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proposta sperimentale - ORS - Regione Lombardia

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FROSIO S.R.L.<br />

SOCIETÀ DI INGEGNERIA<br />

Via P. F. Calvi, 9 - 25123 Brescia - ITALIA<br />

Idroelettrica Lombarda s.r.l.<br />

codice fiscale e partita IVA 03228960179<br />

Tel. +39-30-3702371 Fax +39-30-396143<br />

e-mail: info@studiofrosio.it<br />

Comuni di CERETE, SOVERE, LOVERE Provincia di BERGAMO<br />

PROGETTO DI SPERIMENTAZIONE SUL DEFLUSSO MINIMO<br />

VITALE NEL BACINO DEL TORRENTE BORLEZZA<br />

Relazione illustrativa<br />

Coordinatore: dott. arch. Paola Giacopelli<br />

Protocollo di Sperimentazione<br />

pag. 1/33 MAGGIO 2009 REV 4 COMM: 719 FILE: rel01spe09_rev05


INDICE<br />

1 PREMESSA 3<br />

2 FINALITÀ 7<br />

3 SOGGETTO PROPONENTE LA SPERIMENTAZIONE 7<br />

4 DEFINIZIONE DEI PARAMETRI DI RILASCIO 8<br />

4.1 CARATTERISTICHE DEL BACINO DEL T. BORLEZZA 8<br />

4.2 INCIDENZA DELL’APPLICAZIONE DEL DMV SULLA DISPONIBILITÀ DELLA RIS<strong>ORS</strong>A IDRICA E SULLA<br />

PRODUZIONE IDROELETTRICA: IL CASO DELL’IMPIANTO DI PIAZZA 8<br />

5 C<strong>ORS</strong>O D’ACQUA INTERESSATO DALLA SPERIMENTAZIONE 14<br />

5.1 CARATTERISTICHE AMBIENTALI E MORFOLOGICHE DEL T. BORLEZZA 14<br />

6 DERIVAZIONI IN ESSERE SUL T. BORLEZZA 15<br />

7 AMBITI VINCOLATI NEL TERRITORIO IN ESAME 15<br />

8 USI DELLE ACQUE DEL T. BORLEZZA 15<br />

9 SOGGETTI COINVOLTI 16<br />

10 MODALITÀ DI SVOLGIMENTO DELLA SPERIMENTAZIONE 16<br />

10.1 DURATA 16<br />

10.2 SCENARI DI DEFLUSSO 16<br />

11 DESCRITTORI E MODALITÀ DI MONITORAGGIO 17<br />

11.1 MISURA DELLA PORTATA NATURALE DEL T. BORLEZZA 17<br />

11.1.1 Metodologia di misura delle portate idriche con metodo correntometrico 17<br />

11.2 DESCRITTORI CHIMICO-FISICI 19<br />

11.2.1 Metodologia 19<br />

11.3 DESCRITTORI IDROMORFOLOGICI 20<br />

11.3.1 Metodologia 20<br />

11.4 DESCRITTORI BIOLOGICI 25<br />

11.4.1 Macrobenthos 25<br />

11.4.2 Pesci 30<br />

12 PIANO FINANZIARIO 32<br />

13 PRODOTTI FINALI DELLA SPERIMENTAZIONE 33<br />

FROSIO S.r.l. pag. 2/33 REV 4 MAGGIO ’09 COMM: 719FILE: rel01spe09_rev05


1 PREMESSA<br />

La Delibera della Giunta Regionale della <strong>Lombardia</strong> n. VII/1048 del 28 luglio 2004<br />

recante l’”atto di indirizzo per la politica di uso e tutela delle acque della <strong>Regione</strong><br />

<strong>Lombardia</strong> – linee strategiche per un utilizzo razionale, consapevole e sostenibile della<br />

risorsa idrica.” al par. 5.3.1.3 recita testualmente Determinazione del deflusso minimo<br />

vitale: “[…] Sulla base delle indicazioni contenute nell’Allegato B alla richiamata deliberazione<br />

n. 7/2002 dell’Autorità di Bacino del fiume Po, il DMV si compone di:<br />

• una componente idrologica di base, posta pari al 10% della portata naturale media<br />

annua alla sezione di riferimento;<br />

• eventuali fattori correttivi da applicare alla componente idrologica, che tengano conto<br />

delle condizioni locali e sito—specifiche, ed in particolare di: caratteristiche morfologiche<br />

dell’alveo del corso d’acqua (M), interazione tra acque superficiali e sotterranee<br />

(A), naturalità e pregi naturalistici (N), esigenze di fruizione turistico—sociale (F),<br />

necessità di diluizione degli scarichi (Q), esigenze di variazione nell’arco dell’anno del<br />

DMV (T).<br />

Il valore complessivo del DMV non può superare il 20% della portata naturale media<br />

annua alla sezione di riferimento. Eventuali deroghe ai valori massimi e minimi del<br />

DMV sono adeguatamente motivate ed autorizzate in seguito ad apposite sperimentazioni,<br />

finalizzate a verificare l’efficacia dei rilasci ed a migliorare la determinazione<br />

del DMV.”<br />

Poiché non esistono stazioni di misura della portata sul Borlezza né alla sezione di presa<br />

dell’impianto idroelettrico di Piazza (prima opera di derivazione) né in alcun altra sezione<br />

del torrente, nell’ambito dell’istruttoria relativa al rinnovo delle concessioni degli<br />

impianti di proprietà Idroelettrica Lombarda, ai fini della determinazione del valore del<br />

DMV, le portate medie erano state ricavate dalle produzioni annue degli impianti.<br />

Tale metodo non è risultato congruente con quanto stabilito dal PTUA che prevede che,<br />

in mancanza di dati diretti di portata, per la stima delle portate si adottino metodi di regionalizzazione<br />

ovvero di trasferimento dei dati ottenuti in un certo bacino in cui i dati<br />

sono disponibili a bacini di caratteristiche simili dove questi dati non ci sono.<br />

Sia con considerazioni puramente idrologiche sia con valutazioni di carattere geomorfologico<br />

ed idrogeologico tali metodi sono del tutto inapplicabili al Borlezza non solo per<br />

trasferivi i dati ottenuti in altri bacini, ma anche per trasferire i dati da una sezione di<br />

chiusura ad un’altra nell’ambito del bacino del Borlezza medesimo.<br />

Nel 2006 la Società Servitec – Servizi per l’Innovazione Tecnologica s.r.l – su incarico<br />

della Provincia di Bergamo ha predisposto uno studio idrologico-idraulico-ambientale<br />

del bacino idrografico del torrente Borlezza al fine di determinare i parametri correttivi<br />

che permettono la definizione del DMV, utilizzando anch’esso i dati di produzione delle<br />

centrali a supporto delle valutazioni di carattere idrologico.<br />

FROSIO S.r.l. pag. 3/33 REV 4 MAGGIO ’09 COMM: 719FILE: rel01spe09_rev05


Lo studio ha confermato che la ricerca di una correlazione tra le precipitazioni e le produzioni<br />

degli impianti è empirica in quanto una porzione dei contributi dati dalle precipitazioni<br />

viene accumulata in falda e successivamente reintrodotta in alveo.<br />

Il Regolamento Regionale 24 marzo 2006 n° 2 Disciplina dell’uso delle acque superficiali<br />

e sotterranee, dell’utilizzo delle acque a uso domestico, del risparmio idrico e del<br />

riutilizzo dell’acqua sancisce, tra le altre cose, alcuni obblighi in capo ai concessionari<br />

di piccole derivazioni idroelettriche.<br />

Articolo 15 - Deflusso Minimo Vitale<br />

- Comma 1: obbligo di rilascio DMV<br />

- Comma 2: facoltà dell’autorità concedente di revisione del DMV ogni sei anni<br />

- Comma 4: obbligo di installazione di appositi sistemi di misura del DMV<br />

- Comma 7: precisa che il mancato rilascio del DMV è causa di decadenza della concessione<br />

Il D.G.R. 29 marzo 2006 - n. 8/2244 Approvazione del Programma di Tutela ed Uso<br />

delle Acque stabilisce, oltre al resto, i tempi di applicazione degli obblighi di cui al Regolamento<br />

Regionale sopra citato.<br />

Capo II - Deflusso Minimo Vitale<br />

- Articolo 34 - comma 2a: stabilisce che, per le concessioni in corso di rinnovo o di<br />

variante nonché per le derivazioni esistenti che dispongono di un titolo di autorizzazione<br />

provvisorio, il rilascio della componente idrologica del DMV è imposto entro<br />

il 31 dicembre 2007<br />

- Articolo 34 - comma 2b: stabilisce che, per le concessioni vigenti e le varianti non<br />

sostanziali, il rilascio della componente idrologica del DMV è imposto entro il 31 dicembre<br />

2008<br />

Nella tabella seguente sono indicati i valori di DMV imposti e calcolati secondo il metodo<br />

teorico di regionalizzazione di cui al PTUA ed i valori desunti dalle produzioni<br />

reali degli impianti.<br />

Si tenga inoltre presente che il DMV è stato calcolato sulla base di una portata media<br />

annua stimata con il metodo di regionalizzazione proposto dal PTUA, ovvero per via<br />

indiretta e, come tale, soggetta a un margine di incertezza elevato.<br />

Per maggiore chiarezza nei capitoli seguenti sarà ripresa la medesima terminologia utilizzata<br />

dallo Studio Servitec per definire la portata media naturale del torrente Borlezza,<br />

e di conseguenza la componente idrologica ai fini del rilascio del DMV:<br />

• teorica: calcolata secondo il metodo del PTUA<br />

• effettiva: desunta dai dati di produzione.<br />

FROSIO S.r.l. pag. 4/33 REV 4 MAGGIO ’09 COMM: 719FILE: rel01spe09_rev05


Sezione di presa Componente idrologica Componente idrologica<br />

teorica imposta (qmeda effettiva (qmeda calcolata<br />

calcolata da PTUA) sulla base delle produzio-<br />

l/s<br />

ni)<br />

l/s<br />

Piazza 341,03 68,90<br />

Maccarano 404,63 111,30<br />

Poltragno 450,67 155,40<br />

Tinazzo 528,37 279,40<br />

Nella tabella seguente viene messo a confronto il valore di rilascio imposto con la portata<br />

media di concessione degli impianti<br />

Sezione di presa Componente idrolo- Portata media di<br />

gica teorica imposta concessione<br />

(qmeda calcolata da<br />

PTUA)<br />

l/s<br />

l/s<br />

Piazza 341,03 530 64%<br />

DMV/Qmedia<br />

concessione<br />

Maccarano 404,63 680 60%<br />

Poltragno 450,67 1.000 45%<br />

Tinazzo 528,37 2.900 18%<br />

Nella Direttiva CE 2000/60, che ispira nelle sue linee generali il Programma di Tutela e<br />

Uso delle Acque, gli obiettivi di qualità ambientale di un corso d’acqua non devono<br />

essere raggiunti a qualsiasi costo: gli stati membri possono prefiggersi di conseguire<br />

obiettivi ambientali meno rigorosi rispetto a quelli previsti (…..) qualora, a causa della<br />

ripercussione dell’attività umana, (.....) il conseguimento di tali obiettivi non sia fattibile<br />

o esageratamente oneroso (…..) e i bisogni ambientali e socioeconomici cui sono<br />

finalizzate dette attività umane del corpo idrico non possano essere soddisfatti con altri<br />

mezzi i quali rappresentino un’opzione significativamente migliore sul piano ambientale<br />

e tale da non comportare oneri esagerati (art. 4 della citata direttiva CE 2006/60).<br />

Una tale perdita di produzione da energia rinnovabile rappresenta un onere esagerato<br />

rispetto al conseguimento degli obiettivi ambientali anche perché la medesima quantità<br />

di energia deve essere importata o prodotta da altra fonte che, nell’attuale panorama<br />

energetico italiano, non può essere che una fonte fossile o comunque non rinnovabile.<br />

FROSIO S.r.l. pag. 5/33 REV 4 MAGGIO ’09 COMM: 719FILE: rel01spe09_rev05


Per le considerazioni sopra esposte si ritiene che il valore di DMV calcolato sia inadeguato;<br />

il presente Progetto di Sperimentazione è principalmente mirato a supportare i<br />

dati di cui allo Studio Servitec al fine di definire un valore di Deflusso Minimo Vitale<br />

adeguato alle condizioni del torrente Borlezza.<br />

Il presente Protocollo è stato redatto in ottemperanza alla D.d.g. 8 agosto 2008 n.9001<br />

Approvazione delle Linee Guida per l’avvio di sperimentazioni sul deflusso minimo<br />

vitale in tratti del reticolo idrico naturale regionale.<br />

In data 13 marzo 2009 la Provincia di Bergamo ha presentato alla <strong>Regione</strong> <strong>Lombardia</strong><br />

una domanda di adeguamento e revisione del PTUA relativamente al bacino in esame.<br />

Per la redazione del presente studio si è ritenuto utile formare un gruppo di lavoro eterogeneo<br />

per competenze:<br />

• coordinatore dott. arch. Paola Giacopelli<br />

• approfondimenti di carattere idraulico Frosio s.r.l.<br />

• approfondimenti ambiente idrico Bioprogramm Soc. Coop<br />

FROSIO S.r.l. pag. 6/33 REV 4 MAGGIO ’09 COMM: 719FILE: rel01spe09_rev05


2 FINALITÀ<br />

Scopo della Sperimentazione è la definizione di un valore di Deflusso Minimo Vitale<br />

adeguato alle condizioni del torrente Borlezza e rispondente sia agli obiettivi di qualità<br />

ambientale del corso d’acqua sia alle esigenze di produzione idroelettrica degli impianti.<br />

In particolare l’obiettivo primario dell’iniziativa è l’acquisizione dei dati di portata del<br />

torrente, quindi la verifica degli effetti del rilascio proposto sull’ambiente fluviale.<br />

3 SOGGETTO PROPONENTE LA SPERIMENTAZIONE<br />

Idroelettrica Lombarda s.r.l. si propone quale unico soggetto attuatore della Sperimentazione,<br />

essendo titolare delle concessioni idroelettriche attualmente in esercizio sul torrente<br />

Borlezza.<br />

FROSIO S.r.l. pag. 7/33 REV 4 MAGGIO ’09 COMM: 719FILE: rel01spe09_rev05


4 DEFINIZIONE DEI PARAMETRI DI RILASCIO<br />

Nell’ambito del Progetto di Sperimentazione ci si pone l’obiettivo di individuare una<br />

regola di rilascio tale da accomunare gli interessi ambientali e le esigenze di produzione<br />

idroelettrica.<br />

Premesso che il PTUA prevede che il rilascio del DMV sia pari alla Componente Idrologica,<br />

ovvero il 10% della portata naturale media annua presente nel bacino idrografico<br />

alla sezione di chiusura di riferimento, e considerato che la Provincia di Bergamo con<br />

nota del 13-3-2009, prot. 29661/09.08/FL ha richiesto una variante al PTUA che accolga<br />

quanto emerso dallo studio da lei commissionato, si prevede di utilizzare quale valore<br />

di riferimento il valore effettivo di cui al citato studio.<br />

4.1 CARATTERISTICHE DEL BACINO DEL T. BORLEZZA<br />

Si precisa che il citato Studio Servitec è stato redatto quando i rilasci del DMV degli<br />

impianti erano quelli calcolati utilizzando i dati di produzione, ovvero veniva rilasciata<br />

la componente idrologica effettiva (Studio Servitec, diversa da quella del PTUA). Pertanto<br />

ai fini della valutazione dello stato ambientale del torrente Borlezza in relazione a<br />

tale scenario di rilascio si dispone di uno studio approfondito dei diversi aspetti, confermati<br />

successivamente dalle indagini * condotte da Bioprogamm nell’ambito del progetto<br />

di rinnovo della concessione idroelettrica degli impianti di Piazza, Sovere e Maccarano.<br />

Pur mancando di una correlazione con i valori della portata naturale transitante nel fiume,<br />

tali dati risultano interessanti per valutare lo stato del torrente nell’ambito dello<br />

scenario di un rilascio di DMV inferiore a quello attualmente imposto.<br />

Con particolare riferimento alla caratterizzazione del bacino del t. Borlezza si richiama<br />

quanto scritto nei § 3 Elementi peculiari del bacino del t. Borlezza e §4 Caratterizzazione<br />

del bacino del t. Borlezza del citato Studio Servitec.<br />

4.2 INCIDENZA DELL’APPLICAZIONE DEL DMV SULLA DISPONIBILITÀ DELLA RIS<strong>ORS</strong>A<br />

IDRICA E SULLA PRODUZIONE IDROELETTRICA: IL CASO DELL’IMPIANTO DI PIAZZA<br />

Per la stima dell’effetto dell’applicazione del DMV sulla produzione idroelettrica ci si<br />

riferisce alla produzione media storica dell’impianto, disponibile in termini di produzione<br />

annua dal 1976 e con maggior dettaglio (produzioni medie mensili) per anni più recenti.<br />

Il ricorso alle produzioni storiche deve comunque essere fatto con una certa cautela perché<br />

soprattutto negli ultimi anni, dopo la riattivazione dell’impianto nel 2005, le produzioni,<br />

a causa del regime idrologico sfavorevole, sono state di gran lunga inferiori agli<br />

anni precedenti la riattivazione. Tale minore produzione dell’impianto di Piazza per<br />

* Si veda la Relazione tecnica idrobiologica datata ottobre 2008 redatta da Biopro-<br />

gramm Soc. Coop.<br />

FROSIO S.r.l. pag. 8/33 REV 4 MAGGIO ’09 COMM: 719FILE: rel01spe09_rev05


agioni idrologiche negli ultimi anni trova riscontro anche nella produzione degli altri<br />

impianti sull’asta del Borlezza i quali hanno avuto cali di produzione proporzionalmente<br />

corrispondenti nello stesso periodo.<br />

Per questa ragione nel seguito di questo paragrafo si prospetteranno due diversi scenari,<br />

uno che tiene conto anche degli ultimi anni (2005-2008) di produzione ed una altro relativo<br />

solo agli anni precedenti la riattivazione.<br />

Le produzioni (e le portate da esse dedotte) sono raccolte nella tabella seguente:<br />

Anno E [kWh] Qmedia [l/s]<br />

1976 2.532.000 522<br />

1977 3.300.000 680<br />

1978 3.428.000 706<br />

1979 3.846.000 793<br />

1980 3.675.000 757<br />

1981 3.330.000 686<br />

1982 3.433.000 707<br />

1983 3.423.000 705<br />

1984 3.076.000 634<br />

1985 3.548.000 731<br />

1986 2.652.000 546<br />

1987 2.300.000 474<br />

1988 3.498.000 721<br />

1989 3.060.000 631<br />

1990 2.395.680 494<br />

1991 2.647.932 546<br />

1992 4.032.552 831<br />

1993 3.963.092 817<br />

1994 3.845.220 792<br />

1995 2.943.594 607<br />

1996 3.279.288 676<br />

1997 3.276.336 675<br />

1998 2.856.612 589<br />

1999 2.432.378 501<br />

2000 2.033.592 419<br />

2004 1.522.500 314<br />

2005 1.459.570 301<br />

2006 1.448.760 299<br />

2007 1.142.585 235<br />

2008 2.077.361 428<br />

Media '76-2000 3.152.291 650<br />

Media '04-08 1.530.155 315<br />

∆% '76-00/04-08 -51%<br />

Media '91-00/'04-08 2.881.935 594<br />

FROSIO S.r.l. pag. 9/33 REV 4 MAGGIO ’09 COMM: 719FILE: rel01spe09_rev05


La stima dell’effetto dell’applicazione del DMV sulle portate disponibili per la produzione<br />

idroelettrica richiedono la conoscenza della curva delle durate naturali del Borlezza<br />

alla sezione di Piazza poiché, come noto, la curva delle durate delle portate<br />

dell’impianto differisce da quelle naturali perché è tagliata alla massima portata<br />

d’impianto, in questo caso 1,0 m 3 /s. Ne consegue che il rilascio del DMV non incide<br />

sulla produzione idroelettrica tutte le volte che alla sezione di presa la portata naturale<br />

eccede la somma della portata massima dell’impianto e del DMV.<br />

Una stima di quanti giorni all’anno ci sia una portata naturale maggiore della somma<br />

Qimpianto + DMV può essere fatta supponendo che tutte le volte che dalle registrazioni<br />

disponibili si ha una potenza pari alla massima dell’impianto, allora la portata naturale<br />

sia superiore alla somma predetta.<br />

Questa rappresenta una stima per eccesso della portate sfiorate naturali e quindi per difetto<br />

dell’effetto del DMV sulla produzione idroelettrica.<br />

Fatta questa ipotesi resta il problema che registrazioni di potenza oraria da cui dedurre i<br />

dati suddetti sono disponibili solo dal 2005.<br />

Per il periodo 2005-2008 la situazione è la seguente:<br />

Anno Giorni di sfioro<br />

2005 6<br />

2006 9<br />

2007 3<br />

2008 27<br />

Come si vede la tabella rispecchia l’eccezionalità idrologica del 2008 assai piovoso e<br />

l’altrettanto eccezionale siccitosità dei tre anni precedenti.<br />

Una curva delle durate sintetica con un andamento delle portate naturali che riproduce<br />

la portata media dell’impianto ed anche i giorni di portata superiore a quella massima<br />

d’impianto è la seguente:<br />

FROSIO S.r.l. pag. 10/33 REV 4 MAGGIO ’09 COMM: 719FILE: rel01spe09_rev05


Portate [m 3 /s]<br />

4,0<br />

3,0<br />

2,0<br />

1,0<br />

0,0<br />

Impianto idroelettrico di Piazza - Curve delle durate delle portate naturali e<br />

d'impianto - Caso senza DMV<br />

0 73 146 219 292 365<br />

Durata [gg]<br />

L’effetto d’una portata di DMV pari a quella teorica (341 l/s) determinerebbe la seguente<br />

situazione:<br />

Portate [m 3 /s]<br />

4,0<br />

3,0<br />

2,0<br />

1,0<br />

0,0<br />

Impianto idroelettrico di Piazza - Curve delle durate delle portate naturali e<br />

d'impianto - Caso con DMV teorico = 341 l/s<br />

Minor produzione rispetto a situazione senza DMV = -54%<br />

0 73 146 219 292 365<br />

Durata [gg]<br />

L’effetto d’una portata di DMV pari a quella effettiva (69 l/s) determinerebbe la seguente<br />

situazione:<br />

FROSIO S.r.l. pag. 11/33 REV 4 MAGGIO ’09 COMM: 719FILE: rel01spe09_rev05


Portate [m 3 /s]<br />

4,0<br />

3,0<br />

2,0<br />

1,0<br />

0,0<br />

Impianto idroelettrico di Piazza - Curve delle durate delle portate naturali e<br />

d'impianto - Caso con DMV effettivo = 69 l/s<br />

Minor produzione rispetto a situazione senza DMV = -11%<br />

0 73 146 219 292 365<br />

Durata [gg]<br />

Facendo riferimento ai dati di produzione sopra citati il rilascio del DMV (teorico ed<br />

effettivo) comporterebbe, per il solo impianto di Piazza che peraltro risulta essere il più<br />

critico, le seguenti perdite di produzione:<br />

E [kWh] -54% [kWh] -11% [kWh]<br />

Media '76-2000 3.152.291 -1.702.237 -346.752<br />

Media '04-08 1.530.155 -826.283 -168.317<br />

Media '91-00/'04-08 2.881.935 -1.556.244 -317.012<br />

FROSIO S.r.l. pag. 12/33 REV 4 MAGGIO ’09 COMM: 719FILE: rel01spe09_rev05


Confrontando la quantità di energia “verde” dovuta al rilascio del DMV, ora prodotta<br />

dall’impianto idroelettrico di Piazza, con la produzione di una quantità equivalente di<br />

energia prodotta da olio combustibile (*) il rilascio del DMV teorico comporterebbe le<br />

seguenti emissioni in atmosfera:<br />

ENERGIA<br />

ANNUA<br />

1.702.237<br />

Media '76-2000<br />

826.283<br />

Media '04-‘08<br />

1.556.244<br />

Media '91-00/'04-08<br />

[kWh] t/anno t/anno t/anno<br />

SO2 1,53 0,74 1,40<br />

CO2 1.140,50 553,61 1.042,68<br />

NOx 1,02 0,50 0,93<br />

Particolati 0,05 0,02 0,05<br />

TEP (**) 318,30 154,50 291,00<br />

(*) Per la stima delle emissioni in atmosfera generate dalla produzione di energia da fonte<br />

convenzionale si è fatto riferimento ai valori forniti nel Rapporto di sostenibilità<br />

ENEL-2003 con riferimento al parco termoelettrico italiano.<br />

(**) Delibera AEEG EEN 3/08<br />

FROSIO S.r.l. pag. 13/33 REV 4 MAGGIO ’09 COMM: 719FILE: rel01spe09_rev05


5 C<strong>ORS</strong>O D’ACQUA INTERESSATO DALLA SPERIMENTAZIONE<br />

5.1 CARATTERISTICHE AMBIENTALI E MORFOLOGICHE DEL T. BORLEZZA<br />

Con particolare riferimento alla caratterizzazione del bacino del t. Borlezza si richiama<br />

quanto scritto nei § 3 Elementi peculiari del bacino del t. Borlezza e §4 Caratterizzazione<br />

del bacino del t. Borlezza del citato Studio Servitec.<br />

Riguardo alla caratterizzazione delle acque superficiali si rimanda al § 7 Qualità delle<br />

acque superficiali dello stesso studio dove sono stati valutati i dati ottenuti da diverse<br />

metodologie, in particolare<br />

• I.B.E.<br />

• I.F.F.<br />

• Caratterizzazione morfologica dell’alveo del torrente<br />

La tratta dell’alveo del torrente Borlezza dall’opera di presa dell’impianto di Piazza allo<br />

scarico dell’impianto di Maccarano è stata indagata nell’ambito del progetto di rinnovo<br />

della concessione, per il quale è stato prodotto uno studio idrobiologico nell’ottobre<br />

2008 a firma di Bioprogramm Soc. Coop. che ha confermato i dati dello studio del<br />

2006.<br />

Riguardo alla situazione idraulica e idrologica si rimanda ai § 9 Valutazioni di carattere<br />

idrologico e §10 Valutazioni di carattere idraulico.<br />

Nell’ambito del rinnovo della concessione dell’impianto idroelettrico di Piazza è stata<br />

prodotta una relazione a firma di Frosio s.r.l che trattava delle valutazioni relative al<br />

DMV, datata febbraio 2005, nella quale è stata affrontata l’inapplicabilità delle curve di<br />

regionalizzazione alla realtà del torrente Borlezza.<br />

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6 DERIVAZIONI IN ESSERE SUL T. BORLEZZA<br />

Riguardo a tale aspetto si richiama quanto scritto nel § 6 Scarichi e prelievi del citato<br />

Studio Servitec.<br />

7 AMBITI VINCOLATI NEL TERRITORIO IN ESAME<br />

Riguardo a tale aspetto si richiama quanto scritto nel § 5 Il sistema della aree protette<br />

del citato Studio Servitec.<br />

Di seguito vengono indicate le aree protette in cui ricade parzialmente il bacino del<br />

t. Borlezza, precisando che tali aree sono collocate a monte delle derivazioni in essere,<br />

pertanto non sono interessate dal regime idraulico del t. Borlezza.<br />

Parco Regionale delle Orobie Bergamasche<br />

Tipo Denominazione Sigla<br />

SIC Valle Sedornia-Val Zurlo-<br />

Pizzo Presolana<br />

IT2060005<br />

SIC Valle del Freddo IT2060010<br />

Parco Locale d’Interesse Sovracomunale<br />

Riguardo all’identificazione cartografica di tali ambiti, si rimanda alla Tavola 1-Carta<br />

d’inquadramento del bacino del t. Borlezza del citato studio.<br />

8 USI DELLE ACQUE DEL T. BORLEZZA<br />

Il torrente Borlezza è classificato tra le acque di tipo “B”, ovvero popolate prevalentemente<br />

da specie ittiche salmonicole. In tali acque la pesca è consentita in periodi stabiliti,<br />

da febbraio ad ottobre circa.<br />

È presente un campo fisso nel comune di Sovere, dalla briglia di derivazione della centrale<br />

di Maccarano, in località campo, alla briglia di derivazione in comune di Sovere.<br />

Riguardo agli altri usi delle acque del torrente, ovvero a scopo idroelettrico ed attingimenti<br />

ad uso potabile, si richiama quanto indicato nello Studio Servitec § 6 Scarichi e<br />

prelievi.<br />

FROSIO S.r.l. pag. 15/33 REV 4 MAGGIO ’09 COMM: 719FILE: rel01spe09_rev05


9 SOGGETTI COINVOLTI<br />

Considerato che Idroelettrica Lombarda s.r.l. è la titolare delle concessioni idroelettriche<br />

attualmente in esercizio sul t. Borlezza, risulta l’unico soggetto coinvolto nella Sperimentazione<br />

e pertanto si incarica dell’attuazione del Protocollo di Sperimentazione.<br />

A titolo informativo si richiede il coinvolgimento di:<br />

• Comunità Montana Alto Sebino<br />

• Provincia di Bergamo – Ufficio Derivazioni<br />

• Provincia di Bergamo – STER<br />

• Ditta Foresti, concessionaria (impianto inattivo)<br />

10 MODALITÀ DI SVOLGIMENTO DELLA SPERIMENTAZIONE<br />

10.1 DURATA<br />

Considerato che il presente Progetto di Sperimentazione è mirato principalmente a definire<br />

la portata naturale transitante nell’alveo del torrente Borlezza, al fine della determinazione<br />

del DMV, si prevede una durata di 3 anni a partire dall’inizio delle attività.<br />

Si precisa che le attività di cui al presente Protocollo sono strettamente connesse con la<br />

realizzazione della stazione di misura delle portate del torrente, pertanto l’inizio delle<br />

attività di monitoraggio biologico saranno successive alle attività di monitoraggio idraulico<br />

10.2 SCENARI DI DEFLUSSO<br />

Considerato che il presente Protocollo di Sperimentazione scaturisce dalla necessità di<br />

quantificare le portate naturali del torrente Borlezza e che l’analisi dello stato di fatto<br />

con il rilascio del DMV effettivo è stata acquisita mediante lo Studio Servitec e mediante<br />

studi specialistici condotti nell’ambito dell’iter autorizzativo del rinnovo di concessione<br />

degli impianti di Piazza, Sovere e Maccarano, si propone di condurre la sperimentazione<br />

sulla base di un rilascio pari al 10% della portata naturale media annua effettiva<br />

(riferita allo Studio Servitec, diversa da quella calcolata dal PTUA) nella sezione<br />

all’opera di presa di ciascun impianto.<br />

Considerato che al concessionario attualmente è stato imposto un rilascio pari al 10%<br />

della portata naturale media annua teorica (riferita allo Studio Servitec) si prevede di<br />

effettuare una campagna di monitoraggio dello stato del fiume con tale rilascio, fino<br />

all’inizio della sperimentazione e/o variante al PTUA, in modo da acquisire i dati necessari<br />

per un confronto con il parametro di rilascio proposto nel presente protocollo.<br />

La verifica degli effetti prodotti scaturisce dall’analisi dei descrittori di cui al § 11.<br />

FROSIO S.r.l. pag. 16/33 REV 4 MAGGIO ’09 COMM: 719FILE: rel01spe09_rev05


11 DESCRITTORI E MODALITÀ DI MONITORAGGIO<br />

Come detto unico soggetto responsabile della Sperimentazione è Idroelettrica Lombarda<br />

che si incarica delle seguenti attività:<br />

• Realizzazione della stazione di misura delle portate del torrente Borlezza<br />

• Monitoraggio dei parametri idromorfologici<br />

• Monitoraggio dei parametri chimico-fisici<br />

• Monitoraggio dei parametri biologici<br />

Considerato che allo stato attuale sono disponibili studi recenti sullo stato ambientale<br />

del torrente Borlezza, le campagne di monitoraggio hanno lo scopo di:<br />

• supportare i citati studi nell’ambito della caratterizzazione dello stato di partenza<br />

• caratterizzare lo stato del torrente a seguito della modifica della regolazione del rilascio<br />

del DMV<br />

• eventualmente determinare le relazioni causa-effetto.<br />

La tratta campione individuata per il monitoraggio è quella a valle dell’opera di presa<br />

dell’impianto idroelettrico di Piazza, dove in alveo scorre il DMV e la zona risulta facilmente<br />

accessibile.<br />

Si prevede la realizzazione di 2 campagne di misura annuali che non seguono necessariamente<br />

le fasi idrologiche (risulta difficile eseguire i campionamenti in regime di piena<br />

in condizioni di sicurezza ed i dati risultano poco attendibili):<br />

- marzo/aprile<br />

- settembre/ottobre<br />

11.1 MISURA DELLA PORTATA NATURALE DEL T. BORLEZZA<br />

La localizzazione e definizione della stazione di misura è stata condivisa con lo STER<br />

di Bergamo ed ARPA <strong>Lombardia</strong>.<br />

Il progetto, approvato in via preliminare e presentato per l’approvazione definitiva, prevede<br />

la realizzazione di una soglia di misura in sede all’attuale soglia a monte della traversa<br />

di derivazione dell’impianto idroelettrico di Piazza, in comune di Cerete.<br />

Si prevede l’installazione di un misuratore di livello a ultrasuoni che registra in continuo<br />

i dati rilevati e li trasmette alla centrale di Paraviso (sede locale di Idroelettrica Lombarda<br />

s.r.l.) dove i dati saranno raccolti.<br />

La taratura della stazione di misura potrà essere verificata da ARPA <strong>Lombardia</strong>.<br />

Contestualmente al prelievo idrico si prevede una misura di portata istantanea mediante<br />

tecnica correntometrica, descritta nel successivo paragrafo, al fine di poter verificare e/o<br />

calibrare la stazione di misura stessa.<br />

11.1.1 Metodologia di misura delle portate idriche con metodo correntometrico<br />

Il metodo di misurazione della portata correntometrica prevede il rilievo di misure di<br />

velocità idrica su verticali progressive integrato da ulteriori rilievi batimetrici tra cia-<br />

FROSIO S.r.l. pag. 17/33 REV 4 MAGGIO ’09 COMM: 719FILE: rel01spe09_rev05


scuna verticale sia per migliorare la definizione della sezione idrica in esame sia per<br />

ottenere una migliore elaborazione della misura.<br />

I rilievi correntometrici sono eseguiti con l’utilizzo di un mulinello di precisione SIAP<br />

Me 4001 che fornisce dati sicuri per la velocità sino a 10 m/sec con elevata sensibilità<br />

(soglia a 0,05 m/sec).<br />

Le misure vengono effettuate a guado procedendo con:<br />

• Individuazione della sezione più idonea a minimizzare l’errore di misura, ovvero<br />

dove si verifichino le condizioni di:<br />

- flusso il più possibile rettilineo e laminare,<br />

- assenza di vortici e di fenomeni di rigurgito,<br />

- profilo della sezione senza eccessivi gradienti e discontinuità.<br />

• Sistemazione e regolarizzazione dell'alveo con eliminazione di pietre e vegetazione,<br />

nonché delimitazione della sezione in corrispondenza delle sponde, con pietre e<br />

terriccio, per evitare perdite di flusso in tratti dove non possono essere effettuate<br />

misure di velocità, per altezza insufficiente (minore di cm 10).<br />

• Redazione della monografia con relative fotografie.<br />

• Misura della larghezza della sezione ed esecuzione delle misure batimetriche con la<br />

definizione del reticolo di ispezione per i rilievi di velocità.<br />

• Esecuzione delle misure di velocità con mulinello idrometrico di precisione sospeso<br />

ad un sistema di aste graduate, che l'operatore tiene il più possibile lontano dal proprio<br />

corpo, per evitare disturbi di flusso (per la misurazione a guado) o esecuzione<br />

delle misure calando il mulinello idrometrico dal ponte legato ad una corda graduata<br />

e ad un peso.<br />

• Redazione del libretto di campagna. Sul libretto di campagna verranno trascritti i<br />

seguenti dati<br />

- Nome della Sezione di Misura,<br />

- Data e ora di inizio e fine Misura,<br />

- Larghezza totale della Sezione,<br />

- Una serie n di campi (dove n = numero verticali di ispezione) con:<br />

- Distanza progressiva dalla riva (da X1 a Xn);<br />

- Profondità della verticale di ispezione (Y1-Yn);<br />

- Numero di giri dell’elica in 30 sec, dove è possibile in superficie, a metà e sul<br />

fondo di ciascuna verticale.<br />

11.1.1.1 Restituzione dei risultati<br />

La velocità media su una verticale è calcolata come la media di tutte le velocità calcolate<br />

come descritto al punto precedente in tutti i punti scelti sulla verticale stessa.<br />

Suddivisa la sezione in aree trapezoidali e triangolari (Ai), si sono calcolati i valori di<br />

tali aree con la formula:<br />

FROSIO S.r.l. pag. 18/33 REV 4 MAGGIO ’09 COMM: 719FILE: rel01spe09_rev05


( y + y )<br />

i i+<br />

1 ∆li<br />

Ai = con ∆li<br />

= i+<br />

1 −<br />

2<br />

( x x )<br />

La portata (Qi) che compete a ciascuna subarea in cui è stata suddivisa la sezione è calcolata<br />

con la formula:<br />

vi<br />

+ vi+<br />

1 yi<br />

+ yi+<br />

1<br />

Qi = ⋅ ⋅∆li<br />

2 2<br />

La portata totale (Qtot) che attraversa la sezione è data dalla somma delle portate calcolate<br />

in ciascuna area:<br />

Q<br />

tot<br />

=<br />

n°<br />

punti<br />

∑ Qi<br />

= ∑<br />

i=<br />

1<br />

n°<br />

punti<br />

i=<br />

1<br />

vi<br />

+ v<br />

2<br />

y + y<br />

2<br />

i+<br />

1 i i+<br />

1 ⋅ ⋅ ∆li<br />

L’area media (A) della sezione è data dalla somma delle singole subaree che la costituiscono.<br />

La velocità media (v) nella sezione è ottenuta con la seguente formula:<br />

v =<br />

n°<br />

punti<br />

(somma del prodotto di ciascuna area per la velocità corrispondente/area totale)<br />

11.2 DESCRITTORI CHIMICO-FISICI<br />

11.2.1 Metodologia<br />

∑<br />

i=<br />

1<br />

I campionamenti saranno eseguiti secondo protocollo con l’utilizzo di barattoli sterili<br />

per le analisi microbiologiche e contenitori in PVC per la determinazione dei parametri<br />

chimico-fisici. Le analisi chimiche-batteriologiche verranno sempre eseguite in laboratorio<br />

certificato ISO 9001 ed accreditato SINAL.<br />

Saranno utilizzati i parametri di cui alla D.d.g. 9001/2008.<br />

Nella tabella seguente vengono indicati i parametri e la metodologia di rilevamento che<br />

verranno utilizzate.<br />

Le misure di campo relative alla temperatura dell’acqua, ossigeno disciolto, pH e conducibilità<br />

elettrica saranno rilevate mediante strumenti elettronici di precisione e di qualità<br />

(specificati in tabella).<br />

FROSIO S.r.l. pag. 19/33 REV 4 MAGGIO ’09 COMM: 719FILE: rel01spe09_rev05<br />

A v<br />

A<br />

i<br />

i<br />

i


Parametro Unità di misura Metodo di rilevamento<br />

Temperatura<br />

° C In situ con sonda multiparamterica YSI<br />

dell’acqua<br />

modello 85<br />

ossigeno disciolto mg/l In situ con sonda multiparamterica YSI<br />

modello 85<br />

pH - In situ con sonda multiparamterica YSI<br />

modello 85<br />

Conducibilità elettrica µS/cm In situ con sonda multiparamterica YSI<br />

modello 85<br />

BOD5 mg/l O2 UNI EN 1899-1:2001<br />

COD mg/l O2 APAT CNR IRSA 5130 Man 29 2003<br />

azoto ammoniacale mg/l di N-NH4+ APAT CNR IRSA 4030 B Man 29 2003<br />

azoto nitrico mg/l di N-NO3 APHA ST METHODS 4110 B ed 21 2005<br />

fosforo totale P µg/l APHA ST METHODS 4500 PB -4500 PE<br />

ed 21 2005<br />

escherichia coli UFC/100ml APAT CNR IRSA 7030 C Man 29 2003<br />

solidi sospesi mg/l APAT CNR IRSA 2090 B Man 29 2003<br />

UNI: Ente Nazionale Italiano di Unificazione<br />

APHA ST. METHOD: Standard Methods for the Examination of Water and Wastewater 21TH Edition<br />

2005, edito da American Public Health Association.<br />

APAT CNR IRSA: Istituto di Ricerca sulle Acque del Consiglio Nazionale delle Ricerche.<br />

11.3 DESCRITTORI IDROMORFOLOGICI<br />

Si prevede 1 rilievo nella intera tratta individuata per la sperimentazione mediante metodologia<br />

I.F.F. (ANPA 2000) 1 volta all’anno<br />

11.3.1 Metodologia<br />

11.3.1.1 Modalità di rilievo<br />

La scheda dovrà essere compilata percorrendo il corso d’acqua a piedi da valle verso<br />

monte, osservando le due rive. L’operazione risulterà semplificata nel caso di presenza<br />

di strade arginali e di accessi frequenti al corso d’acqua; in assenza di tali accessi sarà<br />

comunque indispensabile percorrere interamente il corso d’acqua. A seconda della lunghezza<br />

del corso d'acqua in esame e della maggiore o minore facilità di accesso, occorrerà<br />

prevedere di effettuare un adeguato numero di uscite in campo.<br />

Per questioni di praticità e sicurezza, si consiglia che il rilievo venga eseguito da almeno<br />

due operatori.<br />

Come precedentemente sottolineato, la scheda non può essere applicata nei tratti prefociali<br />

interessati dalla risalita, anche temporanea del cuneo salino e il periodo indicato<br />

FROSIO S.r.l. pag. 20/33 REV 4 MAGGIO ’09 COMM: 719FILE: rel01spe09_rev05


per l'attività di campo è quello compreso tra il regime idrologico di morbida e di magra,<br />

comunque sempre in periodo vegetativo.<br />

Percorrendo quindi il corso d’acqua da valle verso monte, sarà necessario identificare di<br />

volta in volta un tratto omogeneo per le caratteristiche da rilevare, per il quale andrà<br />

compilata un’unica scheda. Non appena si verificasse un cambiamento significativo in<br />

anche uno solo dei parametri da rilevare, andrà identificato un successivo tratto omogeneo<br />

per una nuova scheda. Il tratto omogeneo da considerare dovrà comunque essere<br />

proporzionato, per la sua lunghezza, alla grandezza del corso d’acqua in esame. Risulterà<br />

quindi utile, come indicazione di base, la definizione del Tratto Minimo Rilevabile: il<br />

TMR (Tratto Minimo Rilevabile) è il tratto minimo di lettura, indipendentemente dalle<br />

caratteristiche presenti. La lunghezza minima assoluta del TMR è individuata in funzione<br />

della larghezza dell’alveo di morbida secondo le seguenti indicazioni:<br />

• - se l’alveo di morbida è largo fino a 5 metri si considera un TMR pari a 30 metri;<br />

• - se l’alveo di morbida è largo fino a 10 metri si considera un TMR di 40 metri;<br />

• - se l’alveo di morbida è largo fino a 30 metri si considera un TMR di 60 metri;<br />

• - se l’alveo di morbida è largo fino a 50 metri si considera un TMR di 75 metri;<br />

• - se l’alveo di morbida è largo fino a 100 metri si considera un TMR di 100 metri;<br />

• - se l’alveo di morbida è maggiore di 100 metri si considera un TMR lungo quanto<br />

la larghezza.<br />

La presenza di ponti o altri attraversamenti non giustifica la compilazione di<br />

un’apposita scheda; l’ambiente andrà quindi letto con continuità ignorando manufatti<br />

che non comportino alterazioni rilevanti. Analoga considerazione vale per briglie e traverse,<br />

purché non siano di grandezza tale da variare le caratteristiche per un tratto superiore<br />

al TMR.<br />

Una volta definito il tratto omogeneo da rilevare, sarà opportuno misurarne la lunghezza,<br />

riportandola sulla scheda di rilevamento; sulla carta topografica andranno riportati<br />

gli estremi del tratto e il numero della scheda corrispondente. Le schede andranno numerate<br />

in ordine progressivo di compilazione, da valle verso monte.<br />

Le domande prevedono la possibilità di definire un dato parametro attraverso quattro<br />

alternative di risposta che, nella loro gradualità, dalla prima alla quarta, evidenziano<br />

rispettivamente la massima e la minima funzionalità ecologica associata a tale fattore.<br />

Poiché spesso quattro sole casistiche sono insufficienti a differenziare adeguatamente le<br />

innumerevoli situazioni reali, è possibile che durante il rilievo la scelta di attribuire la<br />

situazione osservata ad una di queste risposte risulti problematica; in questo caso l'operatore,<br />

dopo una lettura attenta e una riflessione sulle funzioni ecologiche analizzate<br />

dalla domanda, dovrà necessariamente forzare la propria scelta verso la risposta più<br />

vicina alla situazione osservata. Sarà comunque indispensabile rispondere a tutte le domande.<br />

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Per alcune domande è prevista la possibilità di attribuire un punteggio diverso per la<br />

sponda idrografica destra (Dx) e sinistra (Sx); nel caso in cui le due sponde presentino<br />

caratteristiche simili, si risponderà segnando lo stesso punteggio nelle due colonne. Nel<br />

caso in cui il parametro rilevato sia unico, perché riferito all’alveo bagnato od<br />

all’insieme della fascia fluviale, andrà attribuito un unico punteggio nell’apposita colonna<br />

centrale.<br />

Al fine di una più particolareggiata raccolta di informazioni, risulterà utile effettuare<br />

una documentazione cartografica dei tratti in esame, avendo l’accortezza di segnare<br />

sulla scheda il numero della fotografia; uno schizzo della sezione trasversale e/o della<br />

pianta può permettere di annotare eventuali particolarità del tratto e riportare le misure<br />

di alcuni parametri come la larghezza dell’alveo bagnato e di morbida, l’ampiezza della<br />

zona riparia, la presenza di manufatti artificiali, etc. Potrà rivelarsi molto utile, inoltre,<br />

la consultazione di ortofotocarte dell’area di studio, sia per un’agevole identificazione<br />

degli accessi al fiume, sia per una più corretta definizione delle caratteristiche del territorio<br />

in esame.<br />

L’utilizzo di programmi di cartografia informatizzata (GIS), si propone come uno strumento<br />

indispensabile per una corretta applicazione dell’Indice di Funzionalità Fluviale.<br />

La consultazione di ortofotocarte dell’area di studio, ad esempio è utile in fase di rilevamento<br />

perché permette un’agevole identificazione degli accessi al fiume ma soprattutto<br />

consente una visione generale della zona circostante il fiume, aiutando l’operatore<br />

a fornire una risposta adeguata alla domanda sullo stato del territorio.<br />

Al momento dell’elaborazione dei dati l’utilizzo delle applicazioni GIS fornisce poi<br />

ulteriori vantaggi. In primo luogo risulta di estrema utilità la digitalizzazione del corso<br />

d’acqua su base cartografica (ortofotocarte o carte tecniche regionali informatizzate),<br />

poiché in tal modo è possibile eseguire il calcolo automatico delle lunghezze dei tratti<br />

omogenei riferibili alle singole schede; questi dati vengono poi utilizzati per calcolare in<br />

modo ponderato la ripartizione delle classi di integrità ottenute. In un secondo tempo,<br />

associando ad ogni tratto un colore secondo il valore di I.F.F. ottenuto, si perviene al<br />

risultato finale dello studio, rappresentato dalla mappa tematica che visualizza graficamente<br />

in modo molto chiaro il risultato dell’applicazione dell’indice sul corso d’acqua<br />

prescelto.<br />

Nel caso in cui lo studio venga poi ripetuto in anni successivi la base cartografica utilizzata<br />

inizialmente rende molto più veloci le procedure relative all’elaborazione dei dati e<br />

la redazione della mappa tematica poiché è sufficiente la sostituzione dei dati vecchi<br />

con quelli recenti per ottenere una nuova cartografia.<br />

Le mappe tematiche relative all’ I.F.F. possono anche essere utilizzate per comparare o<br />

integrare indagini che riguardano la stessa area di studio ma che prendono in esame altri<br />

temi (qualità biologica, gestione ittica, interventi di rinaturalizzazione, studi di impatto<br />

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ambientale, ecc.) in modo tale da creare un sistema informativo integrato che consenta<br />

un approccio olistico nella gestione del territorio.<br />

Dopo la compilazione della scheda in ogni sua parte, si effettua la sommatoria dei punteggi<br />

ottenuti, determinando il valore di I.F.F. per ciascuna sponda, avendo l’accortezza<br />

di computare i punteggi attribuiti nella colonna centrale sia per la sponda sinistra che<br />

per quella destra. Ai valori di I.F.F. così ottenuti si associa il relativo Livello di Funzionalità<br />

e Giudizio di Funzionalità.<br />

11.3.1.2 Struttura della scheda<br />

La scheda I.F.F. si compone di una parte iniziale relativa alle informazioni ambientali di<br />

corredo (metadati) e di 14 domande che riguardano le principali caratteristiche ecologiche<br />

di un corso d’acqua; per ogni domanda è possibile esprimere una sola delle quattro<br />

risposte predefinite.<br />

I dati di corredo richiesti riguardano il bacino, il corso d'acqua, la località, la lunghezza<br />

del tratto omogeneo in esame.<br />

Va osservato che la demarcazione idraulica tra flusso laminare e turbolento, richiesta<br />

per la compilazione della domanda 12, non coincide esattamente con quella biologica.<br />

Gli ingegneri, infatti, operano tale distinzione calcolando il numero di Reynolds (Re);<br />

dal punto di vista biologico, invece, interessa quella distinzione tra flusso turbolento e<br />

laminare che condiziona lo sviluppo di cuscinetti e banchi di idrofite radicate sommerse<br />

e natanti. Per una stima sul campo finalizzata all' I.F.F. il flusso può essere considerato<br />

laminare quando la superficie dell'acqua è liscia, turbolento quando è increspata.<br />

La struttura della scheda I.F.F. consente di esplorare diversi comparti ambientali; le<br />

domande possono essere raggruppate in gruppi funzionali:<br />

• le domande 1 - 4 riguardano le condizioni vegetazionali delle rive e del territorio<br />

circostante al corso d’acqua ed analizzano le diverse tipologie strutturali che influenzano<br />

l’ambiente fluviale, come ad esempio, l’uso del territorio o l’ampiezza<br />

della zona riparia naturale;<br />

• le domande 5 e 6 si riferiscono alla ampiezza relativa dell’alveo bagnato e alla<br />

struttura fisica e morfologica delle rive, per le informazioni che esse forniscono sulle<br />

caratteristiche idrauliche;<br />

• le domande 7 – 11 considerano la struttura dell’alveo, con l’individuazione delle<br />

tipologie che favoriscono la diversità ambientale e la capacità di autodepurazione di<br />

un corso d’acqua;<br />

• le domande 12 – 14 rilevano le caratteristiche biologiche, attraverso l’analisi strutturale<br />

delle comunità macrobentonica e macrofitica e della conformazione del detrito.<br />

Esistono due domande (2 e 12), che presentano due versioni alternative e devono essere<br />

affrontate rispondendo solo alla versione pertinente alla situazione di studio. Alle risposte<br />

sono assegnati pesi numerici raggruppati in 4 classi (con peso minimo 1 e massimo<br />

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30) che esprimono le differenze funzionali tra le singole risposte. L’attribuzione degli<br />

specifici pesi numerici alle singole risposte non ha giustificazioni matematiche, ma deriva<br />

da valutazioni ecologiche dell’insieme dei processi funzionali influenzati dalle caratteristiche<br />

oggetto di ciascuna risposta; ciò rende il metodo sostanzialmente più stocastico<br />

e meno deterministico. Il valore di I.F.F., ottenuto sommando i punteggi parziali<br />

relativi ad ogni domanda, può assumere un valore minimo di 14 e un massimo di 300. È<br />

doveroso sottolineare che la scheda I.F.F. è tutt'altro che un questionario che può essere<br />

compilato da chiunque: è una guida ad una vera e propria indagine ecologica, nella quale<br />

la competenza degli operatori è un requisito fondamentale ed irrinunciabile. Dietro<br />

l'apparente semplicità si cela, infatti, un vasto patrimonio conoscitivo sull'ecologia fluviale,<br />

senza il cui apporto è inevitabile incappare in giudizi errati e molto lontani dalla<br />

corretta valutazione della funzionalità.<br />

11.3.1.3 Livelli e mappe di funzionalità<br />

I valori di I.F.F. vengono tradotti in 5 Livelli di Funzionalità (L.F.), espressi con numeri<br />

romani (dal I che indica la situazione migliore al V che indica quella peggiore), ai quali<br />

corrispondono i relativi giudizi di funzionalità; sono inoltre previsti livelli intermedi, al<br />

fine di meglio graduare il passaggio da una classe all’altra (Tabella successiva).<br />

Valore di I.F.F.<br />

Livello di funzionalità<br />

Giudizio di funzionalità<br />

Colore<br />

261 - 300 I elevato blu<br />

251 - 260 I-II elevato-buono blu verde<br />

201-250 II buono verde<br />

181 - 200 II-III buono-mediocre verde giallo<br />

121 - 180 III mediocre giallo<br />

101 - 120 III-IV mediocre-scadente giallo arancio<br />

61 - 100 IV scadente arancio<br />

51 - 60 IV-V scadente-pessimo arancio rosso<br />

14 - 50 V pessimo rosso<br />

Ad ogni Livello di Funzionalità viene associato un colore convenzionale per la rappresentazione<br />

cartografica; i livelli intermedi vengono rappresentati con un tratteggio a due<br />

colori alternati. La rappresentazione grafica viene effettuata con due linee, corrispondenti<br />

ai colori dei Livelli di Funzionalità, distinguendo le due sponde del corso d'acqua.<br />

Essa potrà essere eseguita su carte in scala 1:10.000 o 1:25.000 per una rappresentazione<br />

di dettaglio e in scala 1:100.000 per una rappresentazione d’insieme. Qualora esigenze<br />

di rappresentazione cartografica impongano di unificare alcuni tratti con diverso livello<br />

di funzionalità, il tratto sostitutivo sarà tracciato utilizzando il livello prevalente e<br />

il relativo colore. È opportuno, ai fini di un utilizzo operativo e puntuale dei dati ottenu-<br />

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ti, non limitarsi alla lettura cartografica, ma esaminare nel dettaglio i valori di I.F.F. ed,<br />

eventualmente, i punteggi assegnati ai diversi gruppi di domande. Ciò consentirà di evidenziare<br />

le componenti ambientali più compromesse e, di conseguenza, di orientare le<br />

politiche di ripristino ambientale.<br />

11.4 DESCRITTORI BIOLOGICI<br />

I macrodescrittori biologici che si prevede di utilizzare sono<br />

a) macrobenthos – metodo I.B.E.<br />

b) pesci<br />

11.4.1 Macrobenthos<br />

L’indagine I.B.E. verrà eseguita con rigorosa osservanza del protocollo tecnico ufficiale<br />

nella sua versione più recente (Ghetti 1997; APAT-IRSA 2003).<br />

Qualora nel corso del periodo della sperimentazione venisse emanato da parte di ISPRA<br />

un nuovo e definitivo protocollo di monitoraggio per il macrobenthos, che alla data attuale<br />

non è ancora disponibile, il gruppo di lavoro, d’intesa con <strong>Regione</strong> e ARPA <strong>Lombardia</strong>,<br />

potrà decidere eventuali integrazioni o modifiche delle indagini macrobentoniche<br />

di seguito descritte, ferma restando la necessità di garantire una adeguata confrontabilità<br />

dei risultati sino ad allora raccolti.<br />

11.4.1.1 Metodologia<br />

L'I.B.E. è un protocollo di monitoraggio che consente di valutare la qualità biologica di<br />

un corso d'acqua mediante lo studio delle popolazioni macrobentoniche<br />

L'I.B.E. (Indice Biotico Esteso) è una modificazione dell’EBI (Extended Biotic Index),<br />

1986. L’I.B.E. è stato ulteriormente modificato da Ghetti nel 1997 quindi rivisto e pubblicato<br />

(2003) come protocollo APAT-IRSA (metodo 9010)<br />

I macroinvertebrati benthonici sono organismi di dimensioni superiori al millimetro che<br />

vivono sulla superficie dei substrati di cui è costituito il letto fluviale (epibenthonici) o<br />

all’interno dei sedimenti (freaticoli). Questi organismi, data la loro scarsa mobilità, si<br />

sono rivelati un utile strumento per effettuare indagini sulla qualità degli ecosistemi<br />

fluviali; essi infatti vivendo gran parte del loro ciclo vitale nel corso d’acqua costituiscono<br />

una sofisticata rete di controllo e sono quindi in grado di fornire una risposta modulata<br />

e lineare a qualsiasi alterazione ambientale, sia di tipo naturale, come<br />

un’improvvisa piena, sia a forme ed associazioni di inquinanti diversi, anche nel caso di<br />

carichi pulsanti che di norma sono assai difficili da individuare con le normali metodiche<br />

di analisi.<br />

L'utilizzo di indicatori biologici della qualità dell'ambiente parte dal concetto che variazioni<br />

delle caratteristiche fisiche e chimiche superiori alla capacità omeostatica degli<br />

organismi, inducono modificazioni qualitative e quantitative nella struttura della comunità.<br />

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L'I.B.E. consente quindi di valutare la qualità biologica di un corso d'acqua valutando la<br />

presenza di determinati taxa (Unità Sistematiche) che viene poi convertita in valori numerici<br />

convenzionali (Indice Biotico) ed in classi di qualità (C.Q.).<br />

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Modalità di esecuzione dei prelievi<br />

Per eseguire i campionamenti relativi al mappaggio biologico di qualità delle acque<br />

viene utilizzato un retino immanicato con raccoglitore svitabile e rete in monofilo di<br />

nylon a 21 maglie/cm.<br />

I prelievi sono generalmente effettuati su di un transetto diagonale tra le due sponde,<br />

questo per garantire il controllo di tutti i principali microhabitats presenti nel tratto di<br />

corso d'acqua sottoposto ad esame; nel caso in cui questa operazione risulti impossibile<br />

per l’eccessiva profondità delle acque vengono eseguiti dei transetti lungo la riva secondo<br />

una metodica di prelievo ormai standardizzata e prevista dal protocollo I.B.E.<br />

Il materiale raccolto viene separato direttamente sul campo, dove si effettua una prima<br />

valutazione della struttura macrobentonica presente, in modo da procedere, se il caso lo<br />

richiede, ad ulteriori verifiche con prelievi successivi.<br />

In ogni stazione viene eseguito inoltre un accurato prelievo manuale con l'ausilio di<br />

pinzette metalliche da entomologo; questa laboriosa operazione, se fatta da mano esperta<br />

permette di reperire le unità sistematiche altrimenti di difficile cattura operando esclusivamente<br />

con il retino in corrente.<br />

Per ogni sito di campionamento si compila la scheda di rilevamento e registrazione dei<br />

dati di campo.<br />

Terminate le operazioni di prelievo tutto il materiale raccolto viene fissato in alcool 90°<br />

addizionato di glicerina successivamente, in laboratorio, tutti gli organismi raccolti vengono<br />

analizzati e classificati, sino al livello richiesto (Tabella 11.1) con l'utilizzo dello<br />

stereo-microscopio ottico (10÷50 ingrandimenti) e del microscopio ottico (50÷400 ingrandimenti)<br />

che viene utilizzato per l'analisi di particolari strutture anatomiche (lamelle<br />

branchiali, palpi, antenne, mandibole ect.).<br />

Una volta ultimate le determinazioni tassonomiche e definita con precisione la struttura<br />

delle comunità dei macroinvertebrati bentonici si procede al calcolo del valore di I.B.E..<br />

mediante l'utilizzo di una tabella di calcolo dotata di due entrate di cui una orizzontale,<br />

determinata dalla qualità degli organismi rinvenuti, ed una verticale determinata invece<br />

dal numero totale di Unità Sistematiche presenti nel campione (Tabella 11.3).<br />

Il valore di indice biotico ricavato viene quindi trasformato in classi di qualità sulla base<br />

dei valori di riferimento riportati in una seconda tabella che permette di ricondurre tutta<br />

la scala dei valori di I.B.E. (0÷13) entro 5 classi di qualità, ad ognuna delle quali viene<br />

assegnato un colore di riferimento che permette di riportare sinteticamente in cartografia<br />

tutti i risultati raccolti (Tabella 11.2).<br />

L'abbondanza relativa dei macroinvertebrati presenti nella stazione in modo significativo<br />

viene espressa sulla base di una discretizzazione in 3 classi di abbondanza arbitrarie:<br />

I = presente, L= comune, U = dominante.<br />

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I taxa segnalati come Drift (*) rinvenuti con un numero di individui non significativo ai<br />

fini del protocollo APAT-IRSA 2003 non vengono considerati ai fini del calcolo del<br />

valore di I.B.E.<br />

Tabella 11.1 – Limiti obbligati per la definizione delle unità sistematiche<br />

Gruppi Faunistici<br />

Livelli di determinazione tassonomica per<br />

definire le “unità sistematiche”<br />

PLECOTTERI genere<br />

EFEMEROTTERI genere<br />

TRICOTTERI famiglia<br />

COLEOTTERI famiglia<br />

ODONATI genere<br />

DITTERI famiglia<br />

ETEROTTERI famiglia<br />

CROSTACEI famiglia<br />

GASTEROPODI famiglia<br />

BIVALVI famiglia<br />

TRICLADI genere<br />

IRUDINEI genere<br />

OLIGOCHETI famiglia<br />

Altri taxa da considerare nel calcolo dell’I.B.E.<br />

SIALIDAE (MEGALOTTERI)<br />

OSMYLIDAE (PLANIPENNI)<br />

Prostoma (NEMERTINI)<br />

GORDIIDAE (NEMATOMORFI)<br />

Tabella 11.2 – Tabella di conversione dei valori di I.B.E. in Classi di Qualità<br />

Classe di<br />

qualità<br />

Valore di<br />

I.B.E.<br />

Giudizio di qualità<br />

Colore tematico<br />

I 10-11-12 Ambiente non alterato in modo sensibile AZZURRO<br />

II 8 - 9<br />

Ambiente con moderati sintomi di alterazione<br />

VERDE<br />

III 6 - 7 Ambiente alterato GIALLO<br />

IV 4 - 5 Ambiente molto alterato ARANCIONE<br />

V 1-2-3 Ambiente fortemente degradato ROSSO<br />

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Gruppi faunistici che determinano<br />

con la loro presenza l'ingresso oriz-<br />

zontale in tabella<br />

Tabella 11.3 – Calcolo del valore di I.B.E.<br />

Numero totale delle Unità Sistematiche costi-<br />

tuenti la comunità<br />

(primo ingresso) (secondo ingresso)<br />

Plecotteri presenti Più di una sola<br />

U.S.<br />

0-<br />

1<br />

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2-<br />

5<br />

6-<br />

10<br />

11-<br />

15<br />

16-<br />

20<br />

21-<br />

25<br />

26-<br />

30<br />

31-<br />

35<br />

36-<br />

- - 8 9 10 11 12 13* 14*<br />

(Leuctra*) Una sola U.S. - - 7 8 9 10 11 12 13*<br />

Efemerotteri pre-<br />

senti<br />

(escludere Baeti-<br />

dae, Caenidae)<br />

Tricotteri presen-<br />

ti<br />

(comprendere<br />

Baetidae e Caeni-<br />

dae)<br />

Gammaridi, Atidi<br />

e Palemonidi<br />

presenti<br />

Più di una sola<br />

U.S.<br />

- - 7 8 9 10 11 12 -<br />

Una sola U.S. - - 6 7 8 9 10 11 -<br />

Più di una sola<br />

U.S.<br />

- 5 6 7 8 9 10 11 -<br />

Una sola U.S. - 4 5 6 7 8 9 10 -<br />

tutte le U.S.<br />

sopra assenti<br />

Asellidi presenti tutte le U.S.<br />

Oligocheti e Chi-<br />

ronomidi<br />

Altri organismi<br />

sopra assenti<br />

tutte le U.S.<br />

sopra assenti<br />

tutte le U.S.<br />

sopra assenti<br />

- 4 5 6 7 8 9 10 -<br />

- 3 4 5 6 7 8 9 -<br />

1 2 3 4 5 - - - -<br />

0 1 - - - - - - -<br />

°: nelle comunità in cui Leuctra è presente come unico taxon di plecotteri e sono contemporaneamente<br />

assenti gli efemerotteri (tranne BAETIDAE e CAENIDAE), Leuctra deve essere considerata a livello dei<br />

tricotteri al fine dell’entrata orizzontale in tabella;<br />

°°: nelle comunità in cui sono assenti i plecotteri (tranne eventualmente Leuctra) e fra gli efemerotteri<br />

sono presenti solo BAETIDAE e CAENIDAE l’ingresso orizzontale avviene a livello dei tricotteri;<br />

-: giudizio dubbio per errore di campionamento, per presenza di organismi di drift, erroneamente considerati<br />

nel computo, per ambiente non colonizzato adeguatamente, per tipologie non valutabili con<br />

l’I.B.E. (se acque di scioglimento di nevai, acque ferme, zone deltizie, zone salmastre);<br />

*: questi valori di indice vengono raggiunti raramente nelle acque correnti italiane. Si tratta in genere di<br />

ambienti ad elevata diversità ma occorre evitare la somma di biotipologie (incremento artificioso della<br />

ricchezza in taxa).<br />

...


11.4.2 Pesci<br />

La fauna ittica verrà studiata per definire in dettaglio la sua composizione e l’evoluzione<br />

della struttura delle popolazioni presenti.<br />

Qualora nel corso del periodo della sperimentazione venisse emanato da parte di ISPRA<br />

un nuovo e definitivo indice di valutazione della qualità delle comunità ittiche, che alla<br />

data attuale non è ancora disponibile, il gruppo di lavoro, d’intesa con <strong>Regione</strong> e ARPA<br />

<strong>Lombardia</strong>, potrà decidere eventuali integrazioni o modifiche delle indagini di seguito<br />

descritte, ferma restando la necessità di garantire una adeguata confrontabilità dei risulta<br />

sino ad allora raccolti.<br />

11.4.2.1 Metodologia<br />

Le indagini ittiche saranno esclusivamente di tipo conservativo e verranno eseguite mediante<br />

censimento diretto di tipo quantitativo operato con elettrostorditore (electrofishing).<br />

Lo scopo della ricerca è di verificare la composizione specifica della fauna ittica e di<br />

osservarne le variazioni spaziali e temporali.<br />

Operativamente i campionamenti della fauna ittica verranno realizzati utilizzando uno<br />

storditore elettrico di tipo fisso a corrente continua pulsata e/o ad impulsi (150-600 V;<br />

0.3-6 A, 500-3500 W; 50 Kw). L’elettropesca è un metodo che consente la cattura di<br />

esemplari di diversa taglia e appartenenti a diverse specie, per cui non risulta selettivo e<br />

consente una visione d’insieme sulla qualità e sulla quantità della popolazione ittica<br />

presente in un determinato tratto del corso d’acqua. Il passaggio della corrente lungo il<br />

corpo del pesce ne stimola la contrazione muscolare differenziata che fa nuotare attivamente<br />

il pesce verso il catodo posizionandosi con la testa verso il polo positivo del<br />

campo. Quando la distanza tra il polo positivo ed il pesce è limitata il pesce viene immobilizzato<br />

e raccolto mediante l’utilizzo di guadini dagli operatori preposti.<br />

L’efficienza dell’elettropesca è massima nelle zone dove la profondità dell’acqua non<br />

supera i 2 m.<br />

Verranno campionati un tratto di corso d’acqua con lunghezza variabili ed adeguata allo<br />

scopo; la scelta della lunghezza del tratto da controllare verrà eseguita di volta in volta<br />

in funzione della variabilità ambientale presente e delle caratteristiche fisiche del sito.<br />

I campionamenti di tipo quantitativo, necessari per poter effettuare delle stime di biomassa<br />

e densità, comportano la cattura, la classificazione, la misurazione e la pesatura<br />

dei singoli animali che vengono successivamente liberati.<br />

Le operazioni sopra citate vengono eseguite sul campo; più in dettaglio i pesci catturati,<br />

mediante elettropesca, vengono trattenuti in vasche di plastica piene di acqua per garantirne<br />

la sopravvivenza. Successivamente ogni pesce viene classificato, ovvero viene<br />

verificata la specie di appartenenza di ogni esemplare; ne viene determinata la lunghezza<br />

totale espressa in millimetri mediante l’utilizzo di un ittiometro (struttura metallica<br />

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con una scala millimetrata di riferimento) ed il peso corporeo espresso in grammi. Il<br />

peso di ogni esemplare viene misurato mediante una bilancia digitale con un errore di<br />

0,5 g e con una portata massima di 5 kg.<br />

Le operazioni di campionamento ed analisi dell'ittiofauna sono di tipo conservativo; al<br />

termine delle operazioni di misura gli esemplari catturati vengono reimmessi nel corso<br />

d'acqua, nel medesimo sito di cattura.<br />

Le metodiche di analisi dei dati raccolti sono sinteticamente riportate di seguito:<br />

Densità. La stima della densità di popolazione si ottiene tramite il metodo dei passaggi<br />

ripetuti (Moran e Zippin, 1958) dal quale si stima N, numero totali degli individui presenti<br />

nel tratto campionato, come<br />

C<br />

N = n<br />

( 1−<br />

z )<br />

dove Z = 1 - p<br />

e<br />

n<br />

= ∑<br />

i=<br />

1<br />

C C i<br />

si intende con Ci il numero di individui catturati al passaggio i-esimo e con p il coefficiente<br />

di catturabilità della specie determinato come 1 - (C2 /C1 ) nei casi, come questo,<br />

dove i passaggi effettuati siano in numero di due.<br />

La densità per unità di superficie D, espressa come ind/m 2 , viene quindi calcolata come<br />

D = N * S -1<br />

dove S è l’area (in m 2 ) della sezione fluviale campionata.<br />

Biomassa. La stima della biomassa unitaria B, espressa in gr/m 2 , per ciascuna specie<br />

rinvenuta viene calcolata come<br />

B = (N*Wmedio) * S -1<br />

dove Wmedio è il peso medio individuale dei pesci di ciascuna popolazione campionata<br />

ed dove S è l’area (in m 2 ) della sezione fluviale campionata ed N il numero di pesci<br />

stimati.<br />

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12 PIANO FINANZIARIO<br />

Per ogni attività si è calcolato un importo complessivo annuo secondo il seguente schema:<br />

Monitoraggio idrologico periodico 5.000 €/anno<br />

Monitoraggio biologico, chimico-fisico 10.000 €/anno<br />

Coordinamento, analisi e studio dei dati 10.000 €/anno<br />

Costo totale annuo della sperimentazione 25.000 €/anno<br />

A ciò va aggiunto il costo fisso relativo alla realizzazione della soglia di misura pari a<br />

50.000 €.<br />

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13 PRODOTTI FINALI DELLA SPERIMENTAZIONE<br />

Per ciascuna operazione di monitoraggio sarà prodotta una scheda di rilevazione dei<br />

valori in particolare saranno prodotte<br />

• scheda misura di portata con mulinello<br />

• scheda descrittori chimico-fisici<br />

• scheda I.B.E.<br />

• scheda campionamento ittico<br />

• scheda I.F.F.<br />

Le misure di portata rilevate alla stazione di misura saranno registrate in continuo su<br />

supporto informatico.<br />

Al termine di ogni campagna sarà prodotta una relazione contenente i risultati delle indagini<br />

svolte, evidenziando i dati significativi e le eventuali criticità riscontrate.<br />

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