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DA BRUNO AD EINSTEIN enrico giannetto enrico.giannetto@unibg ...

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Per inciso, è interessante notare anche la posizione di Hilbert: formalista in matematica, non<br />

lo era in fisica, ed è nella sua fisica che la sua prospettiva fondazionale viene stravolta. La fisica non<br />

è un mero gioco formale di simboli vuoti, in essa il significato è essenziale: nella sua formulazione<br />

della relatività generale, la forma geometrica non è data a priori e indipendentemente da una<br />

semantica fisica, che non è data da mera materia inerte e passiva, ma da un campo elettromagnetico<br />

attivo a cui è ricondotta l’origine della materia. Per Hilbert, qui, la forma geometrica non è più un<br />

“primum” e non può essere mai vuota (come nella versione di Einstein), ma è determinata sempre<br />

dal campo elettromagnetico all’origine della materia: la materia non è più la realizzazione o il<br />

modello semantico di una forma-idea geometrica vuota, ma la forma-idea geometrica è contingente,<br />

variabile dipendente dalla materia, ovvero dal campo elettromagnetico.<br />

L’idea di uno spazio-tempo curvo fu plausibile per Einstein - al di là degli sviluppi interni<br />

della matematica e della fisica legati al consolidamento delle geometrie non-euclidee e alle<br />

dimostrazioni di Poincaré della loro utilizzabilità in fisica e della loro compatibilità con un principio<br />

di relatività generale del moto ne La scienza e l’ipotesi – 49 perché la rettitudine rettificantegiustificante<br />

del Dio della teologia della Riforma, a cui si rifaceva pure Descartes nella sua<br />

giustificazione del principio d’inerzia di un moto rettilineo e uniforme, non andava più contrapposta<br />

alla deviazione curvilinea (dalla rettitudine) della Natura ridotta a materia, dovuta alle sue<br />

“inclinazioni” casuali; perché la forza inerziale centrifuga della Natura ridotta a materia inerte non<br />

doveva più essere corretta, rettificata in un’orbita chiusa circolare o ellittica, dall’esterno da Dio,<br />

come in Newton, da forze gravitazionali rette opposte (centripete) di caduta universale per creare e<br />

conservare l’ordine del mondo del sistema copernicano-kepleriano.<br />

Se la Natura è Dio, come per Spinoza, anche il moto curvilineo deve essere considerato<br />

naturale, e non dovuto al caso della materia o a un intervento esterno di Dio, ma implicito nella<br />

forma geo-metrica dell’universo e quindi dovuto alla forza (gravitazionale) interna alla Natura che<br />

si esplica in quella. È l’ordine geometrico globale, e non la rettilinearità che caratterizza la sostanza<br />

naturale divina per Spinoza; ed è a questo livello d’ordine geometrico globale che è possibile<br />

individuare la corrispondenza fra ordine cosmico e ordine etico, come esemplificato dall’etica di<br />

Spinoza, more geometrico demonstrata. Non ci sono per Einstein, conseguenze etiche della scienza,<br />

ma corrispondenza fra etica e scienza. L’ordine geometrico cosmico non è antropocentrico e a<br />

questo non può corrispondere un ordine etico antropocentrico: l’etica di Einstein è non specista e lo<br />

condusse al vegetarianesimo, 50 come anche alla valorizzazione dell’etica del rispetto di tutta la vita<br />

di Albert Schweitzer. 51<br />

La contemplazione di questo spinoziano ordine geometrico cosmico della Natura-Dio è per<br />

Einstein all’origine della religione cosmica, presentata in un saggio (Cosmic Religion) del 1931, 52<br />

che si emancipa dalla primitiva religione fondata sul terrore delle divinità o da quelle forme di<br />

religione antropocentriche interessate al destino individuale dell’uomo: all’origine della scienza<br />

stessa è quindi lo stesso spinoziano amor Dei intellectualis, che fa sì, secondo Einstein, che “la<br />

religione senza la scienza è zoppa, ma la scienza senza la religione è cieca”. La scienza non deve<br />

essere ridotta a tecnica di dominio della Natura, ma deve essere conoscenza della Natura-Dio: è<br />

49<br />

H. Poincaré, La science et l’hypothèse, Flammarion, Paris 1902, tr. it. a cura di G. Boniolo, in Opere epistemologiche,<br />

voll. I & II, Piovan, Abano (Pd) 1989.<br />

50<br />

"Although I have been prevented by outward circumstances from observing a strictly vegetarian diet, I have long<br />

been an adherent to the cause in principle. Besides agreeing with the aims of vegetarianism for aesthetic and moral<br />

reasons, it is my view that a vegetarian manner of living by its purely physical effect on the human temperament would<br />

most beneficially influence the lot of mankind". – Einstein's Letter to 'Vegetarian Watch-Tower', 27 December 1930 ,<br />

Einstein Archive 46-756; "So I am living without fats, without meat, without fish, but am feeling quite well this way. It<br />

always seems to me that man was not born to be a carnivore." - Einstein's Letter to Hans Muehsam, 30 March 1954,<br />

Einstein Archive 38-435; the above quotations are from: The New Quotable Einstein, collected and edited by Alice<br />

Calaprice, Princeton University Press, Princeton 2005, pp. 281-282.<br />

51<br />

A. Schweitzer (1931), Aus meinem Leben und Denken, F. Meiner, Leipzig, tr. it. di A. Guadagnin, La mia vita e il<br />

mio pensiero, Comunità, Milano 1965.<br />

52<br />

A. Einstein, Cosmic Religion, Covici-Friede, New York 1931, pp. 43-54.

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