli altri possibili in cui poter formulare<br />

una teoria fisica. Infatti, il significato di una teoria fisica è associato non a un 'linguaggio' che<br />

rispecchia nei suoi termini una realtà meta-fisica come in sé data, ma ai contesti d'uso dei suoi<br />

termini in relazione alle operazioni sperimentali, identici per vari 'giochi linguistici' possibili.<br />

La preferibilità di un 'linguaggio' rispetto ad un altro sta solo nella sua comodità o semplicità<br />

d'uso; tuttavia, al contrario di quanto spesso affermato in studi critici sul pensiero di Poincaré, ciò<br />

implica un elemento di 'convenzionalità' solo al livello della scelta del 'linguaggio' da usare, ma mai<br />

arbitrarietà o negazione idealistica di una 'realtà' fisica. Le operazioni sperimentali forniscono il<br />

contesto pragmatico-performativo ineludibile dei 'giochi linguistici' della fisica, anche se non<br />

determinano questi in maniera univoca: non si tratta quindi neanche di una trasformazione<br />

'convenzionalista' del kantismo. E la realtà dei processi dinamici, nonostante le differenti apparenze<br />

cinematiche che rispecchiano la costitutiva relazionalità della realtà del moto (non riducibile a<br />

differenza di posizione) o le possibili differenti convenzioni linguistiche, non è mai negata da<br />

Poincaré.<br />

Una delle obiezioni più frequenti al riconoscimento di Poincaré quale creatore della<br />

dinamica relativistica è stata quella basata sul fatto che l'atteggiamento 'convenzionalista' di<br />

Poincaré sarebbe risultato un 'ostacolo epistemologico' alla costruzione di una nuova teoria. In<br />

effetti, è vero proprio il contrario: Poincaré è consapevole che la geometria euclidea o galileiana<br />

non sono affatto a priori e che il trascendentalismo kantiano porta soltanto all'ipostatizzazione di<br />

una convenzione in conoscenze sintetiche a priori. E la consapevolezza dell'impossibilità di una<br />

fondazione trascendentale della conoscenza fisica non si è tramutata in 'impotenza' epistemologica,<br />

ma nella costruzione positiva di alternative teoriche basate su altre convenzioni più utili.<br />

L'analisi dei fondamenti della meccanica aveva reso Poincaré consapevole che anche la<br />

dinamica, come la geometria, non può essere considerata a priori, ma che si basa su una<br />

convenzione: le definizioni di forza e massa implicavano una circolarità. L'analisi<br />

15 H. Poincaré, La théorie de Lorentz..., op. cit., pp. 468 e seguenti. Anche Einstein citò questo lavoro di Poincaré come<br />

contenente la dimostrazione della relazione relativistica massa-energia, aggiungendo che ne avrebbe fornita un’altra per<br />

amore di chiarezza: A. Einstein, Das Prinzip von der Erhaltung der Schwerpunktbewegung und die Trägheit der<br />

Energie, in Annalen der Physik 20 (1906), pp. 627-633, ristampato in The Collected Papers..., v. 2, op. cit., pp. 360-366,<br />

e The Principle of Conservation of Motion of the Center of Gravity and the Inertia of Energy, in The Collected<br />

Papers...English Translation, v. 2, op. cit., pp. 200-206. Si vedano anche: The Relativity Theory of Poincaré and<br />

Lorentz, in E. Whittaker, A History of the theories of Aether and Electricity. The Modern Theories 1900-1926, Nelson,<br />

London 1953, ch. II, pp. 27-77, p. 51; A. I. Miller: Albert Einstein's Special Theory of Relativity: Emergence (1905) and<br />

Early Interpretation (1905-1911), Addison-Wesley, Reading (MA), 1981, pp. 40-45; A. Miller, A Précis of Edmund<br />

Whittaker's "Relativity Theory of Poincaré and Lorentz", in Archives Internationales d'Histoire des Sciences 37 (1987),<br />

pp. 93-103, in particolare pp. 96-98: qui, Miller ha ragione nel dire che la relazione relativistica massa-energia non è<br />

completamente implicata nell’articolo del 1900, ma non tiene conto del fatto che questa relazione era implicata nei lavori<br />

di Poincaré del 1902, 1904 e 1905;come sarà chiaro dal seguito, le affermazioni di Miller (pp. 100-103) che i lavori di<br />

Poincaré non comportavano una teoria relativistica dello spazio e del tempo comportano un loro fraintendimento.

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