DA BRUNO AD EINSTEIN enrico giannetto enrico.giannetto@unibg ...
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generale. D’altra parte, è noto che Hilbert informò subito Einstein dei suoi risultati, come<br />
dimostrato da una lettera di Einstein a Hilbert già del 18 Novembre 1915, ed è piuttosto più<br />
plausibile ritenere che un’attenta considerazione da parte di Einstein di ciò che comportava la<br />
derivata variazionale di Hilbert - anche non calcolata - abbia condotto Einstein a inserire il termine<br />
di traccia del tensore energia-impulso T, modificando le sue equazioni di campo che, fino alla<br />
memoria da lui presentata il 18 Novembre, non lo contenevano, nella forma seguente, equivalente a<br />
quella di Hilbert:<br />
Rµν = - γ (Tµν – ½ gµν T) (5)<br />
dove R corrisponde a K, e γ è una costante.<br />
Insomma, resta del tutto più convincente l’ipotesi che Einstein ricavò le equazioni di campo<br />
considerando quelle date da Hilbert.<br />
Tutto questo, però, è solo un problema di priorità dell’uno o dell’altro, che, per quanto sia<br />
storicamente importante, è di poca rilevanza concettuale. Il punto fondamentale è che in Hilbert la<br />
materia (Tµν) sia considerata come di origine elettromagnetica: le equazioni di Hilbert ed Einstein<br />
sono matematicamente equivalenti, ma non hanno lo stesso significato fisico. La prospettiva di<br />
Hilbert è legata ad una sintesi della teoria elettromagnetica della materia di Gustav Mie (1868-<br />
1957) 32 e della teoria della gravitazione iniziata da Einstein. Si può così tracciare una linea<br />
evolutiva, all’interno della concezione elettromagnetica della natura, che parte dalla dinamica<br />
special-relativista di Poincaré e attraverso Mie conduce alla dinamica general-relativistica di<br />
Hilbert. La teoria della relatività generale dal punto di vista storico non si presenta così<br />
univocamente, si frange in almeno una duplicità di forme. Anzi, si hanno almeno due teorie della<br />
relatività generale. Una, quella di Einstein, in cui si riaffermano la priorità della meccanica,<br />
indipendente da una teoria dell’elettromagnetismo, e la materia come sostanza primitiva: Einstein<br />
non è propriamente un meccanicista, la sua è una teoria in cui il campo metrico-gravitazionale è<br />
reale accanto alla materia, e la natura ha quindi anche caratteristiche di attività (lo spazio-tempo non<br />
è inerte, è una realtà dinamica) oltre quelle della materia inerte e passiva, ma la meccanica è la<br />
scienza fisica “prima”. L’altra teoria, la prima storicamente a essere portata a compimento, quella di<br />
Hilbert, è una dinamica dipendente da una teoria che costituisce una generalizzazione della teoria<br />
dell’elettromagnetismo di Maxwell a sistemi di riferimento non inerziali; una teoria<br />
dell’elettromagnetismo general-relativistica che diviene la scienza fisica prima attraverso una teoria<br />
elettromagnetica della materia, che a sua volta determina il campo metrico-gravitazionale.<br />
Einstein aveva ripreso dalla conferenza sui principi della fisica matematica di Poincaré del<br />
1904 la differenza epistemologica fra una teoria fisica dei principi e una teoria fisica costruttiva che<br />
fa delle ipotesi sulla struttura della materia: Poincaré, però, aveva tematizzato una teoria fisica dei<br />
principi, quale indipendente da un modello meccanico del campo elettromagnetico, come<br />
esemplificato dalla teoria di Maxwell; 33 Einstein, invece, persegue una teoria fisica dei principi che<br />
s’incarna nella meccanica, indipendente da un modello elettromagnetico della materia. 34 In Hilbert e<br />
Einstein si fronteggiano, quindi, due differenti concezioni della natura, della realtà e della teoria<br />
fisica.<br />
Ma c’è di più. Einstein, riprendendo e modificando a suo modo una critica di Ernst Mach<br />
(1838-1916), aveva formulato e posto a fondamento della sua teoria quello che aveva chiamato<br />
32 G. Mie, Grundlagen einer Theorie der Materie, Erste Mitteilung, in Annalen der Physik 37 (1912) pp. 511-534;<br />
Zweite Mitteilung, in Annalen der Physik 39 (1912) pp. 1-40; Dritte Mitteilung, in Annalen der Physik 40 (1913) pp. 1-<br />
66.<br />
33 H. Poincaré, L'état actuel et l'avenir de la Physique mathématique, in Bulletin des Sciences Mathematiques, v. 28<br />
(1904), pp. 302-324 ; H. Poincaré, The Principles of Mathematical Physics, translated by G. Halsted, in Philosophy and<br />
Mathematics, v. I of Congress of Arts and Science: Universal Exposition, St. Louis 1904, ed. by H. Rogers, Houghton<br />
Mifflin, Boston 1905, pp. 604-622.<br />
34 A. Einstein, Mein Weltbild, a cura di C. Seelig, Querido Verlag, Amsterdam 1934, tr. it. di R. Valori, Come io vedo<br />
il mondo, Newton Compton, Roma 1975, pp. 84-85.