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DA BRUNO AD EINSTEIN enrico giannetto enrico.giannetto@unibg ...

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forza attiva. In un primo momento, per Einstein la materia viene logicamente prima della<br />

forma/forza e la determina, poi invece la forma/forza (lo spazio-tempo è comunque una variabile<br />

dinamica, e non qualcosa di meramente inerte e passivo) diventa indipendente e più importante<br />

della materia. La meccanica come disciplina viene prima delle altre e ne è indipendente, è questo il<br />

residuo di meccanicismo presente in Einstein; per il resto, Einstein, a parte il tentativo del 1905 di<br />

ridurre la radiazione elettromagnetica a corpuscoli materiali e la teoria di Maxwell a una teoria<br />

puramente statistica, 46 non sarà mai completamente meccanicista nel senso di ridurre la Natura a<br />

materia inerte e passiva.<br />

Al contrario di Descartes e di Newton e seguendo Spinoza, per Einstein la forza/potenza non<br />

appartiene solo a Dio, al Dio onnipotente della teologia della Riforma e specialmente calvinista,<br />

separato ed esterno alla Natura che sottomette la Natura alle sue leggi (e per Newton alle<br />

manifestazioni della Sua potenza nelle forze gravitazionali): la forza/potenza è invece interna alla<br />

Natura, perché Dio e Natura si identificano. Questo tratto spinoziano chiaramente derivava da una<br />

interpretazione della teologia di Bruno, che Bruno a sua volta riprendeva da Cusano.<br />

La relatività generale secondo Einstein non opera cartesianamente una riduzione della<br />

dinamica alla geometria, ma al contrario è la geometria ad essere ricondotta alla dinamica, tuttavia,<br />

la riduzione del tempo a spazio fa sì che la dinamica in ultima analisi sia ricondotta a una statica.<br />

Coerentemente, per Einstein anche l’universo deve essere statico, in quanto sostanza divina eterna e<br />

immutabile. La Natura non è inerte e passiva ma statica, con forze statiche: lo spazio-tempo non è<br />

in espansione, ma statico: fu questa prospettiva teologica di eternità e immutabilità divina della<br />

Natura-Dio che fece effettuare ad Einstein nel 1917, nelle sue Kosmologische Betrachtungen, 47 una<br />

modifica delle sue equazioni di campo, introducendo la cosiddetta “costante cosmologica” (che poi<br />

considerò il più grande errore della sua vita; oggi è invece il termine che permette alla relatività<br />

generale di dare conto delle osservazioni cosmologiche) che pensava potesse assicurare - oltre la<br />

compatibilità della relatività generale con il principio di Mach - la staticità dell’universo (cosa<br />

invero dimostratasi poi falsa: l'universo può essere chiuso o aperto, finito o indefinito in quanto allo<br />

spazio che si espande con la sua storia evolutiva, ma certamente 'curvo' e senza centro; e la<br />

rappresentazione copernicana del sistema solare è del tutto equivalente a quella tolemaica per la<br />

relatività generale del moto.).<br />

Anche se le forze gravitazionali della relatività generale non dipendono più dalla sola<br />

posizione come in Newton, ma anche dalla velocità e dall’accelerazione, il fatto che il tempo sia<br />

ridotto a una mera dimensione spaziale rende la prospettiva einsteiniana statica, in quanto le forze<br />

sono statiche perché velocità e accelerazioni sono mere funzioni di uno spazio quadrimensionale, e<br />

il tempo e il moto per Einstein non sono reali. Prima ancora di risalire, seppur correttamente, a<br />

Parmenide con Enriques e Popper, bisogna risalire a Spinoza per comprendere la prospettiva di<br />

Einstein, a Spinoza che aveva staticizzato il dinamismo del divenire di Bruno. 48<br />

A livello cosmologico, però, in almeno un elemento Einstein si distacca da Spinoza e da<br />

Bruno: il suo universo non è solo statico, ma sferico e finito seppure illimitato: in questo caso, vi è<br />

sì un ritorno a Parmenide, Platone ed Aristotele. Qui, a livello globale, la forma geometrica sferica<br />

dell’universo è assunta a priori, come conseguenza di una teologia statica, laddove invece, a livello<br />

locale, la forma geometrica era determinata da Einstein dalla materia (la metrica dal tensore<br />

energia-materia). E anche quando Einstein sarà costretto ad accettare l’idea dell’universo in<br />

espansione, riconsidererà l’espansione alla Spinoza, sub specie aeternitatis, in quanto per lui il<br />

tempo e il moto non sono reali.<br />

46<br />

A. Einstein, Ueber einen die Erzeugung und Verwandlung des Lichtes betreffenden heuristischen Gesichtspunkt,<br />

Annalen der Physik 17, 132 (1905); A. Einstein, Zur Theorie der Lichterzeugung und Lichtabsorption, Annalen der<br />

Physik 20, 199 (1906).<br />

47<br />

A. Einstein, Kosmologische Betrachtungen zur allgemeinen Relativitätstheorie, in Preussische Akademie der<br />

Wissenschaften, Sitzungsberichte, I, pp. 142-152.<br />

48<br />

F. Enriques, La relatività del movimento nell’antica Grecia, in Periodico di Matematiche, Marzo, 1921, pp.77-94,<br />

ristampato in A. Kopff , I fondamenti della relatività, Hoepli, Milano 1923, pp. 385-400.

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