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DA BRUNO AD EINSTEIN enrico giannetto enrico.giannetto@unibg ...

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Tutti questi aspetti complessi della posizione di Poincaré possono forse contribuire a<br />

spiegare, e non solo da un punto di vista 'internista', il perché dell'oblio del ruolo di Poincaré nella<br />

creazione della relatività speciale. Ciò in quanto bisogna distinguere tra la questione della creazione<br />

del nuovo quadro teorico e la questione della istituzionalizzazione della relatività speciale come una<br />

disciplina separata dalle altre branche della fisica, che è una questione appunto sociologica, nella<br />

misura in cui la sua costituzione disciplinare - che in tempi più recenti ha portato anche<br />

all'istituzione di specifiche cattedre universitarie - ha comportato la diffusione e l'accettazione da<br />

parte della comunità internazionale dei fisici.<br />

Invertendo così la tendenza dominante all'interno della fisica, Poincaré opera una<br />

dinamicizzazione e una temporalizzazione della geometria e dello spazio, secondo una linea di<br />

pensiero che sarà poi anche sviluppata da Whitehead (il quale ha riformulato la teoria in termini di<br />

relazioni tra eventi). 22 Le proprietà dell'elettrodinamica, che sta alla base della ridefinizione dello<br />

spazio e del tempo, diventano così qualità dello spazio e del tempo ridefiniti appunto in termini del<br />

moto della luce, non più come mere estensioni vuote date a priori. Così la relatività è legata nella<br />

formulazione di Poincaré, attraverso il problema della cosiddetta 'reazione di radiazione', ad una<br />

ineludibile irreversibilità e storicità-ereditarietà dell'evoluzione dei sistemi fisici. Eddington ha<br />

collegato poi la struttura quadridimensionale dello spazio-tempo esplicitamente all'introduzione<br />

nella fisica del tempo come 'flusso-durata' di Bergson come dimensione costitutiva dei processi<br />

fisici. Saranno queste alcune caratteristiche che resteranno nascoste nella formulazione della teoria<br />

da parte di Einstein: si può notare, quindi, che molte polemiche, contro la relatività da parte di<br />

Bergson, e oggi in parte riprese da Prigogine, sono relative soltanto alla formulazione einsteiniana<br />

della teoria, diffusa poi nella comunità dei fisici.<br />

La posizione di Poincaré di conciliazione della relatività e della 'realtà' del moto, come già<br />

storicamente quella di Leibniz, non si adattava e a tutt'oggi non si adatta, al contrario di quella più<br />

'oggettivistica' e 'semplicistica' epistemologicamente di Einstein o di Minkowski, alla storicamente<br />

determinata 'forma di vita' occidentale, dove la relatività del moto come negazione della sua realtà<br />

(come quella del 'divenire') e riduzione della realtà ad estensione spazio-temporale ha radici nella<br />

'reificazione' socio-economica e nella corrispondente alienazione dell'uomo dalla natura.<br />

Con la relatività crolla un'idea di realtà che era dominante da secoli nella tradizione<br />

scientifica: una realtà intesa come estensione spaziale permanente nel tempo quantitativamente<br />

determinata. Estensione spaziale e temporale, velocità come loro rapporto, sono grandezze<br />

misurabili non più invarianti, e determinate a meno di trasformazioni di Lorentz. O meglio, la<br />

relatività della simultaneità fa crollare lo stesso concetto di estensione spaziale: una simultaneità<br />

reale è definibile solo puntualmente, ovvero non esiste uno spazio di simultaneità. Fra l'altro, come<br />

già notato da Bergson, anche l'estensione temporale presuppone una contraddittoria simultaneità dei<br />

punti-ora coinvolti nel calcolo-somma di un intervallo temporale. Come crolla lo stesso<br />

determinismo universale alla Laplace: non ha più senso parlare di uno stato dell'universo ad un<br />

certo istante. Solo gli eventi, fondamentalmente irreversibili nel loro accadere, sono invarianti,<br />

mentre le loro rappresentazioni in termini di estensioni spaziali e temporali sono puramente relative.<br />

Come è stato bene messo in evidenza dal fisico e filosofo della fisica Herbert Dingle, la<br />

rappresentazione degli eventi in termini spaziali e temporali è altresì relativa al nostro modo di<br />

misurare la velocità in termini di misure spaziali e temporali, e di misurare il tempo in termini di<br />

misure spaziali; altre scelte sarebbero possibili: per esempio misurare il tempo in termini di energia<br />

o di entropia in relazione ai processi radiativi, in maniera tale da introdurre immediatamente un<br />

tempo termodinamico irreversibile. Sono quindi gli eventi come processualità fisica, come generali<br />

processi di mutamento ad essere invarianti, a non essere piu' riducibili ad estensioni spaziali e<br />

temporali, cioè a cose estese spazialmente e permanenti nel tempo: crolla quella che potrebbe essere<br />

chiamata la reificazione dei processi naturali in cose-oggetti.<br />

22 E. Giannetto, Mach's Principle and Whitehead's Relational Formulation of Special Relativity, in Proceedings of the<br />

Conference on the Physical Interpretations of Relativity Theory III, London 1994, pp. 126-146.

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